UNA TASSA E’ PER SEMPRE: BENZINA, QUELLE ACCISE STRAORDINARIE PER I TERREMOTI CHE RESTANO NEI SECOLI
TASSA DI DUE CENTESIMI AL LITRO PER IL SISMA IN EMILIA, MA LO STATO INCASSA ANCORA PER IL FRIULI, IL VAJONT E L’ABISSINIA
Due centesimi di euro al litro possono non sembrare una gran cifra, ma l’accisa relativa al terremoto che ha colpito martedì l’Emilia Romagna tra il 20 e il 29 maggio va ad aggiungersi a una lunga serie di imposte sulla fabbricazione e vendita del carburante che datano indietro anche di trent’anni. O Settanta.
QUANT’È IL PESO SUL DISTRIBUTORE
La tassa per la ricostruzione del modenese e del ferrarese si somma, infatti, a quelle di altri sismi e catastrofi.
Già a febbraio, prima quindi della recente emergenza, il Senato si era trovato a discutere numerose mozioni riguardanti proprio le accise dei carburanti nelle zone di confine.
Una delle mozioni chiedeva al governo di porre in atto agevolazioni per i residenti nelle zone di confine, che preferivano andare all’estero a rifornirsi piuttosto che pagare imposte e Iva (perchè un’accisa è anche soggetta a Iva) fino al 65-67 per cento del valore del carburante.
Ed elencava nel dettagli i balzelli che affliggono le pompe.
GUERRE COLONIALI E ALLUVIONI
Le tasse sul carburante sono, denunciava la mozione 558, pari a due terzi del totale, e buona parte di esse sono legate a eventi straordinari del passato divenuti poi introiti ordinari: la guerra di Abissinia in epoca coloniale (1935) e le missioni delle truppe italiane in Bosnia e in Libano (1996) tra i finanziamenti straordinari dell’esercito, e la crisi del canale di Suez del 1956 tra gli eventi strettamente legati al mondo petrolifero.
Ma anche eventi drammatici della storia italiana: il disastro del Vajont (1963); l’alluvione di Firenze (1966); gli aiuti legati ai terremoti del Belice (1968), del Friuli (1976) e dell’Irpinia (1980).
Con l’eccezione poco consolatoria delle missioni all’estero, si tratta di eventi di oltre trent’anni fa, con un picco ai 77 anni della guerra d’Africa, ben più anziana della Repubblica.
Queste accise hanno un peso diretto di circa 25 centesimi al litro, e vanno sommate al decreto Salva Italia dello scorso anno (9,9 centesimi) e a imposte regionali come quelle legittimamente inserite, per esempio, da Liguria e Toscana per coprire i costi delle alluvioni di novembre 2011. Più specificamente, lo scorso anno le tasse sul carburante sono aumentate quattro volte: con il fondo per lo spettacolo (0,92 centesimi in due aumenti successivi), con la guerra in Libia (4 centesimi), con la già citata alluvione di Genova e delle Cinque Terre (0,89 centesimi) e appunto con il Salva Italia.
Maria Strada
(da “Il Corriere della Sera”)
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