URLA, RISATE E MINACCE DA PARTE DEGLI ALTRI CARCERATI: LA PRIMA NOTTE IN CELLA DI SARKÒ NELLA PRIGIONE DELLA SANTE’ E’ UN INFERNO
I DETENUTI HANNO GRIDATO IL NOME DELL’EX PRESIDENTE FRANCESE, CHE SI TROVA IN ISOLAMENTO ED E’ SORVEGLIATO GIORNO E NOTTE DA DUE UFFICIALI DI SICUREZZA ARMATI POSIZIONATI IN UNA CELLA ADIACENTE, E POSTATO VIDEO INTIMIDATORI SU TIKTOK. LA PROCURA HA APERTO UN FASCICOLO – MARINE LE PEN: “QUESTA BARBARIE NON PUÒ COMPIACERCI” – TRE FRANCESI SU QUATTRO RITENGONO CHE SARKOZY, NONOSTANTE I SUOI ALTI INCARICHI, DEBBA ESSERE “GIUDICATO COME CHIUNQUE ALTRO, SENZA PRIVILEGI”
Prima notte dietro le sbarre tra urla, insulti e dirette sui social.
Nicolas Sarkozy, detenuto da lunedì alla prigione della Santé, ha trascorso un sonno agitato nella sua cella da nove metri quadrati, diventando bersaglio degli schiamazzi degli altri reclusi. Alcuni detenuti hanno filmato la scena e l’hanno trasmessa in diretta su TikTok. «Farà una brutta detenzione» ha minacciato un recluso, riprendendosi con il cellulare.
La prima notte agitata di Sarkozy è confermata dai suoi avvocati, secondo cui «tutti i detenuti hanno fatto rumore, urlato, sbattuto sui muri». Ieri mattina Marine Le Pen ha la notizia dei video sui social parlando di «profonda vergogna» per le condizioni in cui si trova l’ex capo dello Stato.
«Sarkozy non è un detenuto come gli altri. Questa barbarie non può compiacerci», ha commentato la leader del Rassemblement National a lungo avversaria politica ma ora solidale nel criticare una presunta “deriva giustizialista”.
Gridare il nome del nuovo arrivato la prima notte in prigione è una tradizione carceraria in Francia ma il caso rilancia le
polemiche sull’uso massiccio e illegale di telefoni cellulari nei penitenziari per filmare e trasmettere in diretta scene dall’interno. Dopo la diffusione dei filmati, la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per minacce di morte.
La detenzione dell’ex capo dello Stato, un inedito assoluto nella storia della Quinta Repubblica, apre altri scenari imprevedibili. Ieri si è appreso che Sarkozy è sorvegliato giorno e notte da due ufficiali di sicurezza posizionati in una cella adiacente. Si tratta di agenti armati inviati dal ministero dell’Interno «in ragione del suo status e delle minacce che pesano su di lui», ha spiegato il ministro Laurent Nuñez.
Una misura «mai vista prima», che resterà «finché necessario». La decisione, benché motivata ai vertici dello Stato, ha suscitato proteste tra le guardie. «Non eravamo stati informati», denuncia il sindacalista Hugo Vitry.
«Ci troviamo due estranei armati dentro un carcere. È uno schiaffo alla nostra professionalità».
Il governo ripete che Sarkozy è «un cittadino come gli altri» ma lo stesso ministro Nuñez ha ammesso che su di lui pesano «minacce molto più serie». Quando era ministro dell’Interno, Sarkozy ha preso provvedimenti duri sulla criminalità organizzata e sul jihadismo. Intorno allo statuto “speciale” concesso all’ex capo dello Stato si accendono i riflettori sul degrado del sistema carcerario francese, da tempo in emergenza.
Secondo un sondaggio Rtl–Toluna Harris Interactive, tre francesi su quattro ritengono che Sarkozy, nonostante i suoi alti incarichi, debba essere «giudicato come chiunque altro», senza privilegi. Eppure l’incontro riservato con Emmanuel Macron poche ore prima dell’incarcerazione, la presenza continua di agenti armati accanto a lui in prigione e la visita annunciata del ministro della Giustizia Gérald Darmanin dimostrano il contrario.
(da agenzie)
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