VANNACCI APRE AI NEONAZISTI DI AFD, LA LEGA SI DIVIDE
IL PARTITO TEDESCO ERA STATO CACCIATO DAL GRUPPO DEI SOVRANISTI POCHI MESI FA
«Bisogna farsene una ragione: il popolo vuole questo». Roberto Vannacci apre ai tedeschi di Afd, partito di estrema destra con venature razziste che solo nel maggio scorso, alla vigilia della campagna elettorale per le Europee, Marine Le Pen, con il pieno sostegno di Matteo Salvini, aveva messo alla porta dell’allora gruppo di Identità e democrazia.
A Viterbo per partecipare alle celebrazioni di Santa Rosa, il generale ora deputato europeo della Lega impone uno scarto a destra che non è stato discusso né piace a chi lo ha sempre visto e vissuto come un corpo estraneo che vuole condizionare il partito.
«Afd è un interlocutore per tutti noi sovranisti – ha detto Vannacci tra un selfie e l’altro – Credo che sia naturale dialogare con Afd. E con chi dovremmo farlo altrimenti? Con i socialisti o con i Verdi?».
Salvini, presente alle celebrazioni viterbesi accanto al generale, l’altra sera non ha detto nulla sul tema. A maggio, quando l’alleata Le Pen pronunciò un netto «Mai più con Afd», una nota ufficiale della Lega aveva certificato una totale condivisione: «Come sempre, Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi».
E allora la domanda è: Vannacci ha fatto una fuga in avanti, forte dell’investitura popolare che gli ha conferito implicitamente un ruolo da leader, oppure in qualche modo la leadership della Lega è pronta a limare le asprezze primaverili nei confronti dei tedeschi?
Più probabile la seconda ipotesi perché in pochi mesi lo scenario è cambiato. Pochi giorni fa, alle elezioni in Turingia AfD ha ottenuto una vittoria schiacciante e in Sassonia è andata solo leggermente meno bene, in uno scenario nazionale in cui il governo del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz accusa scricchiolii pericolosi.
Se il vento tira a destra, insomma, perché non avere rapporti con un partito che raccoglie consensi? Vannacci gioca il ruolo dell’avanguardista. Apre la strada ad un «ripensamento» e punta sul comune afflato sovranista per ricordare che «ci devono essere convergenze con chi persegue i nostri stessi obiettivi».
In casa Lega le reazioni sono diverse. Il gruppo dirigente abbozza e fa capire, senza dirlo apertamente, di condividere l’uscita del generale-eurodeputato. I fedelissimi di Salvini sostengono che si tratta solo di tenere aperto un dialogo, nessuno pensa di far entrare i tedeschi nel gruppo parlamentare europeo dei Patrioti.
Ma è da vedere cosa ne pensa Le Pen che su AfD ha usato parole molto dure fino a decretarne l’espulsione dal gruppo di Id. Le Pen che un anno fa fu ospite d’onore al raduno di Pontida.
Ma anche dentro la Lega le mosse di Vannacci, compresa quest’ultima che va a toccare un settore sensibile come la politica estera, non piacciono per nulla. Sullo sfondo, nemmeno troppo lontano, c’è lo spettro del partito personale del generale che potrebbe alleggerire un Carroccio che già non marcia con il vento nelle vele (è stato calcolato che la performance del generale abbia fruttato almeno 2 dei 9 punti percentuali conquistati alle Europee di giugno).
Nell’immediato c’è una sovraesposizione del neo deputato europeo che toglie visibilità alle battaglie storiche della Lega che stanno a cuore ai governatori (Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga) e a molti esponenti di primo piano del partito. Da questo fronte, sul tema Afd filtra solo irritazione: «Avevamo rotto con i razzisti, perché riaprire?».
(da Il Corriere della Sera)
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