VENTI ANNI A LOGLI PER L’OMICIDIO DELLA MOGLIE
PROCESSO RAGUSA: LA CASSAZIONE AVEVA ANNULLATO LA SENTENZA DI PROSCIOGLMENTO, ORA LA CONDANNA
Venti anni ad Antonio Logli per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa e per averne occultato il cadavere.
E’ la sentenza emessa con il rito abbreviato dal giudice Elsa Iadaresta al termine del processo per il femminicidio della donna, scomparsa cinque anni fa da San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Il suo corpo non è mai stato ritrovato.
Per Logli disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza. e l’interdizione, per semprem dalla potestà genitoriale.
Il processo con rito abbreviato è stato disposto lo scorso 18 novembre dal gup del Tribunale di Pisa nell’udienza preliminare bis.
L’udienza ha fatto seguito alla decisione della Cassazione dello scorso 17 marzo, quando ha annullato la sentenza di proscioglimento di Logli che era stata pronunciata dall’allora gup del Tribunale di Pisa, Giuseppe Laghezza, il 6 marzo 2015.
La Suprema Corte aveva così accolto il ricorso della Procura di Pisa, disponendo una nuova udienza preliminare per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario e distruzione di cadavere di Roberta Ragusa
Secondo l’accusa Logli che aveva da tempo una relazione con la ex baby sitter di famiglia e poi collaboratrice nella autoscuola di proprietà di Roberta, la giovane Sara Calzolaio.
La moglie da tempo aveva sospetti, poi una sera del gennaio 2012 ascolta una telefonata mentre in cucina sta facendo l’elenco della spesa per il supermercato da fare il giorno dopo. Quella telefonata è la prova che stava cercando. Fra i due scoppia una lite. Cosa non nuova.
Secondo la ricostruzione fatta anche in base ad alcune testimoni oculari, Logli fu visto, al culmine di un’accesa lite, quella notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012, far salire la moglie in macchina” nella strada davanti a casa, a Gello, frazione di San Giuliano Terme, nella campagna pisana.
Sono le ultime tracce di Roberta. Di lei non si saprà più niente.
L’hanno cercata nelle campagne, in luoghi vicino alle rive dell’Arno dove chi l’ha uccisa avrebbe potuto far sparire il cadavere, niente.
I ricordi di chi l’ha vista quella notte si fermano alla Ford Escort con a bordo un uomo (Logli) e una donna fuori dall’abitacolo.
L’auto è a fari spenti e i due discutono animatamente, lui prende lei per un braccio la 0trascina in auto e poi la vettura parte pattinando con le ruote in velocità .
Lei grida aiuto e poi scompare. Loris Gozi, uno dei testimoni chiave della ricostruzione degli ultimi istanti di vita di Roberta Ragusa ricorda di aver notato due macchie scure sull’asfalto: era sangue?
Di certo più tardi Logli viene visto in quello stesso posto a pulire con una scopa l’asfalto. Un’altra testimone che abita in zona sostiene che quella notte ha visto Roberta uscire dalla villa con un pigiama rosa addosso e litigare col marito.
(da agenzie)
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