VERDINI CANTA VITTORIA: “SENZA DI NOI NON C’E’ MAGGIORANZA, MA NON ENTRIAMO NEL PD”
“IO UN TAXI? CASOMAI UN TRENO”
“Il gruppo Ala non ha alcuna intenzione di entrare nel Pd ma è fondamentale per le riforme – si veda il disegno di legge Boschi in discussione in questi giorni a Palazzo Madama – perchè altrimenti “al Senato non c’è una maggioranza”.
Parola di Denis Verdini, ex plenipotenziario di Forza Italia poi fondatore di Alleanza liberal-popolare, intervistato oggi da Maria Latella su SkyTg24 proprio mentre Matteo Renzi appariva a In Mezz’Ora da Lucia Annunziata su Rai Tre.
Verdini ha parlato a tutto campo ed è stato protagonista di un siparietto quando si è lanciato nel remake di una nota canzone di Domenico Modugno (La Lontananza): “La maggioranza sai è come il vento, che rischia di finire in Migliavacca, quando Gotor si sveglia e poi si inca..a”.
“Il mostro di Lochness non esiste, quindi neppure il mostro Verdini”, ha detto, rivendicando la centralità del suo gruppo e facendo riferimento all’intervista che il presidente del Consiglio ha reso a Repubblica.
E poi: “Io un taxi” che trasferisce voti alla maggioranza? “Casomai un treno”, visto la quantità dei passeggeri.
Ma nega di aver mai pronunciato quella frase: “Mi è stata attribuita in modo vigliacco, non si virgoletta una cosa non solo non detta, ma mai pensata. Non si fa così”.
E neanche il neologismo politico ‘verdiniani’ piace al leader di Ala: “Siamo gente che ha creduto 20 anni nel partito liberale di massa e che non ne condivide un ritorno indietro. Silvio Berlusconi ha funzionato nell’alternanza, meno nella realizzazione del programma. Adesso c’è una situazione nuova: la sinistra guidata da un presidente del Consiglio che non ha un atteggiamento becero, ma un’impostazione liberale, che guarda alle riforme, che favorisce l’efficienza in politica”.
Nessun timore, comunque, che Renzi possa farli scendere da quel taxi: “Noi siamo autonomi, gli amici del Pd che dicono che i nostri voti puzzano devono stare tranquilli, non abbiamo nulla a che spartire col Pd, vogliamo solo dare una scossa alla politica italiana”.
Una scossa provvidenziale, visto che, Verdini ne è certo e snocciola i numeri, “la maggioranza in Senato non c’è, i Pd sono 113 e la maggioranza 160, ne servono 161. Quindi le coalizioni servono. Renzi sta prendendo decisioni che non piacciono a tutto il suo partito. Non si coprano con il nome di Verdini”.
Inciso: il tanto discusso articolo 2 della riforma del Senato è passato ieri in aula con 160 sì e 7 assenze dei centristi di Area popolare.
E sull’esecutivo ha detto ancora: “Adesso c’è una situazione nuova con Renzi che non ha un atteggiamento becero, a volte è anche liberista, forse è solo un po’ in ritardo nelle riforme”.
Giustizia e fisco, per l’ex coordinatore azzurro, sono gli altri temi su cui il governo Renzi dovrà intervenire e su cui il nuovo gruppo è pronto a dare fiducia e sostegno.
Verdini ha anche parlato del caso Lucio Barani, capogruppo Ala a Palazzo Madama, accusato di aver fatto un gesto osceno in aula nei confronti della collega del Movimento 5 Stelle, Barbara Lezzi: “Il livello di discussione che avviene in Senato assomiglia a delle gazzarre”, ma se “Barani avesse fatto davvero quel gesto, ha sbagliato”.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply