VERDINI NON HA I NUMERI PER FARE IL GRUPPO DI APPOGGIO A RENZI
LE TELEFONATE A FITTO CHE DICE NO
Il leone Denis chiama in soccorso i leoni blu di Fitto: “Raffaele, mettiamoci assieme e facciamo massa”. Il telefono è rovente. Peggio dell’afa che attanaglia Roma.
Verdini non ha i numeri per il gruppo di “responsabili” a sostegno di Renzi.
Sono settimane che ha dato garanzie a Luca Lotti, braccio destro (e sinistro) del premier: “Te ne porto almeno 13”.
Invece negli ultimi giorni in parecchi hanno usato le parole che, tra i primi, gli ha consegnato Riccardo Villari: “Caro Denis, nulla di personale, ma io di lasciare Berlusconi non me la sento”.
E Villari non è uno dei tanti. È colui che, nelle intenzioni di Denis, avrebbe dovuto fare il capogruppo.
Morale: non ci sono i dieci senatori per formare il gruppo a palazzo Madama.
Ed è a questo punto che Verdini ha chiamato il vecchio amico Raffaele, reduce dalla fondazione del suo movimento Conservatori e Riformisti — un leone blu nel simbolo – ma anche reduce da una sala stracolma e da un gruppo già fatto proprio nella trincea di palazzo Madama: “Guarda Denis — è stata la risposta — non è che ci si può mettere insieme per fare massa. Io sto costruendo un progetto politico chiaro, di opposizione a Renzi. Tu lo vuoi sostenere, è impossibile”.
Telefonata seguita da un’altra dal sapore amaro.
Quella al notaio dove per martedì 21 era previsto l’appuntamento per l’atto costitutivo del movimento che, poi, avrebbe dovuto formare al Senato il gruppo.
Il nome: Azione liberal-popolare. A quell’appuntamento in parecchi non si sarebbero presentati.
Rispetto alla lista data per certa qualche giorno fa si sono auto-depennati tutti i siciliani, come Ruvolo, ma anche Scavone e Compagnone, uomini dell’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, che nel pomeriggio ha incontrato Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli.
E si è sfilato anche il campano Auricchio. Mentre anche un fedelissimo come Riccardo Conti, già approdato al gruppo misto, è in una fase di tormento politico.
Restano invece certi in quota Verdini i cosentiniani Eva Longo e Ciro Falanga, l’ex socialista Lucio Barani e Riccardo Mazzoni. Oltre a Vincenzo D’Anna che Forza Italia l’ha già lasciata da tempo.
Proprio perchè in grande difficoltà sui numeri negli ultimi giorni Verdini si è rivolto ovunque, anche agli ex grillini del Senato. Poi a Fitto.
Da ultimo ha chiamato, come racconta uno che la telefonata l’ha ricevuta, anche quelli di Scelta civica. Chi ha ricevuto la telefonata racconta: “Denis è in difficoltà e sta provando a raccattare di tutto, pure i grillini. Perchè non vuole passare da sconfitto”.
E perchè sta ricevendo molti rifiuti perchè tutto si può dire dell’ex mago dei numeri di Berlusconi tranne che sia una patente di presentabilità .
Ma forse nel flop dell’operazione che rischia di passare alla storia come La cronaca di un gruppo mai nato c’è anche un segno che è cambiato il clima attorno a Renzi. E che quella che veniva considerata una scialuppa (Verdini) per andare sul lido del vincitore (Renzi) è diventata una zattera incerta.
I rifiuti a Verdini sono stati determinati anche dalla zampata del vecchio leone, ovvero Silvio Berlusconi.
Che a telefono, voce suadente, sussurrava: “Ma che ci andate a fare con Verdini ora… Quello fa i gruppi perchè all’ombra del governo spera di risolvere i suoi guai con la procura di Firenze, ma politicamente a voi non conviene. Renzi è più debole e dovrà aprire alle larghe intese prima o poi. Restate con me…”.
E, per ora, quello di Berlusconi è stato il ruggito più convincente.
(da “Huffingtonpost“)
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