VIA ALLE EPURAZIONI: LA LEGA METTE LA SORDINA ALLA BASE IN RIVOLTA.
LO SCONTRO BOSSI-MARONI DILANIA IL CARROCCIO. IN VENETO L’EX SENATORE FILIPPI ATTACCA IL BOSSIANO GOBBO, TOSI PENSA A UNA LISTA CIVICA E VENGONO ESPULSI DECINE DI MILITANTI
“Caro Gobbo, perchè non porti il tuo culone sotto un gazebo e non provi ad ascoltare i militanti che ti hanno contestato durante il comizio? Magari scopri che le critiche possono essere utili”.
Affogano nel mare in burrasca del Carroccio le parole del senatore Filippi, ex leghista buttato fuori a calci dai vertici (“sono l’unico senatore che sia mai stato espulso”).
Una cacciata di peso, ma è solo l’ultima di tante espulsioni senza motivo, giura l’imprenditore vicentino di famiglia danarosa e qualche grana con la giustizia.
Pugno di ferro o l’ennesimo segno di debolezza di un movimento che ha perso la bussola, mentre Maroni va Verona a sostenere Tosi e sabato prossimo calerà Calderoli per tentare di mettere un punto alla lite Tosi-Gobbo?
Nel magma leghista Filippi lancia frecce avvelenate a uno dei totem della Liga veneta: Gian Paolo Gobbo, segretario del partito e bossiano di ferro.
Il fattaccio risale a poco tempo prima, e parla ancora una volta di espulsioni. “Due militanti hanno contestato le parole di Gobbo durante un comizio a Schio. Dopo qualche giorno senza ascoltare ragioni sono stati espulsi con una lettera dalla Lega”.
Arrivederci e grazie.
Anche lui, l’onorevole che amministra una ditta di prodotti chimici ad Arzignano, è stato defenestrato senza troppi convenevoli. “Come me sono tantissimi quelli che ricevono in questo periodo la lettera di espulsione dalla Lega”.
L’amarezza scende assieme al veleno della vendetta, ma le dichiarazioni di Filippi sono lo specchio della frana che si sta aprendo nel Carroccio veneto: “20 espulsi su 30 militanti ad Arzignano (la sua culla elettorale, ndr), moltissime sezioni commissariate nel Vicentino oltre alla sede cittadina di Padova, commissariata da oltre un anno”.
La verità ? Il nodo della partecipazione leghista è passare da sostenitore a militante, quindi con diritto di voto.
“E sa cosa hanno fatto? Ci sono tanti militanti anziani che si sono iscritti 20 anni fa — siamo il partito più longevo d’Italia — e nessuno è andato a far loro rinnovare le tessere. Non li hanno contattati, e così sono arretrati a semplici sostenitori, cioè senza diritto di voto”.
Un modo per concentrare il potere e governare i voti.
A Longare nel Vicentino una decina di sostenitori non sono diventati militanti: “Con la scusa che erano parenti tra loro. Ovviamente è una motivazione risibile”.
A Vicenza si è inventata la regola che “i militanti devono essere un terzo dei sostenitori”.
Così sono state bloccate tutte le richieste per diventare militante: “I militanti a Vicenza sono 53 in tutto, una manciata per chi deve pilotarli e un numero ridicolo per una città che ha cullato il leghismo (con Stefano Stefani e Manuela Dal Lago in sella da 20 anni) fin dalla prima ora.
Ma Vicenza e Padova commissariata (“Ma lei sa che il commissario padovano è Bricolo? C’è tanto scontento anche li tra i militanti”) sono solo le retrovie della battaglia, l’epicentro dello sfaldamento è altrove: cerchio magico contro barbari sognanti (povero Slataper), bossiani contro maroniani.
Ora persino “la velina verde”, il sito che era scomparso e si dice sia legato ai cerchisti e a Reguzzoni, torna sul web e attacca Maroni con toni durissimi: «Sei il Fini della Padania, vergognati».
Piccoli focolai che in Veneto si traducono in Gobbo contro Tosi.
Potevano mancare in questo clima le baruffe chioggiotte?
“A Chioggia il caso Malaspina segretario di sezione espulso dalla Zaccariotto presidente della Provincia di Venezia insieme ad altri 18 militanti cacciati: come lo giustificano?”, dice Filippi.
Per essere sicuri i vertici del partito hanno cambiato la serratura della sede chioggiotta e da quest’estate segretario ed espulsi fanno le riunioni al bar.
Un’epurazione in salsa veneta che forse non risparmierà nemmeno Tosi, raggiunto da sanzioni disciplinari plurime e intenzionato a correre con una lista nominale e senza Pdl alle prossime amministrative .
“Se la Lega non è d’accordo lascio la politica”, ha detto lapidario dopo che il nemico Gobbo, primo cittadino di Treviso, gli ha fatto sapere il suo dissenso. Lo appoggia invece Gentilini, 83enne vicesindaco di Treviso, che promette di candidarsi pure lui alle amministrative con una civica personale.
Una scelta che assieme alle parole di Bossi anti-Formigoni rischia di mettere a repentaglio le 150 amministrazioni locali che governano in Veneto con l’asse Pdl-Lega.
Ma ormai è guerra senza quartiere.
“Ma la base, i militanti sono sani: la Lega è un movimento puro”, chiosa Filippi.
Però? “Però i vertici non stanno facendo bene il loro dovere. Stanno riducendo il partito a un regime nord-coreano, devono smettere di buttare fuori militanti con motivi imbarazzanti e Bossi e Maroni si devono chiarire”. Come finirà ?
“Non leggo gli oroscopi, non so prevedere il futuro”.
Erminia della Frattina
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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