VISCO E RENZI: NELLO STESSO GIORNO DUE PARERI OPPOSTI SULLA FLESSIBILITA’
IL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA DA ATENE SMENTISCE RENZI: “LA FLESSIBILITA’ C’E’ GIA’ STATA, MA E’ STATA UTILIZZATA DALLE IMPRESE SOLO A PROPRIO VANTAGGIO, SENZA INNOVARE. I RAPPORTI DI LAVORO DOVREBBERO ESSERE A LUNGO TERMINE”
Due visioni opposte sulla flessibilità dei contratti.
La prima è quella del premier Matteo Renzi, oggi a Londra per incontrare David Cameron, convinto che la crisi occupazionale in Italia sia stata causata anche da una mancanza di flessibilità nel mercato del lavoro.
La seconda opinione, completamente differente, è quella del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ad Atene per un vertice informale Ecofin.
Per Visco, infatti, finora la flessibilità è esistita, eccome. Ma è stata utilizzata dalle imprese in maniera “non utile”.
Non solo: i rapporti di lavoro dovrebbero essere a lungo termine.
Ecco le due dichiarazioni:
Matteo Renzi:
“I dati sulla disoccupazione lo dimostrano: nel 2011 l’Uk era all’11% e l’Italia all’8,4%, ora loro sono al 7%” e noi al 12,3%: in questi anni abbiamo perso troppa strada, noi abbiamo un sistema che manca di flessibilità . In Italia abbiamo 2100 articoli nel codice del lavoro. Noi pensiamo di scendere a 50-60 articoli, traducibili anche in inglese, che assicurino tempi certi”.
Ignazio Visco:
“Sul fronte del lavoro abbiamo osservato una flessibilità non utile, utilizzata da imprese che non hanno innovato, ora stanno innovando, ma per lungo tempo hanno rinviato riducendo il costo del lavoro sfruttando la flessibilità . Bisogna perseguire una flessibilità diversa”.
Le imprese che assumono, così come i lavoratori, hanno entrambi interesse a creare dei rapporti di lavoro a lungo termine.
Spiegando che preferisce parlare “di rapporti, non di contratti”, Visco ha detto che “è più facile che entrambi, chi dà lavoro e chi lo prende, accettino di investire se il rapporto è stabile”
Proprio ieri la Commissione europea ha pubblicato il rapporto trimestrale sulla condizione lavorativa e sociale, precisando che il ricorso ai contratti a termine è aumentato per sostituire il posto fisso.
(da “Huffingtonpost“)
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