“VOLKSWAGEN,UN MILIONE DI AUTO COINVOLTE IN ITALIA”: LA UE SAPEVA DA DUE ANNI
PADOAN: “TEMO IMPATTO PER L’ITALIA”
Sabato nei palazzi comunitari di Bruxelles tutti ostentano stupore ed incredulità per lo scandalo dei motori diesel truccati della Volkswagen.
Ma erano stati avvertiti sin dal 2013 (i primi dati risalgono al 2011) del pericolo per l’ambiente rappresentato da software e strumenti (peraltro illegali sin dal 2007) per alterare i risultati dei test inquinanti dei motori diesel.
Gli stessi programmi e marchingegni impiegati da Volkswagen e scoperti negli Usa ma invece ignorati dai Ventotto nonostante fossero stati messi in guardia.
È quanto emerge dal rapporto del Joint Research Center dell’Ue illustrato ai vertici comunitari due anni fa secondo quanto riferisce il quotidiano britannico Financial Times in prima pagina.
Rapporto che suggeriva già allora di effettuare i test sui gas inquinanti su strada e non dentro officine attrezzate solo a simulare l’andatura più o meno veloce delle auto.
Poi, nel corso della mattina è arrivata la precisazione dell’Ue.
« I ricercatori Ue hanno misurato solo le emissioni delle auto, non i motori cui non avevano accesso, scoprendo gas in laboratorio diversi da quelli su strada: una cosa nota che ha portato la Ue a introdurre test su strada dal 2016», ha detto un portavoce della Commissione ricordando che spetta agli Stati, non a Bruxelles, verificare software incriminati come quello di Volkswagen.
Nencini: «Circa 1 milione di veicoli coinvolti in Italia» §E intanto spuntano i primi dati sul numero di veicoli coinvolti nel nostro Paese.
«C’è una previsione di massima che parla di circa 1 milione di veicoli coinvolti», ha ammesso Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, a margine del meeting nazionale dei centri privati per le revisioni dei veicoli a motore, in corso a Genova. «Ci sono i controlli in corso per verificare il danno provocato anche in Italia da Volkswagen».
Padoan: «Colpo alla fiducia, temo ricadute»
«Si tratta di un colpo molto duro alla fiducia, un ingrediente fondamentale ma tra i più carenti durante la crisi» ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
«Temo che ci siano conseguenze, mi auguro limitate, anche perchè a catena ci potrebbero essere effetti sull’industria italiana», ha aggiunto. «Il problema non è solo tedesco, ma europeo» e «se la fiducia viene intaccata, sono a rischio gli investimenti». Una parte importante della componentistica Volkswagen viene infatti prodotta in Italia.
Piano di interventi
Intanto Volkswagen sta preparando un piano per intervenire sugli 11 milioni di auto coinvolte dallo scandalo del «defeat device», il software con cui la casa automobilistica ha falsato i test sulle emissioni. Lo ha detto la stessa Volkswagen secondo l’agenzia Bloomberg. Vw contatterà «velocemente» i clienti e l’intervento sarà gratuito.
Il sistema
Il software sotto accusa è un marchingegno che si attivava per ridurre le emissioni di sostanze inquinanti solo quando i software gli segnalavano che l’auto diesel su cui era fraudolentemente installato si trovava sui rulli per i test in officina.
Una volta in strada, verificando che la macchina curvava e non si trovava più su dei rulli con lo sterzo bloccato, il diabolico strumento si spegneva da solo, facendo impennare anche di 40 volte i livelli di inquinanti.
Il tutto all’insaputa dei proprietari delle vetture ma non delle case costruttrici. Secondo il quotidiano economico finanziario della City «l’incapacità delle autorità regolatorie in tutta l’Ue (la responsabilità in materia è dei singoli Stati, ndr) di denunciare questi trucchi porta alla luce il potere delle lobby dell’industria automobilistica europea che ha scommesso molto sui diesel.
Circa il 53% delle nuove auto vendute nell’Ue sono (oggi) diesel, rispetto al circa 10% dei primi anni ’90»
Il conservatore Daily Telegraph, citando Greenpeace, sostiene che a Bruxelles è attiva una potente lobby del diesel che solo nel 2014 ha speso 18,4 milioni di euro per sostenere la diffusione di questo tipo di motori.
La Svizzera blocca la vendita dei diesel Volkswagen
La Svizzera ha bloccato la vendita dei veicoli diesel del gruppo Volkswagen coinvolti nello scandalo.
Lo ha deciso l’Ufficio stradale federale elvetico.
Le autorità svizzere hanno inoltre annunciato di aver formato un gruppo di lavoro che analizzerà e fornirà raccomandazioni sul tema. Il Paese elvetico è il primo ad avere adottato un provvedimento concreto dopo la scoperta della truffa della casa automobilistica tedesca.
Il divieto in Svizzera non influisce sulle auto che sono già in circolazione, ha aggiunto l’Ufficio federale stradale in un comunicato sottolineando di aver registrato 180mila veicoli che possono essere stati truccati.
(da “Il Corriere della Sera”)
Leave a Reply