ZITTIRE L’AVVERSARIO, LA DEMOCRAZIA SECONDO MELONI
MELONI NON HA DIMOSTRATO CHE QUEL CHE HA DETTO SCHLEIN E’ FALSO, LO HA SOLO ASSERITO: QUANDO GOVERNANO I SOVRANISTI LE LIBERTA’ CIVILI SONO RISTRETTE, E’ UN DATO DI FATTO
L’affaire Meloni vs Schlein va spiegato, non semplicemente titolato. Va spiegato perché rivela
una debolezza di ragionamento politico che conferma, anziché confutare, quel che ha detto Elly Schlein ad Amsterdam, al Congresso del Partito Socialista Europeo. Partiamo dalle parole che la presidente del Consiglio ha rivolto a Schlein: «Vai in giro per il mondo a diffondere falsità e gettare ombre inaccettabili sulla Nazione che dovresti rappresentare».
La cosa che interessa alla presidente è che le falsità e le ombre non siano diffuse fuori del paese.
Ma, questo a parte, Meloni ha confutato Schlein? Meloni non ha dimostrato che quel che ha detto Schlein è falso, lo ha solo asserito. Non ha mostrato che non è vero che quando e dove governa la destra, quella non semplicemente conservatrice, le libertà civili primarie e quindi la democrazia stessa sono sacrificate e ristrette. Insomma, non ha dimostrato che la Schlein ha detto falsità; per esempio, Meloni non ha provato che l’Italia ha nuove leggi sulla sicurezza che limitano la libertà dei cittadini di parlare e di associarsi per manifestare.
Non ha provato che è falso che il suo governo rifiuti di fare conferenze stampa; né ha mai spiegato, tra l’altro, perché all’ultima conferenza stampa (una tantum) sulla nuova legge di bilancio, si è alzata e se n’è andata alla prima domanda da lei giudicata non gradita.
Sembra che solo chi l’intervista per adularla o chi fa domande innocue goda della libertà di parlare a lei e di lei in pubblico. Quindi Schlein ha ragione. E l’asserzione di Meloni che Schlein dice il falso non dimostra che lei dice il vero.
Tra l’altro, dietro la sua asserzione vi sta una logica banale:
questo è il migliore dei governi possibili, tutto va a gonfie vele e il compito della stampa, via rete e cartacea, è quello di fare da megafono. Se l’opposizione chiede cose non gradite o prova solo ad avanzare una critica, le arriva la mannaia della denuncia legale o dell’asserzione perentoria che non ammette discussione e che è spesso condita con parole acide.
La destra non ama il contraddittorio, è allergica al pluralismo politico – che c’è, viene spontaneo pensare, perché c’è una Costituzione che la destra, tra l’altro, aspira a cambiare per farla a sua immagine e somiglianza.
Insomma, la destra usa l’arma della limitazione della libertà salvo negarlo come “falsità” a chi la critica. Ma perché si inalbera? Probabilmente perché sa di intervenire sulle libertà. Ma meglio sarebbe dirlo senza infingimenti! Non si può essere liberali e illiberali allo stesso tempo.
Meloni non ha dimostrato che le cose dette da Schlein siano false. Lo ha affermato. Ma affermare non è dar vita a quel che non c’è. Perché, dunque, dovremmo credere a quel che Meloni vuole, anzi, pretende, invece che a quel che dicono i suoi critici? Forse perché lo dice lei? La sua parola contro quella di una leader dell’opposizione. E questo è proprio in rotta di collisione con la democrazia.
Infine: Meloni dice ad una leader dell’opposizione quel che dovrebbe dire e non dire. Andare “in giro per il mondo” a dire che l’Italia ha un governo di destra non si deve. Lo sanno anche gli sprovveduti che le destre, da quando esistono le democrazie elettorali, amano l’ordine e la disciplina più del dissenso e della cacofonia che la libertà produce.
Non è anche per questo che la destra è autoritaria piuttosto che liberale? Allora, qual è il problema sollevato da Meloni? Forse non vuole che si dica in giro che il governo italiano è di destra? Ma lo sanno tutti. E poi, “in giro”, dove? L’Europa non è “in giro per il mondo”, è la casa in cui si trova l’Italia. E il Pd è parte del Partito Socialista Europeo che, notoriamente, non sostiene la destra e la considera liberticida, per esperienza storica e per cronaca politica, e non perché sceglie a caso questa opinione tra altre possibili. Dunque, la nostra Presidente del Consiglio vorrebbe coprire tutti i ruoli: quello della maggioranza e quello dell’opposizione, istruendo quest’ultima su che cosa non dovrebbe dire.
Sostiene, insomma, che i rappresentanti dei partiti di opposizione non dovrebbero fare bene il loro lavoro, ma dovrebbero fare ciò che piace o fa comodo alla maggioranza; essere tappezzeria. Forse la nostra presidente ha studiato democrazia su testi sconosciuti – ce li faccia conoscere e saremo felici di leggerli.
Nadia Urbinati
(da editorialedomani.it)
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