“IL BARBAROSSA†E I VECCHI BARBAGIANNI: IL FILM LEGHISTA FA UN FLOP PAUROSO
VOLUTO DA BOSSI, PRODOTTO DALLA RAI CON FINANZIAMENTO PUBBLICO, E’ COSTATO 30 MILIONI DI EURO DEI CONTRIBUENTI… DISERTANO LE 267 SALE PERSINO I PADANI: APPENA 70 SPETTATORI DI MEDIA… ALTRO CHE EPOPEA LEGHISTA, A CHI VOTA LEGA INTERESSANO SOLO I QUATTRINI … MA BRUNETTA STAVOLTA NON PARLA DI ARTISTI PARASSITI
Era stato presentato al Castello Sforzesco, alla presenza del premier, del sindaco di Milano e di tutta l’intellighentia (si fa per dire) leghista, con i media mobilitati per dare il massimo della risonanza al film dell’anno, prodotto dalla Rai e finanziato dalla Stato, costato la bellezza di 30 milioni di euro al contribuente italiano.
Voluto da Bossi, il film “il Barbarossa” di Renzo Martinelli doveva essere il Te Deum della Padania libera, la celebrazione dell’epopea leghista, l’evento culturale dell’anno.
In verità era stato già stroncato dalla critica, ma che venisse massacrato anche dalle presenze e dagli incassi non era forse previsto.
Nei giorni più affollati del weekend, in cui sono maggiori le presenze al cinema e in cui vengono fatti i rilievi per monitorare l’andamento di una produzione, il film ha visto una misera presenza in media nelle sale di 70 spettatori, povere anime smarrite nel buio.
Ciò nonostante la diffusione capillare e straordinaria di cui il film aveva goduto, proiettato in ben 267 sale.
Il film ha incassato meno di un quinto di quanto fece al primo weekend “Baaria” di Tornatore, per non parlare del film di Tarantino “Bastardi senza gloria”.
Un inizio inglorioso insomma, ma è significativo il flop nelle terre padane: in Veneto gli spettatori nel fine settimana sono stati in tutto 6.985, una miseria, anche se è andata peggio in Calabria ( 325 spettatori).
Cifre da film parrocchiali che dimostrano che ai padani dell’epopea leghista non frega una mazza, si fosse trattato di quattrini…
E questo nonostante le patetiche precettazioni della base leghista.
Come riportato dalla “Provincia di Como”, ad Erba, al cinema Ambra ( nome già da avanspettacolo), il venerdì sera ad assistere alla proiezione erano in venti, ovvero il segretario cittadino della Lega e alcuni iscritti.
Se a vedere “il Barbarossa” non ci vanno neanche i vecchi barbagianni della Lega chi ci deve andare?
Forse il film non vale molto, a detta di molti critici, e qualcuno ha osservato: “È una forzata ricerca di una tradizione epica e tradisce la reale dimensione della povertà mentale della Lega e di Bossi, che si comporta come il parvenu che si arreda la casa di quadri insensati e costosi e si fa imbrogliare dalle ricerche genealogiche, appendendo in salotto improbabili stemmi”.
Altri hanno sottolineato che il regista è un “pataccaro ideologico” che ha tentato il polpettone “amore e Lega” con disastrosi risultati.
Lo stesso regista Martinelli ora accusa, di fronte agli scarsi incassi al botteghino, che “il Nord ha tradito il suo Barbarossa”.
A noi preme invece sottolineare lo spreco di denaro pubblico affidato a Martinelli che era già un regista e un produttore di flop.
Sia chiaro: ognuno può produrre il film che vuole, ma a sue spese possibilmente, non con i finanziamenti pubblici per i “film di qualità “.
Chissà come mai stavolta non si sono sentite però le lamentele di Brunetta e Bondi contro gli “artisti parassiti” che producono film a spese delle casse dello Stato e neanche il biasimo di Galan alla Regione Sicilia per aver stanziato un finanziamento a favore di “Baaria”.
La verità è che non basta una cinepresa per produrre arte e per riempire le sale, facendo discutere e divertire.
Uno studioso di destra accreditato come Franco Cardini lo ha definito “una trovata per analfabeti”, noi ci limitiamo a condannare la lottizzazione e i film di partito coi soldi pubblici che raschiano il fondo della volgarità spartitoria e della stupidità culturale.
E che alla fine non piacciono a nessuno.
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