Agosto 19th, 2010 Riccardo Fucile
VIGILE E ASSESSORE ALLA SICUREZZA A BARBARANO VICENTINO, IL LEGHISTA VIAGGIAVA IN PORSCHE CAYENNE LA SERA E SU UN VECCHIO FUORISTRADA DI GIORNO…GESTIVA UN SITO DI ANNUNCI PER ESCORT: LA PADAGNA DEL MAGNA (CCIO) MAGNA (CCIO)
Alla luce del sole faceva il vigile e l’assessore alla Sicurezza. 
Ma dietro le quinte gestiva un sito di annunci per escort e girava su una Porsche Cayenne fiammante.
Alessandro Costa, 38 anni, di Barbarano Vicentino, accusato di favoreggiamento della prostituzione, ha presentato le dimissioni al sindaco Roberto Boaria
Le tre vite dell’uomo che non ti aspetti.
Il modesto vigile che ogni giorno raggiunge il posto di lavoro con un vecchio fuori strada, l’ambizioso assessore alla Sicurezza che ostenta la sua appartenenza alla Lega Nord e l’uomo d’affari che gestisce un sito di annunci per escort e prostitute e gira in Porsche Cayenne.
In un colpo solo le tre vite di Alessandro Costa, 38 anni, residente a Barbarano Vicentino, si sono sgretolate sotto il peso di un’indagine per favoreggiamento della prostituzione.
Dopo quello che hanno scoperto i carabinieri dell’aliquota operativa di Padova, coordinati dal tenente Luca Bordin, Costa ha dato le dimissioni. Le ha presentate al sindaco di Barbarano, Roberto Boaria, che le ha accettate.
Il primo cittadino ha assunto temporaneamente le deleghe assegnate a Costa, in attesa delle decisioni che saranno assunte nel consiglio comunale convocato per il 3 settembre.
Ora Costa è un ex a tutti gli effetti: ex assessore, ex vigile sospeso da servizio, ex uomo d’affari visto che la sua attività è stata smantellata e ora anche ex leghista cacciato dal partito.
L’indagine «Escort Ungheria» era iniziata un anno fa da un’attività informativa a Padova.
Da lì è scattata la caccia ai gestori dei siti www.bestannunci.us e www.bestannunci.in.
L’altro ieri, all’alba, la svolta: i militari hanno compiuto una serie di perquisizioni a carico di Costa e di uno dei suoi due collaboratori.
I militari si sono spinti sull’Altopiano di Asiago, dove il vigile-assessore si trovava provvisoriamente in servizio distaccato.
Le perquisizioni sono state eseguite nei locali del comando di polizia locale di Gallio, nell’abitazione che lo ospita a Cesuna e nella sua casa a Barbarano.
I carabinieri hanno sequestrato due computer e alcune chiavi usb, in cui sono stati trovati archivi con nomi e foto osè delle prostitute, i contatti telefonici e gli scadenziari dei pagamenti. Continua »
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Agosto 19th, 2010 Riccardo Fucile
L’AVV. MONTONE HA LASCIATO LA DIFESA PER NON PRESTARSI ALLA COSTRUZIONE DI DOSSIER CONTRO FINI….IL NUOVO LEGALE E’ L’AVVOCATO DI BERLUSCONI E PARENTE DI PREVITI…”IL PAESE E’ IN MANO A UNA BANDA DI MASCALZONI, IN QUALE STATO SI PUO’ ASSISTERE A TUTTO QUESTO?”
L’avvocato Montone, in una lunga e dettagliata intervista al “Fatto quotidiano” racconta: “Usano Luciano solo per colpire Fini. Ho lasciato il mio assistito perchè non voglio partecipare a quest’ignobile attacco allo Stato”.
L’avvocato Vincenzo Montone, per molto tempo legale, confidente e amico di Luciano Gaucci, ha rinunciato ad occuparsi dell’ex patron del Perugia Calcio a causa della comparsa sulle pagine dei giornali di destra (Giornale, Libero e Panorama) della vicenda che contrappone lo stesso Gaucci alla sua ex fidanzata Elisabetta Tulliani, ora compagna di Gianfranco Fini.
Per due motivi: “Uno professionale: perchè sono stato di fatto scavalcato da un altro avvocato, per altro non costituito, nella gestione della vicenda. Il secondo è perchè sono un cittadino e non posso prestare il mio lavoro ad una strumentalizzazione politica costruita ad arte per colpire la terza carica dello Stato. E, a questo proposito, vorrei ricordare che l’avvocato che mi ha scavalcato è Alessandro Sammarco, legale del premier Silvio Berlusconi, di Dell’Utri e di Previti, di cui è anche parente”.
à‰ un fiume in piena l’avvocato Montone.
Tanto da essere pronto “alla battaglia, nel mio piccolo, per la difesa della democrazia: spero di finire davanti all’Ordine degli avvocati con Sammarco, oppure di ricevere una sua denuncia, non ho paura”.
Cosa intende l’avvocato Montone con “scavalcato” nella gestione della vicenda?
Risponde senza peli sulla lingua: “Sammarco era uno dei legali di Gaucci, lui si occupava della parte penale. Suo fratello Pieremilio, invece, come me curava le questioni civili. Però, della controversia con Elisabetta Tulliani mi stavo occupando io personalmente. Succede questo: nel maggio scorso Pieremilio chiama il mio studio per chiedere copia della citazione contro la Tulliani (quella per la restituzione di alcuni beni e regali vari fatti da Gaucci quando avevano una relazione). Poco dopo passò a ritirarla per Sammarco il notaio Michele Di Ciommo (in passato al centro di diverse controversie giudiziarie, condannato con Ciarrapico per la storia della Casina Valadier, finito in carcere per usura e vicino addirittura al Cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti)”.
Quindi? Che cosa non torna in questa storia?
“Siamo nelle mani delle cricche, capisce? Se potevo avere qualche dubbio, la campagna di stampa scatenata in questi giorni solo per colpire il presidente della Camera, Gianfranco Fini, mi ha chiarito tutto. Quell’atto interessava il fratello Alessandro. Tanto che proprio il Giornale della famiglia Berlusconi, domenica scorsa pubblica per intero il contenuto della citazione, ma commettendo un errore”.
Un’imprudenza? A cosa si riferisce l’avvocato Montone?
“Il quotidiano milanese diretto da Vittorio Feltri, ha pubblicato anche la prima pagina della citazione, dove si vede la parola ‘originale’, che ho scritto di mio pugno vicino al timbro dello studio”.
Questo cosa significherebbe?
“L’unico a cui il mio studio ha passato fotocopia di quella citazione, ed è successo ad inizio maggio, è stato il fratello di Alessandro Sammarco”. Continua »
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Agosto 19th, 2010 Riccardo Fucile
CON IL LODO MONDADORI PAGHERA’ PER TASSE EVASE SOLO 8,6 MILIONI INVECE CHE 173, CON IL PROCESSO BREVE NON VUOLE NEANCHE ANDARE IN TRIBUNALE: ERANO NEL PROGRAMMA DEL PDL ANCHE QUESTE LEGGI?… LO SCARICANO ANCHE GLI INDUSTRIALI E LA CHIESA: LA PAURA DELLE ELEZIONI LE HA SOLO LUI, NON CERTO UNA DESTRA VERA
La dimostrazione di cosa intenda questo governo per democrazia la si è avuta nelle
ultime settimane: attacchi, ricatti, minacce, killeraggio mediatico. Chiunque non stenda il tappeto rosso all’incedere del sovrano e del suo instabile e arrancante giullare leghista viene sottoposto a pressioni indebite se non ad anatemi e accuse mediatiche.
Abbiamo visto i “pedalini della Libertà ” attaccare il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in fase preventiva: o Berlusconi forever o elezioni è il grido di battaglia.
Squallidi figuri che un tempo inneggiavano al “boia chi molla” della rivolta popolare di Reggio Calabria hanno mutato negli anni, per un piatto di lenticchie, quel motto in “boia chi molla la poltrona”.
Chi non si adegua finisce oggetto di dossieraggio di servizi presunti deviati, terminologia patetica per nascondere il fatto che tanto deviati non sono, visto che rispondono a un “padrone”.
Se fossero deviati avremmo visto saltare qualche testa, invece vediamo dirigenti inquisiti sedere sempre al proprio posto, come denunciato dal finiano Briguglio in sede di Copasir.
Quei giornali da barbiere vicini al premier dei cui articoli lui “non sapeva mai nulla” e che “aveva dato mandato di cedere” dedicano paginate non solo a Fini, reo di essersi ribellato al sultanato del “ciarpame senza pudore”, ma persino al singolo parlamentare in sospetto di finianesimo.
Hanno persino fatto la tabella dei finiani da impiccare e di quelli da mandare ai campi di rieducazione alle Cayman per recuperarli.
Da mesi parlano di riforma della giustizia, ma le sole leggi che vengono votate sono quelle ad personam per evitare ciò che fa un comune cittadino di fronte a un’accusa: presentarsi in tribunale e difendersi, per dimostrare la propria innocenza.
A maggior ragione un “uomo di destra” che è uso affrontare gli avversari a viso aperto e guardandoli negli occhi, non scappando per vergognose scorciatoie.
Siamo arrivati ad approvare una legge salva-Mondadori che permetterà alla casa editrice di proprietà della famiglia del premier di sanare con 8,6 milioni una multa per evasione fiscale del 1991 pari a 173 milioni, tutt’ora in contestazione.
Siamo giunti al controllo quasi completo dei Tg, con la Rai asservita al potere, notizie censurate o presentate in modo ambiguo.
A tanti servi, moralmente pezzenti, che inneggiano alla fucilazione dei dissidenti chiediamo: a che pagina del programma del Pdl sottoposto al voto elettorale erano queste leggi?
Quello per interderci cui “sta lavorando” in questi giorni il duo comico per predisporre i 4 quattro punti su cui chiedere la fiducia a metà settembre.
La realtà è un’altra: il programma elettorale è stato tradito da Berlusconi e la scissione dei finiani è stato solo un tardivo, ma apprezzabile atto di dignità per chi si richiama ancora a valori ed etica di destra.
Un governo forzaleghista, una coalizione aziendal-razzista, non ha nulla, ripetiamo nulla, a cui vedere con la tradizione, la cultura, le radici morali, sociali e politiche della destra europea.
Un governo con ministri e sottosegretari inquisiti per gravi reati corruttivi e contiguità con associazioni segrete o mafiosi nulla ha a che spartire con una destra che rispetta le istituzioni, la magistratura e le forze dell’ordine.
Un governo dove siedono ministri che insultano una parte del Paese, la bandiera italiana e l’unità dello Stato non esiste in alcuna parte del mondo. Continua »
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Agosto 19th, 2010 Riccardo Fucile
FINI : “NESSUNA TRASFERTA, BASTA CONTROLLARE I MOVIMENTI DELLA MIA SCORTA: L’INFORMAZIONE E’ DEGRADATA A LICENZA DI DIFFONDERE PALESI FALSITA'”…. “SARA’ FELTRI IN TRIBUNALE A DOVER DARE SPIEGAZIONI”… MERETO: “MAI DETTO DI AVER VISTO FINI A MONTECARLO”
Solo fervide fantasie, confutabili con una piccola verifica.
Frutto di una campagna di “plateali falsità ” e “pettegolezzi” contro un avversario politico.
Il portavoce di Gianfranco Fini, bolla così l’ultima puntata della querelle tra il presidente della Camera e “Il Giornale”, sulla vicenda della casa An a Montecarlo.
Il quotidiano diretto da Feltri, in un articolo pubblicato oggi, aveva citato un testimone, Giorgio Mereto, che aveva detto di aver visto il presidente della Camera nel principato a dicembre, assieme alla compagna Elisabetta Tulliani.
Il testimone del quotidiano aveva sottolineato “un notevole spiegamento” della polizia monegasca a “sirene accese”.
Tutto falso ribatte il portavoce del presidente della Camera.
E per rendersene conto sarebbe bastato un semplice controllo. “Un semplice accertamento presso le autorità monegasche e italiane che registrano i movimenti delle scorte”, scrive Alfano, “sarebbe sufficiente a dimostrare che la trasferta a Montecarlo del presidente Fini è frutto unicamente della fervida fantasia del signor Mereto”.
“Dal momento che verificare la falsità di certe dichiarazioni”, continua Alfano, “è così facile anche per chi non è un giornalista, c’è da chiedersi per quale ragione chi ha il dovere di riscontrare la veridicità di una notizia prima di pubblicarla trascuri sistematicamente di farlo. Viene quasi il dubbio che vi sia, a monte, la volontà di immettere nel circuito mediatico illazioni, sospetti e accuse anche quando si ha la consapevolezza che basterebbe un controllo di routine a dimostrarne l’infondatezza”.
Volgare telenovela. Una deriva che trasforma l’informazione in gossip.
“In simili circostanze”, sostiene il portavoce del presidente Fini, “quando cioè l’informazione viene degradata a licenza di diffondere plateali falsità e pettegolezzi per offendere un avversario politico anche sul piano personale e familiare, significa che l’inchiesta giornalistica ha smesso da tempo di essere tale ed è degenerata in volgare telenovela”. Continua »
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Agosto 18th, 2010 Riccardo Fucile
D’ALEMA CHIEDE A BERLUSCONI DI RIFERIRE AL COPASIR CHE HA GIA’ APERTO UN’ISTRUTTORIA PER BOCCHINO CHE AVEVA DENUNCIATO PEDINAMENTI E MINACCE DI SCHEGGE DELL’APPARATO DEI SERVIZI…. COME MAI IL PREMIER NON HA MAI RIFERITO SULL’ATTIVITA’ DEI SERVIZI SEGRETI AL COPASIR, NONOSTANTE I RIPETUTI INVITI ?
L’ipotesi è che all’interno dei servizi segreti agiscano agenti “deviati” che confezionano
dossier da usare contro avversari politici.
Il Copasir non mollerà la presa, assicura il presidente Massimo D’Alema che reitererà la richiesta già sollecitata a luglio di un’audizione del premier. L’ultima polemica è stata avanzata dal commissario finiano Briguglio secondo la cui denuncia “colleghi parlamentari di area finiana sono stati spiati e filmati da pezzi deviati dei servizi segreti”.
Prossimamente Briguglio porterà all’attenzione del Copasir elementi a sostegno delle proprie accuse: circostanze, luoghi e nomi e sarà immediatamente avviata un’istruttoria come già avvenuto a maggio per quanto denunciato da Italo Bocchino, ovvero di aver subito minacce e pedinamenti da parte di “schegge di apparati che obbediscono a fini non leciti”.
In quell’occasione i contenuti dell’audizione sono stati secretati in attesa di “ulteriori e necessari approfondimenti”.
Briguglio è uso a fare nomi e li farà anche in questa occasione: “nei servizi operano oltre 5.000 persone, molte delle quali assunte negli anni. Fra i 5.000 agenti, ci sono alcuni riuniti in gruppi o fazioni che non lavorano per l’interesse istituzionale, ma fanno attività deviate”. Continua »
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Agosto 18th, 2010 Riccardo Fucile
“IL GIORNALE” INTERVISTA UN TESTIMONE “ATTENDIBILE”: SBAGLIA COMPLETAMENTE LA DATA, CONFONDE “FUTURO E LIBERTA'” CON “FINANZA E LIBERTA'”, L’ANDRONE DEL PALAZZO DIVENTA “NEI PRESSI”, L’ARCHITETTO CON IL COGNATO…E NEL PASSATO DEL TESTIMONE PRECEDENTI PENALI
La campagna di killeraggio de “il Giornale” contro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ogni giorno assume risvolti sempre più patetici e persino esilaranti.
Nei giorni scorsi Antonino Caruso, senatore ex An, rimasto fedele al premier, aveva detto che per la casa di Montecarlo era stata offerta una cifra notevole, circa 1,5 milioni di euro (contro i 300.000 pagati), con relative offerte scritte. Come a far intendere che qualcuno, interessato a cedere sottocosto l’appartamento, non l’aveva volutamente tenuta in considerazione.
Su questa frase “il Giornale” ci ha marciato per giorni, facendo capire che Fini aveva intrallazzato per cederla ad altro acquirente.
Ma quando il Caruso è stato smentito dal tesoriere di An, un giornalista gli ha chiesto i dettagli della vicenda ed ecco che improvvisamente Caruso perde la memoria: “Non ci fu un’offerta formale scritta” dichiara al giornalista che lo incalza per sapere almeno il nome di chi voleva acquistarla con tanta insistenza.
A quel punto il Caruso sostiene una tesi da sbellicarsi dalle risate, ovvero che lui aveva distribuito i suoi biglietti da visita a Montecarlo e che fu qualcuno di costoro a chiamarlo proponendogli 1 milione di euro, non più 1,5 milioni. Ovviamente non si ricorda chi fosse, che nome avesse e che recapito avesse lasciato.
In pratica il signor nessuno, forse un burlone.
Ieri spunta invece un testimone che si dice certo di aver visto Fini, la Tulliani e un terzo soggetto nell’androne del palazzo incriminato, i primi di novembre del 2009: per il Giornale è la prova provata che Fini l’anno successivo alla vendita era a Montecarlo. Continua »
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Agosto 18th, 2010 Riccardo Fucile
147 STANZE ACQUISTATE DALLA FAMIGLIA CASATI PER LA VILLA DALL’EREDE ALLORA MINORENNE E RAPPRESENTATA DA PREVITI…GIRATI AL PREMIER ANCHE IL PARCO, I QUADRI E LA BIBLIOTECA, NONOSTANTE FOSSERO ESCLUSI DALL’ASTA… IL LIBRO DI GIOVANNI RUGGERI , LA QUERELA DI PREVITI E L’ASSOLUZIONE PERCHE’ “I FATTI CORRISPONDONO A VERITA'”
Qualche finiano lo ha ricordato nei giorni scorsi: chi tanto si sta dando da fare per
tentare di gettare fango sulla vicenda della casa a Montecarlo, ceduta da An ad una società offshore per un prezzo peraltro superiore a quello ritenuto di mercato dall’amministratore del condominio monegasco, forse farebbe bene a guardare in casa propria.
Anche perchè più che di casa, qua si tratta di villa, più precisamente Villa San Martino, la residenza ad Arcore del premier.
Un giallo tra omicidi, giovani ereditiere, avvocati di grido, concluso con la vendita dell’ex convento benedettino di 147 stanze a un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato.
La storia è stata raccontata nei dettagli da Giovanni Ruggeri nel libro “Gli affari del presidente”: la villa era di proprietà da metà ‘800 della famiglia Casati Stampa di Soncino.
Nel 1970 il marchese Camillo Casati Stampa uccide la moglie Anna Fallarino e il suo giovane amante.
La villa viene assegnata in eredità ad Annamaria Casati, 19enne figlia di primo letto del nobile lombardo.
La tutela dell’orfana, allora minorenne, è affidata al senatore Giorgio Bergamasco, cui riesce ad affiancarsi il giovane legale Previti.
Quando Annamaria nel 1973 si trasferisce in Brasile dà mandato ai suoi legali di vendere la villa con la precisa disposizione di escludere dall’asta i terreni, la pinacoteca (con un quadro, la via Crucis del Luini valutata 400 milioni) e la biblioteca di prezioni libri antichi e arredi.
Come per incanto si presenta subito un compratore, il rampante imprenditore immobiliare Silvio Berlusconi che offre 500 milioni, un terzo della valutazione data due anni prima nell’ambito dell’eredità Casati. Continua »
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Agosto 10th, 2010 Riccardo Fucile
…E GRAZIE
Ci prendiamo qualche giorno di ferie, certi che mercoledì 18 agosto vi ritroveremo con
noi.
Grazie a voi, il nostro/vostro sito, voce libera nella palude del conformismo politico che ha cloroformizzato la destra sociale nel nostro Paese, ha raggiunto traguardi impensati: migliaia di contatti giornalieri, anche attraverso forum e aggregatori, attenzione dei media, articoli sempre tra i più votati persino su “Tocqueville”, il principale aggregatore dei blog di area, dove pur va per la maggiore l’appiattimento dei berluscones.
Per troppi anni la destra sociale nel nostro Paese è stata solo enunciata, mai vissuta con corenza: per arrivare a essere rappresentata, per dirla alla Buttafuoco, da un sindaco di Roma che a un premio letterario, per non apparire troppo di destra, si vergogna persino di votare per Antonio Pennacchi.
O come chi ha assalito la casa del “Grande Fratello” in nome di “valori” diversi, dipingendo Berlusconi come il male terreno, salvo poi cambiare opinione per poter entrare a Palazzo Grazioli per fare le pulizie e per un posto da assessore al comune di Roma.
O come chi urlava in Tv “Berlusconi le donne le vuole solo orizzontali”, salvo prostrarsi dopo pochi mesi sui cuscini del sultano.
Una cosa ce la concederete: abbiamo spesso anticipato di mesi sommovimenti e stati d’animo che a destra stavano implodendo e che solo la vigliaccheria dei troppo cortigiani voleva tenere nascosta, come la polvere sotto il tappeto.
Scandali e corruzione, interessi e lobbie, mancanza di etica politica e di senso dello Stato, interessi e leggi ad personam hanno caratterizzato un governo forzaleghista, sempre più lontano dal programma del Pdl e dal comune sentire del popolo di destra.
Lo abbiamo ribadito più volte: al governo non c’è una coalizione di destra, ma un raggruppamento aziendalista-xenofono, interessato solo a spartirsi prescrizioni, lodi e potere locale.
Se destra è legalità , socialità , senso delle Istituzioni, rispetto di magistratura e forze dell’ordine, etica politica, lotta alla casta, solidarietà sociale, unità del Paese, amore per la propria nazione, meritocrazia vera, lotta alla corruzione, nulla di tutto di ciò è riferibile all’attuale governo.
E’ poi arrivata l’iniziativa di Fini, volta a far capire che esiste non “un’altra destra possibile”, ma una destra moderna e repubblicana.
Lo ribadiamo, abbiamo lottato venti anni contro Fini a suo tempo, quindi sbaglia indirizzo chi ci accusa di collusione con il “nemico”.
Noi abbiamo come riferimento le idee e i valori, non le persone. Continua »
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Agosto 10th, 2010 Riccardo Fucile
IL CAPO DELLO STATO, INFASTIDITO DAI RICHIAMI ALLE ELEZIONI ANTICIPATE, PREFERISCE FAR DECANTARE LE TENSIONI E SALVAGUARDARE L’INTERESSE GENERALE DEL PAESE…IL RITORNO ALLE URNE SAREBBE UN OGGETTIVO DANNO PER L’ITALIA E IL CAPO DELLO STATO NON SI FA DETTARE I TEMPI DA ALTRI
Colloqui telefonici ridotti al minimo indispensabile, profilo istituzionale, nessuna dichiarazione ai giornalisti.
Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, era partito per le Eolie il giorno prima della votazione sul caso Caliendo, sfuggendo così alle polemiche politiche che ne sono derivate.
La sua linea è chiara: una crisi nella maggioranza non c’è perchè non c’è stato alcun voto di sfiducia al governo.
Anzi, l’ultimo voto registrato dal governo è stato di ampia fiducia sulla manovra economica.
Il dibattito aperto dal premier sul possibile voto anticipato non fa che infastidirlo e diventa irritazione quando sente anche parlare di ipotetiche date.
Il suo pensiero lo aveva anticipato nei giorni scorsi: è necessario un supplemento di responsabilità da parte di tutti, vista la situazione economica e sociale non proprio rosea.
Esiste poi un precedente analogo a quanto si è verificato all’interno dell’attuale maggioranza.
Nel maggio 2007 vi fu una scissione parlamentare all’interno del gruppo dell’Ulivo: Mussi e Salvi ruppero con il partito che si avviava a formare il Pd e crearono i gruppi parlamentari di Sinistra Democratica, sia alla Camera che al Senato, ma restarono nella maggioranza di Prodi.
Cosa che i gruppi di “Futuro e Libertà ” hanno garantito in modo identico.
Se poi qualcuno vorrà forzare la situazione se ne assumerà la responsabilità . Dato per scontato che le elezioni rappresenterebbero un danno per la continuità istituzionale del Paese, ogni via costituzionale sarà seguita, nel caso di rottura, per verificare se ci saranno ipotesi alternative. Continua »
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