FELTRI VEDE IL FANTASMA DI FINI A MONTECARLO: FINI LO SMENTISCE, IL PRESUNTO TESTIMONE QUERELA “IL GIORNALE”
FINI : “NESSUNA TRASFERTA, BASTA CONTROLLARE I MOVIMENTI DELLA MIA SCORTA: L’INFORMAZIONE E’ DEGRADATA A LICENZA DI DIFFONDERE PALESI FALSITA'”…. “SARA’ FELTRI IN TRIBUNALE A DOVER DARE SPIEGAZIONI”… MERETO: “MAI DETTO DI AVER VISTO FINI A MONTECARLO”
Solo fervide fantasie, confutabili con una piccola verifica.
Frutto di una campagna di “plateali falsità ” e “pettegolezzi” contro un avversario politico.
Il portavoce di Gianfranco Fini, bolla così l’ultima puntata della querelle tra il presidente della Camera e “Il Giornale”, sulla vicenda della casa An a Montecarlo.
Il quotidiano diretto da Feltri, in un articolo pubblicato oggi, aveva citato un testimone, Giorgio Mereto, che aveva detto di aver visto il presidente della Camera nel principato a dicembre, assieme alla compagna Elisabetta Tulliani.
Il testimone del quotidiano aveva sottolineato “un notevole spiegamento” della polizia monegasca a “sirene accese”.
Tutto falso ribatte il portavoce del presidente della Camera.
E per rendersene conto sarebbe bastato un semplice controllo. “Un semplice accertamento presso le autorità monegasche e italiane che registrano i movimenti delle scorte”, scrive Alfano, “sarebbe sufficiente a dimostrare che la trasferta a Montecarlo del presidente Fini è frutto unicamente della fervida fantasia del signor Mereto”.
“Dal momento che verificare la falsità di certe dichiarazioni”, continua Alfano, “è così facile anche per chi non è un giornalista, c’è da chiedersi per quale ragione chi ha il dovere di riscontrare la veridicità di una notizia prima di pubblicarla trascuri sistematicamente di farlo. Viene quasi il dubbio che vi sia, a monte, la volontà di immettere nel circuito mediatico illazioni, sospetti e accuse anche quando si ha la consapevolezza che basterebbe un controllo di routine a dimostrarne l’infondatezza”.
Volgare telenovela. Una deriva che trasforma l’informazione in gossip.
“In simili circostanze”, sostiene il portavoce del presidente Fini, “quando cioè l’informazione viene degradata a licenza di diffondere plateali falsità e pettegolezzi per offendere un avversario politico anche sul piano personale e familiare, significa che l’inchiesta giornalistica ha smesso da tempo di essere tale ed è degenerata in volgare telenovela”.
Una responsabilità di cui dovrà rispondere nelle sedi competenti il direttore Feltri.
“In questo contesto, il presidente Fini non intende contribuire a scriverne le nuove puntate offrendo quotidiane smentite. Una puntuale e dettagliata ricostruzione dei fatti sarà invece offerta nelle sedi competenti (consiglio dell’ordine e tribunali), dove sarà il dottor Vittorio Feltri, direttore de ‘Il Giornale’, a dover fornire tutte le spiegazioni del caso”
Sul nuovo attacco al presidente della Camera interviene anche la fondazione “Farefuturo”. “L’unica spiegazione possibile, a questo punto” – si legge nell’editoriale di Filippo Rossi sul periodico online della fondazione – “è che Feltri sia il primo a non leggere i suoi scoop. Chissà , forse si vergogna (e in tal caso, ci dispiace per lui, sinceramente). O, più semplicemente, se la sbriga così, coi suoi giornalisti: sparate a vista. Ordini di killeraggio personale “a prescindere”.
Per la cronaca la terza carica dello Stato ha l’obbligo della scorta sempre e comunque anche all’estero.
In serata è poi è arrivata la smentita di Giorgio Mereto: “quanto riportato dal giornalista non corrisponde a quanto da me dichiarato”. E lo stesso console italiano a Monaco precisa: “L’avrei saputo se Fini fosse venuto”.
Insomma la solita farsa di Perdente Feltri.
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