Agosto 8th, 2010 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA RISPONDE IN OTTO PUNTI ALLA CAMPAGNA DIFFAMATORIA DEI GIORNALI DEL PREMIER…”BEN VENGANO LE INDAGINI, IO NON SONO ABITUATO A STRILLARE CONTRO I MAGISTRATI COMUNISTI” …”L’AFFITTO A TULLIANI? LA MIA SORPRESA E IL MIO DISAPPUNTO POSSONO ESSERE INTUITE”
«In quasi trenta anni di impegno parlamentare non ho mai avuto problemi di sorta con la giustizia e non ho assolutamente niente da nascondere nè tantomeno da temere per la vicenda monegasca. Pertanto, chi spera che in futuro io sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalità nella politica è meglio che si rassegni».
Lo afferma Gianfranco Fini in una lunga nota nella quale spiega nel dettaglio la vicenda della casa di An a Montecarlo.
Ma fa anche trasparire la propria contrarietà quando ha saputo dell’affitto dell’appartamento a Tulliani: «La vendita dell’appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008 dinanzi al Notaio Aureglia Caruso e sulla natura giudica della socieà acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla – scrive Fini – Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l’appartamento. La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite».
«Un’inchiesta della Magistratura accerterà se sulla vicenda della casa a Montecarlo sono state commesse irregolarità o violazioni di legge. È la ragione per cui mi sono fino ad oggi limitato ad affermare ‘Ben vengano le indaginì. A differenza di altri non ho l’abitudine di strillare contro i magistrati comunisti…».
Inizia così una lunga nota del presidente della Camera Gianfranco Fini, in merito alla vicenda della compravendita dell’appartamento di Montecarlo che era stato lasciato in eredità ad An. «Secondo molti la rilevanza che il caso ha assunto dovrebbe spingermi a chiarire rapidamente, senza attendere interrogatori e rogatorie internazionali, alcuni punti non facilmente comprensibili per l’opinione pubblica.
Premesso che il caso è diventato tale per l’ossessiva campagna mediatica dei giornali berlusconiani, che fingono di ignorare che la vicenda non ha ad oggetto soldi o beni pubblici ma solo la gestione di una eredità a favore di A.N., sento comunque il dovere di fare chiarezza per cio» di cui sono a conoscenza».
Il presidente della Camera Gianfranco Fini, con una lunga nota fa il punto sulla casa di An a Montecarlo.
1) L’appartamento di Montecarlo (peraltro di modeste dimensioni) fu valutato, quando venne in possesso di A.N., circa quattrocentocinquanta milioni di lire e per tale valore fu regolarmente iscritto a bilancio. La stima fu fatta dalla societa» che amministra il condominio ed è stata spontaneamente esibita agli inquirenti insieme con gli altri documenti richiesti.
2) Chi ebbe modo di visitare l’appartamento, l’On. Lamorte e la Sig.ra Marino, mia segretaria particolare, riferirono che esso era in condizioni fatiscenti, inabitabile senza cospicue spese di ristrutturazione. Continua »
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Agosto 8th, 2010 Riccardo Fucile
IL GOVERNO NON HA NEANCHE I SOLDI PER I RINNOVI: DALLE QUESTURE E DALLE PREFETTURE ARRIVA L’ S.O.S….A FINE LUGLIO VIA GLI INTERINALI, A FINE ANNO GLI ASSUNTI COI CONTRATTI A TEMPO… DIETRO GLI SPORTELLI TORNERANNO 1.300 AGENTI SOTTRATTI QUINDI AL SERVIZIO
L’allarme circola da giorni tra prefetture e questure di mezz’Italia: “Senza di loro, saltano gli Sportelli unici”.
A rischio sono i precari assunti per le pratiche dell’immigrazione: 1.300 lavoratori a tempo determinato o interinali.
Un esercito di impiegati, alle prese ogni giorno con domande per sanatorie, decreti flussi, ricongiungimenti familiari, permessi di soggiorno.
Tutti in scadenza, però: a fine luglio via gli interinali, a fine anno i contratti a tempo determinato. Il governo esclude la stabilizzazione.
Le conseguenze? La paralisi burocratica, a meno di non togliere altrettanti agenti di polizia dalle strade e metterli dietro agli sportelli.
A mandare avanti gli Uffici immigrazione delle questure e gli Sportelli unici delle Prefetture sono infatti da anni i lavoratori precari.
La prima infornata avvenne nel 2003: per sveltire le pratiche della grande sanatoria seguita alla legge Bossi-Fini, vennero reclutati 650 lavoratori interinali.
Dopo tre anni e mezzo di rinnovi, nel 2007 arrivò il concorso per 650 contratti a tempo determinato.
Ora, dopo una proroga di un anno, il 31 dicembre 2010 tutti questi lavoratori scadranno: un incubo per loro e per gli oltre quattro milioni e mezzo di “nuovi italiani” che si affidano ogni giorno al loro lavoro.
Non solo.
L’8 gennaio 2010, il Viminale ha aperto le porte ad altri interinali: 650 nuovi impiegati, reclutati dall’agenzia GI Group e affiancati da quest’anno ai 650 precari di lungo corso, nelle prefetture più gravate dal lavoro. Continua »
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Agosto 8th, 2010 Riccardo Fucile
UNA LUCIDA E SPIETATA ANALISI DEL BERLUSCONISMO DELL’EX DEPUTATO DEL MSI… “NELLA PRIMA REPUBBLICA C’ERANO ALMENO STORIE POLITICHE E PERSONALI DEGNE DI RISPETTO”…UNA VISITA A MONTECITORIO TRA EX VELINE IN TACCO 12 E LEGULEI
Davanti a un macellaio toscano con la faccia di Verdini, sareste certi che il chilo di bistecche che chiedete, pesi davvero un chilo?
Comprereste del vino da un oste con la faccia di Brancher, convinti che sia veramente fatto con l’uva?
Prendereste una vettura usata da un tipo con la faccia di Cosentino, senza sospettare che il contachilometri sia taroccato?
Vi consegnereste a un giudice con la faccia di Caliendo sicuri che sareste giudicati secondo legge e coscienza?
Affidereste una notevole somma di denaro a uno con la faccia di Scajola?
Mandereste vostra figlia sedicenne in vacanza da sola con uno con la faccia di Larussa?
Vi confessereste tranquillamente ad un prete con la faccia di dell’Utri?
Confidereste un segreto imbarazzante a uno con la faccia di Gasparri senza il dubbio che non vada subito ad informare i carabinieri?
Potremmo proseguire quasi all’infinito. Matteoli, De Gregorio, Ghedini, la Brambilla, etc. etc.
Unica eccezione Carlo Giovanardi. Lui e’ un cretino con la faccia da cretino. E’ pettinato come un cretino. Il solo rimasto in Italia a sostenere la tesi della bomba nella toilette dell’aereo di Ustica.
Una volta si diceva che ciascuno ha la faccia che si merita, e, loro, le facce che hanno se le meritano proprio tutte.
All’ingresso della sede romana del Pdl, campeggia, grande grande, una scritta: “donne e uomini liberi che vogliono rimanere liberi”.
Ci vorrebbe una piccola aggiunta: “o almeno latitanti”.
Nello sfascio nauseabondo della cosidetta seconda Repubblica, assai peggiore della prima, dove, almeno apparentemente, c’erano storie politiche e personali degne di rispetto, emerge in modo prepotente, tutto il disastro della societa’ italiana, dello Stato, della nazione, di un intero popolo.
Un popolo avvilito, rassegnato, molto spesso complice.
Ubriacato dagli idoli televisivi, dalle mode che gli vengono imposte, dai simboli materiali dei quali non riesce piu’ a fare a meno, dagli esempi di straccionismo morale e materiale che gli vengono ogni giorno offerti come modelli, dal progressivo abbattimento di tutti gli argini morali collettivi, ancor piu’ importanti di quelli personali (per i quali almeno c’e’ il codice penale, mentre per quelli che riguardano l’intera societa’, c’e’ soltanto l’assuefazione), dallo smantellamento di ogni forma di tutela sociale imposto dalla globalizzazione, che e’ solo il lato economico di una politica di respiro mondiale.
Vi imponiamo la “nostra” liberta’, la “nostra” democrazia, le “nostre” leggi e, se non siete d’accordo, vi bombardiamo, vi invadiamo, vi facciamo governare da politici corrotti, nostri servi.
Se reagite, vi trattiamo da terroristi.
Trenta o quarant’anni fa’, se fossero accadute meta’ delle cose che oggi stanno capitando, con la Fiat e tutte le altre “imprese” (ma ormai sono quasi tutte divenute delle finanziarie nelle quali l’aspetto industriale e’ secondario), le strade si sarebbero trasformate in campi di battaglia.
C’e’ quasi da rimpiangerli quei tempi!
C’era vita nel paese, il sangue scorreva ancora nelle vene degli italiani, le passioni erano ancora vive e pulsanti.
Oggi ci si limita a qualche “civile protesta”, si sale sui tetti, ci si rifugia in qualche isola.
E se qualcuno tenta di incazzarsi sul serio, come e’ accaduto per i terremotati dell’Aquila, resisi finalmente conto di aver fatto da comparse negli spot televisivi del “caimano sdentato”, ecco il manganello.
Volete addirittura passare davanti al “palazzo delle mignotte” del cabarettista di Arcore?
Il potere sa che ci saranno poche reazioni.
Persino i “centri sociali” se ne stanno buoni; i “fascisti sociali” sono ormai sistemati: chi con Alemanno, chi con Romagnoli, chi con Storace, chi con “Forza Nuova” che pensa solo alle guerriglie di quartiere, con gli omologhi dell’ultra sinistra, o agli immigrati che puzzano e danno fastidio e, il piu’ delle volte, non reagiscono.
Ah! Se potessero tornare indietro i vecchi dirigenti (quasi tutti defunti) della sinistra, i “comunisti” come li chiama l’impasticchato di Palazzo Chigi. Continua »
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