Agosto 7th, 2012 Riccardo Fucile
IN UNA INTERVISTA AL “WALL STREET JOURNAL” MONTI RICORDA CHE “I VALORI SONO ANCOR ALTI PERCHE’ IL NOSTRO DEBITO E’ ELEVATO E IL GOVERNO UE DEBOLE”… POI LA BATTUTA SULL’EX PREMIER: E IL PDL MANDA SOTTO IL GOVERNO COL SOLITO “AVVERTIMENTO”
”Se il precedente governo fosse ancora in carica, ora lo spread italiano sarebbe a 1.200
o qualcosa di simile”.
La polemica sull’intervista a Der Spiegel è ancora calda, ma Mario Monti invece che di quello tedesco dovrà occuparsi del fronte interno.
Il Wall Street Journal ha infatti deciso di pubblicare proprio oggi un’altra intervista del premier destinata a sollevare un polverone.
Per quanto i pompieri di Palazzo Chigi siano subito corsi ai ripari, precisando che non c’è alcuna intenzione polemica nei confronti del passato esecutivo e che la stima di uno spread a 1.200 viene da una proiezione degli effetti della speculazione sul nostro Paese se non si fossero dati segni di discontinuità con il passato, il giudizio espresso da Monti sul suo predecessore, per di più alla testata economica del gruppo Murdoch, sembra infatti inequivocabile.
Quanto al proprio operato e al giudizio dei mercati, per Monti “gli spread sono ancora alti perche’ il nostro debito e’ oggettivamente molto alto e i mercati hanno iniziato a realizzare drammaticamente che il governo dell’eurozona e’ debole.
La Francia ha fatto molte meno riforme che noi abbiamo fatto e tuttavia i suoi spread sono più bassi. Credo che la ragione è che la gente crede che la Germania non lascerà mai andare la Francia”.
Secondo la Germania, ha proseguito il premier, “se il mercato si costringe a pagare dei tassi piu’ alti per definizione questo significa che non si e’ fatto abbastanza per la propria economia”.
Una visione, secondo Monti “che riflette i timori di un affossamento dell’euro”.
Ma non solo di Berlusconi e della Germania ha parlato Monti il mese scorso al quotidiano economico che ne ha tessuto le lodi definendolo ”un’anomalia in Europa: un leader non eletto chiamato a realizzare quei cambiamenti impopolari che i politici si rifiutano di fare”.
Ce n’è stato anche per gli italiani, la cui mentalità il premier si augurava di cambiare, “non sostituendola con quella tedesca, ma ci sono degli aspetti — come la solidarietà spinta a livello di collusione — che sono alla base di comportamenti come l’evasione fiscale”.
Anche perchè ”le riforme fatte finora dal governo non bastano a rimettere l’Italia in forma, occorre che mettano bene radici nei comportamenti degli italiani in modo da sopravvivere anche a governi vecchio stile”.
Un pensiero, poi, per i sindacati, ai quali il presidente del consiglio, interpellato dal giornalista sul frequente ricorso dei governi italiani al negoziato con Confindustria e sindacati ricorda di aver “sempre ritenuto che la concertazione sia stata una pratica utilizzata in modo troppo esteso in passato”, anche perchè “è come il dentifricio: se non lo chiudi, finisce tutto fuori”.
Premesse in linea con la conclusione. “La mia aspirazione non è essere amato. Ma è che il mio Governo sia rispettato e credibile”, ha chiosato sostenendo che “il mio lavoro ha trasformato la mia popolarità , che all’inizio era al 72% e ora è al 40%, in impopolarità a causa delle necessarie misure.
Qualcuno dice che abbiamo fatto di meno sulle liberalizzazioni perchè non volevo essere odiato dai farmacisti; questo non è vero. Io ho dovuto calcolare quel minimo consenso di cui avevo bisogno tra i partiti politici italiani per poter far passare le leggi”.
Non solo. “So che noi non siamo riconosciuti come salvatori della Patria. Ma sono convinto che abbiamo salvato la situazione e so che stiamo parlando con Merkel, Obama e Hollande su come andare avanti invece di essere a Roma a ospitare la troika”.
Alle critiche di aver negoziato troppo con la classe politica Monti ha invece fatto l’esempio di Obama “che lo fa tutto il tempo”.
“Ci sono persone — ha detto — che pensano che i partiti siano in tale cattiva forma che non ci metterebbe mai sotto in Parlamento. Io però non ne sono sicuro perchè l’esito di un voto parlamentare può in certe circostanze essere imprevedibile. Se le misure che io decido andassero sotto in Parlamento che cosa succederebbe? Devo prendermi io questa responsabilità . Sarebbe come mettere avanti il mio interesse — ovvero quello di non parlare con i partiti — all’interesse nazionale”.
Immediate le reazioni della controparte politica.
”Mentre il Parlamento vota fiducie a raffica sarebbe bene che il comportamento di Monti fosse più equilibrato e rispettoso. Ci si potrebbe anche stufare prima o poi”, ha sentenziato l’economista Maurizio Gasparri.
La dimostrazione è arrivata subito dopo con i deputati del Pdl che hanno fatto andare sotto il governo su un ordine del giorno del decreto per la spending review sulle risorse da destinare a giustizia e sicurezza.
“Lo abbiamo fatto apposta — ha spiegato il tesoriere del gruppo Pietro Laffranco — per protesta contro le parole di Monti su Berlusconi. Ha detto una sacrosanta sciocchezza e noi abbiamo voluto lanciare un segnale”.
Il solito “avvertimento”…
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Agosto 7th, 2012 Riccardo Fucile
IL RIESAME CONVALIDA LA MISURA DECISA DAL GIP PER L’IMPIANTO SIDERURGICO, IL FINE DEVE ESSERE LA MESSA A NORMA DEGLI IMPIANTI
Il tribunale del Riesame di Taranto ha confermato il sequestro delle aree a caldo dello stabilimento Ilva concedendo la facoltà di uso esclusivamente per la messa a norma impianti.
I giudici hanno anche confermato la misura degli arresti domiciliari per Emilio Riva (ex patron dell’Ilva), per il figlio Nicola (ex presidente del consiglio d’amministrazione) e per Luigi Capogrosso (ex direttore dello stabilimento).
Il tribunale ha invece disposto la revoca degli arresti e la rimessa in libertà , invece, per Marco Andelmi, Angelo Cavallo, Ivan Di Maggio, Salvatore De Felice e Salvatore D’Alò, dirigenti e funzionari dello stabilimento.
Il collegio di giudici — presidente Antonio Morelli, a latere Rita Romano e Benedetto Ruberto — ha deciso che sia il presidente Bruno Ferrante e non il dottor Mario Tagarelli, nominato dal gip Patrizia Tudisco, a risolvere le problematiche occupazionali relative al personale impiegato nelle 6 aree coinvolte dal sequestro.
Il tribunale ha nominato Ferrante anche custode e amministratore di aree e impianti sotto sequestro in aggiunta ai tre ingegneri nominati dal gip per le procedure tecnico-operative.
Intanto la Camera dei deputati, questa sera o domani, potrebbe essere riconvocata per l’annuncio del decreto legge ad hoc.
E’ quanto è emerso dalla riunione dei capigruppo di Montecitorio, mentre a Bari si lavorava per impedire la chiusura dello stabilimento perchè – aveva spiegato stamani il ministro Passera – “se fermi quegli impianti non si riaprono più”.
L’Ilva da parte sua sembrerebbe intenzionata ad attuare le misure necessarie per ridurre l’impatto ambientale, con misure adottate “spontaneamente” (chissà come mai non lo ha fatto prima n.d.r.)
I fondi per la bonifica e i tempi per raggiungere standard diversi “sono dati che tutti insieme portano a evitare la chiusura”.
Sulla vicenda dello stabilimento siderurgico colpito dai provvedimenti della magistratura è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera: L’alternativa pane-veleno “è inaccettabile”.
“Non possiamo però neppure dire che gli impianti dell’Ilva vanno tenuti aperti a qualsiasi condizione – ha puntualizzato Passera – in quanto i criteri salute pubblica devono essere considerati”.
“Ci deve essere l’impegno di tutti a non chiudere, ne va di mezzo – ha detto il ministro – non solo il gruppo Riva ma tutta la filiera”
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Agosto 7th, 2012 Riccardo Fucile
“HO SEMPRE REGOLARMENTE PAGATO TUTTO QUANTO MI E’ STATO RICHIESTO” IL SUO AMBIGUO COMUNICATO… MA SE VAI IN UN ALBERGO PER QUATTRO ANNI DI SEGUITO TI DIMENTICHI FORSE DI CHIEDERE IL CONTO PER QUATTRO ANNI? …O PENSAVA CHE QUALCUNO PAGASSE L’ORMEGGIO A SUA INSAPUTA?
Il tappullo alla fine si rivela peggior del buco. 
A seguito dell’eco che ha avuto la notizia, confermata peraltro dal sindaco di Villaptzu, Fernando Codonesu, e dall’amministratore della Marina di Porto Corallo, che Roberto Maroni da quattro anni ormeggiava la sua barca a vela bialbero di 17 metri presso la Marina senza pagare un euro, è arrivata stamane la precisazione-autogol dell’ex ministro degli Interni: “Sorpreso dalla notizia che non avrei pagato, confermo che ho sempre regolarmente pagato tutto quanto mi è stato richiesto. Due settimane fa ho saldato una fattura di 4.020 euro per l’ormeggio del 2012”.
Peccato che per i tre anni precedenti nessuno abbia stranamente mai fatturato e quindi Maroni abbia risparmiato oltre 12.000 euro, dimenticandosi di porsi il problema di passare alla cassa a saldare.
Una dimenticanza lunga tre anni: o forse riteneva che per lui l’ormeggio fosse gratis o che qualcun altro pagasse a sua insaputa?
Arriva infatti la controsmentita del sindaco: “Non so per quale motivo Maroni non abbia pagato, ma dal 2009 non esiste alcun suo versamento: per me sono tutti uguali e tutti devono pagare”.
Il responsabile della Marina ora cerca di uscire dal casino dichiarando che “l’imbarcazione non era registrata e che la documentazione del natante non è mai stata fornita fino a due mesi fa”: ma che bella prassi per un ministro…
Alla fine Maroni conclude che “se ci sono altre pendenze da saldare di cui non sono a conoscenza e mai richieste mi inviino pure le fatture e saranno prontamente saldate”. Ovvia la risposta dal Comune: “Lo faremo”.
Resta il fatto che se nessuno avesse improvvisamente sollevato il problema di quattro anni di ormeggio arretrato, nessuno si sarebbe posto il quesito di pagare un servizio regolarmente ricevuto.
Che Maroni sia più abituato a vivere sulle nuvole che sul mare?
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Agosto 7th, 2012 Riccardo Fucile
SECONDO IL PRESTIGIOSO QUOTIDIANO IL PREMIER SI TROVA PERO’ IN UN “CIRCOLO VIZIOSO” CON I PARTITI CHE “MINACCIANO DI TOGLIERLI L’APPOGGIO”
E così a pochi giorni dalla bufera scatenata da un’intervista a Der Spiegel, per Mario Monti è il momento di incassare un po’ di sostegno.
L’elogio arriva dal Wall Street Journal che in un articolo «The italian job: Premier Talks Tough to Save Euro»: «Il compito dell’Italia: il premier parla duro nel tentativo di salvare l’euro», spiega il quotidiano che dedica due pagine al presidente del Consiglio.
L’ANOMALIA
Secondo il quotidiano finanziario americano, il professore è «un’anomalia in Europa: un leader non eletto chiamato a realizzare impopolari cambiamenti nei cui confronti i politici del Paese erano riluttanti. Monti fa affidamento sulla tolleranza dei principali partiti politici italiani e non ha un suo potere di base, ad eccezione della sua credibilità personale».
«CIRCOLO VIZIOSO»
«La sua natura disciplinata è più tedesca che italiana», prosegue il Wsj, mentre il suo senso dell’umorismo «è decisamente più britannico».
Da questa estate il presidente del Consiglio italiano si trova però «in un circolo vizioso», sottolinea il panegirico del quotidiano, a firma Alessandra Galloni e Marcus Walker, visto «che più propone misure impopolari, più i partiti politici minacciano di ritirare l’appoggio al suo governo».
Per il Wall Street Journal, «lo spettro dell’instabilità politica ha scosso i mercati e ha spinto ulteriormente verso l’alto i costi dell’indebitamento dell’Italia. A Monti serviva più aiuto dall’Europa per portare l’Italia fuori dal mirino dei mercati, ma nessuno è stato disponibile. La Germania ha invece chiesto riforme interne più dure.».
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Agosto 7th, 2012 Riccardo Fucile
NEL PRIMO SEMESTRE 2012 AUMENTANO GLI INTROITI DELLE ENTRATE TRIBUTARIE: BEN 7, 9 MILIARDI DI EURO IN PIU’ RISPETTO AL 2011
Nei primi sei mesi dell’anno lo Stato ha incassato il 4,3% in più di tasse rispetto allo
stesso periodo del 2011.
Le maggiori entrate, fanno sapere dal dipartimento finanze del ministero dell’Economia, sono dovute all’Imu, da alcune variazioni normative e dai controlli contro l’evasione.
Diminuiscono invece le tasse pagate da liberi professionisti e imprese, l’Iva e le imposte derivanti dal gioco.
Si è invertita quindi la rotta, che a gennaio aveva fatto prevedere una decrescita del gettito fiscale.
Secondo il ministero le entrate sono cresciute “a ritmi superiori” per effetto “delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011″.
Le entrate tributarie fra gennaio e giugno sono state pari a 191 miliardi e 180 milioni di euro, con un incremento di 7 miliardi e 963 milioni rispetto al 2011.
Solo nell’ultimo mese poi l’incremento è stato dell’1,8 per cento, rispetto al mese di maggio, grazie al gettito Imu che con la prima rata di acconto ha fatto incassare 3 miliardi e 934 milioni di euro.
L’imposta sul reddito (Ire) invece ha segnato una diminuzione dello 0,5 per cento, in quanto sono diminuite le ritenute dei lavoratori autonomi (-3,8%) e le ritenute d’acconto applicate ai pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti, per beneficiare di oneri deducibili o di spese per le quali spetta la detrazione d’imposta, per effetto della riduzione dell’aliquota della ritenuta dal 10 per cento al 4.
Sono cresciute invece le ritenute dei lavoratori dipendenti pubblici (+0,4%) e dei dipendenti privati (+0,7).
Mentre per quanto riguarda le imprese invece, è diminuito dell’1,6 per cento il gettito da imposta sul reddito delle società (Ires).
Una vera impennata invece è arrivata dall’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale, cresciuta del 46,7 per cento (mille e 545 milioni di euro). Questa aliquota è aumentata a causa sopratutto dalle modifiche apportate al regime di tassazione delle rendite finanziarie.
Cresciuti gli introiti derivati dalle imposte indirette, dove si è registrato un incremento di 2 miliardi e 999 milioni di euro (+3,5%).
Mentre per quanto riguarda l’Iva il gettito ha conosciuto un meno 1,4 per cento, pari a una decrescita di 705 milioni di euro.
Il motivo, hanno spiegato da via XX Settembre è che ha risentito “della stagnazione della domanda interna, in particolare nel comparto dei beni di consumo durevoli, compensata solo parzialmente dagli effetti legati all’incremento di un punto percentuale dell’aliquota Imposta valore aggiunto”.
Per quanto le imposte sulle transazioni, queste sono cresciute del 32,5 per cento, con un picco del 136,3 per cento per l’imposta sul bollo (+ 2 miliardi e 66 milioni). Anche su quest’ultima imposta hanno pesato le modifiche normative apportate con i provvedimenti della seconda metà del 2011 alle tariffe di bollo applicabili su conti correnti, strumenti di pagamento, titoli e prodotti finanziari, nonchè all’anticipo del versamento dell’acconto sull’imposta di bollo.
Tra le entrate relative ai giochi, che si sono ridotte complessivamente del 5,7 per cento (-404 milioni di euro), è da evidenziare l’andamento positivo delle lotterie istantanee (+3,4% pari a +27 milioni di euro) e degli apparecchi e congegni di gioco (+1,8% pari a +36 milioni di euro) mentre sono risultate in calo le entrate relative ai proventi del lotto (-7,0% pari a -234 milioni di euro).
Positivo l’andamento degli incassi da ruoli relativi ad attività di accertamento e controllo che hanno fatto registrare un incremento del 4,5 per cento (+146 milioni di euro).
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Agosto 7th, 2012 Riccardo Fucile
ALTRO CHE LEGA 2.0, QUA SI PARLA DI 20 PUNTO 000 (EURO)… MA COME? IL FULGIDO ESEMPIO DI RAMAZZA PADAGNA SI ERA “DIMENTICATO” DA QUATTRO ANNI CHE LA SUA BARCHETTA DA 17 METRI DOVEVA PAGARE L’ORMEGGIO IN SARDEGNA?
In quattro anni non ha mai pagato la tariffa per ormeggiare la sua barca alla Marina di Porto Corallo, la società , partecipata al 100 per cento dal Comune di Villaputzu, in provincia di Cagliari, che gestisce lo scalo.
Protagonista della vicenda, raccontata dal giornale La Voce del Sarrabus, Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno e segretario della Lega Nord che ha trascorso le vacanze nel sud-est della Sardegna al timone di una barca bialbero da 17 metri, ormeggiando gratis.
A svelare il retroscena è il sindaco Fernando Codonesu, che ha chiesto l’invio immediato della fattura all’ex ministro quanto meno per quanto riguarda l’ultimo periodo, lo scorso giugno: «Mi sta simpatico – ha spiegato Codonesu – ma non è un buon motivo per non farlo pagare, anche se, a quanto mi è stato riferito, può dar lustro al nostro porto».
«E’ vero – conferma Francesco Todde presidente uscente della società di gestione del porto – Maroni non ha pagato ma solo per motivi di riservatezza. Sapevamo all’ultimo momento quando sarebbe arrivato e poi non ci sono stati consegnati i documenti della barca».
Documenti che sarebbero stati consegnati solo al termine del mandato di Maroni come ministro dell’Interno.
A parte che non vediamo il nesso tra la riservatezza e la semplicità di staccare un assegno, essendo le sue visite non certo pubbliche, ma vacanziere, essendo nota la professionalità e la disponibilità della sua assistente, Maroni poteva dare indicazione di provvedere senza doversi recare personalmente a saldare il debito.
Bastava la volontà di far compilare un semplice bonifico: in quattro anni strano non abbia trovato il tempo per farlo fare.
Ora il sindaco di Villaputzu, Codonesu, che ha azzerato il Cda della Marina di Porto Corallo e che a giorni nominerà il nuovo amministratore unico, ha chiesto l’immediato invio della fattura all’esponente leghista.
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