ILVA TARANTO, SEQUESTRO CONFERMATO: “FACOLTA’ D’USO PER IL RISANAMENTO”, I RIVA RESTANO AGLI ARRESTI DOMICILIARI
IL RIESAME CONVALIDA LA MISURA DECISA DAL GIP PER L’IMPIANTO SIDERURGICO, IL FINE DEVE ESSERE LA MESSA A NORMA DEGLI IMPIANTI
Il tribunale del Riesame di Taranto ha confermato il sequestro delle aree a caldo dello stabilimento Ilva concedendo la facoltà di uso esclusivamente per la messa a norma impianti.
I giudici hanno anche confermato la misura degli arresti domiciliari per Emilio Riva (ex patron dell’Ilva), per il figlio Nicola (ex presidente del consiglio d’amministrazione) e per Luigi Capogrosso (ex direttore dello stabilimento).
Il tribunale ha invece disposto la revoca degli arresti e la rimessa in libertà , invece, per Marco Andelmi, Angelo Cavallo, Ivan Di Maggio, Salvatore De Felice e Salvatore D’Alò, dirigenti e funzionari dello stabilimento.
Il collegio di giudici — presidente Antonio Morelli, a latere Rita Romano e Benedetto Ruberto — ha deciso che sia il presidente Bruno Ferrante e non il dottor Mario Tagarelli, nominato dal gip Patrizia Tudisco, a risolvere le problematiche occupazionali relative al personale impiegato nelle 6 aree coinvolte dal sequestro.
Il tribunale ha nominato Ferrante anche custode e amministratore di aree e impianti sotto sequestro in aggiunta ai tre ingegneri nominati dal gip per le procedure tecnico-operative.
Intanto la Camera dei deputati, questa sera o domani, potrebbe essere riconvocata per l’annuncio del decreto legge ad hoc.
E’ quanto è emerso dalla riunione dei capigruppo di Montecitorio, mentre a Bari si lavorava per impedire la chiusura dello stabilimento perchè – aveva spiegato stamani il ministro Passera – “se fermi quegli impianti non si riaprono più”.
L’Ilva da parte sua sembrerebbe intenzionata ad attuare le misure necessarie per ridurre l’impatto ambientale, con misure adottate “spontaneamente” (chissà come mai non lo ha fatto prima n.d.r.)
I fondi per la bonifica e i tempi per raggiungere standard diversi “sono dati che tutti insieme portano a evitare la chiusura”.
Sulla vicenda dello stabilimento siderurgico colpito dai provvedimenti della magistratura è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera: L’alternativa pane-veleno “è inaccettabile”.
“Non possiamo però neppure dire che gli impianti dell’Ilva vanno tenuti aperti a qualsiasi condizione – ha puntualizzato Passera – in quanto i criteri salute pubblica devono essere considerati”.
“Ci deve essere l’impegno di tutti a non chiudere, ne va di mezzo – ha detto il ministro – non solo il gruppo Riva ma tutta la filiera”
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