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IL CUORE FREDDO DELLA POLITICA: IL FLOP DEI COMIZI ROMANI

Maggio 25th, 2013 Riccardo Fucile

NON SOLO IL GOVERNISSIMO NON SCALDA I CUORI, MA E’ SEGNO DI UN DISTACCO DA UNA NOMENKLATURA SEMPRE UGUALE A SE STESSA…E I DELUSI DA TUTTI NON VANNO IN PIAZZA, STANNO A CASA

Riprendersi piazza San Giovanni, come da slogan, non è stato difficile per la sinistra. Difficile era riempirla. Infatti in tanti anni di comizi non s’era mai vista così vuota. Poche migliaia, stretti nel freddo di un improvviso autunno, a sventolare nella tramontana le bandiere di Sel, dei Verdi, del pacifismo e perfino qualcuna del Pd.
Il confronto con la folla Cinque Stelle dell’ultima vigilia elettorale è imbarazzante. Ma quello era il Grillo di ieri.
Il Grillo di oggi, anche lui, fatica a colmare i buchi della più modesta piazza del Popolo, un salotto al confronto.
Per non dire del comizio di Berlusconi, ampiamente disertato dal popolo di destra, nonostante l’enorme lancio pubblicitario, le migliaia di manifesti sparsi per la città  ad annunciare «Tutti al Colosseo con Alemanno e Berlusconi».
Corretti qua e là  da allegre pasquinate, del tipo: «Portate i leoni».
Le piazze vuote della capitale non sono soltanto il segno che il governissimo non scalda i cuori.
Sembrano tanto l’annuncio di una nuova e forse definitiva ondata di gelo intorno alla politica.
Nel caos espesso nella volgarità  dello scontro personale, le elezioni di febbraio avevano comunque sollevato qualche confusa speranza di cambiamento, agitato le acque di una nomenclatura politica uguale a se stessa da un ventennio.
Ora che il mare si è richiuso, tutto è tornato come prima, i delusi si contano a milioni in tutte le fila.
Delusi di sinistra, di destra, di centro e delusi da Grillo, che a conti fatti, scontrini compresi, si è rivelato il miglior alleato dello status quo.
E i delusi non vanno in piazza, stanno a casa, tanto più se c’è sciopero dei mezzi pubblici e tira vento.
Molti non andranno neppure a votare domani e alla fine, fra un due per cento in più o in meno per questo o quello, vincerà  ancora una volta il partito degli astenuti.
Ignazio Marino parte favorito e ci mancherebbe, contro la peggior giunta della storia della capitale.
Fare campagne elettorali non è proprio il suo mestiere e si è visto anche nel giorno della chiusura, con discorso un po’ così, concluso con l’urlo urlato: «Daje!».
Uno slogan che intenerisce noi zemaniani, per quanto non fortunatissimo.
Ma l’uomo è capace e intelligente ed è stato un eccellente chirurgo, esattamente quel che occorre a una città  malatissima e bisognosa di una serie di trapianti.
Il principale avversario di Marino, a parte l’inconsistente Alemanno, è il Pd, che è quasi sempre il vero ostacolo dei propri candidati.
Nel retropalco del comizio finale di San Giovanni il neo presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, commentava: «Bisognerebbe avvisare i nostri dirigenti che domenica votano sette milioni di italiani e quindi magari per qualche giorno potrebbero decretare il cessate il fuoco sul fronte interno. Nelle vigilie elettorali capita anche nelle zone di guerra».
Intorno sfilano appunto i dirigenti, ovviamente in ordine sparso. Sono tutti molto ottimisti sul voto romano, il che non è un bel segno.
Molti invece sono pessimisti sulla durata del governo Letta, che quindi potrebbe concludere serenamente la legislatura.
Il segretario reggente Gugliemo Epifani, a proposito della nuova legge elettorale, ribadisce che il partito rimane favorevole al ripristino del Mattarellum e dei collegi elettorali, ma anche no, dipende.
Negli anni hanno imparato un po’ tutti la tecnica dell’avversario Berlusconi, quella di stare al governo fingendo che la faccenda non li riguardi.
Alle otto e un quarto, quando il candidato Marino si decide a parlare, con il ritardo giusto per bucare le aperture dei telegiornali, dalla piazza si solleva comunque un’onda di entusiasmo.
Almeno quelli che sono venuti erano contenti di stare qui, ad ascoltare qualcosa di sinistra, con Berlusconi da un’altra parte.

Curzio Maltese
(da “La Repubblica”)

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LA CENA SEGRETA DEI DISSIDENTI GRILLINI PRONTI AD USCIRE ALLO SCOPERTO

Maggio 25th, 2013 Riccardo Fucile

“BASTA BAVAGLI, OCCORRE DIALOGARE”….CONTATTI CON CIVANI E SONIA ALFANO

La cena si è tenuta a casa di un parlamentare a 5 stelle.
Sette deputati e due senatori, tra cui una donna, si sono visti per parlare di tutto quello che non va.
Delle pressioni dell’ufficio comunicazione alla Camera, dei troppi “talebani” al Senato, dell’assurdità  della vicenda diaria, dell’elezione del prossimo capogruppo di Palazzo Madama, che vorrebbero fosse un dialogante.
Si sono dati appuntamento su WhatsApp.
Le email no, «le email non sono sicure». Non sono andati tutti, i malpancisti.
«Alcuni non potevano, ma erano qui con il cuore», racconta chi c’era.
La voce è arrivata fino a Pippo Civati, il pontiere pd, che conferma: «Oltre alla famosa cena, so di altre cose. Il progetto di Sonia Alfano, che è in contatto con alcuni di loro da un mese, sta andando avanti. L’idea è quella di fare un gruppo e staccarsi, a partire dai temi della legalità , ma non solo».
«Io ho un canale perennemente aperto con loro — dice la parlamentare ex Idv — molte delle persone che erano alla cena le ho sentite, sto andando avanti e a breve accadrà  qualcosa. Concretizzeremo quest’impegno che non vuole essere concorrenziale, ma mettersi a disposizione del Paese».
Al Senato a non farcela più sono in 12 su 54.
Alla Camera una ventina.
Alcuni di quelli che hanno protestato sulla diaria in eccesso da restituire sono tornati alla base intimoriti. Altri, quelli per cui il problema non sono solo i soldi, ma l’impossibilità  di fare liberamente il proprio lavoro, riflettono sul futuro.
Davanti a pizze a portar via, birra e coca cola si sono finalmente potuti sfogare guardandosi negli occhi.
Deputati e senatori, ognuno a raccontare i propri guai.
«Ma vi pare che bisogna chiedere il permesso a qualcuno prima di parlare?», «Ma possibile che ci trattino come ragazzini da mettere in riga?», si lamentano i “giovani” di Montecitorio.
I senatori li ascoltano complici, anche se dicono che da loro no — da loro lo staff comunicazione non si azzarda più di tanto — e però, «ci sono i “talebani” che non consentono di fare passi avanti».
«Perchè mai non possiamo firmare una proposta di legge del Pd se è buona? Potremmo giocarcela mediaticamente, andare da loro con i nostri ddl e dire: adesso tocca a voi».
Per fare le loro mosse i grillini dissidenti aspettano l’occasione buona. Non vogliono fare il gioco di chi li accuserà  di voler solo tenersi la diaria.
Serve un progetto, una strategia. Per questo si vedranno ancora. Per questo il canale WhatsApp è sempre acceso. È quello che svela che anche per il palco di piazza del Popolo a Roma, i talebani hanno fatto un filtro: «Zaccagnini voleva parlare e non gliel’hanno permesso. Gli hanno detto: ci sono già  la Ruocco e Di Battista».
È quello che alle parole di Vito Crimi a Radio 24 «Chi non restituirà  la diaria sarà  invitato ad andarsene» — intercetta reazioni come: «Questi sono da ricovero».
Del resto il clima si è fatto pesante. «Hanno detto che potremo rendicontare per macroaree, alloggio, vitto, trasporti, ma ci hanno fatto capire che controlleranno fino all’ultimo scontrino. Cercano scuse per far fuori chi pensa».
Sul palco di Siena giovedì Beppe Grillo li ha lodati, i suoi ragazzi: «Giuseppe, Francesco…».
Sente borbottii dietro di sè: «Non c’è nessun Francesco? Dai, almeno fate finta».
Ne conosce pochissimi, li conosce pochissimo.
A chi stretto in un capannello di attivisti — gli chiede delle difficoltà  di questi giorni, risponde piano: «Questa cosa non l’aggiusti, è nella natura umana. Ci sarà  chi vuole tenersi i soldi e io non posso farci niente. Posso solo mandarli fuori. Perchè quello che bisogna capire è che non ci sono deputati, senatori, ci sono solo portavoce. Devono fare quel che chiede il Movimento. Se non capiscono questo è finita».
Con il volto istrionico che vira verso la comprensione risponde a chi lo ferma.
Tiene la testa di una attivista tra le mani avvicinandola a sè, perchè senta meglio.
Poi si guarda intorno, chiama uno dei suoi.
La voce cambia, la faccia è scura: «Basta. Chi ha parlato giù dal palco».

Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica”)

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IL FATTO AFFIANCA I CINQUESTELLE MA NON SI PUO’ DIRE

Maggio 25th, 2013 Riccardo Fucile

I RAPPORTI TRA CASALEGGIO E CHIARELETTERE… L’ANALISI DEI FLUSSI DEI VISITATORI

Esiste o meno un network ambinetale che lega Grillo con il Fatto Quotidiano e la Tv di Santoro, “Servizio Pubblico”?
Un terreno comune, un pubblico simile, coltivato con bravura e coscienza dagli interessati?
Nel maggio 2012 uno degli estensori dell’inchiesta, Michele Di Salvo, scriveva più o meno gli stessi concetti nell’ebook «La menzogna della rete, chi e cosa c’è dietro Grillo e il Movimento 5 Stelle».
In quell’ebook, che nessuno ha mai smentito, c’è un intero capitolo (il 15) intitolato «Lo strano rapporto con Il Fatto Quotidiano e Chiarelettere»
Cosa si dice in quel capitolo?
Si accenna al rapporto tra Casaleggio e Chiarelettere, al fatto che quest’ultima fa parte dell’azionariato del giornale, guidato dall’ex direttore de l’Unità , Antonio Padellaro, e, infine, si fa riferimento al come è stata creata una cornice comune all’interno della quale si ritrova uno stesso pubblico di riferimento tra giornale e movimento politico.
E per spiegare di cosa si sta parlando si riporta un piccolo esempio che qui accenneremo: riguarda la gestione della moderazione dei commenti sul sito del giornale, collocato a Milano e diretto da Peter Gomez.
Moderazione affidata, un anno fa, a una società  esterna la I-Side, specializzata in marketing virale, e resa necessaria proprio per la presenza massiccia sul sito del giornale di influencer (persone che indirizzano la discussione di rete utilizzando profili falsi) o veri e propri fake e troll pro Grillo.
Nel capitolo in questione vi è una lunga ricerca e dimostrazione di anomalie nel flusso dei commenti e sulla presenza di fake e troll, e di come la linea delle discussioni finisse con l’essere direzionata e condizionata mediante delle semplici tecniche di marketing virale come quelle adottate proprio da Casaleggio.
In questo modo il sito del noto giornale è diventato praticamente una delle piattaforme prescelte dai commentatori del Movimento 5 Stelle.
Un luogo comune e amico dove incontrarsi.
«Basta visitarlo è scritto nel capitolo per accorgersi della quantità  di commenti che venivano cancellati e della quantità  di quelli che venivano invece rilanciati ed esaltati. Quando si sono resi conto di questa cosa, molti lettori hanno cercato di contattare in tutti i modi la redazione, per avvertirli e chiedere conto in ogni caso dell’opprimente censura che secondo loro anche per l’utilizzo dei mezzi scelti veniva perpetrata anche dalla moderazione ufficiale del sito».
Di Salvo allora contatta la I-Side.
Gli risponde il direttore editoriale del sito, Peter Gomez. Che nei numerosi scambi di mail rivendica l’autonomia editoriale della testata, precisando come quella società  di moderazione l’avesse scelta lui e che tra lui e la Casaleggio non c’era alcuna connessione. Vero. Come abbiamo detto e ripetuto fino alla noia nell’inchiesta, nel caso specifico non c’è una correlazione societaria.
Ma non solo per questa via si «condiziona un giornale».
Ve ne è una forse più forte, ed è la vicinanza e contiguità  degli spazi ed in qualche modo del pubblico.
Laddove «essere critici» verso Grillo non tocca più di tanto altre testate, proprio per la contiguità  dei lettori, è probabile che esserlo per Il Fatto possa essere più delicato.
E non ci sembra di minare in alcun modo alcun fondamento del lavoro giornalistico de Il Fatto Quotidiano semplicemente affermando quanto si legge con chiarezza ogni giorno, ovvero una vicinanza editoriale a Beppe Grillo (basterebbe rileggersi l’intervista fatta al leader dei 5 Stelle dal vice direttore Marco Travaglio nel giugno dl 2012).
Nè appare possibile alla luce dei dati di flussi di visitatori, riportati nell’inchiesta, negare che ci sia tale confluenza e convergenza.

Roberto Rossi e Michele Di Salvo

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INCHIESTA-VERITA’ SULLA GESTIONE FONDI DEL “MOVIMENTO 5 STELLE”

Maggio 25th, 2013 Riccardo Fucile

LA “CASA DELLA LEGALITA'” SVELA LE ANOMALIE CONTABILI E I LATI OSCURI DEL MOVIMENTO DI GRILLO

Ne abbiamo già  parlato più volte.
Torniamo sulla questione perchè non è che se si è “nuovi” si può fare quello che si vuole, in sfregio alle norme, soprattutto quando si fa della correttezza e della trasparenza la propria bandiera.
Lo facciamo ora con una dettagliata e documentata inchiesta.
Buona lettura…

Il “MOVIMENTO 5 STELLE” ha sede in Genova, Via Roccatagliata Ceccardi 1/14
E’ stato formalmente costituito in data 14 dicembre 2012 presso Via Cerccardi 4/9 a Genova, davanti al Notaio FILIPPO D’AMORE (Notaio in Cogoleto, iscritto presso il Collegio Notarile dei Distretti Riuniti di Genova e Chiavari).
Come si evince dall’ ATTO COSTITUTIVO (Repertorio n. 3442 — Raccolta n. 2689 — Registrato a Genova 2 il 18/12/2012, i soci fondatori sono:
Giuseppe detto “Beppe” GRILLO
nato a Genova il 21 luglio 1948 ed ivi residente in via dei Marsano n. 8;
Enrico GRILLO
nato a Genova il 13 maggio 1970, residente in Savignone (GE), via Corsa di Vergagni n.1;
Enrico Maria NADASI nato a Genova il 5 giugno 1967 e residente a Torriglia (GE), località  Marzano, Via Torriglia n. 3A
Sempre dall’ ATTO COSTITUITIVO si evince che:
“Per i primi tre anni vengono chiamati a comporre il Consiglio Direttivo i comparenti signori:
Giuseppe GRILLO, Presidente
Enrico Grillo, Vice Presidente
Enrico Maria Nadasi, Segretario
Dallo STATUTO ufficiale allegato all’ATTO COSTITUTIVO, si evince che:
“Il Patrimonio dell’Associazione è costituito:
dalla quota annuale versata dagli associati, dai contributi volontari di persone fisiche, Enti Pubblici e Privati, da sovvenzioni dello Stato, della Regione o di Enti sopranazionali; da eventuali proventi derivanti dalla fornitura di servizi; da donazioni e lasciati testamentari.
L’Associazione non ha fini di lucro e persegue i propri scopi grazie all’attività  prestata
volontariamente dai propri soci.
Eventuali donazioni, elargizioni, erogazioni liberali, disposizioni testamentarie e contributi
che dovessero essere effettuate effettuate i favore dell’Associazione costituiranno un fondo
autonomo di proprietà  dell’Associazione medesima, la cui amministrazione e gestione
competerà  al Presidente.
”
Appare evidente, dal contenuto dell’ATTO COSTITUTIVO e dello STATUTO, che è il “MOVIMENTO 5 STELLE” che presenta liste alle elezioni amministrative, alle elezioni
regionali e parlamentari della Repubblica Italiana.
Inoltre, il Programma del “MOVIMENTO 5 STELLE”, così come il SIMBOLO (anche registrato dallo stesso Giuseppe “Beppe” Grillo all’Ufficio Brevetti), è stato depositato al MINISTERO DELL’INTERNO per la presentazione della lista alle elezioni politiche dello scorso febbraio.
Dalla lettura dello STATUTO si comprende, senza ombra di dubbio, che il “MOVIMENTO 5
STELLE” è un unica struttura.
Non ha altri organismi e responsabili oltre a quelli indicati nell’ATTO COSTITUTIVO, così come ha un solo AMMINISTRATORE/TESORIERE che coincide con il PRESIDENTE, ovvero Giuseppe “Beppe” GRILLO.
Non ha una struttura federativa, con articolazioni locali (come, ad esempio, la LEGA NORD o il PD che hanno per Statuto, una struttura federativa, in cui ogni singola articolazione regionale del partito ha un proprio Statuto, codice fiscale, Bilancio e organismi dirigenti e di garanzia, così come le strutture provinciali).
Inoltre in “MOVIMENTO 5 STELLE” con l’attuale STATUTO, e la conseguente organizzazione, non ha alcun organismo di garanzia (i c.d. Garanti) e nemmeno alcun organo di controllo quali, ad esempio, i Revisori.
L’organo ufficiale di informazione del “MOVIMENTO 5 STELLE” è (per STATUTO e ATTO
COSTITUTIVO) il sito di Beppe Grillo.
Infatti, sia nello STATUTO che nell’ATTO COSTITUTIVO viene indicato l’indirizzo internet.
Nel “CODICE DI COMPORTAMENTO ELETTI MOVIMENTO 5 STELLE IN PARLAMENTO si precisa che:“ Lo strumento ufficiale per la divulgazione delle informazioni e la partecipazione dei cittadini è il sito www.movimento5stelle.it”.
Da una verifica online il dominio www.movimento5stelle.it (di cui è titolare Giuseppe “Beppe”GRILLO) poggia sullo stesso server di www.beppegrillo.it/movimento5stelle (ovvero www.beppegrillo.it/movimento),, nonchè del sito di vendite online gestite da BEPPE GRILLO e dalla società  “CASALEGGIO ASSOCIATI” www.grillorama.it

FONDI IN ENTRATA

Il “MOVIMENTO 5 STELLE”, che rifiuta i rimborsi elettorali ma non i fondi stanziati per le attività  istituzionali dei gruppi consiliari nei COMUNI e nelle REGIONI, nonchè quelli per i gruppi parlamentari, gestisce quindi anche soldi pubblici stanziati per l’espletamento del mandato elettorale.
Il “MOVIMENTO 5 STELLE” raccoglie poi donazioni, ovvero elargizioni liberali, così come gli altri partiti.
Tali fondi vengono raccolti anche attraverso il blog di Beppe Grillo e collegato sito del MoVimento 5 Stelle attraverso bonifici bancari, paypal e versamenti con carte di credito. Tali introiti, risultano quindi “TRACCIABILI” e, anche se non vengono pubblicati online i nominativi dei donatori, risultano verificabili dalle Autorità  preposte.
In parallelo agli introiti del “MOVIMENTO 5 STELLE” raccolti attraverso il blog di Beppe Grillo / Movimento 5 Stelle, vengono poi raccolti ulteriori fondi per il “MOVIMENTO 5 STELLE” attraverso molteplici altri canali.
Tra questi altri canali di raccolta fondi per il “MOVIMENTO 5 STELLE” vi sono: vendita gadget (magliette, berretti, ombrelli, felpe, etc) effettuata da privati cittadini, raccolta donazioni in denaro contante effettuata da privati cittadini , raccolta donazioni su conti correnti bancari, conti paypal, altri conti online e postepay, intestati a privati cittadini, iscrizioni e donazioni ad associazioni varie locali che richiamano nel proprio nominativo quello del “MOVIMENTO 5 STELLE” ma non sono il “MOVIMENTO 5 STELLE” , quindi da associazioni private esterne e non collegate,accantonamenti dei fondi di alcuni eletti (conseguenti alla c.d. “rinuncia” di parte dei gettoni/stipendi), gestiti su conti di privati; raccolta donazioni attraverso MANDATI ELETTORALI locali delle liste/candidati (che però devono essere limitati al solo periodo elettorale, attraverso conti specifici e rendicontati a livello locale al termine delle Elezioni)
Tutte queste ENTRATE di donazioni e sottoscrizioni che i cittadini versano (in contanti o con bonifici e/o versamenti) non vengono TRACCIATI nel Bilancio del “MOVIMENTO 5 STELLE” (le uniche rendicontazioni risulterebbero essere quelle dei MANDATI ELETTORALI a livello locale).
E questo configura, ad ogni evidenza, una gestione scorretta e non conforme alle normative vigenti (sia per i c.d. “partiti”, sia per le “associazioni”, siano essere riconosciute o non-riconosciute)
Inoltre, il “MOVIMENTO 5 STELLE” risulta essere stato formalmente costituito, con i propri organismi, tra cui l’Amministratore/Tesoriere, solo — come abbiamo visto — nel dicembre   2012, ma già  in precedenza venivano raccolti fondi e gestiti fondi, derivanti da donazioni, a nome del “MOVIMENTO 5 STELLE”, sempre, a livello locale, con le diverse metodologie poc’anzi indicate, e promosse da privati cittadini, su conti o carte private, senza, quindi possibilità  di verifica, mancando ogni TRACCIBILITA’, delle entrate (così come delle uscite), non essendo indicante in alcun BILANCIO.
Infatti tali fondi raccolti, prima e dopo le campagne elettorali locali, o anche in assenza di campagne elettorali locali, non potevano certo essere “rendicontate” dai “committenti responsabili” delle campagne elettorali delle varie liste locali.
Appare quindi evidente che esista una CONTABILITA’ ufficiale, circoscritta ai fondi raccolti attraverso il BLOG di Grillo e del Movimento 5 Stelle, ed una CONTABILITA’ non ufficiale che invece riguarda tutti gli altri introiti derivanti dalle iniziative e raccolte fondi effettuate sul territorio.
Una gestione di questo tipo, effettuata attraverso movimentazioni su conti intestati a privati e/o associazioni diverse dal “MOVIMENTO 5 STELLE”, rappresenta una sorta di fondo in nero a disposizione del “MOVIMENTO 5 STELLE”.

FONDI IN USCITA

Il “MOVIMENTO 5 STELLE” ha quindi uscite per spese che vengono sostenute dal c.d. “STAFF DI BEPPE GRILLO”, come quelle che sono state presentate come rendicontazione dello   TSUNAMI TOUR” ma anche altre spese che vengono pagate con i fondi che in tale rendiconto non sono indicati (GRILLO ha infatti conteggiato solo le donazioni raccolte attraverso il BLOG) e che vengono gestiti da persone senza cariche nel “MOVIMENTO 5 STELLE” che gestiscono conti personali (bancari e online) oltre anche a tessere postepay personali, e che effettuano pagamenti del “MOVIMENTO 5 STELLE” facendoli fatturare a semplici persone, ovvero non al “MOVIMENTO 5 STELLE”, come meglio vedremo nel 5 capitolo.
Appare evidente che una spesa sostenuta con fondi del “MOVIMENTO 5 STELLE” raccolti
attraverso donazioni di cittadini al “MOVIMENTO 5 STELLE” non possa essere fatturata a
nome di “tizio” o “caio”, piuttosto che di qualche società .
Così come non è possibile che da conti privati vengano effettuati pagamenti per conto del “MOVIMENTO 5 STELLE”.
Tale problematica, già  evidente per le spese sostenute in occasione delle elezioni amministrative, comunali e regionali, precedenti al dicembre 2012, appare in tutta la sua irregolarità  con quelle sostenute per le elezioni politiche dello scorso febbraio.
Beppe GRILLO sul blog ufficiale, in data 11 aprile 2013, postava il “RENDICONTO DELLO
TSUNAMI TOUR” e, nella presentazione, scriveva: Il MoVimento 5 Stelle ha finanziato la sua campagna elettorale con le micro donazioni volontarie di 27.943 cittadini. Grazie a loro il M5S ha raccolto 774.208,05 euro , ne sono stati spesi 348.506,49. La differenza sarà  devoluta ai terremotati dell’Emilia Romagna. Le voci di spesa rendicontate sono pubblicate qui, insieme alla lista dei donatori con relativo contributo. Si ringraziano i fornitori che hanno deciso di non richiedere alcun compenso.”
Questo è il “RENDICONTO” pubblicato da Giuseppe “Beppe” GRILLO
Spese : Rendiconto spese
Importo           Descrizione
€ 5.005,20 Progettazione grafica
€ 59.562,47 Manifesti elettorali
€ 52.009,00 Palco San Giovanni – Roma
€ 10.540,84 Streaming
€ 4.826,25 Videomaker
€ 140.749,23 Consulenza legale/tributaria
€ 10.445,24 Spostamenti Tsunami
€ 1.510,08 Spot elettorali
€ 50.000,00 Google Adwords
€ 3.603,00 Incontri eletti post elezioni
€ 3.634,84 Hardware-Parabola /connessione satellitare
€ 4.782,85 Camper
€ 1.669,80 Brand Camper
€ 167,69 Spese bancarie
Da questo post di GRILLO si comprende, con ogni evidenza, ed al di là  di ogni possibile dubbio, che in quello che Beppe GRILLO, presidente ed amministratore del “MOVIMENTO 5 STELLE”, dichiara essere il RENDICONTO DELLO TSUNAMI TOUR”, vi sono solo conteggiate le DONAZIONI raccolte dal BLOG e non quindi tutte quelle raccolte su altri conti correnti, su altri conti paypal, su postepay ed in contanti a livello locale (e che si dettaglieranno, a campione, nel capitolo 5), o quelli raccolti in contanti e con vendite di gadget.
Allo stesso modo vengono conteggiate le spese sostenute direttamente dal c.d. STAFF DI GRILLO e non quelle sostenute a livello locale con quei fondi .
Lo TSUNAMI TOUR infatti ha avuto 87 TAPPE, ma Beppe GRILLO nel RENDICONTO indica solo le spese sostenute per UNA SOLA TAPPA, nazionale, quella a Roma (per la chiusura della campagna elettorale), oltre alle spese di viaggio con il camper di Grillo e di parte del materiale di propaganda.
Per fare un solo esempio, relativo ad un dato certo a nostra conoscenza, si deve ad es. considerare che in occasione della TAPPA dello “TSUNAMI TOUR” a SAVONA, con il comizio in Piazza Sisto di Giuseppe “Beppe” GRILLO, sono state raccolti fondi in contanti per una cifra superiore a 10.000 euro .
Tale “successo” veniva vantato da alcuni militanti con il giornalista Mario Molinari.
Inoltre per tale TAPPA a Savona del TOUR elettorale di Grillo, sono stati certamente spese circa 2.000 euro per l’impianto audio , noleggiato dalla ditta “Condor Services” (a persona da noi incaricata di una verifica presso tale service i responsabili hanno comunicato che l’impianto noleggiato per Grillo ha un costo di 2.500 euro ma, avendo effettuato i volontari del “MOVIMENTO 5 STELLE” il facchinaggio, la spesa si riduceva di qualche centinaio di euro).
Di questo nel rendiconto dello “TSUNAMI TOUR” pubblicato da GRILLO non vi è traccia, nè rispetto alle entrate delle donazioni raccolte in contanti, nè delle spese sostenute!
Le spese sostenute con i fondi raccolti a livello locale, durante le tappe del TOUR e le altre attività  (vendita gadget, raccolta fondi in contanti, raccolta donazioni su conti bancari, paypal e postepay), ovvero noleggi palchi, noleggio impianti audio, stampe volantini e manifesti, affitti point elettorali, ed altro, non sono indicati in alcun modo nelle SPESE.
Ciò vale, inoltre, per tutte le spese sostenute a livello locale, nelle varie regioni e città , dal “MOVIMENTO 5 STELLE”, prima e dopo la campagna elettorale per le elezioni politiche (lo TSNUNAMI TOUR), ovvero per tutte le altre attività  dello stesso, ivi comprese le campagne elettorali per le Regionali e le amministrative per le liste del “MOVIMENTO 5 STELLE” nei diversi Comuni.
In alcuni casi, avendo sollevato la questione pubblicamente, ci è stato risposto che parte delle delle spese locali sarebbero state pagate direttamente da terzi , come contributo al
“MOVIMENTO 5 STELLE”.
Ciò, se confermato, rappresenterebbe una ulteriore grave irregolarità , in quanto chi (persona singola o società ) intende contribuire alle spese di un Partito/Movimento politico deve donare le somme a questi o al Comitato Elettorale di questi, con TRACCIABILITA’, e poi è il Partito/Movimento o suo Comitato Elettorale che procede alle spese

FONDI PUBBLICI DERIVANTI DA ATTIVITA’ ISTITUZIONALI

Il “MOVIMENTO 5 STELLE” ha a propria disposizione anche FONDI PUBBLICI derivanti
dai budget destinati alle attività  istituzionali dei gruppi consiliari.
Come si evince dai Bilanci della REGIONE EMILIA-ROMAGNA , della REGIONE PIEMONTE, della REGIONE SICILIA , della REGIONE MOLISE, della REGIONE LOMBARDIA , le Assemblee Legislative regionali stanziano fondi pubblici che vengono destinati ai gruppi consiliari che li gestiscono autonomamente.
Analogo stanziamento di fondi viene effettuato anche dai principali COMUNI per le attività  dei gruppi consiliari che, anche in questo caso, li gestiscono autonomamente.
Tali fondi pubblici sono destinati all’espletamento di attività  istituzionali e non dovrebbero in alcun modo essere utilizzati per attività  politiche del partito/movimento
Prendendo, ad esempio, il budget del GRUPPO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA del “MOVIMENTO 5 STELLE” si erano notate pesanti storture nella gestione di questi fondi, dalle finalità  “ISTITUZIONALI” a quelle prettamente “POLITICHE”.
Tale valutazione si basava sull’analisi del Bilancio dei Gruppi pubblicato dalla REGIONE EMILIA- ROMAGNA e da quanto dettagliato dallo stesso Gruppo del “MOVIMENTO 5STELLE” che consistono nei dati relativi all’anno 2011
Per citare un esempio eclatante, della stortura nell’utilizzo di tali fondi – in considerazione che i fondi stanziati dovevano essere utilizzati per “ATTIVITA’ ISTITUZIONALI” e che il gruppo in Regione del “MOVIMENTO 5 STELLE” è di 2 (due) consiglieri — è la spesa di 5.000 euro per 30 cavalletti per banchetti, kit banchetti, 30 megafono, tavolo, 120 sedie, radio-microfoni .
Appare con ogni evidenza che tale spesa non è per “attività  istituzionale”, bensì per attività  dei gruppi territoriali del “MOVIMENTO 5 STELLE”.
Vi è poi, per fornire un ulteriore esempio, i fondi utilizzati per l ‘acquisto di spazi radio/tv , con interviste a pagamento, per un totale di 6.252,42 euro .
Su questo specifico punto, a quanto risulta pubblicamente è stata aperto un fascicolo dalla Procura di Bologna in merito a tale utilizzo dei fondi (da parte di più gruppi e non solo del M5S) per l’acquisto di spazi radio/tv , così come anche il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti ha adottato misure disciplinari (sospensioni e censure) a carico dei giornalisti che si prestavano a tale pratica.
In merito a questo ultimo aspetto appare di rilievo richiamare che la sanzione più pesante emessa dall’Ordine dei Giornalisti è stata per Dario PATACCINI che, risulta palesemente, tra i principali supporter del “MOVIMENTO 5 STELLE”.
Risultavano poi un complesso di spesa dei “FONDI ISTITUZIONALI” per la stampa e distribuzione di volantini del “MOVIMENTO 5 STELLE”, per un totale di 14.526,96 euro nonchè di circa 4.000 euro per affitti sale e iniziative del “MOVIMENTO 5 STELLE”
Tutto questo mentre erano irrisorie le spese per le attività  di supporto all’iniziativa ISTITUZIONALE del gruppo regionale (consulenze, studi, visure)

FONDI ACCANTONATI DALLE INDENNITA’ ISTITUZIONALI

Il “MOVIMENTO 5 STELLE” ha poi utilizzo di fondi derivanti dall’accantonamento delle indennità  dei Consiglieri Regionali.
Nel caso in esame, relativo all’EMILIA-ROMAGNA, si può quindi acquisire che tali fondi vengono gestiti su conti correnti non intestati al “MOVIMENTO 5 STELLE” bensì ai Consiglieri Regionali FAVIA e DEFRANCESCHI (ora al solo Andrea DEFRANCESCHI, a seguito dell’espulsione di Giovanni FAVIA dal M5S).
Tali fondi vengono utilizzati per FINANZIARE attività  politiche ed elettorali del “MOVIMENTO 5 STELLE” in diverse città  d’Italia, come già  avvenuto nel 2011, ad esempio, per le spese della LISTA 5 STELLE — BEPPE GRILLO al COMUNE DI SAVONA.
Anche in questo caso la fonte dei dati è lo stesso “MOVIMENTO 5 STELLE”
Questi dati sono relativi al periodo che va dalla elezione del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna sino al 31 dicembre 2012.
In questo caso apprendiamo che:
a) sono state effettuate da FAVIA e DEFRANCESCHI (in quanto i conti correnti sono a loro intestati, non quindi del “MOVIMENTO 5 STELLE”) elargizioni liberali per 24.674,40 per le campagne elettorali di liste del “MOVIMENTO 5 STELLE”
b) 137.959,33 euro spesi per le “ USCITE PER SPESE PERMESSE DALL’ASSEMBLEA REGIONALE M5S ”, ovvero spese per il “MOVIMENTO 5 STELLE” effettuate dai conti di FAVIA e DEFRANCESCHI.
Nel dettaglio da loro stessi indicato si legge ad esempio: Copertura spese campagna elettorale regionale 2010 .
Il tavolo tecnico, prima di sciogliersi, ha lasciato la possibilità  al budget extrastipendio di coprire spese legate alla campagna elettorale per le regionali del 2010.
4.790,63 Spese extra gruppo
Sono le spese necessarie, ma che per motivi tecnici-legali non sono pagabili dal gruppo assembleare. In questo caso si è trattato delle fatture telefoniche ed internet mobile, che hanno potuto essere intestate al gruppo assembleare solo a fine 2010.
1.824,33 Acquisto materiale e spese Woodstock a Cesena 2010   pettorine 1.218,00   sacchetti 181,13   pubblicità  radio dell’evento 4.405,16 materiale di consumo 282,90 utilizzo attrezzature 241,02
6.328,21 Elargizioni liberali per la campagna elettorale 2011
L’assemblea degli eletti nel mese di febbraio 2011, ha concordato di sostenere i rimborsi delle spese base.Arezzo 1.000,00 Bologna 2.340,00 Cagliari 1.000,00 Castellarano RE 190,00 Cento FE 800,00 Cesenatico FC 900,00 Codigoro FE 500,00 Finale Emilia MO 290,00 Grosseto 1.000,00 Napoli 2.200,00 Ravenna 1.960,00 regionali Molise 2.000,00 Rimini 1.781,40 Rottofreno PC 625,00 Rovigo 1.000,00 Sala Baganza PR 540,00 Salerno 1.000,00 Salsomaggiore PR 420,00 San Martino in Rio RE 153,00 Savona 1.000,00 Siena 1.000,00 Tresigallo FE 475,00 Trieste 1.000,00 Varese 1.000,00 Vigarano Mainarda FE 500,00
Appare del tutto evidente anche da questo ultimo dato che il “MOVIMENTO 5 STELLE”, struttura facente capo a Giuseppe “Beppe” GRILLO, abbia avuto negli anni precedenti alla costituzione formale (dicembre 2012) in uso fondi in entrata ed in uscita senza che venissero iscritti in alcun BILANCIO e senza che avessero una qualsivoglia ufficiale e formale

TRACCIABILITA’.DONAZIONI, FONDI, CONTI E FATTURE LOCALI

Da un’analisi a campione che abbiamo effettuato, risulta — come abbiamo anticipato – che oltre ai fondi raccolti con le “DONAZIONI” attraverso il BLOG di Giuseppe “Beppe” GRILLO (beppegrillo.it e sottodomini), come abbiamo anticipato, il “MOVIMENTO 5 STELLE” ha effettuato raccolte fondi in tutto il territorio nazionale attraverso: vendita di gadget (magliette, spille, adesivi, berrettini, felpe, ombrelli, etc); raccolta soldi in contanti; raccolta di donazioni attraverso conti bancari personali; raccolta di donazioni attraverso conti paypal personali e su altri conti online; raccolta di donazioni attraverso tessere postepay personali.
Tutto questo senza che vi fosse una contabilizzazione da parte del “MOVIMENTO 5STELLE”.
Inoltre, come abbiamo visto, lo STATUTO non prevede cariche e organizzazioni locali, e prevede un solo amministratore/tesoriere, ovvero Giuseppe “Beppe” GRILLO.
Anche il REGOLAMENTO INTERNO (ovvero il c.d. “NON-STATUTO non prevede in alcun modo che si possano raccogliere FONDI per conto del MOVIMENTO 5 STELLE se non attraverso il BLOG.
Pertanto appare evidente che i fondi raccolti (sia prima della costituzione formale del “MOVIMENTO 5 STELLE” – dicembre 2012 – sia successivamente, risultino fuori da ogni
TRACCIABILITA’) risultano versamenti (in contanti o con bonifici e versamenti online) tra privati, quando invece erano fondi in ENTRATA del “MOVIMENTO 5 STELLE”.
Ciò, soprattutto dalla data di costituzione del “MOVIMENTO 5 STELLE” rappresenta una sorta di MOVIMENTAZIONE DI DENARO IN NERO in quanto priva di contabilizzazione da parte del “MOVIMENTO 5 STELLE” che, con ogni evidenza, era il soggetto a cui chi versava/donava fondi intendeva destinare il proprio denaro.
A titolo di esempio si può infatti acquisire i seguenti dati, reperibili online:CONTI PAYPAL su cui vengono raccolte le “donazioni” locali sono intestati a persone (come si evince dagli indirizzi e-mail) e non al “MOVIMENTO 5 STELLE”, pur venendo indicati nominativi “territoriali” (o anche sorte di “segreterie”) che, come abbiamo visto dallo STATUTO, non sono previsti in alcuna forma.
Estremamente esplicativo è il caso della città  di Genova.
In questo caso sul modulo paypal viene indicato “Movimento 5 stelle di Genova ma in realtà  a gestire la contabilità  (così come la carta postepay dove effettuare i versamenti è Paolo BOTTARO ( “Donazioni ricevute Online: a tal fine sono a disposizione Una Carta Postepay dedicata esclusivamente al M5S Ge intestata a Paolo Bottaro e un conto Paypal. Entrambi hanno un limite massimo di € 2.500.L’attuale responsabile è Paolo Bottaro”)
In Campania appare poi dalla pubblicazione del MOVIMENTO 5 STELLE che vi siano anche un paypal ed un conto corrente bancario gestiti a livello regionale su cui sono stati raccolti, tra l’altro, i fondi per coprire le spese delle tappe campane dello “TSUNAMI TOUR”
Anche in questo caso, quindi, si ha conferma che il “RENDICONTO” pubblicato da GRILLO sullo “TSUNAMI TOUR” è falso, in quanto non indica il complesso delle donazioni ricevute dal “MOVIMENTO 5 STELLE” (come quelle raccolte, non si sa su quali conti) e non indica le spese sostenute dal “MOVIMENTO 5 STELLE” che, ad esempio, in Campania qualcuno ha però pagato.
Allo stesso modo avviene per i conti correnti bancari o bancoPosta , anche perchè nessuno può aprire un conto corrente bancario a nome di un associazione (sia essa riconosciuta che non riconosciuta) se non ne è il Legale Rappresentante.
Quindi, anche in questo caso, i diversi conti correnti aperti da singole persone, per raccogliere fondi e gestire le spese locali del “MOVIMENTO 5 STELLE” rendono impossibile la TRACCIABILITA’ dei fondi in entrata ed uscita utilizzati dal “MOVIMENTO 5 STELLE”.
Su questa tipologia di gestione vi sono conti intestati ai consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna (Favia e DeFrancesci inizialmente e poi al solo DeFranceschi), ovvero un conto corrente bancario intestato a due persone, utilizzato però per fondi del “MOVIMENTO 5 STELLE”, principalmente per finanziare campagne elettorali di liste locali, in Emilia-Romagna e fuori da tale regione.
Nello specifico si tratta dei conti:
Conto BancoPosta 4089184 – IBAN IT95R0760102400000004089284 — DeFranceschi
Conto BancoPosta 3854485 – IBAN IT59W0760102400000003854485 – Favia
Vi è poi analogo conto gestito dai consiglieri regionali del Piemonte.
In questo caso il conto risulterebbe intestato a “ PROGETTI A 5 STELLE PIEMONTE”, ovvero ad un associazione diversa dal “MOVIMENTO 5 STELLE” ma che gestisce entrate e uscite per il “MOVIMENTO 5 STELLE”, a partire dalle spese elettorali per le liste alle elezioni amministrative.
Nello specifico si tratta del conto corrente: Conto Banca Popolare Etica, filiale di Torino – IT 30 S 0501801 00000 00001 51700 “PROGETTO 5 STELLE PIEMONTE”
A titolo di esempio si indica anche il caso di Genova, ove, come è chiaramente indicato dallo stesso sito del “MOVIMENTO 5 STELLE” di Genova, sulla piattaforma del sito di Giuseppe “Beppe” GRILLO, il PostePay è intestato NON al “MOVIMENTO 5 STELLE” e non al Legale Rappresentante nonchè Amministratore (ovvero Giuseppe “Beppe” GRILLO), ma a Paolo BOTTARO.
Nello specifico trattasi della carta n° 4023 6006 0606 6290 — BOTTARO
Con tale tipo di gestione fuori da ogni logica contabile di un unico soggetto (il “MOVIMENTO 5 STELLE”) vi sono, oltre alle operazioni in ENTRATA, anche le operazioni in USCITA.
Se i fondi sono gestiti da privati cittadini, un cittadino versa fondi per il “MOVIMENTO 5 STELLE” ma in realtà  questi finiscono a persone singole o altre associazioni che non sono il “MOVIMENTO 5 STELLE” e gli acquisti sono effettuati da questi, con beni fatturati a queste singole persone o associazioni diversi dal “MOVIMENTO 5 STELLE” che, infatti, non contabilizza.
Tale gestione non permette nemmeno un controllo interno, oltre alla trasparenza, e impedirebbe di verificare eventuali distrazioni di fondi, in quanto, essendo conti “privati” il “MOVIMENTO 5 STELLE” non ha alcun titolo a rivenderne l’utilizzo.
Si tenga inoltre presente che tale pratica viene seguita stabilmente, in modo sistematico, anche quando i soggetti che gestiscono tali conti e fondi, in entrata ed in uscita (ivi comprese le intestazioni delle fatture), non sono “COMMITTENTI ELETTORALI” di candidati o liste elettorali

CONSISTENZA DEI FONDI NON CONTABILIZZATI DAL “M5S
”

Il volume delle movimentazioni effettuate con tale meccanismo, fuori dalla contabilità  del“MOVIMENTO 5 STELLE”, pur essendo del “MOVIMENTO 5 STELLE”, rendendo impossibile una tracciabilità  dei fondi in entrata ed uscita del secondo partito italiano, è certamente notevole.
Inoltre, occorre tenere fermo il fatto che i gruppi locali non indicano sistematicamente le loro entrate (così come le loro uscite), come si è visto nel caso di Savona e, certamente, vista l’assoluta irregolarità  della gestione contabile, non si può escludere che vi siano fondi completamente non contabilizzati in alcuna sede.
In assenza di una tracciabilità  dei fondi in entrata ed uscita, nella completa “anarchia” di raccolte fondi (in contanti, con vendita gadget, su variegate postepay o con conti paypal, bancari o postali, effettuati da singole persone), chi può accertare e quindi certificare quali siano le reali entrate?
E, quindi, le origini, così come le destinazioni finali, di tali fondi non tracciati e tracciabili?

INTROITI BLOG (ORGANO UFFICIALE DEL M5S)

Oltre a quanto sin qui esposto e documentato, vi è poi il capitolo relativo alle entrate sconosciute nell’ammontare e nella destinazione, derivanti dal blog di Giuseppe “Beppe GRILLO.
Attraverso lo stesso, che è l’unico organo ufficiale (l’equivalente del “giornale di partito”) del“MOVIMENTO 5 STELLE” , vengono raccolti fondi attraverso la pubblicità , nonchè con la vendita di DVD relativi alle iniziative promosse dal Presidente del “MOVIMENTO 5 STELLE”.
In merito al punto relativo alle entrate derivanti dalla PUBBLICITA’, non esiste un dato certo.
L’unico elemento sicuro è che tali introiti aumentano di valore con l’aumento delle connessioni al server su cui poggia il sito di GRILLO e del “MOVIMENTO 5 STELLE”.
E evidente che i “giornali di partito” devono redigere Bilanci e devono tenere una contabilità  che mette in evidenza anche la tracciabilità  delle entrate derivanti da inserzioni pubblicitarie.
Nel caso del BLOG tale contabilità  e tracciabilità , invece, resta completamente ignota.
Nonostante ripetute richieste pubbliche di chiarimento (non ultima la trasmissione REPORT del 19.05.2013), Giuseppe “Beppe” GRILLO ha sempre evitato di fornire dati e risposte in merito, eludendo le domande poste.
Allo stesso modo ha eluso anche tali domande il “gestore” del BLOG di GRILLO e del “MOVIMENTO 5 STELLE”, ovvero CASALEGGIO Gianroberto della “CASELEGGIO ASSOCIATI”.
Unica risposta fornita alla questione posta da REPORT è stata che la CASELEGGIO ASSOCIATI sarebbe in perdita e che deposita regolarmente i BILANCI presso la CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO
Tralasciando che non è possibile “confondere” il BILANCIO di un’impresa (quale la CASALEGGIO ASSOCIATI) con quello del “MOVIMENTO 5 STELLE” (ovvero anche al suo “organo di informazione ufficiale”, cioè il blog), esaminando il BILANCIO della “CASALEGGIO ASSOCIATI” (il cui più recente, disponibile, è dell’anno 2011) si può ben constatare che non si può trovare, come ovvio, alcun indicazione specifica sulle entrate (derivanti dalla pubblicità  del blog di Grillo e del M5S) ed uscite riguardanti il BLOG di Giuseppe “Beppe” GRILLO, del “MOVIMENTO 5 STELLE” e nemmeno delle vendite dei DVD.
Risulta poi che la “CASALEGGIO ASSOCIATI” in precedenza gestiva a pagamento i blog di Antonio DI PIETRO e dell’ITALIA DEI VALORI.
Tale gestione veniva effettuata dall’impresa a fronte di un pagamento di diverse centinaia di migliaia di euro annuali, versati dall’ ITALIA DEI VALORI attraverso i propri fondi (derivanti essenzialmente dai “rimborsi elettorali”).
Nel momento in cui tale rapporto di lavoro, con tale introito di diverse centinaia di migliaia di euro annui, è venuto meno per la CASALEGGIO ASSOCIATI, è evidente che questa abbia avuto una riduzione di entrate e quindi di utili.
Attualmente però, molteplici spese per la gestione del BLOG di Giuseppe “Beppe” GRILLO e del “MOVIMENTO 5 STELLE”, non saranno più sostenute dalla CASALEGGIO ASSOCIATI in quanto è proprio GRILLO — con il suo staff, ovvero la CASELEGGIO ASSOCIATI — che ha selezionato il personale addetto alla “COMUNICAZIONE” (scrittura comunicati/articoli e realizzazioni video) dei GRUPPI PARLAMENTARI
Con tale operazione, quindi, parte delle spese per la gestione del BLOG saranno coperte con i fondi pubblici destinati alle ATTIVITA’ ISTITUZIONALI dei gruppi parlamentari del “MOVIMENTO 5 STELLE”, comportando una riduzione di costi “privati”.
Appare evidente che da un lato vi è una riduzione di costi per la “produzione” del BLOG (essendo “prodotto” dai gruppi “comunicazioni” dei gruppi Parlamentari, selezionati dal GRILLO), ed in parallelo vi è certamente un aumento delle viste (derivante dalla sovraesposizione del M5S e di Grillo per il ruolo acquisito in Parlamento) sul BLOG e, comunque, sul server facente capo alla CASALEGGIO ASSOCIATI per i siti di GRILLO e del “MOVIMENTO 5 STELLE”, che comportano un aumento del valore delle pubblicità  inserite
Altro strumento utilizzato per aumentare i contatti sul “blog” (e che conseguentemente aumentano i valori degli spazi pubblicitari sul sito) è quella di aver predisposto un’apposita pagina del BLOG “beppegrillo.it” alla c.d. “LA COSA” , che rappresenta il canale video su web, ove trasmette le dirette delle sedute della Camera e del Senato della Repubblica, acquisendo il segnale dai canali web giù attivi e gratuiti dei siti istituzionali della Camera e del Senato, ove vengono trasmesse le dirette da anni.
Inoltre lo stesso Giuseppe “Beppe” GRILLO, attraverso i suoi account twitter e facebook (gestiti direttamente da lui o a suo nome dallo staff, non appare rilevante, oltre che provabile), da quando il “MOVIMENTO 5 STELLE” è presente in Parlamento, pubblica periodicamente post con link del tipo “Siamo in Parlamento per questo…” inserendo i link delle pagine del proprio blog dedicati alla VENDITA dei DVD relativi al “V-DAY” ed al “V-DAY 2”
Anche in questo caso se è lecito che Giuseppe “Beppe” GRILLO utilizzi la visibilità  derivante dalla presenza in Parlamento del “MOVIMENTO 5 STELLE” per promuovere i propri prodotti commerciali, appare però evidente che tali introiti non si comprende se finiscano al “MOVIMENTO 5 STELLE”, o alla sua persona o alla — come appare più probabile – “CASALEGGIO ASSOCIATI”.
In merito agli introiti derivanti dalla PUBBLICITA’ sul sito internet di GRILLO e del “MOVIMENTO 5 STELLE” non esistono, come detto, dati ufficiali — in quanto nè GRILLO nè la CASALEGGIO ASSOCIATI li fornisco -. Esistono solo stime. Tra queste quella effettuata da “IL SOLE 24 ORE”
In questo caso si spiega che il guadagno aumenta con l’aumento del numero di pagine visitate e si indica un’entrata variabile annuale tra i 5 ed i 10 milioni di euro l’anno.
Si deve poi considerare che sul sito del BLOG [sia su quello collegato più specifico relativo al “MOVIMENTO 5 STELLE”, non è indicato — come invece sarebbe d’obbligo per Legge — alcun codice fiscale o partita Iva.
Invece sulla pagina della vendita dei DVD viene indicato Beppegrillo.it – P.I. e C.F. 04215320963”. Questa P.I. e C.F. corrisponde alla CASALEGGIO ASSOCIATI
IL REGOLAMENTO INTERNO (c.d. “NON-STATUTO)

Se l’ATTO COSTITUTIVO e lo STATUTO ufficiali, regolarmente registrati con Atto Notarile non vengono resi pubblici da Giuseppe “Beppe” GRILLO, tanto è vero che non sono mai stati pubblicati nè sul blog nè sulle pagine relative al “MOVIMENTO 5 STELLE”, troviamo pubblicato invece il cosiddetto “NON-STATUTO”, ovvero una sorta di “REGOLAMENTO INTERNO”del “MOVIMENTO 5 STELLE” che, come ovvio, in quanto “Regolamento interno” non dovrebbe (come invece avviene) essere in contrasto con lo STATUTO.
Il “NON-STATUTO” reca la data del 10/12/2009.
In tale documento si legge: “Il “MoVimento 5 Stelle” è una “non Associazione”. Rappresenta una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it.
La “Sede” del “MoVimento 5 Stelle” coincide con l’indirizzo web www.beppegrillo.it.”
Questo primo elemento conferma, quindi che il BLOG “beppegrillo.it” è strumento centrale del “MOVIMENTO 5 STELLE”
Si legge poi l’ art. 6 del NON-STATUTO , titolato “ FINANZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SVOLTE SOTTO IL NOME DEL “MOVIMENTO 5 STELLE ”:
“ Non è previsto il versamento di alcuna quota di adesione al MoVimento. Nell’ambito del blog www.beppegrillo.it potranno essere aperte sottoscrizioni su base volontaria per la raccolta di fondi destinati a finanziare singole iniziative o manifestazioni.” Da questo nuovo punto risulta evidente che vi sia un contrasto netto con lo STATUTO, che invece prevede una quota di iscrizione al “MOVIMENTO 5 STELLE”, che non possono essere raccolti fondi (e quindi gestiti fondi) da terzi, essendo tale funzione limitata esplicitamente al BLOG beppegrillo.it.
Alla luce di questo punto appare evidente che non possano in alcun modo esservi conti correnti, conti paypal o di altra natura online, tessere PostePay.
Non sono previsti dal REGOLAMENTO INTERNO (ovvero dal c.d. “NON- STATUTO) figure di Tesorieri o Gestori di fondi, con il compito di attivare strumenti di raccolta di DONAZIONI o di fondi derivanti da vendite di gadget o altro. Altresì non risulta che possano esistere sorte di strutture o “segreterie”.
Anche lo STATUTO ufficiale non prevede altri Amministratori dei beni e della gestione economica del “MOVIMENTO 5 STELLE” oltre al Presidente.
Avendo poi acquisito il fatto che non esistono (per STATUTO) strutture di controllo interne (non ci sono Garanti o Revisori) ruolo decisivo per il “CONTROLLO” interno del “MOVIMENTO 5 STELLE” spetterebbe agli iscritti.
Ma qui sorge un nuovo problema: una parte di persone si considera iscritta al “MOVIMENTO 5 STELLE” perchè ha adempiuto alle indicazioni del “NON- STATUTO” pubblicate sul blog e sulla collegata piattaforma del “MOVIMENTO 5 STELLE”, ma in realtà  questi non risultano iscritti al “MOVIMENTO 5 STELLE” secondo quanto previsto dallo STATUTO ufficiale e come ancora più evidente dall’ATTO COSTITUTIVO.
Infatti alla data ufficiale costituzione del “MOVIMENTO 5 STELLE” (con il relativo registrato ATTO COSTITITIVO già  citato ed allegato) i cosiddetti “iscritti” attraverso il BLOG e la collegata piattaforma del M5S non risultano in alcun modo, in quanto gli UNICI ISCRITTI certificati sono TRE, ovvero il Giuseppe “Beppe” GRILLO, il nipote Enrico GRILLO ed Enrico Maria NADASI
Risulta quindi evidente l’incongruenza in merito alle iscrizioni al “MOVIMENTO 5 STELLE”, tra lo STATUTO ed il c.d. “NON-STATUTO”.

CONCLUSIONI
Alla luce di quanto evidenziato appare evidente che vi sia una gestione finanziaria da parte del “MOVIMENTO 5 STELLE” assolutamente non conforme alle norme relative alle Associazioni (ivi comprese quelle “non riconosciute”) sia rispetto a quanto previsto, più nello specifico, per i Partiti politici (che, in Italia, sono “associazioni non riconosciute”).
Non vengono rispettate, oltre alle stesse disposizioni interne (derivanti dallo STATUTO e dal REGOLAMENTO INTERNO, il c.d. “NON-STATUTO), le procedure per contabilizzare correttamente le Entrate e le Uscite, rendendo impossibile ogni sorta di tracciabilità  dei fondi derivanti, principalmente da “donazioni” al “MOVIMENTO 5 STELLE”. A parte le Entrate derivanti dalle donazioni raccolte direttamente dal BLOG tutte le altre Entrate, derivanti da donazioni in contanti o sui conti online, bancari o postali intestati a privati cittadini e/o ad associazioni diverse dal “MOVIMENTO 5 STELLE, rappresentano una sorta di “fondo nero” nella disponibilità  del “MOVIMENTO 5 STELLE”. Conseguentemente non vi è nemmeno tracciabilità  delle Uscite, considerando che le spese sostenute con quanto raccolto e depositato su conti correnti, conti online e carte personali (o di altre Associazioni esterne e non costituenti articolazione del “M5S”), vedono fatturazioni a soggetti diversi dal “MOVIMENTO 5 STELLE”.

Casa Della Legalità 
Onlus della Sicurezza Sociale

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CI SONO I TRAM, MANCANO LE ROTAIE: L’ULTIMA FOLLIA DI PALERMO

Maggio 25th, 2013 Riccardo Fucile

DICIOTTO VAGONI GIA’ CONSEGNATI SONO DESTINATI ALLA RUGGINE… BEN 320 MILIONI RISPETTO AI 216 INIZIALI PER REALIZZARE LA LINEA TRAMVIARIA…SI RITIRA IL CONSORZIO CHE SI ERA AGGIUDICATO I LAVORI

Il primo vagone sbarcò al porto il 18 maggio di due anni fa, consegnato con puntualità  dalla sede austriaca del colosso Bombardier.
Accolto come una star da assessore, presidente della società  municipalizzata di trasporti, responsabile tecnico del progetto, dirigenti della società  produttrice e del consorzio vincitore dei lavori del tram.
Mancava solo la banda per accogliere «il primo passo di un sogno» — commentò qualcuno — il vagone pioniere dell’opera ciclopica che avrebbe affrancato Palermo dal primo dei suoi problemi: «Il traffico», come diceva l’autista a Benigni-Johnny Stecchino, eludendo la parola mafia.
Fu portato di notte al deposito, un vagone avveniristico lungo 32 metri e di candore abbacinante che percorreva l’asfalto sgarrupato di Palermo: un’apparizione fugace e surreale da visione felliniana.
Peccato che, dopo due anni dallo sbarco trionfale, quel vagone e gli altri sedici arrivati dopo il primo (costo 21 milioni di euro) stiano ancora a girare in tondo nella pista della grande rimessa nel quartiere di Brancaccio per non arrugginirsi, con i sedili azzurri e le obliteratrici impacchettate.
Le rotaie infatti non ci sono.
E chissà  se ci saranno mai.
Ieri anche il prefetto della città  si è dovuto rassegnare davanti all’addio della Sis, il consorzio che si è aggiudicato l’appalto per le tre linee e che ha scavato il primo buco nel 2006.
«Il Comune ci deve trenta milioni di euro — hanno detto i responsabili — non possiamo andare avanti un solo giorno in più».
Così oggi i 130 operai saranno licenziati (e ce ne sono altri 170 nell’indotto) e i cantieri si fermeranno fino a data da destinarsi, in un pasticcio burocratico kafkiano che si aggroviglierà  ancora di più intorno a un contenzioso inevitabile.
Il tram da sogno diventa così un incubo, a rischio di trasformarsi nella più grande incompiuta della storia del Paese.
Mezza Palermo è sventrata, la prima linea pronta al 70 per cento, 133 milioni sono stati già  spesi, oltre al costo dei vagoni: totale 154.
E i desperados delle periferie, imbottigliati in macchina o sugli autobus mediorientali, sono rimasti a sognare i quindici chilometri di linea, le quaranta fermate (una ogni quattrocento metri), le corsie separate dal traffico urbano, i vagoni antivibrazione con 250 posti di cui sessanta a sedere, le informazioni a bordo con l’audio e i display.
La prima linea prometteva venti minuti da Brancaccio alla stazione Notarbartolo, un percorso che oggi si compie in almeno un’ora.
E dire che il primo passeggero sarebbe dovuto salire a bordo un mese fa. Mentre la terza e ultima linea avrebbe dovuto essere completata nel 2014.
Tutta colpa di una maxi-variante in corso di progetto: 89 milioni che hanno fatto lievitare il costo complessivo da 216 a 320 milioni.
Soldi stanziati dallo Stato, dalla Regione con fondi europei e in piccola parte dalla società  di trasporto urbano, l’Amat.
Ci si è accorti a lavori avviati di una serie di cosucce da fare, come raddoppiare il ponte sul fiume Oreto, consolidare il terreno sotto un deposito a rischio geologico, espropriare una serie di terreni. Robetta.
Il Comune e l’Amat hanno concesso alla ditta la variante sulla parola ma l’altro giorno, ohibò, ci si è accorti in prefettura che il super-aggravio di costi non è stato ancora neanche autorizzato dalla Corte dei Conti.
La Regione si è dimenticata di trasmettere le carte a Roma, il Comune non ha più seguito l’iter, nel frattempo il presidente dell’Amat ha lasciato il suo posto candidandosi (infruttuosamente) alle elezioni politiche.
Così il consorzio, che finora ha continuato a lavorare emettendo fatture su fatture, adesso ha detto basta.
Il Comune ha tentato di convincere le imprese a restare promettendo cinque milioni subito e gli altri entro due mesi.
Ma quel subito non si è tradotto neanche in un euro.
Da lì l’addio, a partire da oggi, giorno della scadenza del contratto fra l’amministrazione e il consorzio. «Senza contratto scadono anche le coperture assicurative: dobbiamo fermarci», spiegano i responsabili della società , consapevoli che il cantiere diventerà  adesso terra di conquista in una città  dove anche un bullone incustodito è a rischio. I vagoni del tram, in compenso, sono al sicuro.
Anche se adesso non ci sarà  più nessuno a farli girare in tondo in deposito a dieci chilometri orari. Due vetture alla volta, telecomandate.
Ma il gioco è finito.

Laura Anello

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GLI ITALIANI NON HANNO PIU’ SOLDI PER PAGARE: DEBITI NON ONORATI PER 34 MILIARDI

Maggio 24th, 2013 Riccardo Fucile

SOLO LE BOLLETTE DI ACQUA, LUCE E GAS NON PAGATE VALGONO 14,6 MILIARDI… TORNANO LE CAMBIALI E SALE IL RISCHIO STROZZINI

Gli italiani sono sempre più in rosso e non pagano più.
Nel cassetto finiscono la rata del mutuo o l’affitto ma anche le bollette per beni di prima necessità  come acqua, luce e gas.
Tanto che in due anni la montagna degli insoluti è praticamente raddoppiata e nel 2012 ha raggiunto quota 34 miliardi di euro.
Il peggio, poi, è che le previsioni per quest’anno sono di un ulteriore balzo in avanti delle pratiche affidate al recupero crediti (+6-8%).
Tra le regioni più indebitate Sicilia, Campania, Lombardia, Lazio e Puglia. E tornano in gran voga le famigerate cambiali.
A fotografare l’Italia del debito non pagato sono i dati diffusi oggi dall’Unirec, l’associazione che riunisce le principali società  di recupero crediti, circa 200 che corrispondono al 90% del settore.
E non portano buone notizie, tutt’altro.
Gli agenti delle società  di recupero, dice il Rapporto 2013 (scarica), hanno ormai tra le mani 3 milioni di pratiche al mese relative a debiti non pagati da famiglie e imprese che faticano sempre di più a onorare le proprie obbligazioni e rimborsare i prestiti contratti, in una situazione che assume sempre più i contorni dell’emergenza sociale. Veniamo ai numeri.
L’ammontare di crediti scaduti e non pagati affidati alle aziende di riscossione è salito a 35 milioni di pratiche affidate, due in più rispetto al 2011 che equivale a un balzo del 6%.
L’ammontare dei sospesi nei confronti di banche, finanziarie e multiutilities ha raggiunto quota 34 miliardi (33,7 per l’esattezza), con un incremento nell’ultimo anno del 17% e addirittura del 48% rispetto al 2010, quando la quota debito era pari 23 miliardi.
In pratica nel giro di due anni, gli ultimi, la montagna dei debiti è raddoppiata.
Le pratiche relative alle sole famiglie sono 29 milioni, pari a 24 miliardi di euro.
La composizione indica in 25,4 miliardi le pendenze con il settore bancario e finanziario relative a rate di prestiti, acquisto di beni di largo consumo, rate di mutui, scoperti bancari, certe di credito revolving e canoni leasing.
Bollette insolute per beni di prima necessità  come luce, acqua, gas e telefono pesano per 14,6 miliardi.
A questa situazione, di per sè allarmante, va aggiunto il dato che segnala un mutamento significativo, anche dal punto di vista del costume sociale, del forte ritorno all’uso delle cambiali.
Il loro numero è aumentato del 5% rispetto al 2011 e, addirittura, del 44% rispetto al 2009, mentre il loro ammontare complessivo ha fatto registrare un +2% rispetto al 2011 e un +17% rispetto al 2009.
Anche i protesti sono in crescita da ormai 5 trimestri consecutivi.
Quanto alla distruzioni, i più indebitati d’Italia sono i lombardi (13%), i laziali (8%), mentre le regioni più “virtuose” sono la Basilicata, Molise e Trentino.
“Un dato che, ovviamente, risente dell’entità  della popolazione dei territori, anche se — nelle aree più critiche e nelle regioni con situazioni socio-economiche più difficili — si rileva un tasso di recupero dei crediti decisamente minore”, dice il Rapporto che chiude con una previsione ancor più fosca: i volumi da recuperare il prossimo anno potrebbero salire di un altro 10%.
L’ultima cattiva notizia è che, nonostante l’aumento dei crediti insoluti, le previsioni di incasso dei recuperatori professionali sono negative: aumenta cioè il differenziale tra affidamenti ed effettivi recuperi (-11%).
E questo è un bel problema.
Il rischio è infatti di rendere più aggresive le azioni di recupero, con modalità  e approcci che violano il codice della Privacy e integrano reati fino all’estorsione. In altre parole l’agente della riscossione che ha poco da perdere sfila i guanti di velluto e inizia a tempestare il debitore di telefonate, visite domiciliari, magari minacce di pignoramento senza neppure un’ingiunzione in corso.
Sul punto, già  al centro di polemiche, il presidente di Unirec Gianni Amprino fornisce alcune rassicurazioni. “Il circuito della agenzie aderenti all’associazione è composto di circa 200 società  che corrispondono al 90% dell’attività  di recupero. Tutte operano con regolare licenza rilasciata dal Ministero tramite le prefetture, sono vigilate dalla Banca d’Italia e collegate alle associazioni dei consumatori con le quali è in corso da tempo una proficua e continua collaborazione, proprio per evitare abusi. Anzi, noi siamo i primi a chiedere ai debitori di segnalarci eventuali comportamenti non corretti. Magari al numero verde 800171019 che abbiamo appositamente allestito”. Ma gli operatori del recupero credito sono un migliaio, moltissime le Srl che non hanno aderito all’associazione di Confindustria e tuttavia operano nel mercato della tutela del credito.
E qui il rischio che la riscossione travalichi la misura si fa altissimo.

Thomas Mackinson
(da “il Fatto Quotidiano“)

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AMNESTY INTERNATIONAL: “IN ITALIA PROGRESSIVA EROSIONE DEI DIRITTI UMANI”

Maggio 24th, 2013 Riccardo Fucile

“UNA SITUAZIONE CON MOLTE OMBRE” E CITA LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, LE POLITICHE SUGLI IMMIGRATI, L’OMOFOBIA

“Una progressiva erosione dei diritti umani, ritardi e vuoti legislativi non colmati, violazioni costanti e forse in aumento”. E’ questa la fotografia dell’Italia che emerge dal rapporto 2013 di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani nel mondo.
Un rapporto che non risparmia critiche alla politica italiana e che registra nel 2012 “una situazione con molte ombre”: dalla violenza contro le donne al mancato inserimento del reato di tortura nel codice penale fino al nuovo accordo per il controllo dell’immigrazione sottoscritto con la Libia.
Migranti.
Proprio questa intesa – firmata il 3 aprile del 2012 dal ministro Anna Maria Cancellieri e dal suo omologo libico – secondo il presidente di Amnesty International Italia, Antonio Marchesi, “rischia di mettere a repentaglio la vita e l’incolumità  di migranti e richiedenti asilo”, ricalcando il testo firmato nel 2008 con l’allora leader di Tripoli Muammar Gheddafi. Amnesty chiede perciò la “sospensione” di un accordo che, secondo l’organizzazione, è stata peraltro siglato “senza trasparenza”.
Nel 2012, sottolinea ancora il rapporto, le condizioni dei Centri di identificazione ed espulsione “sono state ben al di sotto degli standard internazionali” e “le tutele legali per il rimpatrio dei migranti irregolari sono state violate in molte occasioni”. Sistematicamente, le autorità  non hanno protetto i diritti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti che hanno continuato a vivere in condizioni difficili e d’indigenza, inducendo i tribunali di alcuni paesi dell’Eu a bloccare il loro rinvio in Italia, secondo quanto stabilito dal regolamento Dublino II.
La presenza del reato di clandestinità  e le “continue violazioni” dei diritti dei rom sono altri due nodi evidenziati nel documento, che rimarca una “contraddizione” del governo di Mario Monti: l’approvazione della ‘Strategia nazionale d’inclusione dei rom’ da un lato, e, dall’altro, il ricorso presentato nello stesso periodo contro il Consiglio di Stato che dichiarava illegittima la cosiddetta ‘emergenza nomadi’ in vigore dal 2008.
La Cassazione, lo scorso 2 maggio, ha confermato il verdetto del Consiglio di Stato ma, nel frattempo, le autorità  di Roma hanno continuato ad applicare il ‘Piano nomadi’, provocando sgomberi forzati e il reinsediamento di molti rom “in campi segregati”, è la denuncia di Amnesty.
Violenza sulle donne e omofobia.
Il rapporto si concentra quindi sui casi di omofobia e sulla “diffusa” violenza contro le donne (con 122 casi di omicidio nel 2012), oltre che sugli “ostacoli incontrati da chi chiede giustizia per coloro che sono morti mentre si trovavano nelle mani di agenti dello Stato o sono stati torturati o maltrattati in custodia” e sulla “stigmatizzazione pubblica sempre più accesa di chi è diverso dalla maggioranza per colore della pelle o origine etnica”.
Il “pacchetto riforme”.
Infine Amnesty rilancia l’agenda in dieci punti per i diritti umani in Italia, che punta ad eliminare le criticità  emerse e che è stato proposto da Amnesty a tutti i candidati alle ultime elezioni.
I leader delle forze politiche che poi hanno dato vita al governo e 117 parlamentari hanno firmato il pacchetto.
E ora Marchesi lancia un monito all’esecutivo: “E’ più che mai giunto il momento di fare riforme serie nel campo dei diritti umani. Non ci sono alibi. Non regge quello della crisi, ammesso che considerazioni economiche possano valere a fronte della necessità  di proteggere valori fondamentali.
Anche le violazioni dei diritti umani costano, e spesso di più della loro tutela. Nè rappresenta un’obiezione valida la presunta limitazione dell’agenda del governo.
Il Parlamento è stato eletto e il governo è in carica: entrambi sono tenuti a svolgere le rispettive funzioni nell’interesse generale e a garantire l’attuazione delle convenzioni internazionali che il nostro Paese si è impegnato a rispettare”.

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ROMA, LA BATTAGLIA CON SILENZIATORE PER LA CAPITALE DELLA PARTITOCRAZIA

Maggio 24th, 2013 Riccardo Fucile

CLIENTELISMO, GLI SCHELETRI NELL’ARMADIO RENDONO TIMIDE DESTRA E SINISTRA

In queste ore percorrendo lo stradone simbolo della periferia romana, l’interminabile viale Palmiro Togliatti, si può godere un piano-sequenza eloquente: un fiorire di manifesti con facce di candidati al Consiglio comunale che si limitano a consigliare l’elettore («Vota per…»), evitando però di esporsi con i fantasiosi slogan di una volta.
In questa striscia di facce anonime spunta – ma molto raramente – anche il viso del principale sfidante del sindaco Alemanno, il chirurgo del Pd Ignazio Marino.
Un manifesto che sembra un fumetto. Lui sorride e tiene un cartello scritto a mano: «Quello che fa un sindaco».
Una campagna elettorale così civile, quella del «marziano» Marino, da rischiare l’invisibilità ?
Sostiene la romanissima Flavia Perina, già  direttrice del «Secolo d’Italia», oggi lontana da tutte le fazioni: «È la campagna elettorale più triste del mondo, Roma ha paura di prendere posizione, si barcamena».
Curioso: se le campagne elettorali sono l’occasione per sviscerare problemi e futuro di una città , in queste settimane l’opposizione ha quasi rimosso l’eredità  più ingombrante del sindaco uscente: la caterva di assunzioni clientelari, roba mai vista prima, che un anno fa sembravano condannare Alemanno ad una sicura sconfitta.
Sostiene Corrado Bernardo, sanguigno ex assessore democristiano delle giunte di pentapartito, uno dei massimi conoscitori della Roma politica degli ultimi 40 anni: «Il Pd è reticente sulla gestione Alemanno perchè non può permettersi crociate moraliste e teme rappresaglie: le precedenti giunte di sinistra non erano state da meno, quantomeno nei metodi. La verità  è che Roma è l’unica città  dove i partiti contano ancora tantissimo, sono loro i veri poteri forti!».
Roma, ultima roccaforte della partitocrazia è una chiave di lettura confermata da dati incontrovertibili: nella capitale sono talmente tanti i santuari pubblici e parapubblici che la spintarella politica per centinaia di migliaia di persone è stata – e in parte resta – decisiva per avere un posto al sole, in retrovia, precario che può diventare stabile.
E non soltanto in Comune, Regione e Provincia. Ma anche in tutti i ministeri. Alla Camera e al Senato. Alla Rai e al Coni. A Cinecittà  e nelle Asl. Nelle scassate ma accoglienti municipalizzate. Negli ospedali. Nelle Autorithy. Nelle tre Università . All’Auditorium.
E la mano pubblica è decisiva nelle continue «revisioni» che accompagnano l’unica, grande opera faraonica in realizzazione a Roma: la linea C della metropolitana.
Dal 1976 al 2006, in un arco temporale durato un trentennio (va escluso l’intervallo 1985-1993 delle giunte pentapartito), Roma è stata governata dalla sinistra con sindaci memorabili per diverse ragioni come Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli e poi dai sindaci progressisti della Seconda Repubblica, sui quali è lusinghiero il giudizio di uno storico indipendente come Vittorio Vidotto che nel suo «Roma contemporanea» per Laterza ha dato conto del «nuovo orgoglio cittadino per una città  che appare più ordinata e più efficiente grazie alla buona amministrazione» delle giunte di Walter Veltroni e, in particolare, di Francesco Rutelli.
Anni di buona amministrazione, grazie anche alla sapiente regia di un politico-intellettuale come Goffredo Bettini, ma anche anni nei quali la sinistra romana post-comunista (alleata con l’ala più pragmatica dell’ambientalismo) ha costruito un solido sistema di potere.
Simboliche sono diventate le feste indette da Bettini per i suoi compleanni, alle quali sono puntualmente invitati quelli che considera suoi amici, a cominciare da Gianni Letta e dall’ingegner Francesco Gaetano Caltagirone, di gran lunga il più forte imprenditore romano.
Bettini nuovo Andreotti della politica romana? «Lavoro e vivo in 15 metri quadri, stanza da pranzo studio e salotto sono in un unico spazio: questo è il mio apparato, non ho incarichi».
Tutto vero.
Ma in 21 anni di potere la sinistra ha fatte le sue clientele.
Nell’amato mondo della cultura e in quello delle municipalizzate. Con vicende grottesche.
Come quando l’Ama (l’azienda che fatica a garantire la pulizia di Roma) pensò di proporsi in un Paese come il Senegal. Una figuraccia: il consiglio dei ministri di Dakar accusò addirittura la società  capitolina di aver favorito un’epidemia di colera, lamentando il mancato pagamento degli stipendi a centinaia di lavoratori africani e la scomparsa di tanti soldi per finire una discarica. Al di là  delle esorbitanti accuse senegalesi l’esito – come ha scritto il procuratore della Corte dei Conti Ivan De Musso – «è stato fallimentare, con ingenti danni cumulati, con pesante accollo al Comune di Roma».
Certo, nei cinque anni di Alemanno, la gestione della macchina comunale si è rivelata memorabile.
Inchieste sono state aperte su ben 850 assunzioni sospette all’Atac, l’azienda dei trasporti e non sono stati fortunati presidenti e ad dell’Ama: Stefano Andrini, un ex camerata, è stato costretto a dimettersi perchè coinvolto in un’inchiesta sui voti della ‘ndrangheta, mentre Franco Panzironi è a giudizio perchè avrebbe pilotato 841 assunzioni.
Ma se l’Atac (dice la Corte dei Conti) è sull’orlo della bancarotta e l’Ama non sta bene, la malagestione non può che avere una storia lunga e in questo senso ha buoni argomenti Alfio Marchini, 48 anni, imprenditore, il terzo incomodo nella corsa al Campidoglio: «Come si fa a pensare che la situazione delle municipalizzate e gli enormi problemi di questa città  siano responsabilità  del solo Alemanno, che comunque resta il peggior sindaco di sempre?».
Un episodio esemplare. Pochi giorni fa il Comune ha rinnovato i vertici dell’Atac, confermando presidente e ad, ma indicando nel Cda tre dipendenti pubblici, rimovibili dalla futura amministrazione.
L’ennesimo scambio con la sinistra, «chiamata» a non infierire sul clientelismo? In campagna elettorale l’unico a denunciare, attento ad argomentare, una sorta di equivalenza destra-sinistra è stato il candidato sindaco del Cinque Stelle, Marcello De Vito, un avvocato specializzato in appalti pubblici.
Tra Alemanno e Marino, impegnati nei comizi finali a fianco di Berlusconi ed Epifani, non mancheranno fuochi d’artificio e accuse reciproche, che non cambieranno il senso di una battaglia.
Condotta col «silenziatore», da entrambi i fronti.

Fabio Martini
(da “La Stampa”)

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O ROMA O M(A)RTE: QUATTRO CANDIDATI RIESCONO A METTERE INSIEME MENO DI 25.000 ROMANI

Maggio 24th, 2013 Riccardo Fucile

FLOP DI GRILLO (10.000 PRESENZE), ALEMANNO E MARINO (3.500 A TESTA), VA MEGLIO MARCHINI (7.000)… PIAZZE SEMIVUOTE PER I TRE MAGGIORI CANDIDATI

Circa 10mila persone si sono radunate in piazza del Popolo per ascoltare l’intervento di Beppe Grillo a sostegno del candidato sindaco del M5S Marcello De Vito.
Solo 3mila al Colosseo, dove Gianni Alemanno ha tenuto il comizio di chiusura della campagna elettorale assieme a Silvio Berlusconi.
Piazza san Giovanni, luogo ‘simbolo’ della sinistra riconquistato da Ignazio Marino, era piena solo a metà .
Alfio Marchini ha invece radunato 7.000 persone al Parco Schuster, nel quartiere San Paolo, grazie anche alla partecipazione di Antonello Venditti.
Ogni candidato aveva organizzato un momento che andasse oltre il tradizionale comizio: spazio per i comici saliti sui palchi prima di politici e gruppi musicali che quasi tutti hanno voluto come supporto per l’ultima giornata.
A sottrarsi a questo rito Alemanno e De Vito, che hanno preferito puntare tutto sui leader dei due schieramenti: Silvio Berlusconi e Beppe Grillo.
Per il resto, festa e passerella per i tanti candidati alle Comunali.
In ognuno dei luoghi scelti per le chiusure sono stati dispiegati centinaia di agenti delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza.
Con uno sciopero dei mezzi pubblici che ha complicato la situazione del traffico.
Marino a San Giovanni.
Il candidato sindaco del centrosinistra Ignazio Marino si “è ripreso” piazza San Giovanni che, a febbraio, anticipò il grande risultato alle Politiche dei 5 Stelle, ma è riuscito a riempirla solo per metà .
La manifestazione è cominciata alle 17.30, con la partecipazione di Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio, e Guglielmo Epifani, neo segretario del Pd. Quest’ultimo, però, non è salito sul palco con il candidato del centrosinistra.
Una scelta precisa per marcare la differenza, fanno sapere dal Pd, con le piazze di Alemanno e De Vito.
Sul palco di San Giovanni, invece, il comico Dario Vergassola ha intervistato Marino intorno alle 20. Prima di lui spazio dedicato anche agli attori, da Giulio Scarpati a Stefania Sandrelli, da Leo Gullotta a Giobbe Covatta, da Max Bruno ad Alessandro Gassman, da Max Paiella a Dado. La scaletta delle esibizioni musicali invece ha previsto Silvia Salemi, Francesco Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso, i Velvet, Stefano Di Battista e Danilo Rea, Nicola Piovani, Grazia Di Michele ed er Piotta.
Alemanno al Colosseo.
Messe da parte le polemiche con la Soprintendenza, invece, Gianni Alemanno ha chiuso la sua campagna elettorale al Colosseo, con un palco allestito vicino all’Arco di Costantino.
Non più di tremila persone hanno preso parte al comizio, e anche l’intervento di Silvio Berlusconi è stato definito “sotto tono”: contrariamente al suo solito, il Cavaliere non ha parlato a braccio ma ha letto un testo dalla prima all’ultima parola.
Ha parlato di “lealtà  al governo Letta”, della necessità  di procedere con le riforme per la crescita e per “modificare l’architettura dello Stato”, con un riferimento diretto alla trasformazione del Paese in una repubblica presidenziale.
Col sindaco in carica, oltre al leader Pdl, anche numerosi esponenti del centrodestra, da Francesco Storace a Giorgia Meloni, da Luciano Ciocchetti alle liste civiche che appoggiano Alemanno.
Marchini a San Paolo.
Preceduto da un lancio di cuori di schiuma (il cuore è infatti il simbolo della sua campagna elettorale), il comizio di Alfio Marchini si è tenuto invece nel popolare quartiere di San Paolo, al parco Schuster.
Circa 7.000 persone vi hanno partecipato, attratte anche dalla presenza del comico Maurizio Battista e del cantante Antonello Venditti,   che si è esibito sul palco dopo il discorso del candidato sindaco, l’unico che negli ultimi giorni viene dato in crescita di consensi, intorno al 13% e molto vicino al candidato Cinquestelle.
De Vito e Grillo a piazza del Popolo.
I 5 Stelle questa volta hanno scelto piazza del Popolo dove intorno alle 21.30 è arrivato Beppe Grillo. Prima di lui, spazio a Marcello De Vito e ai candidati al consiglio comunale.
Circa 10mila persone hanno seguito l’intervento del leader del Movimento, che ha parlato a tutto campo, sfoderando il repertorio completo degli attacchi a tutte le altre forze politiche, senza quasi mai citare Roma (se non in qualche battuta finale) e i temi riguardanti la città . “Abbiamo il 25 per cento, ci hanno messo in un angolo – ha detto fra l’altro – Ma hanno una paura fottuta, perchè andiamo a vedere tutto, i bilanci (anche se forse presto sarà  costretto a mostrare i suoi…n.d.r.)

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