Luglio 23rd, 2015 Riccardo Fucile
UN’ALTRA GRANA PER RENZI. “OMISSIONE DI ATTI OBBLIGATORI DA PARTE DELLA REGIONE”
Non bastava la situazione esplosiva di Roma e la fragilità del suo sindaco Ignazio Marino. 
Non era sufficiente un governo siciliano sull’orlo del collasso e un Rosario Crocetta scaricato da mezzo partito.
Per Matteo Renzi è scoppiata un’altra grana che coinvolge le amministrazioni locali. E ancora una volta mette sotto schiaffo la classe dirigente locale del Partito democratico.
Già , perchè la Corte dei Conti ha chiesto nè più nè meno che lo scioglimento del consiglio regionale dell’Abruzzo per “omissione di atti obbligatori previsti dalla legge e atteggiamenti dilatori”.
Accuse pesantissime – e che arrivano da un soggetto terzo e difficilmente tacciabile di partigianeria politica – che piovono sulle spalle di Luciano D’Alfonso e della sua giunta targata Pd.
I giudici amministrativi accusano l’amministrazione abruzzese di essere ferma con i rendiconti al 2012.
L’Aquila non avrebbe inviato nè la bozza di rendiconto del 2013, nè l’accertamento dei residui al 31 dicembre 2013, nè la bozza di rendiconto per il 2014.
E sia il bilancio del 2013, sia quello del 2014 non sono stati oggetto di procedure di assestamento.
In poche parole, l’Abruzzo, a partire dagli ultimi anni di gestione del centrodestra passando per quelli del centrosinistra, non comunica agli enti preposti quale sia lo stato dei suoi conti.
La Corte dei Conti è durissima:
Sebbene più di una volta sollecitata, con deliberazioni inviate anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Regione Abruzzo non risulta procedere al riallineamento dei conti. Ormai fuori da una tempistica conforme a qualsiasi norma, la medesima ha reiterato una conclamata serie di violazioni di norme in materia, culminante, da ultimo, nella mancata resa del rendiconto dell’esercizio 2013, e di quello 2014, impedendo l’esplicazione di un’attività di parifica, coerente con la ratio della norma, ciò in funzione ausiliare all’Organo legislativo regionale, e funzionale alla emanazione del bilancio di previsione
Una grana non da poco per il premier.
Tanto più che la richiesta dei giudici piomba direttamente sul suo tavolo.
Perchè, a conclusione dell’elenco delle “reiterate e pervicaci violazioni delle norme”, si segnala direttamente “al presidente del Consiglio dei ministri le violazioni dei termini sopra esposti anche ai fini delle valutazioni di competenza ai sensi degli articoli 120 e 126 della Costituzione”. Quest’ultimo dispone “lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge”.
Una situazione, quella dei rovesci della classe dirigente locale, che rischia di diventare la principale spina nel fianco – se già non lo è – per il governo e per Renzi.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Luglio 23rd, 2015 Riccardo Fucile
UN REPORTAGE SULL’INCURIA E L’ABBANDONO DELLA CAPITALE: “IL SINDACO E’ ONESTO, MA LO E’ ABBASTANZA PER FERMARE IL DEGRADO DELLA CITTA’ ETERNA?”
“Il declino di Roma, di nuovo?”. Se lo chiede il New York Times che pubblica sulla prima pagina della versione internazionale del quotidiano americano un servizio, poi ripreso anche dall’edizione newyorkese, sulla capitale e il suo degrado.
Accanto, la grande foto di un vicolo del rione Trastevere, in pieno centro, sommerso dai cartoni e dall’immondizia non raccolta.
Più sotto due “pescatori” tra l’erba alta delle banchine del Tevere.
L’incuria e l’abbandono della città eterna rimbalzano dunque Oltreoceano.
“Le sterpaglie in alcuni parchi sfiorano le ginocchia, i lavoratori della metropolitana, scontenti, hanno rallentano il servizio a passo d’uomo, un incendio ha reso il più importante scalo della città (Fiumicino) caotico e affollato, gli arresti di funzionari pubblici si accumulano rendendo evidenti le infiltrazioni criminali nel governo della città ” scrive nella sua corrispondenza da Roma il Nyt.
“Tutto questo – prosegue il reportage – si aggiunge a quello che i romani chiamano “degrado ” – il degrado dei servizi, degli edifici, della qualità della vita – e alla sensazione generale che la loro antica città , ancora più del solito, stia cadendo a pezzi”.
Tra i sentimenti diffusi tra i cittadini – racconta l’articolo – anche quello che il sindaco di Roma Ignazio Marino non sia la causa di tutti i mali che affliggono la città eterna e sia, anzi, una persona senza macchia.
Interrogato, il primo cittadino si difende: “Sono stato aggressivo fin dall’inizio, in modo clinico. Abbiamo portato le regole: la cosa più importante per me a amministrare la città in modo trasparente”.
Ma, si chiede il New York Times nel titolo, “il sindaco è onesto, lo èsarà abbastanza per fermare il declino della città Eterna?”.
Viola Giannoli
(da “La Repubblica”)
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Luglio 23rd, 2015 Riccardo Fucile
L’INCREDIBILE SPIEGAZIONE DEL COMMISSARIO SUL FLOP DELLE ENTRATE
È tutta colpa del caldo, se non si può sapere quanti sono i visitatori. 
Così almeno prova a spiegarla il commissario Giuseppe Sala.
Davanti alla più autorevole delle platee: nientemeno che il consiglio d’amministrazione di Expo spa.
Martedì 21 luglio, riunione del cda. La presidente Diana Bracco, i tre consiglieri e i tre sindaci ascoltano la relazione dell’amministratore delegato Sala sui nove punti all’ordine del giorno.
Il più “caldo” riguarda “l’andamento ingressi, dopo l’articolo apparso sul Fatto Quotidiano”. Cioè dopo la pubblicazione su questo giornale dei dati dei primi due mesi,di molto inferiori alle dichiarazioni del commissario: 1 milione e 800 mila visitatori in meno di quelli dichiarati da Sala a maggio e giugno.
Almeni il consiglio d’amministrazione può sapere la verità ?
No, risponde di fatto Sala, che inizia una confusa spiegazione sui tornelli bloccati dal Generale Estate. “La polemica del Fatto non mi riguarda” , dice.
Poi spiega che con il caldo estivo i computer collegati ai tornelli vanno in tilt e non registrano più gli ingressi.
E che la calura spesso impedisce anche la lettura elettronica del codice a barre sui ticket nei cellulari.
Non solo: “In alcune fasce orarie”, spiega Sala, “quando le code ai tornelli si allungano, o quando arrivano scolaresche o gruppi numerosi, faccio sospendere l’obliterazione elettronica per rendere più veloci gli ingressi”.
Conclusione: “I presenti non coincidono con i registrati”.
Così nessuno saprà mai quanti sono davvero i visitatori di Expo.
La spiegazione del commissario suona strana per più d’un motivo. Strana la vulnerabilità elettronica dei tornelli (ma come li hanno progettati, visto che sono costati ben 4,8 milioni di euro? Non hanno previsto che d’estate fa caldo?).
Strano che Sala non tenga conto degli ingressi, visto che una parte dei suoi emolumenti è legata ai risultati ottenuti.
Ma ancor più strano e anomalo è il fatto che il commissario si assuma la responsabilità di sospendere il controllo elettronico ai tornelli, impedendo così alla società e ai suoi azionisti (governo,Comune di Milano,Regione Lombardia, Camera di commercio) di avere i numeri esatti degli ingressi e di mantenere un monitoraggio costante dei visitatori anche per ragioni di sicurezza.
Gli altri punti rilevanti dell’ordine del giorno riguardavano l’assemblea nazionale del Pd che si è tenuta sabato 18 luglio nell’auditorium dell’esposizione universale (con polemiche perchè il consiglio d’amministrazione di Expo spa non ne era stato informato); l’avvio di transazioni con aziende che hanno lavorato per il Palazzo Italia (P&I, Nemesi, Castelli, Stylcomp) e che chiedono compensi maggiori di quanto pattuito; i rapporti con Arexpo (la società pubblica proprietaria delle aree ) e le bonifiche dei terreni.
Gianni Barbacetto
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 23rd, 2015 Riccardo Fucile
BERLUSCONI VUOLE PRENDERE LA CITTADINANZA RUSSA E TRASFERIRSI A MOSCA PER FARE IL MINISTRO DELL’ECONOMIA
Ci sarebbero cose molto più serie di cui parlare.
Ma almeno nel cuore torrido dell’estate abbiamo diritto ai nostri cinque minuti di imbecillità .
E fin dai tempi in cui prometteva di abbattere le tasse a livelli lussemburghesi quest’uomo risulta il più straordinario spacciatore di fregnacce in circolazione.
E’ proprio sulla propagazione reiterata e impunita della fregnaccia che egli ha fondato una scuola di pensiero politico destinata, come si vede anche in questi giorni, a sopravvivergli. Berlusconi oligarca russo.
E ministro dell’Economia, per giunta.
Ingaggiato a peso d’oro come Capello, ma con ben altre prospettive di successo. Facile immaginare il programma economico di Silviusko: farsi gli affari propri, attività in cui l’astro nascente del Cremlino eccelle da sempre.
Facilissimo supporre il luogo e l’orario delle riunioni più delicate: la dacia di Putin da mezzanotte in poi, col sottosegretario Apicellav alla chitarra e un adeguato codazzo di giovani economiste monetarie, tra cui la celeberrima Rubly.
Più difficile dare la colpa del fallimento dei suoi piani quinquennali allo strapotere di magistrati e giornalisti, una piaga di cui la Russia si è liberata da tempo.
Gli unici problemi, alla fine, potranno sorgere proprio da Putin.
Il giorno in cui si accorgerà del ruolo che Silviusko gli ha riservato nel nuovo organigramma: vicepresidente.
Massimo Gramellini
(da “La Stampa“)
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