“SCIOGLIETE IL CONSIGLIO REGIONALE ABRUZZESE”: LA RICHIESTA DELLA CORTE DEI CONTI
UN’ALTRA GRANA PER RENZI. “OMISSIONE DI ATTI OBBLIGATORI DA PARTE DELLA REGIONE”
Non bastava la situazione esplosiva di Roma e la fragilità del suo sindaco Ignazio Marino.
Non era sufficiente un governo siciliano sull’orlo del collasso e un Rosario Crocetta scaricato da mezzo partito.
Per Matteo Renzi è scoppiata un’altra grana che coinvolge le amministrazioni locali. E ancora una volta mette sotto schiaffo la classe dirigente locale del Partito democratico.
Già , perchè la Corte dei Conti ha chiesto nè più nè meno che lo scioglimento del consiglio regionale dell’Abruzzo per “omissione di atti obbligatori previsti dalla legge e atteggiamenti dilatori”.
Accuse pesantissime – e che arrivano da un soggetto terzo e difficilmente tacciabile di partigianeria politica – che piovono sulle spalle di Luciano D’Alfonso e della sua giunta targata Pd.
I giudici amministrativi accusano l’amministrazione abruzzese di essere ferma con i rendiconti al 2012.
L’Aquila non avrebbe inviato nè la bozza di rendiconto del 2013, nè l’accertamento dei residui al 31 dicembre 2013, nè la bozza di rendiconto per il 2014.
E sia il bilancio del 2013, sia quello del 2014 non sono stati oggetto di procedure di assestamento.
In poche parole, l’Abruzzo, a partire dagli ultimi anni di gestione del centrodestra passando per quelli del centrosinistra, non comunica agli enti preposti quale sia lo stato dei suoi conti.
La Corte dei Conti è durissima:
Sebbene più di una volta sollecitata, con deliberazioni inviate anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Regione Abruzzo non risulta procedere al riallineamento dei conti. Ormai fuori da una tempistica conforme a qualsiasi norma, la medesima ha reiterato una conclamata serie di violazioni di norme in materia, culminante, da ultimo, nella mancata resa del rendiconto dell’esercizio 2013, e di quello 2014, impedendo l’esplicazione di un’attività di parifica, coerente con la ratio della norma, ciò in funzione ausiliare all’Organo legislativo regionale, e funzionale alla emanazione del bilancio di previsione
Una grana non da poco per il premier.
Tanto più che la richiesta dei giudici piomba direttamente sul suo tavolo.
Perchè, a conclusione dell’elenco delle “reiterate e pervicaci violazioni delle norme”, si segnala direttamente “al presidente del Consiglio dei ministri le violazioni dei termini sopra esposti anche ai fini delle valutazioni di competenza ai sensi degli articoli 120 e 126 della Costituzione”. Quest’ultimo dispone “lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge”.
Una situazione, quella dei rovesci della classe dirigente locale, che rischia di diventare la principale spina nel fianco – se già non lo è – per il governo e per Renzi.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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