Destra di Popolo.net

SIETE MALATI? CAZZI VOSTRI. I PAZIENTI DOVRANNO PAGARE LE VISITE “DI TROPPO”

Luglio 27th, 2015 Riccardo Fucile

DECIDERA’ RENZI SE AVETE BISOGNO DI CURE O MENO, TAGLI PER 10 MILIARDI ALLA SANITA’ SPACCIATI PER “RIORGANIZZAZIONE”… REGIONI IN RIVOLTA: “GLI ITALIANI DOVRANNO PAGARSI LE PRESTAZIONI SANITARIE”

Per quattro volte è mancato il numero legale. Così, come da regolamento, il Senato ha dovuto rimandare a domani l’esame del decreto sugli Enti locali.
Quello, per intenderci, che contiene il primo pacchetto di significativi tagli in materia di sanità  pubblica.
Uno scivolone clamoroso della maggioranza di governo, che ha fatto parlare di “clamorosa dabbenaggine” ad autorevoli esponenti del Partito democratico.
Una situazione facilmente evitabile, ma sottovalutata dagli strateghi d’aula del Nazareno. Oggi si trattava di ascoltare l’esposizione delle due relatrici (Magda Zanoni e Federica Chiavaroli) e procedere ad un unico voto sulle pregiudiziali di costituzionalità .
Una seduta soft, che ha fatto preferire a tanti un più comodo arrivo nella Capitale in serata, se non addirittura domani mattina.
Non tenendo da conto la guerriglia parlamentare del Movimento 5 stelle, che per quattro volte in apertura di seduta ha chiesto la verifica del numero legale.
E per quattro volte l’accertamento ha avuto esito negativo.
L’ultima si è arrivati a un soffio dal via libera: 142 presenti, con una maggioranza necessaria fissata a 144.
“C’è gente che ama molto di più le vacanze il lunedì pomeriggio che il decreto sugli enti locali”, è sbottato un irritatissimo sottosegretario Luciano Pizzetti, abbandonando Palazzo Madama, annunciando per domani la richiesta di fiducia da parte del governo.
La prima trance di 2,3 miliardi di risparmi e conseguenti tagli è stata così rimandata a domani.
Una prima infornata di quella piccola rivoluzione annunciata dal commissario alla revisione della spesa Yoram Gutgeld, fedelissimo di Matteo Renzi, che si sta mettendo a punto in vista della legge di stabilità  del prossimo autunno.
Una “riorganizzazione” che, giurano gli uomini del governo, è volta a rendere più efficiente la macchina e, anzi, ad accompagnare verso un completo risanamento quei sistemi sanitari oggi più in crisi.
Così, in attesa di una riorganizzazione del sistema ospedaliero e di riduzioni delle stazioni appaltanti, la prima trance si muove su binari più tradizionali.
Tutti contenuti in un emendamento del governo presentato e approvato alla fine della scorsa settimana. Che, tra le altre cose, prevede una riduzione del 5% su tutti i contratti in essere con i fornitori del sistema sanitario nazionale.
E soprattutto la riduzione di 2,3 miliardi del finanziamento al Servizio sanitario nazionale.
Ma i primi semi della rivoluzione promessa da Gutgeld si iniziano a intravedere.
E consistono nello stabilire “un’appropriatezza” delle prescrizioni delle visite specialistiche.
Funziona così: secondo il governo, molti medici prescrivono un numero di accertamenti coperti da Ssn di molto eccedenti alle reali necessità  dell’assistito.
La legge prevederà  – tramite un successivo decreto ministeriale – i “confini di conformità  delle prescrizioni”.
Il medico dovrà  dunque specificare nella prescrizione, le condizioni di erogabilità  della prestazione o le indicazioni di appropriatezza prescrittiva previste dal decreto ministeriale.
Se queste non verranno rispettate, saranno “a totale carico dell’assistito”.
In sostanza: ti prescrivono un accertamento che non previsto da tabella ministeriale per la tua patologia (accertata o da accertare)?
Te lo paghi da solo.
Le Regioni sono già  in rivolta. “Oltre alle tasse, gli italiani dovranno pagare le prestazioni sanitarie privatamente”, tuona il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità  Luca Coletto.
Al di là  delle cifre (Colletto parla di “10 miliardi di tagli”, una cifra che il governo continua a ribadire come complessiva, alla quale il comparto sanità  contribuirà  solo in parte), il coordinatore è chiaro: “Non siamo più in grado di poter sopportare tagli orizzontali. Ormai si taglia solo sulla sanità  è un refrain monocorde e monotono. Nella sanità  si è tagliato in passato si continua a tagliare”.
Affermazione, da qualunque lato la si voglia prendere, difficilmente confutabile.

(da “Huffingtonpost“)

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BIANCONI: “VERDINI? UNA SCENEGGIATA STUDIATA A TAVOLINO”

Luglio 27th, 2015 Riccardo Fucile

IL FITTIANO PREVEDE: “NEL 2018 I CINQUESTELLE VINCERANNO LE ELEZIONI”

“La querelle Berlusconi-Verdini? E’ una sceneggiata tosco-lombarda: è un accordo tra i due, un piano precostituito studiato a tavolino. Ma ormai l’alternativa al centrodestra è segnata: duello Pd-M5S. E quelli del Pd hanno fatto male i conti, perchè nel 2018 vinceranno i Cinque stelle. Anche la gente di destra voterà  i Cinque stelle per fare fuori tutti i vecchi politici”.
Lo afferma ai microfoni di Ecg Regione Lazio, su Radio Cusano Campus, il deputato di Conservatori e Riformisti, Maurizio Bianconi.
Il parlamentare ribadisce la sua ricostruzione sul caso Verdini, già  esposto con dovizia di dettagli sul suo profilo facebook: “Berlusconi è interessato in questo momento in maniera prevalente alle sue aziende. Il partito Mediaset è quello che comanda. Ed è un partito che vuole l’accordo con Renzi, perchè è normale che un’azienda voglia andare d’accordo con il governo. E’ ovvio che quello che resta del partito di Berlusconi deve andare verso il governo. Il patto del Nazareno è una trovata di Verdini e interessava tantissimo al partito Mediaset. Verdini ha un rapporto quasi quotidiano da molto tempo con Lotti e con Renzi”.
Ma aggiunge: “A questo punto, però, Forza Italia crolla, perchè la politica sbagliata del patto del Nazareno allontana tutti gli elettori. Berlusconi pensava di contenere lo sfacelo ma non ce la fa, i sondaggi lo danno al 9%, si impaurisce e si mette a fare l’amico di Salvini”.
“Facendo il leghista” — continua — “Berlusconi ottiene un duplice risultato: ottenere uno spazio di centrodestra plausibile e riuscire a racimolare di nuovo qualche consenso. Tuttavia, gli rimane scoperto il rapporto con Renzi, per questo c’è stata la trovata Verdini”.
Bianconi spiega l’acrimonia delle “tre donne” di Berlusconi nei riguardi di Verdini: “La Bergamini, la Pascale e la Rossi non possono vederlo, sono proprio avvelenate da tempo con lui per un gioco di potere. Quando Verdini andava a trovare il Cavaliere, gli diceva: ‘O le fai uscire tutte e tre dalla stanza o sto zitto’. Così Berlusconi coglie la palla al balzo: manda via Verdini ma tramite Verdini mantiene il rapporto con Renzi, tiene tranquille le tre donne, che finiranno per litigare tra loro, e si mantiene vicino a Salvini. Questo fa comodo incredibilmente anche a Renzi, che può esercitare lo spauracchio Verdini sulla sinistra”

(da “il Fatto Quotidiano”)

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LA VIGILESSA AFFITTAVA MINI APPARTAMENTO A 18 BENGALESI

Luglio 27th, 2015 Riccardo Fucile

DENUNCIATA A RIMINI L’AGENTE DELLA POLIZIA STRADALE… DI GIORNO MULTAVA GLI AMBULANTI, SALVO SPECULARE SU DI LORO CON L’ALLOGGIO

Il suo è un mestiere che, tra le altre cose, mette al primo posto la battaglia ai venditori abusivi e di merce contraffatta.
Eppure, proprio a quegli ambulanti che, soprattutto in estate, abitano le spiagge e il lungomare della Romagna una vigilessa aveva affittato il proprio bilocale, ammassando ben 18 persone in pochi metri quadrati.
Nemmeno lo spazio per potersi muovere e respirare.
È successo a Rimini, dove la donna è stata denunciata per aver aperto il proprio mini appartamento di Miramare a un gruppo di origine bengalese, contravvenendo all’ordinanza comunale a contrasto del sovraffollamento negli alloggi e all’abusivismo commerciale. Ma non solo.
A rendere più grave la vicenda è il fatto che già  l’anno scorso l’agente di polizia municipale era stata multata, sempre per aver stipato una decina di stranieri nel proprio alloggio.
Come racconta l’edizione locale del Resto del Carlino, esattamente un anno fa i carabinieri avevano trovato nello stesso appartamento dieci stranieri, in condizioni pessime, tra sporcizia, resti di cibo e borsoni ammassati qua e là .
Oltre alla multa, alla proprietaria era stato ordinato di risistemare il bilocale e renderlo di nuovo vivibile.
Ma la vigilessa, tutt’altro che pentita, aveva deciso contestare il verbale e fare ricorso.
Così quest’anno il copione si è ripetuto, con l’unica differenza che il numero degli inquilini è aumentato: 8 persone in più rispetto all’estate del 2014, sistemate però sempre nelle solite due stanze.
I carabinieri quando sono tornati nel bilocale per fare i controlli hanno trovato 18 bengalesi, stretti in pochi metri quadrati.
Per riuscire a stare tutti in così poco spazio avevano realizzato dei letti a castello matrimoniali, dormendo anche in dieci in un unica stanza.
Ora per la vigilessa impenitente è scattata la denuncia penale.
Ma rischia anche un provvedimento disciplinare e una sospensione dal lavoro per una decina di giorni.

Giulia Zaccariello
(da “il Fatto Quotidiano”)

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L’ITALIANA CHE HA BATTUTO LA MERKEL: “ANCHE I TEDESCHI PAGHERANNO IL PEDAGGIO AUTOSTRADALE”

Luglio 27th, 2015 Riccardo Fucile

PROCEDURA DI INFRAZIONE UE PER LA GERMANIA SULLA LEGGE CHE DISCRIMINAVA GLI STRANIERI

C’è una ragazza a Ercolano che è riuscita a procurare un mal di testa ad Angela Merkel. Ventotto anni, laureata a febbraio in Scienze politiche alla Federico II di Napoli, una tesi sui rapporti tra Italia e San Marino, Annarita Amoroso ha vinto la sua battaglia contro il governo tedesco che, dal prossimo gennaio, proverà  a imporre un pedaggio autostradale solo agli stranieri.
«Ero fresca dell’esame di diritto europeo e ho inoltrato la petizione al Parlamento europeo».
E poi racconta quello che è successo dopo: «E il Parlamento mi ha risposto! Mi hanno comunicato che sarebbe stata immediatamente iscritta a ruolo».
Era già  una bella vittoria.
«Sì, e pensavo sarebbe finita lì. C’erano le elezioni europee a breve e immaginavo che il mio “dossier” sarebbe finito in qualche scatolone nei vari passaggi di consegne».
Sottovaluta la burocrazia europea.
«Può darsi. Sta di fatto che il parlamento nella nuova legislatura ha ritenuto la mia petizione ricevibile e l’ha trasmessa alla Commissione. Quest’ultima a fine giugno ha aperto la procedura di infrazione, come mi avevano annunciato già  a maggio, anche se la legge entrerà  in vigore a gennaio 2016. La Germania aveva due mesi per rispondere, non l’ha ancora fatto, hanno altri quindici giorni».
E se i tedeschi dovessero opporsi?
«Allora si arriverà  in giudizio ed è possibile che io venga convocata per spiegare le violazioni che ho esposto nella mia petizione. In caso di opposizione la Germania rischierebbe un’ordinanza cautelare. E se non applicata si arriverebbe a una doppia condanna, anche pecuniaria».
Un bel colpo per le casse tedesche.
«Avrebbero ottenuto almeno 500 milioni di euro l’anno. In teoria i proventi del pedaggio sarebbero molti di più, ma ai cittadini tedeschi lo avrebbero scalato dalla tassa di circolazione. Era quello il punto».
Come l’hanno presa i suoi professori?
«Molto bene. Sono stata convocata dal preside mercoledì mattina e ne ho già  parlato col mio relatore. Il 23 luglio, il giorno del mio compleanno, hanno fatto un comunicato stampa. Organizzeremo una giornata di studio per la seconda metà  di settembre».
È mai stata in Germania?
«Due volte: quando ero molto piccola e in gita con la scuola. Guardi, io non ce l’ho con loro, anzi. È stato un medico tedesco a curare mia madre quando stava male, lo scriva la prego. Senza di lui, un tedesco, non avrei più la mia mamma».
L’ha aiutata la politica italiana a ottenere questo risultato?
«No. Io non sono iscritta a nessun partito. Sono apartitica ma non apolitica. Non mi piace che un qualunque partito si prenda il merito di una cosa che ho fatto io».
Ma si sente vicina a un partito politico?
«Ora come ora no. Ci sono stati troppi scandali, troppa corruzione per avvicinarsi a uno di questi. Mentre il M5S fa troppa protesta, troppa confusione. Non sono preparati e non sono propositivi».
Ora cos’altro farà ? Resterà  in Italia?
«Non lo so. Ho ricevuto proposte per proseguire gli studi. Ma vorrei restare in Italia, cambiare le cose qui. Ma non ce l’ho con l’Europa, anzi. Sono euro-critica, ma non anti-europea. Bisogna cambiare l’Unione standoci dentro».

Francesco Maesano
(da “Huffingtonpost”)

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“LASCIA PAGATO A UN BIMBO UN GELATO”

Luglio 27th, 2015 Riccardo Fucile

L’INIZIATIVA DEL COMUNE DI GIUGLIANO PER LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’

Dopo il caffè sospeso arriva il gelato sospeso: la prima gelateria che aderisce all’iniziativa si trova al Corso Campano di Giugliano, in provincia di Napoli.
Così come prevede l’antica tradizione partenopea per il caffè, anche per il gelato ora è possibile consumarne uno e lasciarne un altro pagato per qualcuno in difficoltà .
“Adesso con il gelato si può fare lo stesso – raccontano il consigliere regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli e il conduttore radiofonico Gianni Simioli – prendi un gelato e ne paghi due; il secondo sarà  per la prima famiglia in difficoltà  economica che entrerà  nel negozio chiedendo se c’è un gelato in sospeso”.
La Gelateria Gelè, fanno sapere Borrelli e Simioli, – è la prima che aderisce all’iniziativa nazionale dell’Associazione Salvamamme “Lascia pagato a un bimbo un gelato”.
L’idea è stata lanciata dal sito Salvamamme.it: inizierà  il 31 luglio e terminerà  il 31 agosto.
Le gelaterie aderenti predisporranno un vaso trasparente nel quale chi vuole, può mettere l’offerta per i gelati “sospesi”.
La gelateria, poi, emetterà  regolarmente lo scontrino al momento della consegna del gelato alla famiglia che lo richiederà .

(da “Huffingtonpost“)

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DUE PREGIUDICATI ITALIANI TENTANO DI ANNEGARE AMBULANTE PER RUBARGLI 40 EURO

Luglio 27th, 2015 Riccardo Fucile

IN SALENTO E’ INTERVENUTA IN TEMPO LA POLIZIA

Due pregiudicati sono stati arrestati dalla polizia con l’accusa di aver aggredito e tentato di annegare nelle acque del Salento un 17enne venditore ambulante della Nuova Guinea, al quale hanno anche distrutto la merce e rubato 40 euro.
L’aggressione è avvenuta nel primo pomeriggio di ieri su una spiaggia di Torre Chianca.
L’episodio sarebbe nato dal furto di un paio di occhiali dalla cesta dell’ambulante, da parte dei due entrambi già  noti alle Forze dell’ordine, uno sottoposto all’obbligo di dimora.
Di fronte alla richiesta del diciassettenne di restituire la merce sottratta, i due uomini avrebbero reagito con violenza, sferrandogli calci e pugni e trascinandolo poi in mare, sarebbe stato anche tenuto con la testa sott’acqua.
L’aggressione – stando a quanto hanno riferito gli investigatori – sarebbe avvenuta sotto gli occhi dei bagnanti e senza che nessuno intervenisse in difesa del ragazzino.

(da “Huffingtonpost“)

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IL GIOCO DELLA PARTI, MELONI CONTRO SALVINI: “BUTTAFUOCO CANDIDATO IN SICILIA? NO, E’ CONVERTITO ALL’ISLAM”

Luglio 27th, 2015 Riccardo Fucile

SONO SOLO ACCATTONI DI VOTI: UNO VUOL SPACCIARSI PER “NON RAZZISTA”, L’ALTRA PER DIFENSORE DELLA CIVILTA’ CRISTIANA…E SUI SOCIAL ALMENO PARLANO DI LORO

Matteo Salvini vuole candidare Pietrangelo Buttafuoco alla presidenza della Regione Siciliana? Meglio di no, perchè non è una buona idea presentare «una personalità  che ha deciso di convertirsi all’Islam»: sarebbe un «segnale di resa ai fanatici che rimpiangono il passato dominio arabo e musulmano sulla Sicilia».
Sono le ultime affermazioni di Giorgia Meloni che trascinano con sè su Facebook una vasta schiera di commenti polemici e l’accusa (rivolta alla leader di Fratelli d’Italia) di avere pregiudizi nei confronti degli stranieri e di chi professa una religione che non sia quella cristiana.
GIORGIA MELONI: «RIVENDICARE LE ORIGINI CRISTIANE»
Meloni, commentando l’ipotesi di Salvini sulla leadership in Sicilia, ieri non ha perso un attimo a gridare alla necessità  del nostro continente e del nostro Paese di «rivendicare le proprie origini greche, romane e cristiane davanti a chi vorrebbe spazzarle via».
Ma, ciò che più balza agli occhi e più preoccupa, è come numerosi utenti abbiano apprezzato il suo messaggio esprimendo pensieri ancor più severi sugli islamici, talvolta al limite del razzismo (e talvolta esplicando anche bizzarre teorie complottiste sul destino dell’Europa).
I COMMENTI SU FB: «GLI ISLAMISTI CI VOGLIONO SCHIAVIZZARE»
«Sono d’accordo con te Giorgia, candidare un quasi islamista, diventerebbe un pericolo per la popolazione dell Sicilia e di tutti!!!», ha scritto un utente.
E ancora, un altro: «Abbiamo islamisti al governo e fanno solo danni, oltre a quelli che arrivano e ci vogliono schiavizzare. La Meloni ha ragione da vendere! Paese di matti, ora ci si mette anche Salvini».
Sono molti i commenti in cui viene attaccato il segretario del Carroccio.
«Non capisco Salvini — si legge ancora sulla pagina fan di Giorgia Meloni -, si lamenta degli immigrati e poi vuole mettere un convertito all’Islam in Sicilia che è il primo porto dove ‘posano’ gli immigrati».
E un altro: «Credo che Salvini odia la Sicilia e vuole venderla agli arabi, ci ha sempre considerati parassiti quindi vuole toglierci dall’Italia definitivamente».
«Lo immaginavo — è invece un commento critico nei confronti della leader Fdi -, la Meloni preferisce Berlusconi e gli ebrei. Se Buttafuoco fosse ebreo la Meloni non avrebbe nulla da dire. La Meloni preferisce agenti ebraici cme Magdi Allan o sionisti come Terzi. Si dimetta dal partito!».
E infine, la minaccia della conquista: «La religione musulmana non è una fede, ma un credo per una conquista in termini di superficie in relazione con il territorio. Dove è professata la loro religione quella superficie sarà  o diventerà  di loro dominio assoluto».

(da “il Giornalettismo“)

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RENZI BLINDATO ALLA FESTA DELL’UNITA’ A ROMA, TIMORE CONTESTAZIONI

Luglio 27th, 2015 Riccardo Fucile

ALLA KERMESSE PD PREVISTO DOMANI IL COMIZIO DEL PREMIER CHE NON VUOLE INCROCIARE MARINO

C’è fermento alla Festa dell’Unità  di Roma che martedì ospiterà  il comizio del segretario del Pd e Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Nel momento di massima crisi per la città  di Roma dovuta ai disservizi del trasporto locale, all’immondizia ammucchiata per le strade e agli enormi problemi della giunta guidata dal sindaco Ignazio Marino, c’è il timore che il premier venga contestato in casa sua, proprio alla festa del suo partito.
Tanto che, come racconta un articolo pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”, la macchina organizzativa si sta muovendo per evitare spiacevoli situazioni.
In mattinata gli uomini della sicurezza di Palazzo Chigi hanno fatto un accurato sopralluogo sul pratone delle Valli per verificare le condizioni dell’area dove si svolgerà  il comizio.
Decidono infine di traslocare il palco nello spazio attualmente adibito ai concerti: più accogliente, più facile da controllare e soprattutto da transennare, anche per evitare spiacevoli fuori programma.
Eventualità  che Renzi – ma soprattutto Orfini, il commissario del partito romano che sulla presenza del premier ha puntato molto, arrivando a minacciare le sue dimissioni nel caso in cui il leader del Pd avesse disertato – vuole a tutti i costi scongiurare.
Un’altra condizione posta dal premier per partecipare è quella di non vedere Marino.
Non intende incontrarlo, Renzi, neanche di sfuggita.
Determinato, martedì sera, a volare alto, a parlare soltanto di politica estera ed economia nazionale, rilanciando magari sul taglio delle tasse che gli sta molto a cuore, senza affrontare (a parte qualche battuta volante che può sempre scappare) la crisi che da settimane paralizza la prima città  d’Italia.

(da “Huffingtonpost“)

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“VIVEVA DA SCHIAVO”: LA DENUNCIA DELLA MOGLIE DEL SUDANESE MORTO A NARDO’ NEI CAMPI DI POMODORO, STREMATO DALLA FATICA

Luglio 27th, 2015 Riccardo Fucile

I TITOLARI DELLA DITTA E UN CAPORALE INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO

“Li fanno vivere peggio delle bestie. Mio marito dormiva su un materasso poggiato su un balcone, in mezzo alla sporcizia: se l’avessi saputo, non l’avrei mai lasciato venire qui”.
Marian ha quarant’anni, una figlia di tre e uno di 16.
Da lunedì non ha più un marito: Mohamed, sudanese 47enne, è morto per un colpo di calore mentre raccoglieva pomodori in un’azienda agricola tra Nardò e Avetrana e tre persone (i titolari della ditta e un caporale) sono indagate per omicidio colposo. Marian è arrivata in Puglia, con quel che resta della sua famiglia al seguito, per riprendersi la salma del compagno che aveva scelto per la vita e riportarla in Africa. Fra le incombenze che ha dovuto affrontare, la testimonianza davanti ai carabinieri e il passaggio nel ghetto della ex falegnameria per recuperare gli effetti personali di Mohamed
Che effetto le ha fatto?
“Quando sono entrata mi è venuto un brivido, neanche gli animali vengono trattati così. In questa casa che non si può chiamare casa non c’è posto per l’umanità . Gli amici mi hanno fatto vedere dove dormiva Mohamed e mi hanno fatto prendere i suoi oggetti: i vestiti, le chiavi di casa, poche cose che si portava dietro quando partiva per lavoro “.
Lui si spostava in diverse regioni per lavorare?
“Aveva già  fatto la raccolta dei pomodori a Crotone, l’anno scorso, ma anche in provincia di Siracusa, e quest’anno aveva partecipato alla raccolta delle patate in Sicilia”.
Com’era arrivato qui?
“I lavoratori sono organizzati a gruppi in base alle etnie, si conoscono, sono parenti non di sangue ma di tribù, e quando uno ha bisogno di lavorare sa chi chiamare. Dopo le patate, il gruppo è venuto a Nardò”.
Pensava di tornare a casa a settembre?
“Così era previsto. Lui era un ottimo padre, prima che un buon marito, affettuoso con i suoi figli e con me, mi difendeva in qualunque situazione e si prestava a fare qualunque lavoro per mantenerci. Viviamo con molte difficoltà , mio figlio maggiore ha dovuto lasciare la scuola perchè non riuscivamo a mantenerlo, ma ancora è troppo piccolo per lavorare e mio marito pensava a tutto”.
Da quanto tempo viveva in Italia, com’era arrivato?
“Su un barcone, come tutti. Dal Sudan si era spostato in Libia per lavorare e da lì nel 2006 era partito per l’Italia sperando di fare una vita migliore. Aveva ottenuto lo status di rifugiato politico. Ci siamo conosciuti sei anni fa e poi sposati, era un uomo religioso e preciso, non fumava, non beveva, non mancava mai a una preghiera”.
Al telefono le aveva raccontato come si era sistemato?
“No, non sapevo che stesse in quel posto, senza luce nè acqua, anche se altre volte, quando è tornato dalla raccolta in Sicilia o in Calabria, mi ha raccontato di posti come questo, in cui dormivano a terra e facevano i bisogni sotto gli alberi. Io non ci sono mai andata, le donne non vanno in quei posti”.
Vi siete sentiti la mattina del giorno in cui è morto?
“Era contento, stava bene, faceva caldo ma non mi ha detto che stava male. Lui non aveva mai problemi, era forte, non era malato, io non so cosa sia successo “.
Lei ha deciso di riportare il corpo di Mohamed in Sudan.
“Quello è il suo posto, vicino alla sua famiglia: siamo molto religiosi, è lì che deve stare. Ma io non ho i soldi per farlo, siamo gente povera, si stanno occupando di tutto Comune e Regione”.
E dopo cosa farete?
“Non ne ho idea, non abbiamo nulla e non abbiamo parenti in Italia. Senza Mohamed non so che ne sarà  di noi”.

Chiara Spagnolo
(da “La Repubblica”)

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