Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
DAGLI SLOGAN SULL’ONESTA’ AI CARABINIERI IN CAMPIDOGLIO
Nell’Orologio, lo straordinario resoconto dell’Italia del ’45, Carlo Levi a un certo punto riferisce di un incontro con il titolare di una pensione nella Napoli sventrata dalla guerra:
“Giornalista?, allora voi conoscete Giannini. Che uomo è quello! E’ venuto a Napoli a parlare, domenica scorsa. L’aveste sentito! Lui, se li mette in tasca tutti, ministri e politicanti”.
La tentazione dell’Uomo qualunque è sempre stata irresistibile nelle viscere del Paese: non doveva Beppe Grillo risollevare l’Italia, “mettendosi in tasca ministri e politicanti”?
Sei mesi dopo il suo avvento in Campidoglio il bilancio di Virginia Raggi è desolante: la prova generale del governo nazionale è miseramente fallita.
L’arresto di Raffaele Marra, il misterioso fedelissimo sopravvissuto chissà perchè agli anni di Alemanno e finito in manette insieme a uno dei simboli di quella casta che i Cinquestelle sostengono di combattere, oggi non fa che certificare quel che era sotto gli occhi dei romani da mesi: un disastro politico e culturale.
Diventata sindaca per caso, o forse per effetto di una gigantesca operazione di trasformismo, di Virginia Raggi restano nella memoria soprattutto i suoi grotteschi video notturni e questa foto Ansa: i carabinieri schierati davanti al Campidoglio.
Una nemesi.
E c’è da avere paura per come siamo messi male a classi dirigenti.
La crisi delle ideologie ha svuotato di senso i partiti, senza i partiti è venuta meno la selezione, senza selezione si diventa sindaci della Capitale grazie a un pugno di clic della rete.
C’è qualcosa di malato in questo meccanismo e nessuno davvero può esultare per quel che sta accadendo.
La profonda, giustificatissima, insoddisfazione del Paese reale non riesce drammaticamente a farsi politica: questo è il punto.
Concetto Vecchio
(da “La Repubblica”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
“LEI E IL M5S HANNO FALLITO ALLA PROVA DEI FATTI”
“Virginia Raggi deve dimettersi perchè ha legato il suo destino a quello di Raffaele Marra,
perchè lo ha difeso strenuamente quando si faceva notare l’imbarazzante continuità con le esperienze amministrative precedenti”. Lo scrive su Facebook Roberto Saviano.
“Oggi – prosegue – deve dimostrare di comprendere cosa significa essere la sindaca della più importante città del paese, sul piano della responsabilità . Oggi deve dar conto delle sue scelte ai cittadini, a quelli che hanno votato lei per poi trovarsi raffaele marra pedina inamovibile della sua amministrazione”.
“Perchè Marra non è – come molti credono – figura marginale – dice ancora Saviano-. Marra è l’amministrazione Raggi: da lui passavano tutte le decisioni rilevanti della sindaca che, nella migliore delle ipotesi, non ha saputo leggere la complessità del reale. Lei e il M5s hanno fallito alla prova dei fatti. Forse è il caso che Raggi passi la mano perchè mettere la testa sotto la sabbia porterebbe a un disastro peggiore”.
“Quando chiesi le dimissioni di Maria Elena Boschi mi accusarono di essere grillino – ricorda -: fui letteralmente massacrato dal Pd. Eppure, quelle mancate dimissioni hanno segnato l’inizio della ingloriosa fine del renzismo; chi lo nega lo fa per convenienza”.
“Ora, dopo l’arresto di Marra – continua -, mi accusano di essere al soldo del Pd. Ma io mi chiedo quanto vi stia a cuore il vostro presente e il vostro futuro. Quando i vostri figli vi chiederanno dove eravate quando c’era bisogno di fermarsi a ragionare, cosa risponderete? A insultare chi la pensava diversamente da me? Essere liberi, dissidenti, diversi non è cosa facile, ma non smettete di provarci”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
“NON BASTA DIRE DI ESSERE ONESTI, BISOGNA DIMOSTRARLO”
“E’ sempre più evidente che non basta dire di essere onesti, puri e al di fuori di ogni schema, ma bisogna dimostrarlo. Per giudicare bisognerà capire bene i contorni della vicenda. Detto questo vedo che pian piano quello che abbiamo sempre detto anche noi pian piano sta venendo al pettine”. Lo ha detto il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, al Gr1 Rai.
“Il tutto – ha sottolineato – nel disinteresse più completo di quelli che una volta erano il Direttorio, e ora senza che nessuno abbia detto niente non lo sono neanche più. Quindi penso che tutta la gestione delle varie situazioni sia assurda e che ora la cosa sta arrivando agli occhi di tutti”.
(da “Huffingtnopost”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
“PRIMA O POI BISOGNA PRENDERE UNA DECISIONE, PERCHE’ E’ GIUSTA”
“La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede:
è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è nè sicura, nè conveniente, nè popolare; ma bisogna prenderla, perchè è giusta”.
È una citazione di Martin Luther King quella utilizzata da Roberta Lombardi, grillina della prima ora, per tirare la bordata al sindaco di Roma Virginia Raggi, nelle ultime ore alle prese con l’arresto del suo fedelissimo Raffaele Marra.
Che non corra buon sangue tra le due non è una novità .
E proprio nei confronti del capo del personale del Campidoglio la Lombardi si era già pronunciata definendolo a settembre “il virus che ha infettato il Movimento” ed esortando i colleghi a “dimostrare di avere gli anticorpi”.
In quell’occasione fu Grillo in persona a scendere in campo per difendere la Raggi, dichiarando a chiare lettere che “il sindaco non si tocca”.
Ma la Lombardi non è la sola a pensare che sia giunto il momento di allontanare la Raggi dal Campidoglio e dal Movimento 5 Stelle. Anche Carla Ruocco, altra nemica giurata di Virginia, smette di masticare amaro e condivide il post (e il pensiero) della Lombardi.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
I DUE ASSEGNI CIRCOLARI DI SCARPELLINI INTESTATI ALLA MOGLIE DI MARRA PER 367.000 EURO… SPUNTA ANCHE UNA SECONDA CASA
“Sussistenza di un concreto ed attuale pericolo di reitarazione di condotte delittuose analoghe a quelle già accertate e ciò anche in considerazione del ruolo attualmente svolto da Marra all’interno del comune, della indubbia fiducia di cui gode il sindaco Virginia Raggi”.
Lo scrive il gip nel giustificare la detenzione di Raffaele Marra.
Il braccio destro del primo cittadino capitolino è stato arrestato stamattina dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Roma, guidati dal comandante Lorenzo D’Aloia, con l’accusa di corruzione.
Avrebbe ricevuto una maxi tangente da 367 mila euro dall’immobiliarista Sergio Scarpellini (anche lui arrestato).
Due assegni circolari da 250 mila e 117 mila euro per l’acquisto di una casa in via Prati Fiscali 258, a Roma, intestata alla moglie di Marra, Chiara Perico nel giugno del 2013.
All’epoca dei fatti Marra rivestiva il ruolo delicato di direttore del dipartimento partecipazioni e controllo gruppo Roma Capitale.
Ma gli inquirenti sono risaliti anche ad un altro analogo regalo che l’immobiliarista avrebbe fatto sempre a Marra. Un’altra casa.
“Nel 2009 Scarpellini aveva venduto a Marra l’appartamento a Roma in via Giorgio Vigolo, angolo via Alberto Moravia, applicando in suo favore il considerevole sconto di mezzo milione di euro”.
Una vicenda indicate nelle carte della procura che è prescritta ma tuttavia indicano un rapporto stretto tra i due: “scaturisce con assoluta chiarezza come i rapporti tra lo Scarpellini e Marra abbiano un non solo un carattere di grande confidenza ma implicano anche un reciproco vicendevole aiuto”.
E così, infatti, quando Marra vede la sua carriera in comune al fianco della Raggi minacciata da alcuni articoli del Messaggero non esita a contattare Scarpellini per influenzare l’editore del giornale (operazione che non andrà in porto).
“Il Marra non mostra alcuna remora a chiedere un intervento d Scarpellini al fine di orientare in senso favorevole a sè l’opinione pubblica, attraverso i giornali controllati da un amico di Scarpellini”.
Un capitolo importante dell’ordinanza è dedicato agli interessi economici di Scarpellini nel comune di Roma: “Le funzioni svolte dal Marra hanno riguardato settori sensibili per gli interessi imprenditoriali dello Scarpellini. Il gruppo immobiliare ha infatti da tempo stipulato importanti convenzioni urbanistiche che richiedono l’emanazione di provvedimenti amministrativi da parte del comune di Roma e della regione Lazio. Queste convenzioni sono ancora attuali e i relativi procedimenti amministrativi non sono conclusi”.
Per Scarpellini si pone un grosso problema. In campagna elettorale i 5 Stelle avevano criticato con asprezza alcuni affitti a prezzi salati pagati per dei palazzi di sua proprietà : “Ostilità mostrata dal movimento 5 stelle nei confronti di Scarpellini, di cui sono espressione diversi articoli di stampa. In questa situazione Marra rappresenta un significativo ed indispensabile punto di riferimento per lo Scarpellini e che abbisogna, ancor di più rispetto al passato in ragione delle mutate condizioni politiche, della sua influenza e capacità di interferenza (è il braccio destro della Raggi, ndr) per salvaguardare e realizzare i propri interessi”.
Le indagini nascono all’indomani di un’inchiesta su Manlio Vitale. “Er gnappa, il soprannome di Vitale, è uno degli storici esponenti della Banda della Magliana.
Vitale è sotto intercettazione perchè estorce soldi proprio a Scarpellini. “Vitale si reca ogni giovedì – si legge nell’ordinanza – nei pressi del Senato per ricevere dalla persona incontrata (Scarpellini, ndr) una consistente somma di denaro. Dazioni di denaro da ricondurre a un’attività estorsiva”.
Per questo vengono intercettate le utenze telefoniche anche delle vittime, Scarpellini e la sua segretaria Ginevra Lavarello.
E così, mettendo sotto controllo il cellulare di Scarpellini, gli investigatori scoprono i suoi rapporti con Marra.
(da “La Repubblica”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
ORA PUO’ ANDARE A CASA, DI DANNI NE HA FATTI ABBASTANZA
Chissà se oggi il blog di Grillo smentirà l’arresto di Raffaele Marra dicendo che non si è trattato
di un arresto ma di un accompagnamento coatto in grandissima amicizia.
Nel frattempo sarà interessante sapere cosa pensa di tutto ciò la sindaca Virginia Raggi, che qualche tempo fa diceva che avrebbe mollato se non avesse avuto Marra nello staff:
«Se proprio dovete sindacare tutte le mie scelte, sapete che c’è? Che io mollo e vado a casa, e con me anche voi». Questo in sintesi il ragionamento che Virginia Raggi ha consegnato ai suoi consiglieri di maggioranza. Dieci su ventinove, infatti, non riescono proprio a digerire il super dirigente Raffaele Marra, il suo rapporto di fiducia privilegiato con la sindaca e il potere che ne deriva. E ieri sera i mal di pancia trattenuti a lungo sono scappati fuori nella seconda riunione tra Raggi e la maggioranza.
Da registrare che nell’articolo del Messaggero all’epoca si citava anche la lungimirante testimonianza di un’anonima consigliera:
Ecco perchè la guerra dei sospetti contro Marra si è ritrovata le armi spuntate quando Grillo ha chiamato i consiglieri di maggioranza per sondarli su quanto conta davvero il caso Marra per il proseguimento dell’amministrazione. Molti, infatti, hanno risposto che va tutto bene, che c’è tanto da lavorare e che le nomine della sindaca non sono un tema in cima alle loro preoccupazioni. Tutto rumore per nulla insomma: «Le inchieste giornalistiche? commenta una consigliera — Secondo me certi articoli lasciano il tempo che trovano».
Già , il tempo. Meglio parlare di quello per qualche mese.
Ora Marra non c’è più, è tempo che la Raggi torni allo studio degli amici di Previti.
(da agenzie)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
IL MOVIMENTO ORA CERCA DI PRENDERE LE DISTANZE… ORFINI: “AVETE RICICLATO IL PEGGIO”
Fioccano le reazioni dopo l’arresto di Raffaele Marra, capo del personale del comune di Roma e fedelissimo del sindaco della capitale, Virginia Raggi.
Il Pd va all’attacco, mentre gli esponenti del MoVimento 5 stelle cercano di prendere le distanze dalla questione.
Parla di “cosa gravissima” Roberto Fico, parlamentare a 5 stelle e presidente della commissione di Vigilanza Rai: “Adesso ci riuniamo tutti quanti e tireremo fuori una linea senza problemi, è giusto che la magistratura faccia il suo corso. Non c’è ombra di dubbio che è una cosa grave, gravissima”.
Anche il senatore grillino Nicola Morra è duro: “Fermo restando che occorrerà verificare” quanto ha portato all’arresto del braccio destro del sindaco di Roma Raggi, “si parte dal presupposto che se vuoi essere severo con gli altri devi essere inflessibile con te stesso. Questo vale per il M5s”.
Morra aggiunge: “Noi siamo nati per ripristinare le regole, ora verificheremo, ma se emergeranno quadri politicamente o moralmente scorretti, non potremo difendere certe posizioni”.
Piuttosto netto è il capogruppo dei 5 stelle in Campidoglio: “Aspettiamo il lavoro della magistratura – spiega -. Il problema non c’è, Marra non è un politico, è un esponente tecnico, lo sostituiremo come è giusto che sia”.
Non fa sconti sulla vicenda il Pd. Il primo a commentare è il presidente del partito, Matteo Orfini, che scrive su Facebook: “Prima le tardive dimissioni della Muraro, poi le perquisizioni in Campidoglio, oggi l’arresto di Marra: quando dissi che stavano riciclando il peggio, quando raccontai i legami pericolosi di questa gente, Grillo, Di Battista e Di Maio mi insultarono. Oggi non chiederanno scusa. Perchè sono politicamente corresponsabili”.
Il senatore Stefano Esposito si rivolge direttamente a Beppe Grillo attraverso un tweet: “Arrestato Raffaele Marra strettissimo collaborare di Virginia Raggi e da lei sempre difeso e tutelato. Beppe Grillo ora cosa ci dici?”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
ANNULLATO IL FLASHMOB, GRILLO PROVA A RASSICURARE MA SI SCATENA LA GUERRA INTERNA: “LA RAGGI DEVE ANDARSENE”… VIOLENTI ACCUSE A DI MAIO
Avevano appuntamento alle dieci sul lungotevere. 
Da lì, un pullman prenotato due giorni fa avrebbe dovuto portare la delegazione del Movimento 5 Stelle e il suo leader Beppe Grillo fino a Siena, per un flashmob davanti al Monte dei Paschi.
Ma quando erano già quasi tutti arrivati – scossi dalla notizia dell’arresto di Raffaele Marra, preoccupati per quel che accadrà adesso a Roma – i telefonini dei parlamentari 5 stelle hanno vibrato all’unisono.
Un messaggio secco: “Evento cancellato”. Così tutti giù, si torna alla Camera e al Senato per capire cosa accadrà nelle prossime ore.
Beppe Grillo sta provando a far passare un messaggio rassicurante: “Marra era solo un tecnico, non fa parte del Movimento. Dobbiamo sostenere Virginia, non abbiamo altra scelta”.
Ma c’è un’ala dei 5 stelle che stavolta non è disposta a cedere: chiedono che Virginia Raggi si dimetta e che chi ha deciso di proteggerla a settembre, quando i primi scandali sono venuti fuori, si assuma la responsabilità dei suoi errori.
Il riferimento è al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, fermo su una linea attendista che ha spaccato il direttorio fino a farlo scomparire.
E che aveva provocato l’addio del minidirettorio i cui allarmi non erano stati ascoltati dai vertici. Anche il deputato Giuseppe Brescia lo attacca su Facebook:
Credo che ciò che sta accadendo a Roma sia gravissimo: Marra è stato arrestato per corruzione e fino a ieri Virginia Raggi lo difendeva a spada tratta arrivando addirittura a dichiarare “se se ne va lui, me ne vado anch’io”. Non sono io a dover dire cosa dovrebbe fare ora il sindaco di Roma ma di certo chi, all’interno del MoVimento, nei mesi scorsi ha difeso questa linea scellerata dovrebbe smetterla di giocare al “piccolo stratega” perchè evidentemente non ne è in grado e arreca solo danno al MoVimento.
(da agenzie)
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Dicembre 16th, 2016 Riccardo Fucile
QUATTRO GIORNI FA LA LETTERA ALLL’ANAC: “IL FRATELLO PROMOSSO DA ME”
Da luglio a oggi Virginia Raggi lo ha difeso decine di volte, vincendo sempre: con Beppe Grillo che ne chiedeva la rimozione, con il cosiddetto “mini-direttorio” che per primo ne ha criticato la nomina salvo poi essere sciolto dopo 2 mesi, con il gruppo consiliare M5s che mugugnava per il suo strapotere, con l’ex capo del suo gabinetto, Carla Raineri, sacrificata sull’altare del sodalizio tra la sindaca e Raffaele Marra
Sul dirigente che da tre mesi siede sulla poltrona di capo del personale del Campidoglio, l’Autorità anticorruzione da due settimane ha acceso un faro.
Perchè, secondo un esposto del sindacato dei dirigenti regionali, il 9 novembre Marra avrebbe dovuto astenersi dal controfirmare la delibera che ricolloca suo fratello Renato, due anni più grande, già vicecomandante dei vigili, alla neonata direzione Turismo del Comune con annesso aumento di stipendio (di 20.000 euro)
Un atto delicatissimo, potenzialmente foriero di grane, che adesso Raggi si intesta in toto in una memoria difensiva firmata dal responsabile anticorruzione del Campidoglio Maria Rosa Turchi e inviata all’Anac 4 giorni fa.
Un documento con il quale la prima cittadina non solo si prende la responsabilità di quella scelta (che, da regolamento, spetta a lei) ma derubrica il ruolo di Marra jr a mero passacarte.
Di più: il dirigente che ha ridisegnato la “macrostruttura” del Campidoglio (il nuovo organigramma interno) mettendo la sua firma sotto l’interpello al personale (i dirigenti potevano indicare la destinazione desiderata) non avrebbe mai partecipato “alle fasi istruttorie di valutazione e decisionali ».
Il suo ruolo, insomma, sarebbe stato tecnico, «meramente ausiliario” e “privo di discrezionalità “.
Marra, insomma, il potentissimo dirigente per il quale Raggi era pronta a staccare la spina (“O lo accettate o mi dimetto”, ha detto a inizio novembre ai consiglieri M5s), non avrebbe avuto alcun ruolo in un’attività di sua specifica competenza.
Il passaggio è decisivo: perchè per la prima volta, nero su bianco, la sindaca si espone per sollevare il suo fedelissimo da una firma che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe condurre a un’indagine per abuso d’ufficio.
Ora l’Anac dovrà studiare la memoria dove è scritto che l’analisi dei curricula dei dirigenti è stata compiuta solo da Raggi tra il 28 ottobre e il 9 novembre: dodici giorni (con in mezzo la trasferta in Polonia per il viaggio della Memoria) durante i quali la prima cittadina ha studiato 1500 pagine di schede e documenti (questo l’incartamento che il sindacato dei dirigenti si vedrà recapitare dopo la richiesta di accesso agli atti) prima di decidere il valzer di poltrone per 36 tra dirigenti: 25 confermati e 11 ruotati.
Tra questi, appunto, il fratello di Marra, il caso oggetto di istruttoria da parte dell’Anac. “Dipendesse da me, considerata la sua professionalità , lo nominerei comandante dei vigili”, ha confessato Marra jr al Fatto.
Peccato che la legge vieti ai dirigenti pubblici di assumere “decisioni o attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti affini entro il secondo grado”.
Ma oltre a quella firma che ora la sindaca vuole derubricare a “mero carattere compilativo” ci sono le voci del Campidoglio. Dove i dirigenti, sotto anonimato, raccontano di riunioni tra Marra e gli assessori per decidere le destinazioni dei capi dipartimento.
Compresa quella a fine ottobre durante la quale venne consigliato all’assessore al Turismo Adriano Meloni di accettare l’arrivo di Renato Marra nei suoi uffici. Qualcosa in più di un ruolo “privo di discrezionalità “.
(da “La Repubblica“)
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