LA RAGGI AVEVA ANCORA TENTATO DI SALVARE MARRA
QUATTRO GIORNI FA LA LETTERA ALLL’ANAC: “IL FRATELLO PROMOSSO DA ME”
Da luglio a oggi Virginia Raggi lo ha difeso decine di volte, vincendo sempre: con Beppe Grillo che ne chiedeva la rimozione, con il cosiddetto “mini-direttorio” che per primo ne ha criticato la nomina salvo poi essere sciolto dopo 2 mesi, con il gruppo consiliare M5s che mugugnava per il suo strapotere, con l’ex capo del suo gabinetto, Carla Raineri, sacrificata sull’altare del sodalizio tra la sindaca e Raffaele Marra
Sul dirigente che da tre mesi siede sulla poltrona di capo del personale del Campidoglio, l’Autorità anticorruzione da due settimane ha acceso un faro.
Perchè, secondo un esposto del sindacato dei dirigenti regionali, il 9 novembre Marra avrebbe dovuto astenersi dal controfirmare la delibera che ricolloca suo fratello Renato, due anni più grande, già vicecomandante dei vigili, alla neonata direzione Turismo del Comune con annesso aumento di stipendio (di 20.000 euro)
Un atto delicatissimo, potenzialmente foriero di grane, che adesso Raggi si intesta in toto in una memoria difensiva firmata dal responsabile anticorruzione del Campidoglio Maria Rosa Turchi e inviata all’Anac 4 giorni fa.
Un documento con il quale la prima cittadina non solo si prende la responsabilità di quella scelta (che, da regolamento, spetta a lei) ma derubrica il ruolo di Marra jr a mero passacarte.
Di più: il dirigente che ha ridisegnato la “macrostruttura” del Campidoglio (il nuovo organigramma interno) mettendo la sua firma sotto l’interpello al personale (i dirigenti potevano indicare la destinazione desiderata) non avrebbe mai partecipato “alle fasi istruttorie di valutazione e decisionali ».
Il suo ruolo, insomma, sarebbe stato tecnico, «meramente ausiliario” e “privo di discrezionalità “.
Marra, insomma, il potentissimo dirigente per il quale Raggi era pronta a staccare la spina (“O lo accettate o mi dimetto”, ha detto a inizio novembre ai consiglieri M5s), non avrebbe avuto alcun ruolo in un’attività di sua specifica competenza.
Il passaggio è decisivo: perchè per la prima volta, nero su bianco, la sindaca si espone per sollevare il suo fedelissimo da una firma che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe condurre a un’indagine per abuso d’ufficio.
Ora l’Anac dovrà studiare la memoria dove è scritto che l’analisi dei curricula dei dirigenti è stata compiuta solo da Raggi tra il 28 ottobre e il 9 novembre: dodici giorni (con in mezzo la trasferta in Polonia per il viaggio della Memoria) durante i quali la prima cittadina ha studiato 1500 pagine di schede e documenti (questo l’incartamento che il sindacato dei dirigenti si vedrà recapitare dopo la richiesta di accesso agli atti) prima di decidere il valzer di poltrone per 36 tra dirigenti: 25 confermati e 11 ruotati.
Tra questi, appunto, il fratello di Marra, il caso oggetto di istruttoria da parte dell’Anac. “Dipendesse da me, considerata la sua professionalità , lo nominerei comandante dei vigili”, ha confessato Marra jr al Fatto.
Peccato che la legge vieti ai dirigenti pubblici di assumere “decisioni o attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti affini entro il secondo grado”.
Ma oltre a quella firma che ora la sindaca vuole derubricare a “mero carattere compilativo” ci sono le voci del Campidoglio. Dove i dirigenti, sotto anonimato, raccontano di riunioni tra Marra e gli assessori per decidere le destinazioni dei capi dipartimento.
Compresa quella a fine ottobre durante la quale venne consigliato all’assessore al Turismo Adriano Meloni di accettare l’arrivo di Renato Marra nei suoi uffici. Qualcosa in più di un ruolo “privo di discrezionalità “.
(da “La Repubblica“)
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