LA NEMESI
DAGLI SLOGAN SULL’ONESTA’ AI CARABINIERI IN CAMPIDOGLIO
Nell’Orologio, lo straordinario resoconto dell’Italia del ’45, Carlo Levi a un certo punto riferisce di un incontro con il titolare di una pensione nella Napoli sventrata dalla guerra:
“Giornalista?, allora voi conoscete Giannini. Che uomo è quello! E’ venuto a Napoli a parlare, domenica scorsa. L’aveste sentito! Lui, se li mette in tasca tutti, ministri e politicanti”.
La tentazione dell’Uomo qualunque è sempre stata irresistibile nelle viscere del Paese: non doveva Beppe Grillo risollevare l’Italia, “mettendosi in tasca ministri e politicanti”?
Sei mesi dopo il suo avvento in Campidoglio il bilancio di Virginia Raggi è desolante: la prova generale del governo nazionale è miseramente fallita.
L’arresto di Raffaele Marra, il misterioso fedelissimo sopravvissuto chissà perchè agli anni di Alemanno e finito in manette insieme a uno dei simboli di quella casta che i Cinquestelle sostengono di combattere, oggi non fa che certificare quel che era sotto gli occhi dei romani da mesi: un disastro politico e culturale.
Diventata sindaca per caso, o forse per effetto di una gigantesca operazione di trasformismo, di Virginia Raggi restano nella memoria soprattutto i suoi grotteschi video notturni e questa foto Ansa: i carabinieri schierati davanti al Campidoglio.
Una nemesi.
E c’è da avere paura per come siamo messi male a classi dirigenti.
La crisi delle ideologie ha svuotato di senso i partiti, senza i partiti è venuta meno la selezione, senza selezione si diventa sindaci della Capitale grazie a un pugno di clic della rete.
C’è qualcosa di malato in questo meccanismo e nessuno davvero può esultare per quel che sta accadendo.
La profonda, giustificatissima, insoddisfazione del Paese reale non riesce drammaticamente a farsi politica: questo è il punto.
Concetto Vecchio
(da “La Repubblica”)
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