Settembre 24th, 2017 Riccardo Fucile
L’INVIATA DI RAINEW: “CI HANNO SPINTONATO, HANNO MESSO LE MANI DAVANTI ALLE TELECAMERE, ERAVAMO ACCERCHIATI”
Enrica Agostini, inviata di Rainews che segue spesso i grillini e che per ironia della sorte viene a
volte dipinta come embedded ai 5 Stelle, è stata ieri insultata ed aggredita ad Italia 5 Stelle. Oggi riepiloga con La Stampa l’accaduto:
«Stavo per intervistare in diretta il senatore Nicola Morra, un militante si è rivolto a lui e gli ha detto: “Con loro non devi parlare, vogliono solo far vedere le nostre divisioni”.
Poi uno dello staff ha portato via Morra, io ho raccontato il fatto in diretta. A quel punto un gruppo di militanti ha iniziato a insultarci “venduti”, “fate schifo”. Ci hanno spintonato, hanno messo le mani davanti alla telecamera. Eravamo accerchiati».
Enrica Agostini, inviata di Rainews al raduno M5S di Rimini, racconta il suo difficile pomeriggio. Quanti erano?
«Tanti, non li saprei contare ma tanti. Poi sono arrivati i carabinieri».
Le era mai capitato nella sua carriera?
«Da tre anni seguo il M5S, mi era già capitato di ricevere insulti, ma mai come in questa occasione. A Rimini c’è più tensione delle altre kermesse, è palpabile. Del resto l’episodio è nato per una mia intervista a un cosiddetto dissidente come Morra».
Qualcuno dei vertici o dello staff si è scusato?
«Con me nessuno si è scusato. Anzi, per tutto il pomeriggio dei militanti si sono avvicinati mentre lavoravo per dirmi “fate schifo”».
Si è spaventata?
«Ma no, però questo clima mi dispiace. È Grillo con le sue frasi che mette la sua gente contro i giornalisti. Sono i vertici che alimentano questa intolleranza».
Il MoVimento 5 Stelle ha inviato successivamente alle agenzie di stampa una nota per dissociarsi dall’accaduto, in effetti senza assumersi le responsabilità dell’accaduto e senza scusarsi con la giornalista di Rainews.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 24th, 2017 Riccardo Fucile
IL DEPUTATO M5S CRITICA LO SVOLGIMENTO DELLE PRIMARIE M5S
Carlo Sibilia, deputato M5S, rilascia oggi un’intervista al Corriere della Sera in cui critica le primarie del MoVimento 5 Stelle per il candidato premier parlando di gara con una conclusione scontata e dicendo che non è riuscito a votare per i problemi tecnici che ha avuto Rousseau:
«Io non ho nulla contro Di Maio. Però lancio un allarme, stiamo correndo il rischio di snaturare il Movimento. Siamo nati con lo slogan dell’uno vale uno. Ma ora potrebbe non essere più così».
Lo «snaturamento» è colpa dell’accorpamento del potere di capo politico?
«Non è tanto quello. Su quella regola ci sono diverse opinioni rispettabili, ma non mi pare il problema principale. Il problema è come si è arrivati a questo voto e a questa investitura».
Un voto bulgaro con un solo candidato vero. Si poteva fare diversamente?
«Certo. Hanno costruito un meccanismo con un’investitura che è stata decisa molto tempo fa. Il risultato era scontato. Chi pensavate che vincesse?».
L’obiezione è: perchè non vi siete candidati? Perchè non avete sfidato Di Maio, lei, Fico,Taverna, Morra e gli altri?
«Perchè? Ma perchè a nessuno piace perdere, andiamo. Da tempo tutti sapevano come sarebbe finita. Uno si candida se c’è una competizione a darmi pari, mica come questa».
Lei chi ha votato?
«Non ho votato. Ci ho provato ma, come tanti, non ci sono riuscito, per motivi tecnici»
E chi avrebbe votato? Di Maio? Fattori? Cicchetti?
«Eh. Avrei studiato attentamente i curricula e avrei deciso».
(da agenzie)
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Settembre 24th, 2017 Riccardo Fucile
“LUIGI GUIDERA’ LA FORZA POLITICA PREVISTA DALLA LEGGE ELETTORALE”… POI CONDANNA GLI ATTIVISTI CHE HANNO INSULTATO I GIORNALISTI
“Condivido le dichiarazioni che ho letto oggi rilasciate anche da Beppe e altri colleghi sul fatto che
il candidato premier sarà capo della forza politica prevista dalla legge elettorale e non capo di tutta la vita generale a tutti i livelli del movimento”, lo ha dichiarato ad Agi il deputato del M5s Roberto Fico questa mattina.
“Un eventuale candidato premier e, allo stesso tempo, capo del movimento ha rappresentato elemento di dibattito e attrito all’interno del Movimento”, ha aggiunto. “Questa è una grande distinzione perchè sono due funzioni divise. Il candidato premier presenterà programma e simbolo, non riguarda il regolamento del Movimento 5 stelle”.
“Per me nessun ministero, nessun coinvolgimento nel governo. Ieri non abbiamo mai parlato di questo, chi lo dice è estremamente bugiardo e falso”, ha continuato Fico. “Quando mettiamo dei punti di discussione non sono mai posizioni di poltrone o di potere ma è solo per la tenuta e il bene assoluto del Movimento 5 stelle. Ho sempre detto che non andrà mai una persona al governo o il ministro in se stesso ma il Movimento con tutte le sue idee, tutte le persone e tutta la partecipazione”.
“Gli atteggiamenti di alcune persone nei riguardi della stampa, con urla o modi scomposti, non solo vanno condannati ma queste persone non possono permettersi questo comportamento”, ha proseguito.
“Non c’è dubbio sul diritto di critica ma sempre nei modo più civili possibili, chi urla a chi fa comunque il proprio mestiere va condannato”, ha aggiunto. “E’ una cosa che è successa anche ieri davanti a me mentre giravo tra i gazebo, nessuno si deve azzardare a farlo”.
(da “Huffingtonpost“)
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Settembre 24th, 2017 Riccardo Fucile
NEL RETROPALCO CONFRONTO TESO DEL DEPUTATO ORTODOSSO CON I VERTICI DEL M5S, MA RESTA IL GELO
Ogni crisi ha la sua scenografia. C’è un palco e un retropalco, un pratone dove mescolarsi alla folla.
Nel momento più importante, ogni personaggio di questa storia occupa uno spazio. Quello spazio, proprio in quell’attimo, cristallizza la crisi e la racconta.
Sono le 19.10, Beppe Grillo sale sul palcoscenico di Rimini, la busta con il candidato premier in mano. Dietro di lui ci sono tanti parlamentari sorridenti. Non c’è Roberto Fico, rimasto nel backstage, senza applaudire, solo con la compagna al suo fianco. Non c’è Carlo Sibilia che con alcune colleghe gira per gli stand. Non c’è Nicola Morra, che uscito dal vespasiano si fionda ad ascoltare Beppe. Da lontano.
La frattura del M5S è un momento di passaggio, tra la storia e il futuro, tra le amicizie di prima e quelle che vengono dopo.
Nel 2013 il deputato Carlo Sibilia, ex membro del direttorio, condivideva il primo appartamento a Roma con Luigi Di Maio.
Oggi dice: «Con il leaderismo c’è un rischio di snaturamento del Movimento. Alle primarie non ci siamo candidati (contro Di Maio, ndr )perchè non era una competizione ad armi pari».
Questi anni in Parlamento e le ambizioni hanno bruciato l’innocenza di un tempo, il senso di fratellanza. Non sarà facile ricucire.
Ci hanno provato, Grillo, Di Maio e Davide Casaleggio, e continueranno a farlo, con Fico. Barricato in hotel fino alle quattro del pomeriggio, il ribelle napoletano rinuncia al bagno pomeridiano tra gli attivisti, alla camminata dell’orgoglio tra i tendoni della festa dove pure era atteso.
Lo farà solo dopo l’incoronazione di Di Maio. Prima, insiste a non parlare in pubblico e accetta l’offerta di momentanea tregua da parte di Grillo e del collega candidato a premier. Ma si rifiuta di salire sul palco.
«Luigi vuole coinvolgerlo, anche nel governo, gli dirà che non può fare a meno di lui» fanno sapere dallo staff vicino a Di Maio.
L’offerta che gli verrà formalizzata è di un ministero, quello che naturalmente lo veste meglio, e potrebbe essere alle Telecomunicazioni. Fico però ai suoi dice: «Chi dice che io stia facendo delle contrattazioni, sbaglia. Io non voglio poltrone, chi mi conosce lo sa».
Tra i movimentisti, chiamati ortodossi, c’è Giuseppe Brescia. È conosciuto come il grillino dei migranti, convinto che il M5S non debba sbandare dalle posizioni di solidarietà verso i profughi: «Quello che chiediamo è semplice — spiega — le decisioni si prendono assieme. A me va bene che Luigi faccia il capo come una sorta di coordinatore tra noi parlamentari, perchè almeno non direte più che siamo eterodiretti da Genova e da Milano. Ma il punto è che le scelte vanno discusse, su tutto, sugli uomini di cui ci circondiamo, anche sulla squadra di governo. Altrimenti ci dicano che il M5S è cambiato e a chi non sta più bene se ne va».
«Condivisione su ogni decisione» è quanto chiede anche Sibilia.
Di Maio di carattere è un pragmatico e sa fare abbondante uso delle sue doti di diplomazia. Non vuole certo affrontare una campagna elettorale indebolito da altre faide interne, zavorrato dalle critiche di Fico.
«Il mio sarà il governo di tutti noi, del Movimento, questo te lo assicuro, Roberto».
Di Maio non lo ha persuaso fino in fondo, ma ci ha provato in un faccia a faccia dietro il palco, dove più che altro però ha ascoltato lo sfogo del rivale, l’esigenza di mantenere un Movimento orizzontale, che sia una comunità non ridotta a un fortino di fedelissimi.
Di Maio ha i suoi uomini e li vuole con sè per Palazzo Chigi. Il consigliere politico, l’inseparabile Vincenzo Spadafora, i due deputati più vicini, Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, in lizza per due ministeri, il consigliere lombardo Stefano Buffagni, che lo affiancherà già a partire da domani nella campagna per conquistare il cuore del Nord, il fronte più ostico per i grillini.
Fico guarda dal retropalco il trionfo di coriandoli che bagna l’investitura di Di Maio. Aspetta che finisca, poi si va a prendere la sua fetta di amore da parte degli attivisti.
A chi gli chiede di non mollare risponde: «Io non mollo mai».
Assicura che «le correnti non ci sono» ma aggiunge: «Non si sostengono le persone, si sostiene il M5S, quindi tutti i candidati, perchè i portavoce vanno accompagnati». Ecco, lui continua a preferire la parola «portavoce» a «candidato».
E forse è questa differenza che misura l’incolmabile distanza con Di Maio.
(da “La Stampa”)
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