Settembre 29th, 2017 Riccardo Fucile
MACCHE” LEGA LADRONA, MARONI INAUGURA LA LEGA GUARDONA… E CONCEDE PERSINO L’AUDITORIUM DELLA REGIONE PER LA FINALE, COSI’ VEDE MEGLIO
Che non si venga a dire che Roberto Maroni, governatore della Lombardia, sia contro l’integrazione. Soltanto che nella visione del presidente leghista, è più semplice che questa passi per un concorso di bellezza.
Tanto da avere non solo patrocinato la seconda edizione di Miss Latina, una manifestazione che elegge la ragazza latinoamericana più bella d’Italia.
L’ex ministro dell’Interno ha concesso per la finale del concorso l’auditorium Testori di Palazzo Lombardia, sede della Regione, per domenica 7 ottobre, quando le 24 finaliste si contenderanno lo scettro di reginetta.
«E’ questo il modello di integrazione che ci piace», ha detto il governatore durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento tenuta ieri.
Un concetto rinforzato dalle parole di Marco Tizzoni, consigliere regionale della Lista Maroni: «Il connubio tra organizzatori lombardi e le reginette latine rappresenta un modello di integrazione completo. Questi sono gli esempi che ci piacciono e che vogliamo premiare con il patrocinio».
In altre parole, l’integrazione in salsa leghista, seguendo questo filo logico, passa per alcuni requisiti “fondamentali” previste dal regolamento del concorso di bellezza, al quale possono accedere “ragazze di età compresa tra i 16 e i 28 anni, latino americane di nazionalità italiana o residenti in Italia, di altezza minima non inferiore ai 165 cm”. Altro che Ius soli.
Intanto il sito ufficiale del concorso (misslatinaitalia.it) mostra orgoglioso in home page il logo del patrocinio della Regione Lombardia e scrive:
L’ Italia e il mondo latino americano. Una lunga storia reciproca, una presenza sempre più forte, un legame sempre più stretto. Attraverso un evento nazionale dedicato alle ragazze latino americane, alla loro piena bellezza, fatta non solo di presenza ma di idee, di talento, di capacità , di vocazioni e ispirazioni, abbiamo voluto creare qualcosa di più: un’opportunità . Opportunità personali e professionali, condivisione di idee, di culture, di proposte e di occasioni di incontro e di lavoro. Con il fine ultimo e prezioso di coltivare e migliorare l’integrazione, la conoscenza, la comprensione tra Paesi e culture, diversi ma egualmente latini.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 29th, 2017 Riccardo Fucile
LA DONNA E’ IN CARCERE PER FURTO, LUI DENUNCIATO PER LESIONI AGGRAVATE DA MOTIVI RAZZIALI: MA CHE BELLA FAMIGLIA SOVRANISTA DI PREGIUDICATI
L’autore della violenza contro il profugo eritreo picchiato il 21 settembre scorso al Tiburtino III, è il compagno della donna indagata per l’aggressione di un migrante dopo i fatti del 29 agosto in via del Frantoio, a Roma.
La stessa donna che ha detto di essere stata sequestrata dagli ospiti del centro della Croce Rossa — e che poi è stata smentita — dando il via ai disordini che hanno visto i residenti del quartiere di periferia contro gli ospiti del centro di primissima accoglienza.
L’uomo è stato identificato: 35enne romano, con precedenti, della zona e convivente di Pamela.
L’uomo poco più di una settimana fa ha colpito al volto il cittadino eritreo di 40 anni, profugo in attesa di ricollocamento, e ospite del presidio umanitario Tiburtino.
Il giovane è stato avvicinato da un’auto, con a bordo 4 persone. Prima sono arrivati gli insulti — “negro”, ha raccontato la vittima — e poi un pugno in pieno viso.
Una lesione tale da costargli un’operazione chirurgica qualche giorno fa, spiegano dal presidio umanitario.
“Fortunatamente sta bene, e si sta riprendendo anche psicologicamente”, racconta la Croce Rossa. Anche se “attualmente il giovane continua ad essere sotto osservazione”, hanno aggiunto.
Mentre in una nota ringraziano i carabinieri “per il contributo di chiarezza che sta emergendo in queste ore dalle prime indagini”. Chiarezza che porta il presidio umanitario a proseguire “con quella tranquillità che auspichiamo coinvolga tutti”.
A chiudere il cerchio sulla vicenda sono stati i carabinieri della stazione di Santa Maria del Soccorso.
L’aggressore, già riconosciuto in foto dalla vittima, è stato denunciato a piede libero per lesioni personali aggravate e con l’ulteriore circostanza aggravante della discriminazione razziale.
Ma le indagini proseguono perchè restano da identificare ancora le altre persone che accompagnavano l’uomo durante l’aggressione che secondo una prima ricostruzione erano 3.
Qualche giorno fa, la signora Pamela, 40 anni, è stata anche arrestata dai carabinieri per un’accusa di furto.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 29th, 2017 Riccardo Fucile
DOPO GLI SCONTRI DI IERI EMERGE CHE NON ESISTEVANO “RESIDENTI INFURIATI” MA SOLO ATTIVISTI DEL PARTITO… LA FAMIGLIA “DI NEGRI” CACCIATA NON ERA DI ERITREI MA ITALIANA E ROMANA
Ieri alcuni militanti di Forza Nuova, guidati da Gianluca Castellino, sono intervenuti per bloccare l’ingresso di una famiglia italiana in un alloggio assegnato dall’Ater, l’azienda per l’edilizia residenziale pubblica del Comune di Roma. I militanti hanno preso a sassate le forze dell’ordine e tre poliziotti sono rimasti feriti dal lancio di sampietrini e Castellino è stato arrestato.
Il terreno dello scontro di ieri è quello delle case popolari dove — secondo la narrazione forzanovista — da una parte ci sono “i residenti” e dall’altra ci sono gli stranieri ai quali il Comune assegna la casa.
Ma in realtà i “residenti” che protestano non esistono perchè si tratta semplicemente dei manifestanti di Forza Nuova guidati da Castellino e della famiglia italiana “sfrattata per far posto agli stranieri”.
Basta guardare le foto e i video dei tafferugli: nella borgata ci sono quasi duemila appartamenti ma i “residenti” che hanno cacciato la famiglia assegnataria dell’alloggio erano poco più di una ventina.
Su Repubblica di oggi Luca Monaco riferisce che il 50% degli inquilini è moroso mentre sono 400 le persone che occupano abusivamente gli alloggi.
Forza Nuova vorrebbe far credere che ieri c’è stata una sollevazione popolare degli abitanti del quartiere contro una famiglia di stranieri.
Ma è un racconto che non sta in piedi. Anche perchè la storia è un’altra.
Innanzitutto non si tratta di una famiglia di eritrei, come riportato da certa stampa. È una famiglia italiana, romana, con due figli di 12 e 21 anni.
Si tratta di Clelia Bassano, 50enne nata in ad Addis Abeba da padre italiano (e i fascisti dovrebbero sapere bene come mai ci sono italiani in Etiopia) residente a Roma dal 1991 e suo marito, Massimo Calveri, 46 anni, impiegato in un’impresa di pulizie. Ma ieri i forzanovisti “residenti” hanno urlato negra alla signora Bassano, perchè tutti sanno che non esistono negri italiani.
Lei però — come riporta Repubblica — ci tiene a ricordare che ha fatto domanda per l’alloggio Ater 12 anni fa e che ha un fratello che presta servizio nell’Esercito Italiano. Italiani quindi, e romani, ma soprattutto legittimamente titolati a poter ottenere quell’alloggio popolare.
Dall’altra parte invece gli italiani difesi da Forza Nuova sono occupanti abusivi dell’appartamento.
Si tratta di Azzurra, 28 anni e un figlio di tre anni anche lei come il marito della signora Bassano fa le pulizie e dice di guadagnare 600 euro al mese.
A Repubblica racconta di essersi trasferita in quell’appartamento della scala S del Lotto 14 in via Giovanni Porzio il mese scorso: «Fino a novembre scorso stavo in casa di mia suocera. Quando l’appartamento si è liberato ci sono entrata. Lo sapevano che ero abusiva, perchè non mi hanno allontanata subito?».
Eppure Azzurra, che ritiene di avere più diritti della famiglia di negri cacciata dai “residenti” di Forza Nuova confessa candidamente di non essersi mai iscritta nelle liste per la casa popolare.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 29th, 2017 Riccardo Fucile
EVVIVA LA TRASPARENZA: IL MARITO HA MOLTE CARICHE NELLE AZIENDE DEL SETTORE
Quando ad agosto ilfattoquotidiano.it ha scritto della vendita a uno dei più importanti gruppi del marmo di alcune quote societarie da parte di Sarah Scaletti, attuale assessora alla Tutela dell’ambiente di Carrara, in comune è scoppiato il putiferio.
Con strascichi arrivati fino ai giorni scorsi: la capogruppo del Pd Roberta Crudeli che ha presentato un’interrogazione per chiedere conto al sindaco del M5S Francesco De Pasquale di quello che definisce un “palese conflitto di interessi”, visto che “i settori marmo ed ambiente sono strettamente legati tra loro”.
Scaletti è moglie del commercialista Paolo Righini e fino a novembre 2016 era socia in Sviluppo Immobiliare SI srl di Giorgio dell’Amico, che con Righini condivide uno studio associato.
E sia Righini che Dell’Amico hanno cariche in diverse società operative nel settore del marmo. Questioni che mettono a rischio l’indipendenza di Scaletti?
Facciamo un passo indietro.
Il punto di partenza è stato il caso Fermet, la società un tempo leader nella lavorazione dei rottami ferrosi che secondo il procuratore capo di Massa Aldo Giubilaro è finita in rapido declino a seguito di una truffa di cui ritiene responsabili quattro nomi eccellenti: il noto commercialista Giulio Andreani, l’avvocato Sergio Menchini, l’ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate Eraldo Cerisano e l’imprenditore Emanuele Ricciardi, fratello di Alberto Ricciardi, il patron della Fermet ai danni del quale sarebbe avvenuta la truffa.
Tutti e quattro hanno ricevuto un avviso di chiusura delle indagini, preludio di un probabile rinvio a giudizio.
L’ultimo bene di Fermet finito all’asta è stata l’area dove la società svolgeva le sue attività , l’ex stabilimento Italcementi. Ad aggiudicarselo per meno di 4 milioni di euro lo scorso dicembre è stata proprio Sviluppo Immobiliare SI srl, una società oggi di proprietà di due importanti gruppi del marmo, quello della famiglia Rossi e quello della famiglia Franchi, che ne possiedono il 50% a testa, rispettivamente attraverso Il Fiorino srl e Franchi Umberto Marmi srl.
Come già raccontato da ilfatto.it, fino a fine novembre 2016 il 50% di Sviluppo Immobiliare SI srl era detenuto dalla Scaletti, che poco prima dell’asta per l’area Fermet, e quando non era ancora assessora, ha venduto le sue quote a Franchi Umberto Marmi srl. Quelle quote, Scaletti le aveva acquistate nel 2014 dalla fiduciaria svizzera Eco Fid sa, a cui lei stessa ne aveva venduto una parte nel 2009.
Secondo le spiegazioni date da Scaletti ai giornali locali, Sviluppo Immobiliare SI era proprietaria di un immobile e l’utilizzo della fiduciaria serviva a garantire “migliore protezione del patrimonio”, mentre la sede svizzera offriva “maggiore riservatezza” rispetto a una italiana.
Sui rapporti con i big del marmo, Scaletti ha poi assicurato che questi si sono limitati “alla vendita delle mie quote alla Franchi Umberto Marmi. Loro avevano necessità di affidarsi a una società che operasse nella gestione, costruzione e amministrazione di immobili e invece di crearne una ex novo ne hanno cercata una già esistente”.
Se al di là della vendita di quote, che le ha fruttato una plusvalenza di 35.750 euro, Scaletti non ha altri rapporti con le società del marmo, ad averceli è suo marito Righini.
E Dell’Amico, cioè colui che deteneva l’altra metà delle quote di Sviluppo Immobiliare SI, quella finita a Il Fiorino srl, società di cui Dell’Amico è anche membro del collegio sindacale.
Dettaglio che si aggiunge al fatto che Dell’Amico, fino a una telefonata ricevuta da ilfatto.it lo scorso 2 agosto, era anche amministratore unico di Sviluppo Immobiliare SI, con una sovrapposizione tra ruolo di controllo come sindaco e amministratore nella società partecipata di dubbia opportunità .
Dell’Amico, oggi a processo per il crac di Erre Erre, ha rapporti con il mondo del marmo che vanno al di là di Il Fiorino srl.
È infatti il liquidatore di Progetto Carrara, la società del comune di cui in passato è stato amministratore unico. Progetto Carrara si è occupata della realizzazione della Strada dei marmi, un’arteria che collega le cave al porto e alla ferrovia e che l’amministrazione dei Cinque stelle ha di recente aperto al traffico delle auto, in aggiunta ai Tir che già circolavano.
La strada passa di fianco allo stabilimento ex Fermet finito all’asta.
Un particolare: l’area, secondo le perizie di Fermet, aveva un valore stimato in 11 milioni. Sviluppo Immobiliare SI, dopo una serie di aste andate deserte, se lo è aggiudicato per meno di quattro, valore destinato ad aumentare non poco nei prossimi mesi, considerata la posizione strategica lungo la Strada dei marmi.
E ora veniamo a Righini, socio di studio di Dell’Amico e marito di Scaletti.
Righini siede nel collegio sindacale di più d’una realtà legata al lapideo, compreso Il Fiorino srl, in cui è presidente del collegio, stesso ruolo ricoperto in Il Fiorino spa (altra società della famiglia Rossi dove l’indagato Giulio Andreani è sindaco effettivo e Dell’Amico sindaco supplente) e in Graziani Marmi (qui Dell’Amico è sindaco). Righini è poi sindaco di Marmi Carrara (il presidente del collegio è Andreani, Dell’Amico è stato sindaco supplente fino al 2015), società al 50% della famiglia Bin Laden e al 25% a testa delle famiglie Rossi e Franchi che possiede metà delle quote di Sam, la Società apuana marmi detentrice di un terzo dei diritti di escavazione sui bacini carraresi.
Una delle cassaforti del ‘potere bianco’, insomma.
Righini e Dell’Amico ricoprono cariche anche in società che con le cave non c’entrano, come nel collegio sindacale di Immobiliare Nuova Valtellina, spa partecipata da tre società lussemburghesi che fino a due anni fa controllava al 100% una società quasi omonima a quella da cui siamo partiti, Sviluppo Immobiliare srl, messa in concordato preventivo a cavallo tra il 2014 e il 2015.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 29th, 2017 Riccardo Fucile
TOGLIE LA TASSA SUI RIFIUTI A TUTTI, SALVO CHE ALLE COPPIE OMOSESSUALI…. QUESTO TIZIO HA DEI PROBLEMI SERI, PRENOTATEGLI UNA VISITA
Nuova crociata del sindaco di Pontida della Lega contro le unioni civili.
Via la tassa sui rifiuti a chi si sposa, ma non alle coppie gay.
Dopo il caso della discriminazione dei parcheggi “rosa” solo per alcune donne, Luigi Carozzi, sindaco della cittadina della bergamasca che ospita ogni anno il tradizionale raduno del Carroccio, ci riprova.
E non contento della retromarcia che è stato costretto a fare in tutta fretta sul precedente provvedimento, ha scritto ai suoi concittadini per informarli che “la giunta comunale della città di Pontida ha tolto la tassa sui rifuti (Tari), introducendo nuove categorie esentate. Anche questa volta, però, non mancano le eccezioni. Come le unioni civili tra persone dello stesso sesso”.
Tra le nuove categorie esentate dalla tassa, infatti, ci sono i residenti della città di Pontida che contraggono un matrimonio civile, un matrimonio concordatario o un altro matrimonio religioso celebrato davanti a ministri delle confessioni diverse dalla cattolica o da un altro matrimonio religioso celebrato davanti a ministri delle confessioni diverse dalla cattolica riconosciute dallo Stato italiano.
I residenti a Pontida che entro due anni dalla celebrazione dal matrimonio iscrivano all’anagrafe comunale un loro figlio/a legittimo/a con atto di nascita. Dal beneficio sono escluse evidentemente altre coppie.
Perchè la decisione della giunta esclude, per esempio, quelle coppie che hanno contratto una unione civile e quelle unite in matrimonio secondo, però, un rito religioso non riconosciuto dallo Stato italiano, secondo il concordato del 1929.
Si tratta di una decisione che è destinata a sollevare nuove polemiche.
Già un anno fa, infatti, lo stesso sindaco aveva introdotto questa misura come dono di nozze alle coppie nate da un matrimonio, ma come sperimentazione.
Oggi, invece, non solo se ne vanta, ma ha deciso di renderla strutturale.
In Lombardia, insorge il Movimento Cinque stelle.
“Quei geni della giunta leghista di Pontida ci riprovano a violare i principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione – attacca il consigliere regionale grillino Dario Violi – Dopo i parcheggi rosa riservati alle sole mamme di Pontida, a distanza di due settimane decidono di discriminare le coppie che hanno deciso di unirsi senza celebrare il rito del matrimonio nonchè tutte quelle coppie che per diversi motivi non vogliono o non possono avere un figlio. L’ignoranza di certi personaggi putroppo non ha limiti e anche questa volta sono pronto ad intraprendere qugni azione perchè venga ripristinata la legalità e si riaffermi il principio di uguaglianza stabilito dalla Costituzione italiana.
Anche il segretario comunale del comune di Bergamo, Daniele Perotti, rileva una palese violazione dell’articolo, 3 della Costituzione.
(da agenzie)
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Settembre 29th, 2017 Riccardo Fucile
PATETICHE POLEMICHE DOPO IL GIUDIZIO NEGATIVO DELL’OREF AL BILANCIO DEL COMUNE DI ROMA
“Se i membri dell’Oref hanno intenzione di fare politica sarebbe corretto che si dimettessero da un ruolo che invece deve essere necessariamente terzo”: lo dice Laura Castelli, deputata M5S che, a proposito della presidente dell’organo, Federica Tiezzi, sostiene:”ci risulta che sia indagata per bancarotta fraudolenta, notizia rivelata dalla stampa e mai smentita”.
Anche “un altro membro, Marco Raponi, risulta imputato sempre per bancarotta fraudolenta”. “Fatta salva la presunzione di innocenza farebbero bene a dimettersi” afferma la Castelli.
Federica Tiezzi, sostiene la portavoce del M5s in commissione Bilancio a Montecitorio, “sarebbe protagonista del fallimento di una società per aver distratto a suo vantaggio risorse finanziare dell’azienda per soddisfare esigenze e bisogni del tutto personali. Praticamente è accusata di aver preso il malloppo ed essere scappata prima che l’azienda andasse in liquidazione”.
E, “come se non bastasse, un altro membro, Marco Raponi, risulta imputato sempre per bancarotta fraudolenta per il crac del ‘Latina Calcio’.
Secondo quanto riporta la stampa, anche in questo caso mai smentito, avrebbe fatto sparire i verbali del collegio sindacale” prosegue Laura Castelli citando gli atti giudiziari pubblicati dalla stampa.
Per il M5S, farebbero bene a dimettersi “per una questione di opportunità , per non far perdere di credibilità lo stesso organo di cui fanno parte”.
Ma perchè la Tiezzi indagata si deve dimettere e la sindaca no?
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 29th, 2017 Riccardo Fucile
DIVERGENZE SUL CONSOLIDAMENTO DELLE PARTECIPATE… I TECNICI FANNO I TECNICI, MA PER I GRILLINI CHI NON E’ D’ACCORDO CON LORO “FA POLITICA”
Il giorno dopo la battaglia giudiziaria, con la richiesta di rinvio a giudizio per falso, per Virginia Raggi arriva quella finanziaria.
I tecnici dell’Oref hanno contestato i conti del Campidoglio, ricevendo dai 5 Stelle un durissimo attacco – politico sulla legittimità del parere e personale nei confronti della presidente.
Sono lontani i tempi in cui la Raggi, allora all’opposizione di Ignazio Marino, invitava ad “ascoltare l’Oref”.
Oggi la Giunta ha deciso di forzare la mano e andare in Aula con il bilancio consolidato, nonostante il parere negativo.
Dall’organismo di revisione economica e finanziaria del Campidoglio è arrivato un parere negativo al bilancio consolidato del Comune di Roma.
Secondo i tecnici capitolini “le risultanze esposte nel bilancio non rappresentano in modo veritiero e corretto la reale consistenza economica, patrimoniale e finanziaria del gruppo amministrazione pubblica di Roma Capitale” e pertanto esprimono “parere non favorevole all’approvazione del bilancio consolidato dell’esercizio 2016”.
Ci sarebbe quindi una differenza di valutazioni sulla quantità di fondi da erogare per il consolidamento dei conti delle società partecipate del Campidoglio all’origine del nuovo scontro tra la Giunta e revisori.
La Giunta Raggi avrebbe scelto di ridurre il perimetro di consolidamento delle società partecipate, rispetto a quanto previsto invece dalla delibera in materia del commissario Francesco Paolo Tronca.
“È vero, lo abbiamo ridotto rispetto alla delibera Tronca perchè abbiamo utilizzato le possibilità offerte dalla legge in relazione al grado di attendibilità che noi ci aspettavamo, rispetto alle due società Ama e Atac”, ha spiegato l’assessore Gianni Lemmetti.
Lo stesso assessore, da poco sbarcato nella Capitale dall’amministrazione M5S di Livorno, ha subito attaccato l’Oref, affermando che “fa politica” e parlando di “parere non richiesto” e comunque “non vincolante”. Per questo “andiamo in Aula”.
Anche per il ragionere generale del Campidoglio, Luigi Botteghi, il giudizio dell’Oref è “ingiustificabile”. Secondo l’opposizione, invece, bisogna rinviare la discussione del bilancio: “Non si può andare in aula così, spero che la discussione venga rinviata e si dia ai consiglieri il tempo di studiare il parere dell’Oref – ha affermato Valeria Baglio, consigliere comunale del Pd”
L’attacco ai revisori passa poi da un confine meramente politico a uno più personale.
Il capogruppo in Campidoglio Paolo Ferrara, in due post su Facebook, ha riportato “notizie di stampa, non smentite”, secondo cui la presidente dell’Oref Federica Tiezzi sarebbe “indagata a Rieti per reati pesanti come la bancarotta fraudolenta. Non si vuole pensar male ma il sospetto – prosegue Ferrara – che l’Oref approfitti del suo compito per fare politica è legittimo. Soprattutto perchè per mesi abbiamo cercato di costruire un rapporto di corretta collaborazione istituzionale con l’Organismo di revisione”. Ferrara nel post sostiene inoltre che Tiezzi è “moglie di un esponente Udc di Rieti che stava nella giunta provinciale dell’attuale segretario del Pd Lazio, Fabio Melilli”.
La presidente Tiezzi replica a sua volta che “i reati di cui mi si accusa si tratta di situazioni che verranno a breve chiarite e in cui mi ritrovo coinvolta senza alcun fondamento. Sono certa che verrà tutto chiarito a breve”.
Inoltre chiarisce il ruolo dell’Oref: “Per quanto riguarda il fare politica, noi siamo professionisti iscritti in albi e svolgiamo un compito molto delicato per la salvaguardia della salute degli enti, pertanto il nostro giudizio è solo esclusivamente e sempre di natura tecnica e mai politica, altrimenti sarebbe snaturato il nostro ruolo. Esprimiamo giudizi solo sui numeri ed è un dato di fatto che la riconciliazione dei saldi nel consolidato sia da completare”.
(da agenzie)
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Settembre 29th, 2017 Riccardo Fucile
IL SINDACO: “MILITARE IMPERMEABILE ALLE IDEOLOGIE POLITICHE”…. FU MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE: “HA COMBATTUTO PER DIFENDERE LA CITTA’ DAI BOMBARDAMENTI”
“Sabato sarà inaugurato a Fidenza un monumento all’Arma Aeronautica in occasione del centenario della nascita di un asso dell’aviazione italiana, medaglia d’oro al valor militare: il capitano pilota Luigi Gorrini, fidentino d’adozione” ha annunciato il sindaco di Fidenza Andrea Massari.
Il monumento, posizionato in via Cairoli, è un jet Aermacchi posizionato nei giorni scorsi, restaurato e assicurato per un valore di centinai di migliaia di euro e il primo cittadino invita a non fare confusione tra il monumento all’Arma Aeronautica e la figura del capitano Gorrini, borghigiano d’adozione, cui l’associazione ha voluto dedicare parte del programma in occasione del centenario della nascita.
“Penso che Gorrini sia stato un asso autentico dell’arte aviatoria, penso che abbia combattuto per la parte sbagliata della storia ma che comunque sia stato un militare impermeabile alle ideologie politiche e penso, per me vale soprattutto questo, che alzandosi in volo abbia evitato che altre bombe cadessero su Fidenza. Bombe angloamericane, le forze che stavano liberando l’Italia dal nazifascismo, ma sempre bombe e sempre morte dal cielo. Il mio giudizio sulla persona non cambia il mio giudizio su quella fase storica che visse l’Italia, non cambia la mia scelta di campo antifascista e non cambia quella della città di Fidenza, che a dispetto di sedicenti nostalgici di ieri e di oggi, diede un contributo straordinario alla lotta di Liberazione”.
Una posizione condivisa dal segretario dell’Anpi borghigiana Cristiano Squarza: “Ha combattuto fino all’ultimo per difendere la città dai bombardamenti, salvando tante vite innocenti”.
(da agenzie)
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Settembre 29th, 2017 Riccardo Fucile
IL PARTITO DELLA MELONI CONCEDE GIUSTAMENTE IL PERMESSO SECONDO LA LEGGE, PER CASAPOUND “VIOLA L’IDENTITA’ TERRITORIALE”… MA QUALCHE EX SOCIALE LO VUOLE CAPIRE CHE NON TUTTI POSSONO PERMETTERSI I NEGOZI DI LUSSO O NO?
Non solo la sinistra che non ha ancora digerito la sconfitta storica. Ma anche l’opposizione in un ambiente che dovrebbe essergli più affine.
Il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, ex Alleanza Nazionale, ora tra le file di Fratelli d’Italia ed eletto nel giugno scorso con una coalizione di centrodestra, è stretto in una morsa.
Perchè adesso anche CasaPound, che alle amministrative di giugno correva da sola e non è riuscita ad eleggere alcun consigliere comunale, sembra scaricare il primo cittadino. Fino a rimpiangere l’ex sindaco del Pd Samuele Bertinelli.
Il motivo è la decisione del Comune di Pistoia di rilasciare i permessi all’imprenditore cinese, Du Fenglong, che aveva presentato domanda per aprire un negozio di accessori, bigiotteria e articoli per la casa in piazza Gavinana (chiamata dai pistoiesi Il Globo), in pieno centro storico.
Il Tirreno racconta che il negozio si chiamerà “Lovely Market” e prenderà il posto di una profumeria.
Il centro storico di Pistoia, che quest’anno è Capitale italiana della cultura, è al centro da tempo di diatribe politiche riguardo alle concessioni per le nuove attività commerciali. L’ex giunta di centrosinistra aveva approvato un regolamento che impediva l’apertura di fast food nella centralissima Piazza della Sala, tradizionale punto di ritrovo per i pistoiesi.
Così CasaPound ha attaccato il sindaco Tomasi: “Ci eravamo posti come opposizione costruttiva ma guardavamo con curiosità la nuova amministrazione che si presentava come di rinnovamento rispetto al passato — dice il portavoce Lorenzo Berti — ma adesso dobbiamo rimpiangere l’ex sindaco Bertinelli che si era opposto all’apertura di un fast-food nella zona. Pistoia deve tutelare la propria identità territoriale e il commercio locale se vuole avere una vocazione turistica. Non è facendo riempire il centro storico di kebab e market cinesi che si attraggono visitatori”.
Dall’amministrazione però rispondono che il sindaco non aveva alcun potere per impedire l’apertura di nuove attività commerciali, se queste sono in regola e presentano tutta la documentazione necessaria come in questo caso.
“Non avevamo alcuna discrezionalità sulla concessione del permesso — spiega al fatto.it l’assessore all’Urbanistica, Alessandro Capecchi — Se avessimo impedito l’apertura avremmo rischiato l’accusa di abuso d’ufficio oltre ad una sanzione amministrativa.”.
Al di là dell’aspetto legale e amministrativo dove è evidente che ha ragione il sindaco, una domanda agli ex sociali di CasaPound va posta.
Ma siete mai entrati in un negozio gestito dai cinesi? Avete preso nota dei prezzi popolari che vengono praticati? Vi siete mai chiesti perchè molti italiani vanno a comprarsi qualcosa in questi negozi?
PERCHE’ NON SI POSSONO PERMETTERE MERCE GRIFFATA!!!
E se uno fosse davvero sociale, visto che questi esercenti pagano le tasse come gli altri, dovrebbe vedere con favore l’apertura di negozi (cinesi, ciprioti o italiani che siano) che permettono a fasce deboli della popolazione di vestirsi decentemente.
Perchè ‘sta storia dell’identità sta diventando solo un alibi per favorire speculatori nazionali e internazionali, grandi firme e giovanotti snob.
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