Luglio 17th, 2018 Riccardo Fucile
LA LETTERA DELL’ARCHITETTO: “AMAREGGIATO PER LUCIA CHE HA PERMESSO SULLA SUA PAGINA FB COMMENTI OLTRAGGIOSI VERSO ZUPPI”… “LA LINEA MUSCOLARE DELLA LEGA INTERESSATA AL BANCOMAT DEI FACILI CONSENSI, NON SI RISOLVONO COSI’ I PROBLEMI”
Tra le ultime adesioni alla lettera di scuse a don Matteo Zuppi, promossa da 25 bolognesi e firmata
da oltre quattromila lettori, per gli insulti rivolti all’arcivescovo dalla pagina Facebook della senatrice leghista Borgonzoni, lunedì sera ne è arrivata in redazione una particolarmente inattesa.
A prendere le distanze dalla sottosegretaria alla Cultura, dal suo comportamento (aver abbandonato il dibattito sui migranti prima della replica del vescovo, non aver cancellato le successive ingiurie dei follower dal suo post) e dalle sue tesi politiche, suo padre architetto Giambattista Borgonzoni.
Questo il testo della sua lettera aperta, che ci ha telefonicamente confermato e autorizzato a pubblicare:
“Ho assistito con curiosità al recente Convegno in ricordo del Cardinale Biffi, occasione mancata di confronto diretto fra la linea muscolare della Lega sui migranti, rappresentata da mia figlia talentuosa Lucia sottosegretario alla Cultura e quella della Chiesa di Bologna dell’Arcivescovo Matteo Zuppi , attenta alle migrazioni epocali dei poveri dal Sud del mondo verso l’Europa.
Non entro in merito alla asimmetria del Convegno, dove uno dei protagonisti si è astenuto dall’ ascoltare l’altro per un treno in partenza ; ritengo che in qualche caso la gentilezza possa omettere l’orario ferroviario; per questo in tutti i presenti è rimasta un’ impressione negativa , ciò al di là degli accordi fra la Curia-Lega sulla tempistica degli interventi.
Altresì molti operatori culturali pensano, io fra essi, che accusare le Ong di complicita’ verso gli scafisti e lasciare per giorni dei profughi disperati in balia del Mediterraneo come potenziale titolo di scambio, con centinaia di morti affogati nelle ultime settimane, non rappresenti la vera ed umana soluzione del problema.
Certamente le coste italiane rappresentano il confine sud dell’Europa e questa deve farsi carico di un fenomeno frutto prima del colonialismo storico, quindi delle multinazionali, in tempi recenti della pax occidentale esportata in Medio Oriente, sotto forma di guerre regionali ed infine dei cambiamenti climatici.
Non è certamente la linea muscolare della Lega a risolvere una complessa situazione interpretata come bancomat per facili consensi verso una popolazione italiana senilizzata, operativa spesso per asfittiche logiche familistiche e colpita da una crisi che ha depauperato il proletariato e grandemente i ceti medi, quindi timorosa del futuro e pervasa spesso di idee xenofobe.
A fronte di ciò la cultura politica di sinistra in questi ultimi anni, di fronte alle diseguaglianze crescenti, non ha trovato nulla di meglio che mettere in campo il mellifluo “storytelling “ renziano del “ tutto bene “ ed affidare i profughi del mondo ai terribili lager libici, nazione ora pressoche’ inesistente e che mai ha sottoscritto la Convenzione sui diritti umani.
A parte il Convegno ed i patti fra le parti sono amareggiato dal fatto che Lucia, talentuosa politicamente e sempre apprezzata da me oltre i perigliosi versanti politici, abbia accettato la permanenza su Facebook di giudizi vergognosi verso la Chiesa e verso l’Arcivescovo di Bologna.
Stiamo assistendo da parte del modesto “ sovranismo “ italiano, ad imitazione di Trump e di Putin, all’assalto della ” diligenza Europa”, il Continente che ha generato lo Stato sociale e che da un settantennio con la pace ci ha salvaguardato dai risorgenti nazionalismi, ora virati verso la porta girevole del razzismo o peggio.
Arch.Giambattista Borgonzoni
(da “La Repubblica”)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 17th, 2018 Riccardo Fucile
IL PROCURATORE ZUCCA: “SCONVOLGENTI LE GIUSTIFICAZIONI DEI MEMBRI DEL COMITATO DI CONTROLLO”
Nel processo d’appello per la truffa dell’allora Lega Nord ai danni dello Stato sui 49 milioni di fondi non dovuti dal 2008 al 2010 e sul denaro trasferito a Cipro, processo da cui è partita la querelle giudiziaria sui sequestri dei conti del Carroccio, per Umberto Bossi è stata richiesta una condanna a 1 anno e 10 mesi, mentre per i revisori dei conti, Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi, rispettivamente a 2 anni (i primi due) e un anno e tre mesi.
La richiesta su Francesco Belsito, che all’epoca dei fatti era il tesoriere del Carroccio, è stata rinviata in attesa di capire se la Lega presenterà querela per appropriazione indebita, reato che da maggio 2018 non è più perseguibile senza denuncia della vittima.
Alcuni dei reati contestati sono prescritti, altri sono vicini alla prescrizione; secondo l’accusa, comunque, la richiesta di confisca avanzata dalla Procura di Genova e confermata dalla Cassazione resterebbe valida.
“La gestione dei conti era un caos voluto”
Fra le 10 e le 11 era stato il momento della requisitoria di Enrico Zucca, sostituto procuratore generale: nel corso del suo intervento, Zucca ha ribadito fra l’altro che «la gestione dei conti della Lega era un caos totale, ma non un caos primordiale e creativo, una confusione voluta e consentita: quello che succedeva era funzionale ed essenziale».
Ancora: Zucca ha definito «sconvolgenti e preoccupanti le “giustificazioni” dei membri del comitato di controllo, che sostengono di non avere capito il proprio ruolo, convinti che i controlli spettassero ad altri», parlando di «un torpore, un sonno che avvolgeva i revisori e chi doveva controllare».
In primo grado, Bossi era stato condannato a 2 anni e 6 mesi, Belsito a 4 anni e 10 mesi; e i tre ex revisori, Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi, rispettivamente a due anni e otto mesi (i primi due) e a un anno e nove mesi.
(da “il Secolo XIX”)
argomento: Giustizia | Commenta »
Luglio 17th, 2018 Riccardo Fucile
SI TRATTA DELL’EX CAMPIONE DI PUGILATO CHE COMPARIVA IN UN VIDEO CON L’ATTUALE SENATORE GRILLINO DESSI’
C’è anche Domenico Spada, detto Vulcano, ex campione di pugilato tra gli arrestati della maxi
operazione dei carabinieri contro il clan Casamonica.
Secondo quanto si è appreso, è stata sequestrata anche la sua palestra a Marino, alle porte di Roma. Spada è stato protagonista nei mesi scorsi di uno show su Facebook e su La7 in occasione della partecipazione a un dibattito con la giornalista Federica Angeli a Piazzapulita e successivamente nella trasmissione di Massimo Giletti “Non è l’Arena”.
Il suo nome era venuto fuori a causa di un video elettorale del MoVimento 5 Stelle di Frascati in cui compariva con lui anche l’attuale senatore grillino Emanuele Dessì, che doveva rinunciare al seggio secondo le promesse di Di Maio durante la campagna elettorale e infatti è regolarmente iscritto al gruppo del M5S a Palazzo Madama.
Poi si era tornato a parlare di lui quando il cugino Roberto aveva colpito con una testa l’inviato di una trasmissione RAI.
Spada aveva detto che ha condannato il cugino per la testata al giornalista ma aveva anche sostenuto che a due secondi dalla testata “non si capisce cosa gli dice il giornalista”, volendo sostenere che ci fosse chissà quale retroscena prima della testata.
Spada aveva anche sostenuto da Formigli che gli arresti erano stati “una strumentalizzazione”.
Poi aveva sostenuto che la polemica su Ostia serviva a coprire il successo di Casapound sul litorale. Domenico Spada aveva anche annunciato l’intenzione di voler concorrere alle prossime elezioni con una lista civica.
Subito dopo la comparsata da Giletti, Spada su Facebook commentò la sua performance insieme ai tecnici di La7 in un’atmosfera amichevole e conviviale, nella quale se la prendeva con i soliti “pseudo-giornalisti” e in particolare con Federica Angeli.
Domenico Spada era tornato a dire che non lo fanno parlare in tv , sostenendo che “siamo in un paese di dittatori” perchè “Roberto Spada è incensurato”. Poi aveva anche detto che stava diventando geometra ed era arrivato al quarto anno di studi, anche se dopo a causa dei problemi giudiziari non aveva potuto continuare.
Non solo: nel video poi cancellato da Facebook Spada aveva sostenuto anche di essere “un libero muratore”, ovvero un massone, ma di non poterlo dire perchè “altrimenti tutta la muratoria diventa mafiosa” e poi aveva detto di essere stato pagato per la comparsata in tv: “Se uno Spada denuncia i carabinieri, non fa notizia. Se un Pinco Pallino dice che l’ho minacciato, fa notizia. Questa non è democrazia, ragazzi miei. Come devo dire che non mi pagano, non lo dite a nessuno che mi pagano perchè sennò scoppia lo scandalo no? Avete capito come stiamo messi? A me mi pagano ma non lo devo dire. Ma io continuerò la mia battaglia”.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Giustizia | Commenta »
Luglio 17th, 2018 Riccardo Fucile
SPACCIO, ESTORSIONE E USURA CON METODO MAFIOSO
Maxi-retata nel clan dei Casamonica. È di 31 arresti, con 6 persone al momento ricercate, il bilancio di una maxi operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Roma. I militari stanno eseguendo tra la Capitale e le province di Reggio Calabria e Cosenza le 37 misure cautelari in carcere, emesse dal gip di Roma su richiesta della locale Dda.
Sono ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico di droga, estorsione, usura fino a tassi del 1000%, commessi con l’aggravante del metodo mafioso. C’è anche il conduttore radiofonico Marco Baldini, che da tempo ha riconosciuto di essere vittima del gioco d’azzardo, tra le vittime di usura del clan.
Per gli inquirenti il ruolo apicale di promotore è ricoperto da Giuseppe Casamonica, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione.
C’è anche Domenico Spada, ex campione di pugilato, tra gli arrestati nel maxi blitz. Non avevano bisogno di usare la violenza, bastava il solo nome della famiglia Casamonica per farsi rispettare. L’operazione “dimostra come su Roma non ci sono zone franche” ha detto in conferenza stampa il comandante del reparto operativo della Capitale, colonnello Mario Conio.
Il procuratore Michele Prestipino ha sottolineato il contributo delle vittime e anche di due collaboratori di giustizia. In particolare determinante il ruolo della ex compagna di un membro del clan Casamonica.
Si tratta della moglie di Massimiliano Casamonica, fratello del boss Giuseppe, che dopo dodici anni al fianco del fratello del boss – che aveva sposato con una cerimonia sinti pur non facendo parte del gruppo – ha preso le distanze dal clan e ha deciso di collaborare con gli inquirenti entrando a far parte del programma di protezione.
La decisione è arrivata dopo anni duri, passati dentro il clan che la vedeva come qualcosa di diverso proprio perchè non era una sinti.
Nel 2015 le donne del clan arrivarono a sequestrarla, con i tre figli che aveva avuto da Massimiliano. Di lì la decisione di collaborare con la giustizia.
“È molto importante la sua collaborazione – ha detto Prestipino – perchè rappresenta un vulnus importante sull’area di impenetrabilità ” del gruppo, che è “strutturato” e fortemente unito anche per il vincolo di sangue tra gli affiliati, capace di stabilire solidi legami con le famiglie più influenti della ‘ndrangheta calabrese. Il gruppo aveva una ‘roccaforte’ nella zona di Porta Furba, a in zona Appia a Roma, e ramificazioni nelle periferie difficili del Tuscolano come Romanina e Tor Vergata e poi nel litorale di Ostia. Un’organizzazione di “difficile penetrazione” per gli inquirenti anche per la lingua che utilizza, un dialetto sinti che non molti sono in grado di interpretare.
Sono stati sequestrati 20 autoveicoli, quattro locali, quattro alloggi popolari e due ville. Per quanto riguarda le attività commerciali si tratta di un locale al Pantheon, di una discoteca a Testaccio, di un centro estetico sulla Tuscolana e di una palestra a Marino, frequentata anche da Domenico Spada, detto Vulcano.
Le due ville invece sono una all’Infernetto, in via Banchieri e quella di quello che la Dda considera il boss del Clan Giuseppe Casamonica a Porta Furba in via Selvotta.
(da “Huffingtonpost“)
argomento: Giustizia | Commenta »
Luglio 17th, 2018 Riccardo Fucile
HA DECISO ESPULSIONI SENZA AVERNE LA COMPETENZA E AVEVA FESTEGGIATO IL COMPLEANNO CELEBRANDO L’ESPULSIONE DI 69 AFGHANI
Continuano i guai per il ministro degli interni tedesco Seehofer: secondo gli ultimi sondaggi, operati
dall’Istituto Forsa, il 62% dei tedeschi ne chiede le dimissioni, con un precipitoso calo dei consensi.
Il motivo di tanta pressione è l’influenza che ha avuto sull’espulsione in Tunisia della ex guardia del corpo di Osama Bin Laden, Sami A., decisione che è stata definita illegittima dal tribunale di Gelsenkirchen.
Sami si trovava in Germania dalla metà degli anni ’90 e la decisione di una sua eventuale espulsione non spettava al ministro ma al Land del Nord Reno-Vestfalia. Ma per Seehofer era “politicamente importante che ci fosse un rimpatrio rapido”.
La settimana scorsa, inoltre, il ministro era stato accusato dalla stampa di cinismo per aver festeggiato i suoi 69 anni con l’espulsione di 69 afghani (cosa che lui sostiene essere una coincidenza), specie per il fatto che uno dei giovani non appena arrivato a Kabul si è tolto la vita.
(da agenzie)
argomento: elezioni | Commenta »
Luglio 17th, 2018 Riccardo Fucile
AVEVA AFFERMATO CHE CREDE PIU’ A PUTIN CHE ALLE ACCUSE DELL’FBI
La stampa americana è indignata per quello che ha visto e sentito nel corso della conferenza stampa di Helsinki al termine del summit fra Donald Trump e Vladimir Putin.
Quella risposta del presidente americano a una domanda sul Russiagate è la goccia che ha fatto traboccare il vaso: “Presidente, ma lei a chi crede?”, ha domandato il cronista. E The Donald non si è fatto problemi a preferire la versione della difesa – di Vladimir Putin – a quella dell’accusa – l’intelligence Usa.
Christopher Decalago su Politico scrive che Donald Trump “ha capovolto, a livello globale, la definizione di amici e di nemici”.
Lo ha fatto solo pochi giorni dopo che il procuratore Mueller aveva diffuso una dozzina di nomi di agenti dell’intelligence russa che avrebbero avuto un ruolo nella manomissione della campagna elettorale di Hillary Clinton con lo scopo, per l’appunto, di aiutare Trump a vincere le presidenziali Usa.
Ma soprattutto, The Donald – secondo alcuni commentatori – sembra non stare dalla parte degli Stati Uniti.
“Trump&Putin vs America”, scrive Thomas L. Friedman sul New York Times. Da un lato ci sono i due leader – in condizioni, ricorda Eugene Robinson sul Washington Post di disparità , dal momento che Trump sembra essere, alla luce dell’incontro di Helsinki, un fan di Putin – e dall’altro c’è l’America.
Un’America che, scrive Friedman sul Nyt, si trova di fronte a una situazione inedita. E i primi a dover reagire dovrebbero essere proprio i Repubblicani:
È evidente che, per la prima volta nella storia, un presidente – deliberatamente, per negligenza o per via della sua personalità contorta – viene meno al giuramento di “preservare, difendere e proteggere la Costituzione americana”.
Oggi Trump ha rotto il suo giuramento e i repubblicani non potranno scappare o nascondere per molto tempo questa situazione. A ogni singolo parlamentare repubblicano sarà – e dovrebbe essere – chiesto: sei dalla parte di Trump o dalla parte della Cia, dell’Fbi, del Nsa?
Donald Trump “sta lavorando duramente per sabotare i legami dell’America con la Nato e l’Ue e per indebolire l’influenza americana in Medio Oriente”, mentre non ha parlato per gli americani e non ha difeso gli interessi degli Stati Uniti durante il suo incontro con Vladimir Putin, si legge nell’editorial board del New York Times. “Finora non c’erano dubbi sul fatto che si potesse contare sui leader americani per difendere gli interessi degli Stati Uniti. Non ci sono indicazioni che gli Usa abbiano avuto benefici dall’ossequiosità di Trump verso Putin, eccetto per il nuovo pallone splendente ottenuto” dal presidente americano.
“Quello che è chiaro è che un presidente non all’altezza sta spingendo l’America nei guai”, aggiunge il New York Times.
Il presidente Trump, scrive il Washington Post, “è colluso apertamente con il leader criminale di una potenza ostile. Le esternazioni del numero uno della Casa Bianca, rimarca il Wp, “potevano essere state scritte da Mosca”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Luglio 17th, 2018 Riccardo Fucile
IL SINDACO LEGHISTA SOTTO PROCESSO ORA DICE: “FRASE INFELICE, LE PORGEREI LE MIE SCUSE”
Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera oggi racconta come sono finite le querele di Laura Boldrini
nei confronti di chi la insultava: l’allora presidente della Camera annunciò nell’agosto scorso che avrebbe perseguito chi la insultava sul web e a finire nei guai furono autori di vignette e commentatori, gente che aveva pubblicato disegni e fotomontaggi con la Boldrini sgozzata e altri geni.
Ecco il punto dei vari processi:
Così, ecco il sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, rinviato a giudizio dalla Procura di Savona: l’udienza è fissata per il prossimo 17 settembre. Boldrini si costituirà parte civile e insieme a lei intendono farlo varie associazioni contro la violenza sulle donne. L’estate scorsa, dopo uno stupro a Rimini, il sindaco leghista twittò riferendosi ai colpevoli: «Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini,magari gli mette il sorriso…».
Un anno dopo, Camiciottoli sembra sinceramente pentito, parla di «frase infelice»e aggiunge che «ora, se incontrassi la Boldrini, le porgerei le mie scuse». Avrà modo di farlo tra due mesi in tribunale.
Anche un certo Gianni, di Fermo, è stato già condannato a una supermulta, quasi mille euro, perchè a febbraio scorso, intervenendo a La Zanzara su Radio24, disse a proposito dello sparatore di Macerata, LucaTraini: «Doveva andare sotto casa della Boldrini e gambizzarla…».
Eppure gli insulti non si sono fermati. L’11 luglio scorso Boldrini ha querelato pure l ‘attore Fabrizio Bracconeri, l’ex ragazzo della terza C, che sempre a proposito dei fatti di Macerata ha apostrofato la deputata su Twitter: «Lo sai che tu sei responsabile dell’omicidio di Pamela…e di tutti i reati commessi dai clandestini…?».
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Giustizia | Commenta »
Luglio 17th, 2018 Riccardo Fucile
“LE VOCI CRITICHE E AUTOREVOLI VANNO INCORAGGIATE E NON RESPINTE”
“I Governi intelligenti le voci critiche e autorevoli come quella di Boeri dovrebbero attirarle e incoraggiarle, non respingerle. Evitare accuratamente di circondarsi di yesman, e fra un signorsì e un signorno”.
Il consiglio di Marco Travaglio all’esecutivo è di tenersi stretto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, finito nella bufera governativa per la cosidetta “manina” che avrebbe introdotto nella relazione tecnica al decreto dignità la stima di perdita 8 mila occupati all’anno fino al 2028.
Una previsione che nonostante abbia “lo stesso valore scientifico di un oroscopo”, si legge nell’editoriale pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano, non deve comunque distogliere l’attenzione dall’indipendenza dimostrata a più riprese da Boeri, anche nei confronti dell’ex premier Matteo Renzi, che “lo rende immune da qualunque sospetto di collusione con i partiti”.
Per questo motivo, continua Travaglio, “sarebbe una gran cosa se Conte e Di Maio lo confermassero a presidente dell’Inps”.
Ma la conferma di Boeri non è l’unico auspicio messo nero su bianco dal direttore del Fatto, che confessa anche di “sperare vivamente che Claudia Mazzola, se ha i requisiti di competenza, entri nel nuovo Cda Rai”.
Una speranza motivata da Travaglio con il fatto che la stessa Mazzola sia stata inserita dai 5 Stelle nella cinquina di aspiranti candidati messi ai voti sulla piattaforma Rousseau nonostante gli attacchi ricevuti quattro anni fa dall’attuale capo della comunicazione pentastellato Rocco Casalino, che l’aveva accusata, con espressioni piuttosto colorite, di “disinformazione”.
Un precedente che, in caso di nomina, segnerebbe “il primo caso di lottizzazione all’incontrario: cioè di un partito che premia nel servizio pubblico un suo avversario, o presunto tale”.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: governo | Commenta »
Luglio 17th, 2018 Riccardo Fucile
DANIELE FRANCO E’ STIMATO IN EUROPA E RAPPRESENTA UNA GARANZIA PER I CONTI ITALIANI…IN PASSATO HA AVUTO SCONTRI ANCHE CON RENZI E PADOAN
Nei giorni scorsi abbiamo parlato di come il Ragioniere dello Stato Daniele Franco sia stato
irresponsabilmente indicato da Luigi Di Maio a più riprese come la “manina” che fa i dispetti al neoministro.
Daniele Franco ha invece soltanto fatto il suo dovere con la tabella dell’INPS per il Decreto Dignità , così come anni fa fece il suo medesimo dovere con il governo Renzi facendo vedere i sorci verdi all’esecutivo in occasione della prima manovra di Padoan. Oggi Federico Fubini sul Corriere racconta un’altra storia che riguarda il Ragioniere, ovvero di come sia considerato il classico “canarino nella miniera”:
C’è poi però un secondo livello, perchè i grandi investitori nel debito di cui l’Italia ha bisogno non chiedono solo rendimenti. Vogliono anche prezzi stabili, senza sorprese che creino continui sbalzi. Senza che il mercato torni in fibrillazione perchè il ministro agli Affari europei Paolo Savona parla di «piano B» di uscita dall’euro, o perchè il vicepremier Luigi Di Maio accusa (implicitamente) i dirigenti del Tesoro di tramare «come vipere» contro il governo.
Invece è successo, e non è sfuggito ai potenziali investitori di cui l’Italia ha tanto bisogno. Anzichè un rettile però la metafora più praticata riguarda un pennuto: «canarino nella miniera». Sono quelli che, se cadono in volo, rivelano che l’aria è satura di gas tossici. È così che nella Bce a Francoforte hanno preso a definire Daniele Franco, il ragioniere generale dello Stato.
Secondo l’articolo una cacciata di Daniele Franco potrebbe scatenare un interessante effetto farfalla in Europa nei confronti dell’Italia:
L’uomo ha la credibilità e l’autorità legale di vidimare ogni misura di bilancio, dunque anche di impedire scelte troppo audaci e pericolose in Legge di stabilità . Per ora si muove senza troppi problemi. Ma se le spinte politiche lo inducessero a lasciare, il messaggio dalla miniera-Italia alla Bce e ai mercati sarebbe fin troppo chiaro: rischio esplosione imminente.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: denuncia | Commenta »