Luglio 23rd, 2018 Riccardo Fucile
GLI VA MALE LA MARCHETTA A FAVORE DELLE AZIENDE PRODUTTRICI CHE AVEVA PROMESSO PRIMA DELLE ELEZIONI
Matteo Salvini sconfessato su un suo cavallo di battaglia. Non ci sarà infatti la riduzione delle
tasse sulle sigarette elettroniche.
La proposta della maggioranza di cancellare la “tassa sull’acqua” rientra tra i circa 180 emendamenti al decreto dignità che non hanno passato il vaglio dell’ammissibilità . Alle commissioni Finanze e Lavoro restano da esaminare comunque circa 670 emendamenti, sui quali si dovrebbe iniziare a votare martedì.
Proprio nell’intervista data al Corriere della sera e pubblicata oggi, il ministro aveva affermato: “Una follia introdotta da Gentiloni che mette a rischio migliaia di posti di lavoro è la tassa sulle sigarette elettroniche, cercheremo di toglierla”.
(da “Huffingtonpost”)
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Luglio 23rd, 2018 Riccardo Fucile
TRUFFATO IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE INTASCANDO 1.3 MILIONI DI EURO DI RIMBORSI PER LA VENDITA DI PRODOTTI PER CELIACI
Il leader di Forza Nuova Giuliano Castellino è finito ancora una volta nei guai con la giustizia. Dopo essere stato fermato con un etto di cocaina sotto la sella del motorino, dopo l’arresto per aver impedito l’assegnazione di una casa popolare ad una famiglia di origine migrante, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di aver truffato il Sistema Sanitario Nazionale per 1,3 milioni di euro, assieme all’imprenditore Giorgio Mosca.
Il meccanismo era semplice: tramite i punti vendita delle società Bio Gluten Srl e Celiachia World, i due avrebbero prodotto finte attestazioni di vendita di prodotti per celiaci, mettendosi però in tasca i relativi rimborsi erogati da parte dello Stato. L’inchiesta è partita dalle segnalazioni diverse Asl, i cui funzionari si sono resi conto che la documentazione pervenuta era palesemente falsa.
Le indagini sono state dirette dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Alberto Pioletti, che hanno chiesto e ottenuto il sequestro di due conti corrente. Da quanto si apprende senza l’intervento della procura i due avrebbero intascato altri 600.000 euro di rimborsi.
Castellino, tornato sulla scena con la sigla ‘Roma ai Romani’ nel 2016, era stato fermato solo alcuni giorni fa per resistenza a pubblico ufficiale: gli agenti erano intervenuti per sedare un alterco che stava avendo in strada con un altro uomo.
Negli ultimi anni Castellino era stato alla guida di Forza Nuova nella capitale, rendendosi protagonista di una serie di incidenti con le forze dell’ordine, in occasione della discussione della legge sullo Ius Soli al termine della scorsa legislatura e contro gli sfratti in diversi quartieri romani.
Dopo un periodo di detenzione era tornato libero da poche settimane, e subito l’attivismo del movimento di estrema destra era nuovamente aumentato, tra ronde e volantini xenofobi distribuiti all’Esquilino e piazza Vittorio.
(da “il Post“)
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Luglio 23rd, 2018 Riccardo Fucile
LA FOTO “FAKE” SMONTATA DALLA GIORNALISTA CAMILLI A BORDO: “LO HANNO MESSO LE VOLONTARIE PER TRANQUILLIZZARLA”… ORA UN BEL PROCESSO PER DIFFAMAZIONE CON AGGRAVANTE RAZZIALE PER 10.000 PERSONE E GLI PASSA LA VOGLIA DI ROMPERE IL CAZZO
Lo smalto è di colore rosso acceso, un segno di rinascita e ritrovata femminilità dopo aver rischiato la vita in mezzo al mare. 
Sono proprio le unghie curate di Josefa, le cui lacrime hanno fatto il giro del mondo, a scatenare i complottisti. Ancora una volta.
Josefa lo smalto ce l’ha, glielo hanno messo le volontarie a bordo della Open Arms, la nave che l’ha salvata, perchè i piccoli gesti possono aiutare a tornare alla vita, piano piano, dopo aver rischiato di perderla.
In rete però gira un fake: una foto in cui la donna, appena soccorsa, avrebbe avuto le unghie pitturate. Come se una donna che fugge da guerra e miseria non debba avere di default diritto allo smalto (nel caso lo avesse avuto)
A smontare la bufala ci ha pensato Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale a bordo della nave e che su Twitter ha risposto: “Josefa ha le unghie laccate perchè nei quattro giorni di navigazione per raggiungere la Spagna le volontarie di Open Arms le hanno messo lo smalto per distrarla e farla parlare. Non aveva smalto quando è stata soccorsa. Serve dirlo?”
Camilli ha poi postato la vera foto del salvataggio, quella in cui Josefa non aveva le unghie rosse. Un dettaglio insignificante, se solo si riuscisse a capire il significato e la forza di quello scatto.
Quello che nessuno dice è che la bufala è stata fatta girare da siti razzisti e sovranisti, scientificamente diffusa per screditare sia Josefa che le Ong, condivisa da migliaia di razzisti sul web, nonostante le foto della naufraga, al momento del salvataggio, mostrasse chiaramente che le unghie non avevano alcun smalto.
La solita associazione a delinquere di matrice razzista che in questo caso ha commesso almeno il reato di diffamazione con aggravante razziale.
Compresi tutti coloro che hanno condiviso il post.
Quindi ci auguriamo che intervenga l’autorità giudiziaria su imput del ministro della Giustizia e provvede alla identificazione e alla denuncia di TUTTI i diffamatori, come avverrebbe nei Paesi civili.
E’ così che si insegna ai razzisti a non rompere il cazzo.
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Luglio 23rd, 2018 Riccardo Fucile
“SONO UN TESTIMONIAL A DIFESA DEL MARE, LO AVEVO DETTO FIN DALL’INIZIO”: ASSENZE DEL 96%
“L’attività politica non si svolge solo in Parlamento. Si può svolgere anche su una barca. Io l’ho detto fin dall’inizio, anche in campagna elettorale, che il mio ruolo, più che quello di parlamentare, sarebbe stato quello di testimonial a difesa degli oceani”. In un’intervista alla Nuova Sardegna, il velista Andrea Mura, deputato del M5S accusato dal parlamentare di FI Ugo Cappellacci di essere stato assente da Montecitorio il 96% delle volte. Mura spiega di andare alla Camera “una volta alla settimana, per la commissione Trasporti. Capisco l’incredulità , ma io l’ho detto fin dall’inizio al Movimento che non volevo fare il parlamentare ma il testimonial per salvare gli oceani dalla plastica”.
Secondo i dati OpenParlamento — associazione che misura l’indice di produttività di deputati e senatori — citati da La Nuova Sardegna la partecipazione di Mura ai lavori di Montecitorio è bassissima.
Dall’inizio della legislatura su 220 votazioni elettroniche lo skipper è risultato assente oltre il 96% delle volte.
Per il resto: zero disegni di legge, zero mozioni, zero interpellanze. Nessun emendamento, ordine del giorno o interrogazioni.
Su 220 votazioni Andrea Mura si è presentato in Aula appena 8 volte. Nonostante ciò, ricorda Cappellacci, il velista continua a riscuotere ogni mese i quasi 20mila euro tra indennità , diaria, rimborsi e tutto il resto delle competenze. Senza mettere piede alla Camera.
Il deputato racconta che a novembre sarà impegnato nella ‘Rotta del rum’, una regata in solitario dalla Francia ai Caraibi. “Userò la mia imbarcazione davanti a due milioni e mezzo di spettatori e a 90 milioni di telecamere per trasmettere un messaggio fondamentale: salvate gli oceani dalle microplastiche. Per la prima volta uno sportivo ancora in attività sarà testimonial della Camera dei deputati su un tema che interessa tutti”.
L’M5S “sapeva quale sarebbe stato il mio ruolo e mi appoggia in questa battaglia. D’altronde, con la maggioranza schiacciante che i Cinque Stelle hanno alla Camera, che io sia presente o meno non fa alcuna differenza”, osserva Mura.
In merito al suo stipendio da deputato, “è probabile che quei soldi finiscano nel fondo microcredito istituito dal M5S. Ci sto pensando”.
Mura non è in ogni caso il recordman delle assenze in parlamento: il deputato più assenteista, infatti, è la forzista Michela Vittoria Brambilla, alla sua terza legislatura, ministro del Turismo dal 2009 al 2011 con il quarto governo Berlusconi.
Il suo tasso di assenza, in questi primi mesi di legislatura, è del 99.55%: finora si è presentata a Montecitorio solo una volta per votare.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 23rd, 2018 Riccardo Fucile
DISOBBEDIENZA ALLA CIRCOLARE DEL 4 LUGLIO, LE COMMISSIONI SONO GARANTI DEL RISPETTO DELLE LEGGI VIGENTI, NON SONO SOGGETTE ALLE CIRCOLARI DEI POLITICI AL GOVERNO
Brutte notizie per il ministro dell’Interno. 
Le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale non stanno applicando la sua circolare del 4 luglio scorso, attraverso la quale egli imponeva la velocizzazione delle pratiche e l’interpretazione restrittiva dei requisiti per il riconoscimento della tutela umanitaria.
Come una profezia che si autoavvera, la circolare, se applicata, fornirebbe al ministro i numeri su cui fondare ciò che lui sostiene da anni: coloro che sbarcano in Italia sono “falsi rifugiati”, guardate i dati delle Commissioni!
Si tratta di instaurare — tramite la “circolare” — un rapporto continuo tra predizione ed evento, che in questo momento è di particolare importanza per il ministro, perchè gli consentirebbe di smentire coloro che lo accusano di fare propaganda sguaiata e razzista. Dunque, affinchè l’intera operazione funzioni, le Commissioni territoriali devono obbedire ai suoi ordini, e in fretta.
Eppure, ciò non sta accadendo.
A informarci di ciò è un’altra circolare (è così che si fanno le politiche migratorie in Italia, con le circolari), quella del prefetto Sandra Sarti, presidente della Commissione nazionale per il diritto d’asilo.
Il presidente della Commissione nazionale, secondo l’art. 5 comma 1 D.Lgs. n. 286/98, ha soltanto “compiti di indirizzo e coordinamento delle Commissioni territoriali, di formazione e aggiornamento dei componenti delle medesime Commissioni” e non di condizionamento o limitazione della loro “indipendenza di giudizio e di valutazione”, che è garantita dall’art. 4, comma 3, D. Lgs. n. 25/08. Ciononostante, il prefetto Sarti, dovendo fare una scelta tra l’obbedienza agli ordini del governo e il rispetto dell’ordinamento, ha scelto l’obbedienza: ha imposto, infatti, a tutte le Commissioni territoriali, tramite la sua circolare del 16 luglio scorso, la “modifica del trend”: “Vi invito a tenere presenti affinchè dalla prossima settimana il trend degli stessi (ndr. il dato sui riconoscimenti della tutela umanitaria e dei casi “pendenti”) subisca la necessaria, improrogabile e doverosa modifica”.
La circolare del prefetto è molto grave, come ha ribadito anche l’Asgi chiedendo le sue dimissioni con effetto immediato, perchè viola apertamente la Costituzione (artt. 2, 3 e 10), le norme delle leggi nazionali (art. 5, comma 6 D. Lgs. n. 286/98) e anche quelle europee.
Tuttavia, si può dire che abbia tre grandi meriti:
1. esplicita in maniera chiara il senso e l’obiettivo della circolare del ministro, cioè quello di ridurre in fretta il numero degli stranieri con protezione umanitaria;
2. spiega come funziona la catena degli ordini impartiti tramite circolari, facendo emergere la sostanza del potere dell’amministrazione nell’applicazione dei diritti degli immigrati e, di conseguenza, la “forza” delle circolari;
3. ci fa sapere che i membri delle Commissioni territoriali stanno — finora — opponendo resistenza agli ordini illegittimi dei loro superiori.
A dire il vero, dalle decisioni delle Commissioni territoriali, negli anni scorsi, non è mai emerso un orientamento “generoso” o “permissivo”; esattamente il contrario di quanto sostiene l’attuale governo, visto che l’autorità giudiziaria accoglieva almeno il 70% dei ricorsi avverso i dinieghi delle decisioni delle Commissioni.
Ma a depotenziare il “fastidioso” intervento dei giudici ci ha già pensato la legge che porta i nomi dei ministri del precedente governo: Minniti e Orlando. In questa prospettiva, l’obiettivo dell’attuale governo è quello di completare il lavoro già iniziato dai suoi predecessori.
Presto capiremo se a “dettare legge” è la legge o le circolari. A restare stritolati in mezzo saranno i diritti e le vite dei richiedenti asilo.
(da agenzie)
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Luglio 23rd, 2018 Riccardo Fucile
MA COME, SONO I COMPAGNI DI MERENDA DEL VOSTRO VICE-PREMIER SALVINI, DI CHE VI LAMENTATE?… LI AVETE ALLEVATI E COCCOLATI, ORA GODETEVELI
“Le notizie in merito alla volontà del governo austriaco di procedere sulla strada del doppio passaporto per i cittadini sudtirolesi destano inquietudine. Se fosse confermato quanto riportato dai media saremmo di fronte ad un atto inopportuno e ostile che intendiamo respingere con fermezza”.
Lo dichiara il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro.
Il ministro ha detto di essere in contatto con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.
“Vienna — aggiunge Fraccaro — rinunci ad ogni velleità , già espressa in passato, su un tema così importante evitando ulteriori strumentalizzazioni politiche ed elettorali”.
Il doppio passaporto per i sudtirolesi riaccende dunque la miccia tra Vienna e Roma.
Il governo italiano già domenica sera ha chiesto chiarimenti alle autorità austriache dopo la notizia circolata sui media di un progetto di legge pronto a breve per concedere la cittadinanza ai cittadini dell’Alto Adige.
E la Farnesina ha avvertito che, qualora la notizia fosse vera, si tratterrebbe di un’azione “ostile”.
L’accelerazione del dossier in Austria era stata rivelata dal quotidiano Tiroler Tageszeitung, secondo cui la bozza del disegno di legge dovrebbe essere definita già il 7 settembre da un gruppi di lavoro di tecnici, che si sono riuniti più volte nelle scorse settimane a Vienna.
La bozza parla di “tutti i cittadini italiani residenti in Alto Adige di madrelingua tedesca e ladina”, aveva spiegato il quotidiano, precisando comunque che il governo austriaco vuole agire solo d’intesa con Roma
La Suedtiroler Volkspartei avrebbe preferito che la questione del doppio passaporto restasse ferma fin dopo le elezioni provinciali il 21 ottobre, per evitare strumentalizzazioni, ma il governo del premier Sebastian Kurz sembra voler procedere spedito.
Sul fronte italiano, l’esecutivo Gentiloni in più occasioni si era detto perplesso, ma adesso a Vienna sperano soprattutto nella Lega come interlocutore.
Da Roma arriva un messaggio netto: se le notizie apparse su media risultassero confermate, il governo italiano la considera “un’iniziativa inopportuna e sostanzialmente ostile, tenuto conto in particolare del ruolo di presidenza semestrale dell’Unione Europea attualmente ricoperto dall’Austria”, ha avvertito la Farnesina con una nota ufficiale.
Annunciando inoltre che il ministro degli Esteri Enzo Moavero ha dato incarico all’ambasciatore italiano a Vienna, Sergio Barbanti, di chiedere chiarimenti sulla vicenda alle autorità austriache. E allo stesso tempo, i medesimi chiarimenti verranno richiesti all’ambasciata austriaca a Roma.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 23rd, 2018 Riccardo Fucile
LA CRIMEA E’ STATA INVASA, QUALCUNO FORNISCA ALLA ZECCA PADANA UN MANUALE DI STORIA… E TUTTA L’EUROPA HA CONDANNATO UN ATTO DI GUERRA… IMBARAZZO DEL GOVERNO: “SALVINI PARLA A TITOLO PERSONALE”
Davide La Cecilia, ambasciatore italiano a Kiev, è stato convocato dal Ministro degli Esteri
ucraino a causa delle frasi di Salvini degli scorsi giorni, in cui il vicepremier ha sostenuto che l’invasione della Crimea da parte della Russia “è stata legittima, in quanto avvenuta in territori storicamente russi”.
“C’è stato un referendum e il 90 per cento della popolazione ha votato per il ritorno della Crimea nella Federazione Russa. La rivoluzione di Maidan è stata falsa”, aveva inoltre aggiunto il vice premier.
“Condanniamo la posizione di Salvini” ha scritto il Ministro degli Esteri Ucraino in una nota, “come non basata su fatti reali e in contraddizione con i principi riconosciuti e le norme della legge internazionale”.
Nel frattempo le parole del Ministro dell’Interno suscitano reazioni anche in Italia: “Quella della Crimea è stata una invasione come l’Italia ha sempre sostenuto in tutte le sedi internazionali” ha scritto Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera, e continua: “poichè Salvini ha spesso dettato la linea di governo, vorremmo sapere se il Premier Conte ha cambiato idea, e se adesso, invece di sostenere le ragioni della non aggressione, della pace e del diritto internazionale, stiamo con l’invasore cioè con la Russia. Per questo chiediamo che Conte venga a riferire in Parlamento”.
(da Globalist)
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Luglio 23rd, 2018 Riccardo Fucile
A MAGGIO CONTE AVEVA GARANTITO IL DECRETO AD HOC, MA ANCORA GIACE NEL CASSETTO QUELLO DEL SUO PREDECESSORE
Giuseppe Conte aveva incontrato i risparmiatori delle banche fallite il 25 maggio scorso, prima del varo ufficiale del suo governo.
«Quando il premier Conte ci ha convocati a maggio — racconta Patrizio Miatello, dell’associazione veneta Ezzelino III da Onara — ci ha assicurato che il primo atto del suo governo sarebbe stato quello di ridare ai risparmiatori quanto gli era stato ingiustamente espropriato. Invece è tutto fermo».
Perchè, racconta oggi Repubblica, manca il decreto attuativo:
Il decreto attuativo del fondo di ristoro varato con l’ultima legge di Bilancio è stato messo a punto dall’ex sottosegretario dell’Economia Pier Paolo Baretta nelle ultime settimane del suo mandato, ma a marzo è stato bloccato dai Cinque Stelle, che ritenevano il provvedimento insufficiente, e da allora giace nel cassetto in attesa di una normativa migliorativa
Una situazione di stallo che ha stremato i risparmiatori: diciannove associazioni hanno scritto al governo perchè sblocchi le procedure.
La soluzione migliore però si presenta complessa. Un nutrito gruppo di associazioni venete chiede un provvedimento ad hoc per i piccoli azionisti di Veneto Banca e Bpvi, senza alcun tipo di vaglio delle domande:
«Il Fondo di ristoro a noi non piace — spiega uno dei firmatari, Luigi Ugone, presidente di “Noi che credevamo nella BPVi” — intanto perchè parla di vittime di reati, mentre qui in Veneto ci sono invece vittime della mancata vigilanza. E ha troppi limiti di accesso e capienza».
Un provvedimento di questo tipo però scavalcherebbe gli obbligazionisti delle altre banche, contesta Letizia Giorgianni, dell’associazione Vittime del Salvabanche.
«La soluzione di rimborsare solo gli azionisti delle venete sarebbe impraticabile — conferma Baretta — Ma lo è anche saltare l’arbitrato, che costituisce un’alternativa ai tempi lunghi della giustizia. Le risorse sono poche, ma il decreto non blocca futuri provvedimenti che mettano a disposizione maggiori risorse. Pubblicandolo si avvierebbe solo la procedura».
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 23rd, 2018 Riccardo Fucile
“SI COMPRA TUTTO, LA CORRUZIONE E’ NELLE ISTITUZIONI”
Persino la Farnesina, nel sito Viaggiare sicuri, sconsiglia «assolutamente i viaggi in ragione
delle precarie condizioni di sicurezza»: per questo la Libia non può essere considerato un porto sicuro.
Con la decina di vedette di cui dispone la guardia costiera libica non riesce a controllare centinaia di chilometri di costa in cui operano i trafficanti, e i numeri delle morti in mare sono tornati a salire.
È l’effetto più drammatico, ma non l’unico, spiega oggi Paolo G. Brera su Repubblica:
«Da quando la guardia costiera libica riporta qui i migranti – racconta il capo missione dell’Unhcr a Tripoli, Roberto Mignone – la situazione già difficile è peggiorata. I centri di detenzione sono sovraffollati».
«Noi siamo presenti al momento dello sbarco – spiega Di Giacomo dell’Oim – ma poi le persone vengono mandate nei centri di detenzione arbitraria in cui vengono tenuti anche i bambini in condizioni di vita inaccettabili».
«Purtroppo in Libia le milizie controllano tutto – dice Francesca Mannocchi, ultima giornalista italiana ad aver visitato i centri di detenzione – hanno ottenuto persino il diritto di intercettare i telefoni e le mail di giornalisti e attivisti. Ho incontrato ottime persone, tra gli operatori dei centri, ma in maggioranza sono sotto ricatto. Se i trafficanti vogliono ragazze minorenni da spedire in Italia come prostitute, le ottengono. Si compra tutto, la corruzione è estremamente diffusa anche nelle istituzioni».
I centri di detenzione ufficiali, in Libia, sono 17. Secondo l’Unhcr ospitano 11mila persone. E ci sono 53mila rifugiati, molti dei quali non hanno intenzione di venire in Europa.
Il rapporto ufficiale dell’ONU uscito tre mesi fa denunciava la «detenzione arbitraria di intere famiglie su base tribale», e l’assenza «di accesso alla giustizia per le vittime mentre le milizie – pagate anche con soldi italiani – godono di totale impunità ».
(da “NextQuotidiano”)
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