Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
NESSUN CAMBIAMENTO ALL’ORIZZONTE, LEGA E M5S SE NE FOTTONO COME I LORO PREDECESSORI
È un’Italia spaccata a metà , con nove Regioni e le due Province autonome in cui i passeggeri sono aumentati e 10 in cui sono diminuiti o rimasti invariati.
Drammatica resta la situazione del numero di coloro che viaggiano sui treni in Sicilia, dove si è passati da 50.300 a 37.600 (dal 2009 ad oggi), in una Regione con 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari.
La situazione è stata fotografata, come ogni anno, dal rapporto “Pendolaria 2018”
Al sud storicamente circolano meno treni, ma in questi anni sono diminuiti ancora per i tagli ai regionali e agli intercity.
Per fare un esempio, ogni giorno le corse dei treni regionali in tutta la Sicilia sono 428 contro le 2.396 della Lombardia.
Al Sud i treni sono più lenti, sia per problemi infrastrutturali sia perchè circolano treni vecchi e non più adatti alla domanda di mobilità .
Muoversi da una città all’altra, su percorsi sia brevi che lunghi, obbliga a viaggi di ore e a dover scontare numerosi cambi obbligati anche solo per poche decine di chilometri di tragitto, mentre le coincidenze e i collegamenti intermodali rimangono un sogno.
Alcuni esempi? Ragusa e Palermo dove ormai solo tre collegamenti al giorno effettuano il percorso tutti con un cambio impiegando quasi 4 ore e mezza per arrivare a destinazione, in peggioramento rispetto alle 4 ore di due anni fa ed una situazione che rimane emblematica della condizione del trasporto ferroviario in questa regione.
Un caso estremo è quello per cui chi si sposta tra i due estremi dell’Isola ha solo tre possibilità per spostarsi da Siracusa a Trapani.
Il collegamento più “veloce” ci mette 11 ore e 10 minuti e con tre cambi.
Sono invece oltre 2,7 milioni coloro che ogni giorno prendono le metropolitane, presenti in sette città italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania), una crescita di 44mila passeggeri al giorno rispetto all’anno precedente.
Questo aumento è dovuto alla costante e consistente crescita di utenti sulle linee di metro di Milano, ed in parte agli aumenti verificatisi a Catania dove, grazie ai prolungamenti la metropolitana raggiunge finalmente il centro cittadino.
«Ancora una volta il rapporto Pendolaria – dichiara il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna — fotografa una situazione drammatica».
«Solo due i dati positivi, l’arrivo di nuovi treni e la metro di Catania. Ancora poco – spiega – Mentre il resto dell’Italia viaggia su rotaia, in Sicilia continuiamo a mortificare pendolari, passeggeri e turisti. Se vogliamo davvero cambiare il nostro stile di vita occorre investire sulle ferrovie. Sempre più persone, infatti, preferirebbero il treno all’auto o al pullman, ma in Sicilia la strada è ancora tutta in salita».
(da agenzie)
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Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
IL GOVERNO DEL POPOLO DA’ IL VIA LIBERA ALL’AUMENTO DELLA TASSAZIONE DEL POPOLO
Tra il 2006 e il 2016 il peso delle addizionali è cresciuto di circa 7,5 miliardi di euro. Passando
da meno di 9,2 a quasi 16,7 miliardi.
Un incremento dell’82,4%, alimentato da un’esplosione delle addizionali comunali (+181,9%), corroborata da una crescita molto rilevante anche di quelle regionali (+60%). I numeri sono di Confprofessioni e ne parla oggi Il Sole 24 Ore per un motivo ben preciso: la Manovra del Popolo ha sbloccato le aliquote.
Per questo ci si attende che gli enti locali ne approfittino, alzando così le tasse sul lavoro.
Dopo tre anni di blocco — spiega Confprofessioni — è presumibile «attendersi un incremento consistente delle addizionali»: il limite del miliardo di euro, cioè, è una “previsione cautelare”.
Anche perchè sono 6.782 i Comuni che hanno ancora margini per rivedere al rialzo le addizionali Irpef; di questi, sono 4.151 quelli con l’aliquota a zero.
Per tutti loro potrebbero partire i ritocchi.
Anche se, nella partita, potrebbe avere un peso rilevante la prossima scadenza elettorale in cui si rinnoveranno giunte e consigli in circa 3.800 municipi.
Con una sostanziale differenza rispetto all’Imu e alla Tasi. Le addizionali Irpef si applicano ai residenti. L’Imu e la Tasi (anche nel caso di questi due tributi locali le aliquote tornano nuovamente “manovrabili”, naturalmente se non sono state spinte già al massimo) riguardano, al di là dei casi degli operatori economici, i proprietari di seconde case, che non sempre hanno la residenza.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
QUASI COME I SOVRANISTI NOSTRANI… A PROPOSITO: SALVINI, QUANDO METTI LA TUA SECONDA CASA DI RECCO A DISPOSIZIONE DI UN CLOCHARD ITALIANO?
C’è stato un tempo in cui Mamadou Sakho era un bambino che viveva per strada, chiedendo l’elemosina ai passanti nel quartiere parigino di Goutte d’Or, vicino Montmartre, per poter mettere insieme qualche soldo e comprare qualcosa da mangiare per lui e per i suoi fratelli.
Oggi il 28enne calciatore francese di origini senegalesi è una stella della Premier League e della sua Nazionale, gioca nel Crystal Palace e vive in una bella casa a Londra con la moglie Majda e i due figli.
Ma non ha certo dimenticato la sua infanzia difficile.
Non a caso, quando giocava nel Psg e aveva appena 18 anni, ha fondato Amsak, un’associazione benefica che si prende cura dei bambini in difficoltà in tutto il mondo e, soprattutto, in Francia, Inghilterra e Africa, mentre adesso è impegnato in prima persona per aiutare i senzatetto della zona sud di Londra.
«È importante restituire e non si tratta solo di soldi, ma di tempo, di esperienze da condividere», ha detto infatti il difensore al Mirror, durante la sua recente visita al Crisis Skylight di Croydon, un centro di accoglienza per homeless a poca distanza da Selhurst Park, lo stadio del Crystal Palace, insieme al compagno di squadra Christian Benteke.
«Penso sia fantastico che questo centro si prenda cura delle persone, dando loro un posto dove fare la doccia, un posto che dia loro una speranza, perchè la gente che è qui merita tutto questo. Per questo vogliamo regalare un sorriso, dare loro forza e dimostrare che questo mondo ha bisogno di loro», ha concluso l’ex Liverpool che, al termine della visita, ha comunque voluto fare una generosa donazione al centro, che fra l’altro gode dell’appoggio e del sostegno anche del suo stesso club.
(da “il Corriere della Sera”)
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Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
IL 40% DEI RICHIEDENTI AL SUD, NON CI SARA’ NESSUN RICAMBIO O NUOVI POSTI DI LAVORO
Sembra ieri che Salvini e Di Maio assicuravano insieme ai tanti componenti del Governo del
Cambiamento che l’introduzione di Quota 100 per sospendere provvisoriamente la riforma Fornero avrebbe “liberato” posti di lavoro con un turnover che avrebbe complessivamente fatto bene all’economia italiana.
Sono 24 mila, nel giro di meno di una settimana, le persone che hanno fatto domanda di pensionamento con il meccanismo del 38+62 (anni di contributi, più età anagrafica), ma, racconta oggi La Stampa, si tratta di una platea composta quasi unicamente (per il 90%) di individui attualmente privi di occupazione.
«Abbiamo a che fare con persone non occupate più pronte a fare domanda di pensionamento, circostanza che dovrebbe far riflettere circa l’idea che il pensionamento liberi posti di lavoro per i giovani», spiegano fonti dell’Inps ribadendo un concetto che il presidente uscente, Tito Boeri, ha espresso in molte circostanze.
Nulla di male: lo strumento è aperto a chi ha maturato i requisiti ed è ovvio che proprio chi ha perso il lavoro sia maggiormente interessato ad approfittare della via d’uscita.
Tuttavia, appunto, il fatto che pochi italiani attualmente titolari di un’occupazione abbiano la smania di lasciare fa pensare che, difficilmente, ci sarà un massiccio turn-over negli uffici e nelle aziende.
Molte domande, peraltro, provengono dalle regioni meridionali (4 su 10 da Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e in ballo ci sono soprattutto posti nel pubblico impiego, mentre lo spirito della riforma punta a privilegiare movimenti in uscita nelle aziende private.
Enrico Marro sul Corriere della Sera invece scrive che le elaborazioni sulle 6mila domande veicolate dal patronato della Cisl mostrano un altro dato molto interessante, cioè che il gruppo più numeroso di richiedenti, ben il 39%, è formato da disoccupati con la Naspi (l’assegno di disoccupazione).
Se a questi si aggiunge il 4% formato da lavoratori autonomi «in difficoltà », ecco che il 43% delle domande passate per l’Inas viene da persone che sono senza lavoro o che rischiano di perderlo.
In questo senso, quindi, «quota 100» si presenta come una sorta di nuovo ammortizzatore sociale.
Un fatto che viene confermato guardando agli altri gruppi di richiedenti classificati dal patronato della Cisl: c’è infatti un 24% di lavoratori che, pur non avendo problemi di stabilità occupazionale, ha un familiare disabile da assistere. Significativo pure il fatto che non risultino richiedenti nella categoria «quadri e dirigenti».
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
L’ASTA DEI BTP TRENTENNALI CON UN RENDIMENTO DEL 3,91%, CONTRO LO 0,75% DEI TEDESCHI, L’1,5% DEI FRANCESI EIL 2,45% DEGLI SPAGNOLI, ATTESTA CHE ABBIAMO PERSO 1,3 MILIARDI
Grande festa ieri nel MoVimento 5 Stelle. Dopo otto mesi di governo e a due anni dall’ultimo Restitution Day ieri i parlamentare pentastellati si sono messi in posa dietro al mega assegno da due milioni di euro frutto delle loro sudate restituzioni (ma la piattaforma per i rendiconti non c’è).
Sui social oltre alla diretta della conferenza stampa deputati e senatori hanno twittato e postato tutti giulivi: il M5S restituisce i soldi agli italiani.
Non solo, fa quello che i famigerati governi precedenti non hanno mai fatto: li dà ai territori colpiti dalle alluvioni!
Il bel gesto del MoVimento, che essendo al governo forse ora potrebbe fare qualcosa di più che dare le briciole ai cittadini, è però offuscato da quanto accaduto ieri sui mercati finanziari.
Mentre infatti i 5 Stelle si facevano fotografare con l’assegno gigante il Ministero dell’Economia collocava sul mercato i nuovi Btp a 30 anni.
Le cronache parlano di un’asta record. Infatti a fronte di un’emissione di titoli pari a 8 miliardi di euro sono stati registrati ordini per una cifra cinque volte superiore: ben 41 miliardi di euro. Insomma le cose sono andate bene, la dimostrazione che l’Italia gode ancora della fiducia internazionale e che il governo è in grado di reperire risorse senza problemi. Facendo ovviamente nuovo debito pubblico.
Ma non è tutto oro quello che luccica.
Perchè il Btp trentennale è stato collocato con un rendimento pari al 3,91%. Ed è questo il vero motivo per cui fa gola agli investitori, che sanno che la ricchezza privata del Paese fa da garanzia in caso di problemi di solvibilità .
Basta fare un confronto con gli analoghi titoli di stato tedeschi che hanno un rendimento pari allo 0,75% (i francesi rendono l’1,5% e i bonos spagnoli trentennali il 2,45%).
Per gli amanti dello spread questo significa che il differenziale tra i bund tedeschi a 30 anni e i Btp italiani è di poco inferiore ai 300 punti base, per la precisione 270 punti.
Collocare 8 miliardi di euro al 3,91% significa che — nonostante la richiesta record — finanziare il debito pubblico è più costoso.
Basta fare un confronto con la precedente emissione di Btp trentennali per 6,5 miliardi di euro, collocati dal Tesoro nel giugno del 2017 con un rendimento lordo annuo all’emissione pari al 3,536% (il prezzo di vendita era diverso 98,956 contro i 99,594). Come spiega Gustavo Baretta su Twitter se il Ministero avesse emesso lo stesso Btp ad aprile, prima dell’insediamento del governo Conte e dell’impennata dello spread dovuta alle dichiarazioni e alle proposte di legge di bilancio di Lega e M5S il collocamento avrebbe fruttato 1,3 miliardi di euro in più. O meglio, ci avrebbe fatto risparmiare 1,3 miliardi di euro.
La maggioranza che in Europa presenta interrogazioni per chiedere al Presidente della BCE di azzerare lo spread continua a sottovalutare i rischi dello spread, come se fosse una parola inventata dai giornali e non un fattore di cui tenere conto perchè influisce sul costo delle operazioni di rifinanziamento debito pubblico.
Un costo che è sostenuto da tutti i cittadini italiani, terremotati, alluvionati, ricchi, poveri e “normali” e sul quale il regalo da 2 milioni di euro del M5S non influisce assolutamente. Pensate: se il M5S avesse saputo governare lo spread potrebbe oggi raccontare di averci fatto risparmiare 1,3 miliardi di euro.
Invece è costretto a raccontarci di averci regalato 2 milioni di euro. Non c’è proporzione. E le cose non sembrano migliorare.
Il taglio delle stime di crescita italiane da parte della UE fa salire di nuovo lo spread BTp/Bund. L’allargamento del differenziale di rendimento tra Italia e Germania sulla scadenza decennale si attesta al momento a 282 punti base (267 ieri alla chiusura).
Una cifra indicativa visto che è ai massimi degli ultimi due mesi. In netta ascesa anche il rendimento del BTp decennale, benchmark che torna ad avvicinarsi alla soglia psicologica del 3% e viene indicato al momento al 2,96% dal 2,83% della vigilia.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
VERRA’ IL GIORNO CHE QUESTA CLASSE POLITICA DOVRA’ RISPONDERE DI CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ DAVANTI A UN TRIBUNALE INTERNAZIONALE E NON CI SARA’ NESSUNA PIETA’
Il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, scrive una lettera al
premier Conte, dicendosi “preoccupata” per le possibili “ripercussioni del decreto sicurezza sul diritto di accesso all’accoglienza e ai servizi essenziali, come salute e educazione, per i residenti che hanno un permesso di soggiorno per motivi umanitari e dalle sconcertanti informazioni che indicano che un certo numero di loro sarebbero a rischio di restare senza un alloggio”.
Ma non solo. Da Strasburgo arriva un esplicito invito a non ostacolare il lavoro delle Ong.
Tra le misure che preoccupano molto il commissario ci sono anche quelle “che ostacolano e criminalizzano il lavoro delle Ong che giocano un ruolo essenziale nel salvataggio di vite in mare” e il fatto che “le responsabilità per le operazioni di ricerca e salvataggio siano state lasciate ad autorità che sembrano riluttanti o incapaci di proteggere i migranti salvati dalla tortura o trattamenti inumani e degradanti”
La “apparente fretta” e le “brusca” modalità del “trasferimento” dei residenti del Cara di Castelnuovo di Porto in altre strutture “compromette i significativi investimenti fatti per la loro integrazione”.
La commissaria di Strasburgo concede che ” ridurre l’uso dei Cara potrebbe essere un fatto positivo”, ma è necessario garantire ai residenti dei centri un'”adeguata accoglienza” in altre strutture per “rispettare la dignità umana” dei migranti.
Mijatovic si dice inoltre “profondamente preoccupata” riguardo alle “recenti misure che ostacolano e criminalizzano il lavoro delle ong, che svolgono un ruolo fondamentale nel salvare vite umane”.
A tal fine, la commissaria chiede al governo italiano che i diritti umani delle persone soccorse in mare “non siano mai messi a rischio a causa degli attuali disaccordi tra gli stati membri riguardo al loro sbarco, e che le considerazioni umanitarie siano sempre una priorità “.
(da agenzie)
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Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
L’ITALIA FANALINO DI CODA DELL’EUROPA GRAZIE ALLE MISURE DI LEGA E M5S… SIAMO VICINI AL BARATRO
L’economia sembrerebbe a prima vista il terreno arido dei numeri e della razionalità . Dunque male si esporrebbe ad appelli al sentimento.
Eppure, dopo otto mesi di governo gialloverde l’unica strada che sembra percorribile è quella di un accorato richiamo al buon senso e all’amor di Patria.
Le indicazioni che vengono dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale parlano chiaro: la recessione nella quale siamo ormai impantanati è da imputare alle “incertezze” sulla posizione politica del governo e al conseguente calo della domanda e degli investimenti interni.
Il Fondo monetario si spinge ancora più in là : boccia la struttura del reddito di cittadinanza e lancia un allarme sui costi dei prepensionamenti di quota 100.
La bandiera degli investimenti sventolata dal ministro dell’Economia Tria, come ha notato Moscovici, non si è vista.
Anzi quest’anno, come è stato più volte denunciato, manca all’appello un miliardo rispetto al pur magro 2018.
Il Pil sceso ad un umiliante 0,2 per cento, che vale 1,1 punti in meno dell’Eurozona, reagisce indispettito e si accovaccia umiliato di fronte alle politiche che spingono verso una triste decrescita.
Le incertezze sulla Tav, il blocco delle perforazioni nell’Adriatico per un paese che dipende per gran parte dall’importazione di energia, l’ondivaga diffidenza sui grandi eventi sportivi.
Gli imprenditori, anche quelli del Nord Est, cominciano a capire che così andiamo a sbattere: il cosiddetto decreto “dignità ” sul lavoro ha provocato l’interruzione di molti contratti, i limiti alle aperture domenicali nel mezzo di una recessione metteranno a rischio 40 mila posti.
Certo mandare in pensione la gente e aiutare il disagio e la povertà sono obiettivi giusti, ma il problema è come perseguirli, e sono in molti a dire che strada imboccata è stata quella sbagliata.
Con quota 100, per circa 4 miliardi, vanno in pensione lavoratori del Nord e statali con solide storie contributive che avrebbero pure potuto continuare a lavorare, giacchè i lavoratori usurati erano già stati abbondantemente tutelati dai provvedimenti del vecchio governo.
Come pure gli interventi di contrasto alla povertà già esistevano, bastava mettere qualche miliardo in più: invece si è arrivati a fare un provvedimento che penalizza le famiglie man mano che crescono di componenti per mantenere – come ha denunciato con un intervento di alto profilo intellettuale il presidente dell’Inps Tito Boeri – il punto dei 780 euro.
Se dieci miliardi fossero stati indirizzati alla riduzione del costo del lavoro, a qualche taglio alle tasse e se la ricerca di equità sociale si fosse rivolta al ripristino dell’Imu sulla prima casa – come suggerisce l’Fmi e non “Rifonda” – forse oggi ci troveremmo in una situazione diversa. E non dovremmo vivere l’ansia dei prossimi mesi con una crisi finanziaria dietro l’angolo.
(da agenzie)
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Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
IL NOSTRO PAESE ORMAI E’ VISTO COME UN PERICOLO PER L’ECONOMIA MONDIALE
Le Borse europee si appesantiscono con la diffusione delle previsioni economiche da parte della
Commissione europea che evidenziano un generale rallentamento dell’economia, con un peggioramento delle stime in particolare per Italia e Germania. Milano peggiora a -1,66% a metà giornata, con Fca in profondo rosso dopo i risultati annuali arrivati insieme a quelli di molte banche come Unicredit e Mps.
Francoforte perde l’1,6%, Parigi lo 0,91% mentre Londra tiene a -0,19% guardando agli incontri della premier Theresa May, oggi a Bruxelles per cercare di riaprire il negoziato sulla Brexit.
Chiusura in moderato ribasso per la Borsa di Tokyo con l’indice Nikkei che ha lasciato sul terreno lo 0,59%. Ancora chiuse Hong Kong e Shanghai, nella settimana del capodanno lunare.
L’euro è in calo a 1,1355 dollari, mentre lo spread tra Btp e Bund tedeschi torna a correre dopo il maxi-taglio sulle stime italiane, con la crescita 2019 portata allo 0,2% dall’1,2% indicato soltanto a novembre.
Sulla piattaforma Bloomberg, in pochi minuti il differenziale si allarga di una dozzina di punti base e supera la soglia di 280 che non si vedeva da metà dicembre.
Poi lo spread torna ad oscillare intorno a quella soglia, contro i 269,5 di ieri in chiusura. Il rendimento del decennale italiano è al 2,92% da 2,85% di ieri.
(da agenzie).
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Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
“ATTACCHI SENZA PRECEDENTI DAL GOVERNO ITALIANO”.. .ITALIA SEMPRE PIU’ ISOLATA
La Francia ha annunciato di aver richiamato l’ambasciatore a Roma per consultazioni. La decisione è stata presa in seguito “agli attacchi senza precedenti del governo italiano”, secondo quanto riferisce il ministero degli Esteri francese.
§”Le ultime ingerenze sono una provocazione ulteriore e inaccettabile, violano il rispetto dovuto all’elezione democratica fatta da un popolo amichevole e alleato e il rispetto che i governi democratici e liberamente eletti si devono reciprocamente”, prosegue il comunicato.
“Per diversi mesi la Francia è stata oggetto di ripetute accuse, attacchi infondati e pretese assurde”, ha aggiunto il governo francese, definendo gli attacchi “senza precedenti” dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Si aggrava dunque la crisi tra i due Paesi dopo settimane di tensioni sui temi dell’immigrazione e dei controlli alle frontiere, sulle accuse di interferenza negli affari francesi per i rapporti con i gilet gialli, l’estradizione dei terroristi fuggiti in Francia durante gli anni di Piombo dopo il caso Battisti, la gestione della crisi in Libia, e da ultimo la polemica aperta dal Movimento 5 Stelle su quello che definiscono il “franco delle colonie”, ovvero il franco Fca, moneta in uso in alcuni Paesi africani.
“La Francia e l’Italia sono unite da una storia comune – esordisce la dichiarazione della portavoce del Quai d’Orsay – condividono un destino. Hanno costruito insieme l’Europa e hanno operato per la pace. La Francia è profondamente legata a questa relazione d’amicizia che alimenta cooperazioni in tutti i settori e una vicinanza tra i nostri popoli. L’amicizia franco-italiana è più che mai indispensabile per accettare le sfide che sono le nostre nel XXI secolo”.
(da agenzie)
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