Novembre 1st, 2020 Riccardo Fucile
GOVERNATORI IN ORDINE SPARSO, LO SCONCIO DI PENSARE SOLO AI VOTI MENTRE LA GENTE MUORE PER L’IGNAVIA DELLA POLITICA
Muro contro muro e niente di fatto. 
Finisce con un aggiornamento nella giornata di lunedì il vertice tra i rappresentanti delle Regioni, dei Comuni e delle Province, alla presenza dei ministri della Salute, Roberto Speranza, e degli Affari Regionali, Francesco Boccia, per discutere le nuove misure che il governo dovrà adottare per cercare di arginare l’aumento dei contagi da coronavirus in Italia che in poche settimane hanno fatto registrare una preoccupante impennata.
E tra i provvedimenti allo studio, su proposta delle Regioni, c’è anche quello per limitare gli spostamenti degli over 70: è una delle ipotesi prospettate da Lombardia, Piemonte e Liguria. Con l’aggiunta del governatore lombardo Attilio Fontana che chiede che le “misure siano omogenee” in tutto il Paese e avvisa: “No ai lockdown locali, se si ferma Milano si ferma la Lombardia”.
Netto l’intervento del ministro della Salute Speranza: “Possiamo anche alzare l’asticella nazionale su alcuni punti condivisi” rispetto alle misure per l’intero paese stabilite dall’ultimo Dpcm, e poi “su alcuni territori alziamo i livelli di intervento”.
Nel giorno in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede “unità ”, si registra una nuova spaccatura nella gestione della pandemia con tre Regioni del Nord guidate dal centrodestra, tra le più colpite dalla seconda ondata, a capitanare lo strappo.
E idee diverse sono state espresse anche dai presidenti di Campania, Umbria, Puglia, Calabria. Tutto nelle ore in cui il ministro Speranza, in un colloquio con il Corriere, non ha esitato a definire “terrificante” la curva epidemiologica. “Quel che mi preoccupa è il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà . Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore“, ha detto il ministro.
Le prime 24 ore passeranno senza un nulla di fatto. Il vertice è destinato a un aggiornamento nella giornata di lunedì, con il conforto dei dati più aggiornati del Comitato tecnico scientifico.
Gli esperti, a quanto si apprende, hanno dato indicazione di prudente valutazione , rimandando a martedì in una nuova riunione l’analisi dei dati dell’Iss e sottolineando anche che per poter assumere nuove misure occorre prima valutare l’impatto di quelle precedenti che normalmente necessitano di 14-21 giorni, anche se alcuni indicatori sembrerebbero dare segnali positivi di un rallentamento della crescita impetuosa della curva.
Inoltre il Cts ha evidenziato la necessità di seguire una strategia omogenea negli interventi su tutto il territorio nazionale visto che molte delle indicazioni date finora non sono state attuate da Comuni, Province e Regioni, come ad esempio l’implementazione dei trasporti.
Secondo il Comitato tecnico scientifico, è necessario lavorare in maniera incessante ma con un approccio uniforme per rendere operative risorse come i Covid hotel e drive-through nelle zone dove queste strutture non stanno funzionando bene. Nel corso della riunione di ieri è stata inoltre sottolineata la necessità di guardare con attenzione ai problemi a livello sub-regionale e quindi provinciale.
Sul tavolo quindi restano gli interventi mirati nelle zone più colpite dalla seconda ondata di coronavirus, in special modo in tutte quei territori dove l’indice di contagio Rt ha toccato o superato la soglia di 1,5.
Misure caldeggiate dal Cts, possibili già sulla base delle regole attuali, ma di fronte alle quali le Regioni nicchiano.
Favorevoli invece i sindaci, con il presidente dell’Anci Antonio Decaro che durante il vertice ha chiesto che le chiusure siano pianificate in maniera chiara sulla base del rischio, così come era previsto nel documento del Comitato tecnico scientifico condiviso da governo e Regioni: quel documento individuava i diversi livelli dell’indice Rt in cui dovevano scattare le diverse restrizioni, dalla didattica a distanza a scuola, alla riduzione degli orari delle attività economiche.
In questo modo — avrebbe spiegato Decaro — i cittadini sono coinvolti in un percorso trasparente e rispettano le restrizioni: indice Rt sale, scattano le limitazioni, indice Rt scende, si allentano.
Le Regioni sotto osservazione sono certamente la Lombardia e il Piemonte, ma probabilmente anche la Liguria, l’Umbria, la Puglia, la Calabria, la Sicilia e la Campania. Ma le opinioni contrastanti restano.
(da agenzie)
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Novembre 1st, 2020 Riccardo Fucile
L’INDIGNAZIONE SUI SOCIAL DEI LIGURI: “SE FOSSE STATA TUA MADRE? SE FOSSE STATO TUO PADRE? NON MERITANO DI MORIRE IN MANIERA DECENTE?”
La definizione di anziani come ‘persone perlopiù in pensione’ che non sarebbero indispensabili allo sforzo produttivo del Paese sta indignando la Liguria.
Esprimere questo concetto mostra una visione piuttosto limitata sul ruolo sociale delle persone anziane nella società che non può assolutamente essere declinato in base a canoni di produttività .
Un pensiero che ha indignato la rete, scatenando un’ondata di critiche da migliaia di persone.
– “Lei dovrebbe vergognarsi di quello che scrive, da quanto non si sentiva parlare di persone “non indispensabili”?”, fanno notare in molti.
– “Sempre meglio, l’altro giorno esultavi per l’rt, oggi “persone…non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”, ma stai fuori? Cancella per cortesia se non vuoi essere ricordato per queste parole di cui vergognarsi”, attacca un altro utente Twitter.
– E ancora. “Persone non indispensabili? Ma davvero l’avete scritto? Detto? Pensato?”.
– “Ma la vergogna! Se fosse stata sua madre, suo padre! Gente che ha già dato allo sforzo produttivo non merita di morire in maniera decente? E conta solo produrre per essere giustificati a vivere! Vergogna! Vergogna! Vergogna!”, si legge ancora tra le risposte al tweet del presidente della Liguria.
– “non voglio che la Liguria sia rappresentata da una persona che scrive frasi del genere. La nostra è una regione solidale, che ha combattuto per i più deboli. Questo episodio non squalifica solo Toti, ma squalifica noi: se la gente pensa che siamo come lui io provo vergogna”.
– “Con un post così, siamo all’eugenetica! Dopo queste dichiarazioni Toti dovrebbe dimettersi immediatamente, senza se e senza ma. Perchè ha scritto cose di gravità inaudita, che denotano che il presidente ritiene normale che persone più grandi d’età possano essere sacrificate in quanto non produttive”.
-“Le persone anziane che stanno morendo hanno mandato avanti il nostro paese. Se c’è qualcuno che non è indispensabile è proprio Toti.”
(da agenzie)
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Novembre 1st, 2020 Riccardo Fucile
LO SDEGNO DELLA POLITICA E DEI SOCIAL: “DIMISSIONI”
Il tweet Giovanni Toti in cui è comparsa la frase sugli anziani “non indispensabili“, riferita ai
decessi relativi al covid, ha creato una vera e propria tempesta politica che rischia di travolgere il presidente di Regione Liguria e il suo staff.
Già dopo pochi secondi dalla pubblicazione, il cinguettio è diventato un urlo, rimbalzato in decine e poi migliaia di bacheche e profili dei social network di tutta la Liguria, e non solo, accompagnato da sdegno, proteste e condanne.
Non si sono fatte attendere anche le reazioni del mondo politico, istituzionale e sociale, con decine di comunicati stampa, post su facebook e commenti.
“Toti chieda umilmente perdono: ha offeso il concetto stesso della nostra società e noi tutti che facciamo tesoro dei nostri anziani. Rifiutiamo l’immagine di un Governatore che dovrebbe avere a cuore tutti i cittadini e invece, evidentemente vittima dei deliri di onnipotenza, ha dato voce a un concetto così deplorevole”, dichiara il capogruppo regionale del M5s Fabio Tosi commentando il post di Toti, accompagnato da un comunicato stampa di tutto il movimento che descrive le parole del tweet come “gravissime”.
“Una delle frasi più agghiaccianti sentite da molti anni a questa parte, con toni che pensavamo consegnati alla storia — scrive il partito democratico — E invece per Toti le persone si distinguono fra utili e inutili a secondo del loro valore produttivo. Una frase indegna, soprattutto di un rappresentante istituzionale, che ha tenuto per sè peraltro anche la delega alla Sanità . Toti chieda immediatamente scusa e si vergogni. E se non è in grado di garantire la salute dei cittadini liguri, tutti, si dimetta“.
Compatti anche i sindacati. “Le esternazioni del Presidente Toti via social sono agghiaccianti. Nonostante il presidente abbia cercato di fare marcia indietro, resta l’amarezza per tanta crudele superficialità che purtroppo non si limita ad un twitt ma ad una idea di fondo, ossia che gli anziani possano essere sacrificati. È di questi giorni la notizia che la Regione vuole inserire i covid positivi nelle rsa. È la prova della considerazione che il Presidente ha delle persone anziane“, scrive la Cgil, mentre la Cisl parla di “allucinanti affermazioni sugli anziani pubblicate sui social. Chi lo ha detto che gli anziani non siano produttivi? Lo vada dire alle famiglie e ai nostri giovani, molti dei quali vivono solo grazie all’apporto dei nonni e che ora sono in difficoltà perchè non possono affidar loro i figli quando sono al lavoro”.
Ma a invocare le dimissioni anche Codacons: “Affermazioni gravi che dovrebbero portare alle immediate dimissioni di Toti, considerato che al contrario gli anziani sono soggetti indispensabili per il tessuto sociale italiano, e andrebbero tutelati sotto ogni aspetto”.
La polemica oramai è a livello nazionale: commenti al tweet arrivano da tutte le parti e da moltissimi protagonisti della vita politica e sociale nazionale.
(da agenzie)
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Novembre 1st, 2020 Riccardo Fucile
UNA VERGOGNA PER LA LIGURIA E PER IL MONDO CIVILE: DIMETTITI, ALTRO CHE ORA DIRE DI ESSERE STATO FRAINTESO
Volevo ringraziare il governatore della Liguria Toti per la sensibilità dimostrata in questo post, nel quale sostanzialmente dice che i morti anziani creano dispiacere ma neanche tanto, perchè “non indispensabili allo sforzo produttivo”.
Davvero una bella immagine, piena di sensibilità e solidarietà , che racconta al meglio una certa idea cinica e “mercantile” cara ai sovranisti. Neanche Briatore si sarebbe mai spinto a tanto.
Complimenti a Toti, ma soprattutto a quei geni liguri che poche settimane fa lo hanno rieletto con percentuale bulgara. Se quando si va a votare scegliete i Toti e i Fontana, poi non lamentatevi. Mal voluto non è mai troppo.
Andrea Scansi
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Novembre 1st, 2020 Riccardo Fucile
VISITA A SORPRESA DI MATTARELLA AL CIMITERO NEL BRESCIANO DOVE ERA STATA RUBATA LA LAPIDE IN RICORDO ALLE VITTIME DEL COVID
“In questi giorni dedicati al loro ricordo, sono venuto qui per rivolgere un pensiero a tutti i defunti
e tra di loro alle vittime del Coronavirus, ai tanti morti in solitudine”. Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Matarella dopo aver deposto una corona al cimitero di Castegnato, in provincia di Brescia, dove è stata rubata una croce in memoria dei caduti per il Covid.
“Ho scelto di farlo in questo cimitero dove è avvenuto il furto ignobile della croce posta a memoria delle vittime della pandemia”, ha affermato Mattarella, “Ricordare i nostri morti è un dovere che va affiancato a quello della responsabilità di proseguire nell’impegno per contrastare e sconfiggere questa malattia così grave, mettendo da parte partigianerie, protagonismi ed egoismi per unire le forze di tutti e di ciascuno, quale che sia il suo ruolo e le sue convinzioni, nell’obiettivo comune di difendere la salute delle persone e di assicurare la ripresa del nostro Paese”.
La lapide in ricordo delle vittime del Covid depositata al cimitero di Castegnato venne inaugurata il 6 settembre. Si tratta di una stele dedicata alla memoria delle vittime del Coronavirus, impreziosita da una croce in bronzo (1,60 x 0,90), opera dell’artista Ettore Calvelli. La croce, raffigurante le stazioni della via Crucis e donata tre anni or sono alla parrocchia del centro franciacortino da una benefattrice, è stata messa a disposizione dal parroco per la realizzazione del monumento.
Nella notte tra lunedì 7 settembre e martedì 8 settembre, la croce fu rubata dal cimitero da ignoti e, sinora, non è stata ritrovata. Il testo della lapide, ormai priva della croce, recita: ”Abbraccia quanti, nell’ultima ora, non abbiamo potuto confortare e anche noi perchè possiamo ritrovare consolazione e speranza”.
(da agenzie)
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Novembre 1st, 2020 Riccardo Fucile
SCONTATA LA CHIUSURA TRA REGIONI, INTERVENTI FORTI IN LOMBARDIA, LA SCUOLA NON E’ INTAGIBILE
Roberto Speranza osserva la curva del contagio e teme che le strutture ospedaliere vadano al collasso. Per questo sono giorni, se non settimane, che spinge, nei vertici di Governo, per inasprire ancora le misure di contenimento. “Quel che mi preoccupa è il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà ” dice in un’intervista al Corriere della Sera.
Secondo Speranza, “le terapie intensive non sono il problema fondamentale di questi giorni. Per qualche settimana saranno ancora abbastanza gestibili”.
Il problema è il tempo, sono i giorni che passano senza che la pandemia accenni a frenare. “Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore», ripete il ministro, in ansia perchè “c’è troppa gente in giro” e bisogna convincere le persone a restare il più possibile in casa.
Il tema più delicato e divisivo è sempre la scuola. “L’idea del governo è sempre quella di non toccare le scuole. Vogliamo difenderle il più possibile, ma purtroppo dobbiamo farlo dentro il contesto di una epidemia” spiega Speranza. E questo, per quanto doloroso sia, vuol dire che “la scuola non è intangibile”. E “non a caso” aggiunge il ministro della Salute “non abbiamo impugnato le ordinanze” di Campania e Puglia sulla scuola.
Speranza dà “per scontata” la chiusura dei confini tra le Regioni. “E purtroppo c’è bisogno di interventi forti anche in Lombardia”, anche se non vuole sentir parlare di zona rossa.
Altro tema, i trasporti. Speranza non esclude che “nelle aree più difficili si decida di scendere un poco rispetto all’80 per cento di capienza dei mezzi”.
(da “Huffingtonpost”)
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Novembre 1st, 2020 Riccardo Fucile
IN ISOLAMENTO DOMICILIARE CI SONO 331.000 PERSONE, OGNUNO CON ALMENO 10 CONTATTI STRETTI CHE DOVREBBERO A LORO VOLTA ESSERE IN QUARANTENA
Isolamento domiciliare? Non tutti lo prendono sul serio. Secondo il Cts sarebbero circa tre milioni
gli italiani che violano la quarantena imposta perchè entrati in contatto con positivi. Lo riporta La Stampa.
In questo momento in Italia ci sono 331 mila persone positive in isolamento domiciliare. «Per ciascuna di loro – racconta una fonte tra le più autorevoli del Cts – ci sono almeno 10 di contatti stretti che dovrebbero essere in quarantena». In pratica, come minimo 3 milioni e 300 mila persone.
Considerando il numero di tamponi effettuati, stando alle regole, scrive il quotidiano, circa 6 milioni di italiani dovrebbero essere in isolamento domiciliare, ma i numeri effettivi sono ovviamente differenti.
“A questo punto sarebbe meglio imporre direttamente la quarantena di 14 giorni ai contatti stretti asintomatici, saltando il tampone finale, che mette sotto stress i laboratori che lavorano già al limite delle possibilità e che è di scarsa utilità , perchè anche in caso di positività le evidenze scientifiche mostrano che dopo due settimane il rischio di contagiosità è praticamente azzerato», afferma la stessa voce del Comitato.
La fonte che parla alla Stampa richiama all’ordine i trasgressori, appellandosi al loro senso di responsabilità , in particolare nei confronti delle persone care alle quale si potrebbe nuocere e ricordando che infrangere l’obbligo comporta anche sanzioni da tre a sei mesi, oltre al reato di procurata pandemia.
(da agenzie)
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Novembre 1st, 2020 Riccardo Fucile
“IDEATO UN SISTEMA PER FRODARE IL FISCO”
Una società di comodo per la «commissione di attività illecite»: abbattere reddito ai fini delle imposte, detrarre Iva, beneficiare di sgravi previdenziali.
Torna alla ribalta la discoteca sull’Adriatico amata da Matteo Salvini (l’anno scorsovi si scatenava in consolle) protagonista del boom mediatico dell’estate 2019: il celebre Papeete di Milano Marittima.
Il Gip del Tribunale di Ravenna, su richiesta della Procura, ha disposto un sequestro preventivo di 500 mila euro sulle due società che gestiscono Papeete e Villa Papeete, sul litorale ravennate.
La misura è scattata come sviluppo dell’inchiesta della Guardia di Finanza coordinata dai Pm Alessandro Mancini e Monica Gargiulo sulla Mib Service, società ravennate specializzata in consulenze nel settore ristorazione e intrattenimento già destinataria a metà giugno a un analogo provvedimento per 5,8 milioni di euro, poi sensibilmente ridotto ad agosto in sede di riesame dal Tribunale di Ravenna che aveva però confermato l’ipotesi di associazione per delinquere tratteggiata dagli inquirenti per le tre persone al vertice societario.
Società di comodo
Nelle stesse motivazioni, il Tribunale aveva fatto cenno al profitto illecito realizzato in tesi d’accusa dalle singole aziende, sparse in più regioni italiane, che verosimilmente avevano tratto vantaggio dall’uso delle fatture considerate false per un ammontare complessivo, tra il 2013 e il 2017, di 5,6 milioni di euro distribuiti su 122 contratti. L’avvocato Ermanno Cicognani, rappresentante legale di Papeete e Villa Papeete, ha già presentato richiesta di riesame del sequestro.
L’inchiesta del nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle era partita da una verifica fiscale sulla Mib, srl nata nel 2010 con lo scopo di affiancare gli imprenditori nella gestione delle loro attività e che invece, secondo l’accusa, avrebbe virato verso un collaudato sistema per frodare il fisco attraverso un complesso sistema di assunzioni ritenuto fittizio.
Una «società di comodo – secondo l’accusa –, strutturalmente inesistente», una «cartiera evoluta» creata per la «commissione di attività illecite»: vedi abbattere reddito ai fini delle imposte, detrarre Iva,beneficiare di sgravi previdenziali. Ipotesi respinte dalle difese che hanno sempre sostenuto la piena legalità dei contratti stipulati.
(da “il Corriere della Sera”)
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