Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
DOMANI PARLA IN SENATO: E I 14 GIORNI DI ISOLAMENTO PER ESSERE RIENTRATO DA UN PAESE DI FASCIA E? … ECCO COSA PREVEDE LA NORMA VIGENTE
C’è qualcuno tra i lettori che considererebbe l’assistere al Gp di Formula 1 in Bahrein “una ragione strettamente necessaria” per andare all’estero?
Forse sì, qualche appassionato di motori che lo direbbe sorridendo. Ma non è questo il caso, perchè lui non è un fan delle auto (e se anche lo fosse non sarebbe giustificato), e perchè si chiama Matteo Renzi: ex presiedente del consiglio, ex segretario del Pd, ex 40 per cento.
Più titoli da “ex” che altro: ora è “solo” leader di Italia Viva e senatore della Repubblica. Poco in confronto a prima, ma è comunque parlamentare, numero uno di un partito del centrosinistra.
E forse è per questo che tra conferenze, documentari (in passato), partecipazioni a eventi (come il Gp), Renzi sta pensando a spianarsi la strada per un nuovo futuro. Anche perchè in molti si chiedono: ma nel bel mezzo di una pandemia, da politico, non dovrebbe dedicarsi al cento per cento all’attività parlamentare?
Ma su questo — che è un discorso valido se si vuol tirare in mezzo il buonsenso e lo stacanovismo — si potrebbe smentire presto chi scrive: la domenica Renzi non deve andare al lavoro, magari è il suo giorno libero e decide di passarlo in Bahrain con Jean Todt e il principe Salman ben Hamad Al Khalifa, principe ereditario e Primo Ministro del Paese Medio orientale. Tutto vero.
Chi siamo noi per dire a Renzi di non decollare vero nuovi nidi? E però (mettendo da parte il danno di immagine che si autoinfligge e che contribuisce a renderlo ancor meno popolare — forse chi lo consiglia dovrebbe avvertirlo): la pandemia, il covid, le restrizioni, il lockdown, la quarantena. Quella che dovrebbe fare anche lui, 14 giorni a casa sua. E invece martedì sarà al Senato. E interverrà in Aula.
Per l’appunto: Matteo Renzi si è fatto riprendere prima dalle telecamere di Sky, poi in foto nel tweet di Jean Todt. Ma come fa il leader di Italia Viva a fare su e giù dall’Italia (è stato prima anche in Aurabia Saudita e in Senegal nei giorni scorsi), senza essere soggetto a restrizioni?
Basta cliccare sul sito del Ministero degli Esteri per ricevere istruzioni sul come comportarsi nel caso in cui si abbia la necessità di andare all’estero. “Necessità ”, per l’appunto. Perchè la Farnesina inserisce questa parola proprio nel primo paragrafo della pagina del sito.
Scrive testualmente:
Considerato l’aggravarsi della situazione epidemiologica in Europa, la Farnesina raccomanda a tutti i connazionali di evitare viaggi all’estero se non per ragioni strettamente necessarie.
Giustamente la domanda sorge spontanea a tutti, simpatizzanti o meno di Renzi (qui la reazione di Letta). Ed è: è forse una necessità partecipare al Gp della Formula 1? È giusto che un parlamentare non ascolti i “consigli” della Farnesina? Ma comunque, parlando di quarantena.
È scritto chiaro e tondo nel modello di autocertificazione, e non c’entrano nulla i tamponi, che comunque sono obbligatori: “Nel caso di soggiorno o transito nei quattordici giorni anteriori all’ingresso in Italia in uno o più Stati e territori di cui agli elenchi D, ed E dell’allegato 20 il sottoscritto dichiara che svolgerà il periodo di 14 giorni di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario”.
Il Bahrain fa parte proprio dell’elenco “E”. Ma no: Matteo Renzi martedì sarà in Senato: e quindi la quarantena?
Vero è che ci sono dei casi in cui si può evadere dall’autoisolamento, deroghe a cui però il leader di Italia Viva sembra non avere diritto.
E sarebbero: 1) I casi di voli “Covid-tested”, autorizzati dal ministero; 2)Il caso dei funzionari pubblico che si trovano in missione ufficiale.
E quindi? Chi lo sa.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Renzi | Commenta »
Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
DI SICURO SOLO I TRE MILIONI DI DOSI ADESSO, SUL DOPO PASQUA BIG PHARMA NON DA’ GARANZIE, INUTILE FARE PROGRAMMI… ECCO QUANTE SONO LE DOSI PROMESSE PER OGNI TRIMESTRE
Di sicuro c’è che oggi un milione di dosi di Pfizer è arrivato – ed è “in corso di distribuzione nei singoli
punti vaccinali”, spiegano ad HuffPost dalla struttura commissariale – che da domani, e “nel corso di questa settimana”, arriveranno mezzo milione di dosi di Moderna e 1 milione e 300mila di AstraZeneca.
Del dopodomani, invece, non v’è certezza. Il futuro della campagna vaccinale anti Covid resta per ora imperscrutabile. Ed è impossibile escludere altri ritardi nelle consegne, nuovi tagli alle forniture.
La prova è nella dichiarazione di intenti del presidente della Conferenza delle Regioni e dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che a poche ore dall’incontro sulla campagna vaccinale, fissato per il pomeriggio, con il premier Mario Draghi, il commissario straordinario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, e il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha annunciato: “Chiederemo la conferma di quel piano che prevede 50 milioni di dosi tra aprile e giugno e altre 80 milioni tra luglio e fine settembre”.
In realtà , fare previsioni sui quantitativi di vaccini che arriveranno è difficile. Il motivo lo ha spiegato stamattina proprio Figliuolo, sottolineando “che le aziende produttrici, che si stanno allineando” non lavorano“con scorte ma mettono sul mercato tutto ciò che producono”.
E quindi “hanno difficoltà oggettive a dare un calendario che abbia un orizzonte superiore alle due settimane. Anche perchè – ha concluso – una volta infialati i vaccini hanno più di 180 controlli e se uno non va a buon fine, tutto il lotto viene fermato”. Nelle ultime settimane, ha sottolineato il commissario,“non abbiamo avuto alcun ritardo di questo tipo”, ma nessuno può dire che non ci saranno altri stop.
Già si sa, ad esempio, che di Johnson&Johnson, il quarto vaccino autorizzato, attesissimo perchè monodose a differenza degli tre utilizzati finora, arriverà dalla metà di aprile, il 16, una quantità limitata rispetto a quella annunciata, “che poi andrà aumentando tra maggio e giugno”, ha anticipato nei giorni scorsi Figliuolo.
Quante siano le dosi di questa quantità limitata “è da definire”, rispondono ad HuffPost dalla struttura commissariale. Aggiungendo: “il calendario degli arrivi viene stilato e comunicato sulla base di previsioni attendibili”. Al momento, dunque, è possibile andare oltre la conferma dei tre milioni di dosi per la fine marzo.
Numeri che porteranno le dosi di vaccino arrivate a 14 milioni e 170, 1 milione e 430.000 in meno dei 15 milioni e 600mila stimati inizialmente,“ma che è di più rispetto ai cali che avevano paventato aziende”, ha sottolineato Figliuolo.
Nei prossimi giorni, quindi, arriveranno altri vaccini, si potrà spingere sull’acceleratore della campagna per segnare il “cambio di passo” annunciato dal Governo. Però, con il ritmo quotidiano che si va assestando su quota 250.000, la strada per arrivare a praticare 500.000 iniezioni al giorno dalla terza settimana di aprile – questo l’obiettivo fissato dal commissario Figliuolo – è ancora lunga.
Ma quante sono le dosi attese in Italia nel 2021? La stima dei milioni potenziali, divisa per trimestre, sulla base degli accordi sottoscritti con le aziende farmaceutiche produttrici, si trova nel piano vaccini. Al momento i vaccini utilizzati sono tre e tutti prevedono due iniezioni: Pfizer BioNTech, Moderna e AstraZeneca.
Il totale complessivo delle dosi potenzialmente disponibili ammonta a 242. 533.633 milioni e il “cavallo” sul quale il nostro Paese ha puntato per vincere la corsa contro Covid nel primo anno di campagna di immunizzazione è il vaccino di AstraZeneca.
In base ai calcoli, aggiornati al 24 marzo, della Fondazione Gimbe, basati sui dati del Ministero della Salute e del commissario straordinario, su 9.012.748 dosi previste di Pfizer BioNTech, finora ne sono state consegnate 6.610.500 (73,3%) e 6.478.977 (98%) sono state somministrate.
Di Moderna, invece, su 1.330.000 dosi previste, 826.600 (62,2%) sono state consegnate, 374.882 (45,4%) somministrate. Di AstraZeneca, infine, su 5.352.250 dosi previste, 2.474.000 (46,2%) sono state consegnate e 1.403.706 (56,7%) somministrate.
Dal sito del Governo – dati aggiornati a oggi, 29 marzo – risulta che il totale dei vaccini distribuiti ammonta a 11.247.180: 7.668.180 di Pfizer, 826.600 di Moderna, 2.752.400 di AstraZeneca. I vaccini somministrai sono 9.413.886.
AstraZeneca. Nel primo trimestre l’azienda farmaceutica avrebbe dovuto consegnare, come detto 5,352250 milioni di dosi, dovrà consegnarne 10.042.500 nel secondo, 24.771.250 nel terzo. Per un totale di 40.166.000 milioni
Pfizer BioNTech. Oltre alle dosi iniziali (456.000) la consegna prevista è di 7.352.000 nel primo trimestre, 8.760.000 nel secondo, 10.792.000 nel terzo. Totale: 27.360.000. Al quale vanno aggiunte altri 13.285.982 milioni di dosi aggiuntive. E ancora i 25.121.374 milioni che figurano alla voce “secondo contratto dosi base”, divisi in 9.420.515 milioni nel secondo trimestre, 9.420.515 nel terzo e 6.280.344 nel quarto.
Johnson&Johnson. Si tratta, come detto, di un vaccino monodose. Arriverà in Italia dalla seconda metà di aprile. Dosi previste: 7.307.292 nel secondo trimestre del 2021, 15.943.184 nel terzo e 3.321.497 nel quarto. Totale: 26.571.973 milioni.
Moderna. La consegna prevista nel primo trimestre era di 1.330.000, 4.650.000 nel secondo, 4.648.700 nel terzo. Per un totale di 10.628.700 milioni. Ai quali va aggiunto lo stesso numero di dosi aggiuntive – 3.320.000 milioni nel terzo trimestre, 7.308.700 nel quarto.
E poi ci sono i vaccini “Curevac” e Sanofi/Gsk. Del primo è prevista la consegna di 7.314.904 milioni nel secondo trimestre del 2021, 6.640.000 nel terzo, 7.968.000 nel quarto e 7.968.000 nei primi tre mesi dell’anno prossimo. Totale: 29.890.904.
Nel 2022 arriverà anche il vaccino Sanofi/Gsk – 20.190.000 milioni nel primo trimestre e 20.190.000 nel secondo. Per un totale di 40.380.000 milioni di dosi.
(da Huffingtonpost”)
argomento: emergenza | Commenta »
Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
APPALTA UNA PARTE DELLE VACCINAZIONI ALLA SANITA’ PRIVATA PAGANDO 17 EURO A VACCINAZIONE CONTRO I 12 EURO RICONOSCIUTI AI MEDICI DI BASE
“Il più grande hub vaccinale della Liguria è quasi pronto!”. Esulta in maiuscolo Giovanni Toti,
annunciando su Facebook l’apertura del nuovo maxi-centro di somministrazione alla Fiera di Genova, il primo in Italia a gestione mista pubblico-privata.
Oltre all’Azienda sanitaria locale 3 “Genovese”, infatti, a iniettare le dosi saranno medici reclutati dai dipartimenti sanitari di Confindustria, Confartigianato, Confcommercio e Legacoop: “Un accordo di cui sono particolarmente orgoglioso”, ha fatto sapere Toti. Che d’altra parte non aveva nascosto di volersi rivolgere ai privati per scalare la classifica, aggiornata quotidianamente dal ministero della Salute, in cui la Liguria è al terzultimo posto per rapporto tra dosi ricevute e somministrate (peggio fanno solo Calabria e Sardegna).
Nei piani regionali, a partire da oggi, lunedì 29 marzo — giorno del taglio del nastro alla presenza del capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e del commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo — l’hub della Fiera dovrà fornire fino a 2mila dosi al giorno, decisive per raggiungere quota 11mila chiesta dal governo (al momento la media ligure è inferiore a 3mila, anche se negli ultimi giorni della scorsa settimana sono arrivati anche a 9.200 in un giorno).
La Regione ai medici: “Cancellate gli appuntamenti”
I medici Asl vaccineranno la fascia 70-79 anni con AstraZeneca, i privati gli “ultra-vulnerabili” con Pfizer. Non solo, ma la Regione sta per aprire un altro canale di iniezioni extra-pubbliche: quelle affidate alle farmacie, con 52 esercizi che inizieranno a immunizzare i 70-79enni da martedì 30 marzo. Anche qui, da “primi in Italia”, ricorda entusiasta Toti.
Non tutti, però, esultano allo stesso modo. Perchè complice il taglio nella fornitura di AstraZeneca — in Liguria ad aprile arriveranno 24mila dosi invece delle 80mila previste — a vedersi scippare i vaccini sotto il naso sono i medici di famiglia, a cui è stato impedito di calendarizzare nuove prenotazioni per tutto il prossimo mese.
Addirittura, giovedì sera, una mail inviata a tutti i dottori di Asl 3 (che copre gran parte della provincia di Genova) ordinava di cancellare due terzi degli appuntamenti già fissati dal 29 marzo al 30 aprile: da 240 vaccinazioni al giorno per distretto sanitario a un massimo di 80, per un totale di oltre 4mila forfait nell’intero periodo.
“Senza mezzo criterio per capire quali prenotazioni mantenere e quali no. Se ne lavano le mani, prima o poi ci daranno fuoco agli studi. Tutto per avere le dosi e fare bella figura alla Fiera lunedì mattina”, si sfogava in chat un giovane medico.
I rimborsi: 17 euro al privato, 12 al pubblico
Dopo ore di polemiche feroci, Asl 3 ha fatto marcia indietro, garantendo che gli appuntamenti già fissati saranno coperti con dosi di vaccino Pfizer. Ma per tutti i medici di base liguri è diventato impossibile bloccare nuovi slot fino al 30 aprile.
Chi ci prova, a Genova, vede apparire questo messaggio: “Non è più possibile prenotare dal 05/04/2021 all’11/04/2021 (o per qualsiasi altra settimana, ndr) perchè raggiunto il massimale di 2000 prenotazioni ammesso in tale periodo”.
Non è un errore: 2mila somministrazioni alla settimana, meno di 300 al giorno, per un territorio (quello di Asl 3) che conta 739.219 abitanti, a fronte delle 2mila al giorno che invece dovrebbe garantire il mega-hub della Fiera.
Con una differenza: mentre il rimborso ai medici di famiglia è di 6,16 euro a dose iniettata (12,32 per un ciclo vaccinale completo), quello, forfettario, garantito a privati e farmacisti per la doppia dose raggiunge i 17,50 euro.
Così una farmacia può permettersi di offrire ai medici 4mila euro al mese (o 250 al giorno) per vaccinare i suoi clienti (è richiesto un minimo di 96 vaccini a giornata).
Mentre il contratto — attraverso agenzia interinale — dei professionisti che lavoreranno in Fiera per conto delle aziende private prevede un totale mensile di 4.249 euro, al netto di indennità e straordinari.
Fimmg: “Filosofia dannosa”
C’è di più: i medici di base a cui è stato assegnato Pfizer potranno somministrare, nei prossimi giorni, soltanto la prima dose. La seconda infatti andrebbe iniettata tre settimane dopo, e non tre mesi come per AstraZeneca: ma fino al 30 aprile — abbiamo detto — le nuove prenotazioni sono bloccate.
Risultato: per ottenerla i pazienti dovranno andare in pellegrinaggio proprio alla cattedrale della Fiera, unica dotata di frigoriferi per stoccare il prodotto americano. E non è ancora chiaro se a far loro la puntura saranno i medici della Asl o quelli di Confindustria, Confcommercio e così via.
“La Regione ha scelto di affidare a soggetti terzi una grossa struttura in cui concentrare la campagna vaccinale. Noi avevamo chiesto di adottare un’altra filosofia, potenziando gli ambulatori territoriali e le dotazioni dei medici di base. In questo modo anziani da tutta la provincia dovranno fare viaggi anche piuttosto lunghi per andarsi a vaccinare in un ambiente anonimo, con medici che non sconoscono”, dice al fattoquotidiano.it il segretario ligure della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Andrea Stimamiglio. “I 500 colleghi genovesi finora hanno vaccinato in media 35 pazienti a testa, con un turno ogni mese, perchè mancano gli ambulatori. Toglierci le dosi e bloccare le prenotazioni a 2mila alla settimana significa ridurre la nostra attività al minimo”.
Le opposizioni: “Operazione di propaganda”
Coro di indignazione anche dalla politica, con il consigliere regionale Gianni Pastorino (capogruppo della lista progressista Linea Condivisa) che annuncia un’interrogazione alla giunta sulla differenza nel rimborso delle iniezioni tra privati e medici di famiglia.
“La scelta di investire tutto sull’hub gestito dai privati è scellerata e indica una strada deleteria anche sul piano nazionale”, dice al fattoquotidiano.it. E, alla vigilia dell’inaugurazione, i quattro capigruppo di minoranza in assemblea (Pastorino, l’ex candidato governatore Ferruccio Sansa, il dem Luca Garibaldi e il 5 Stelle Fabio Tosi) hanno diffuso un duro comunicato: “È un’operazione che smantella ancor di più la sanità territoriale pubblica, lasciando posto a quella privata che da sempre sostiene le campagne elettorali del centrodestra”, scrivono. “Tutta la giunta regionale, Giovanni Toti in testa, sarà in prima fila a farsi inquadrare dalle televisioni, nella speranza di crescere nei sondaggi. Non importa che decine di migliaia di dosi siano state tolte ai medici di base, mentre riempivano i frigo della Fiera del Mare dove a somministrarli saranno i privati davanti alle telecamere. Ma noi dobbiamo — è nostro dovere di cittadini e di consiglieri — denunciare gli errori, le storture, le furberie perchè non si ripetano. Soprattutto, dobbiamo dire che la sanità non può essere trasformata in arma di propaganda”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
DOVREBBE DARE INFORMAZIONI SUI VACCINI MA GLI OPERATORI NON HANNO GLI ELENCHI DELLE PRENOTAZIONI, UN ALTRO FLOP DEL MODELLO LEGHISTA
È costato 11 milioni e 800 mila euro il call center di Regione Lombardia che dovrebbe dare informazioni sui vaccini, ma che si è rivelato inutile, come denunciato da centinaia di persone e verificato da Fanpage.it.
Gli operatori che rispondono al telefono non hanno gli elenchi delle prenotazioni, non sono in grado di confermare che la procedura sia andata a buon fine e tantomeno di comunicare data e luogo della somministrazione.
In sostanza, un servizio carente e non in grado di dare risposte alle ansie e ai timori dei lombardi.
Nel documento che mette nero su bianco l’offerta tecnico economica di progettazione, realizzazione e gestione del sistema di supporto alla campagna vaccinale lombarda anti COVID-19 — che Fanpage.it ha potuto visionare — si legge che “a supporto della popolazione coinvolta nel processo di vaccinazione Aria mette a disposizione un sistema di call center per fornire informazioni sulla campagna (modalità di adesione, informativa sul processo ecc)” che “deve essere attivo per tutto il periodo della campagna e deve supportare le fasi massive e l’aumento della popolazione”.
Nello stesso documento sono indicati i costi: su 18,5 milioni di euro totali, ben 11,8 milioni sono stanziati per un appalto esterno per call center e assistenza.
“Una cifra pazzesca stanziata quando la giunta sapeva che, data l’accelerazione impressa per i sopperire i ritardi, il portale non avrebbe retto”, è il commento del consigliere regionale Samuele Astuti, capodelegazione del Pd in Commissione sanità al Pirellone. “Dopo due mesi ci troviamo a buttare via 18,5 milioni, di cui la stragrande maggioranza per un servizio di call center assolutamente inefficiente e incapace di dare risposte ai tanti lombardi che cercano risposte e rassicurazioni”.
La testimonianza: Mia madre a 88 anni è senza vaccino, ma non sanno dirmi nulla
Molti cittadini lombardi hanno segnalato le difficoltà legate al call center. Oltre ai classi problemi legati alle lunghe attese per prendere la linea e alla stabilità della telefonata, a fare infuriare molti utenti è l’impossibilità da parte degli operatori anche solo di poter verificare lo stato di avanzamento della prenotazione. Tra le testimonianze c’è quella di Annamaria, residente a Desio, che ha raccontato a Fanpage.it la sua odissea alla ricerca di risposte.
“Mia madre, 88 anni, ha seri problemi motori e conseguentemente una disabilità riconosciuta al 100 per cento”, spiega, “già a febbraio abbiamo fatto richiesta della vaccinazione a domicilio attraverso il medico di base. Ad oggi, 28 marzo, non ho ricevuto alcuna comunicazione da parte della Regione, nemmeno il famoso sms di ‘scuse’ diramato qualche settimana fa. Preoccupati decidiamo di chiamare il call center regionale per informazioni sulle vaccinazioni a domicilio: come da voi riportato, non hanno accesso agli elenchi e non sanno dirmi nulla (“a tempo debito riceverà anche lei comunicazione al numero di telefono inserito”). L’unica cosa che mi consigliano di fare è chiamare il medico di base e chiedere conferma poichè fu lui a inoltrare la richiesta”. È solo uno dei molti casi di persone ultra ottantenni che ancora non hanno ricevuto risposte sulla propria vaccinazione.
(da Fanpage)
argomento: denuncia | Commenta »
Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
TONFO PER TRUMP, SOVRANISTI AGLI ULTIMI POSTI, IN CALO PUTIN
Spesso additata di rappresentare l’èlite europea che cura soltanto i suoi interessi, insieme a
Emmanuel Macron è malvista da un’importante fetta di elettorato e anche da alcuni partiti di destra, eppure Angela Merkel è la leader straniera più apprezzata dagli italiani, e il suo consenso si può considerare “bipartisan” a tutti gli effetti.
È quanto emerge da un sondaggio Demos pubblicato su Repubblica, che ha analizzato l’indice di gradimento dei principali capi di Stato e di Governo esteri.
La cancelliera tedesca, in carica dal 2005 e destinata a lasciare il ruolo dalle prossime elezioni, raccoglie il 64% delle preferenze degli intervistati.
Un dato cresciuto di 17 punti percentuali negli ultimi due anni.
Merkel piace in particolare agli elettori che fanno riferimento all’area del Partito democratico (85%), ma trova consensi anche tra i supporter di Forza Italia (69%), Lega (62%) e M5s (60%).
A seguire c’è il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, apprezzato dal 58% del campione. Completa il podio Ursula von der Leyen: la presidente della Commissione europea piace al 47% degli italiani.
Sugli ultimi due non è possibile fare un raffronto con il 2019, quando non erano ancora entrati in carica.
Raffronto che è invece possibile per il presidente russo Vladimir Putin, quarto in questa particolare classifica e in caduta di un punto rispetto a due anni fa: oggi è apprezzato dal 42% del campione.
Boom di consensi invece per il presidente francese Emmanuel Macron, che dal 2019, anno in cui piaceva al 27% del campione, passa oggi al 40%.
Tonfo, invece, per Donald Trump, che passa dal 34% di due anni fa all’attuale 21%. Tra i leader di destra europei, Boris Johnson è al 38%, Marine le Pen al 29% e Viktor Orban, presidente autoritario dell’Ungheria, al 17%.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
IL DIRETTO INTERESSATO SIBILLINO: “FACCIO CIO’ CHE SERVE”
L’indiscrezione è di quelle suggestive: Mattia Santori, leader delle Sardine, possibile candidato sindaco del centrosinistra a Bologna?
Qualcosa più di una suggestione, qualcosa meno di una proposta, in quel limbo di possibilità e speranza di cui la cronaca politica è piena in questa fase di avvicinamento alle amministrative.
A sganciare la bomba è “la Repubblica”, che si richiama a una frase più che sibillina rilasciata da Santori dopo il doppio incontro col segretario del Partito Democratico Enrico Letta e il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Quattro parole dentro cui si può leggere un mondo: “Faccio ciò che serve.”
Che servirà una sardina in versione politica o in versione attivista contro il nuovo assalto di Salvini alla roccaforte rossa per eccellenza lo scopriremo nei prossimi giorni, forse ore.
Al momento, nessuna conferma nè smentita da parte delle Sardine, che nei giorni scorsi hanno incontrato Letta e Bonaccini. Si è trattato in entrambi i casi di incontri conoscitivi (era la prima volta che Bonaccini incontrava faccia a faccia le Sardine, dopo l’inedita “alleanza” civica e politica che nel gennaio 2020 ha portato alla vittoria del centrosinistra alle ultime Regionali in Emilia-Romagna), in cui non si è parlato di amministrative, nè il nome di Santori sarebbe uscito, almeno in via ufficiale.
Ma di sicuro più di qualcuno guarda con un certo interesse a un nome che potrebbe rappresentare un volto nuovo e di rinnovamento per Bologna e non solo.
Una prima vera conferma — o una smentita — potrebbe arrivare domani, dopo la riunione interna tra i vertici delle Sardine. Le prossime ore saranno quelle decisive?
(da agenzie)
argomento: elezioni | Commenta »
Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
IL 71% DEGLI ELETTORI PD E IL 76% DI QUELLI DEL M5S
Gli elettori del Pd e quelli del Movimento Cinque Stelle sarebbero favorevoli ad un’alleanza tra i due
partiti. A rivelarlo è l’ultimo sondaggio Winpoll-Sole pubblicato su Il Sole 24 Ore. Dopo le dimissioni inaspettate di Nicola Zingaretti, il Pd sembra aver ritrovato nuova linfa con la guida affidata ad Enrico Letta.
Diversi sondaggi realizzati negli ultimi giorni, come l’ultimo di Ipsos, infatti, vedono i democratici tornare sopra il 20% dei consensi, al secondo posto, dietro la Lega.
Una ripresa significativa, dunque, dopo che durante il Conte II molti elettori criticavano al Pd il fatto di non avere una proposta politica chiara e le troppe divisioni interne.
Il pugno duro imposto da Letta sul tema delle nomine nel partito, dunque, sembra andare dalla parte di ciò che chiedevano gli elettori. Il nuovo segretario si è poi detto favorevole ad un’alleanza con il M5s, fondamentale per non consegnare il Paese al centrodestra. Anche i pentastellati in questo periodo stanno cambiando pelle, tornando alle origini su alcuni temi come l’ecologia, e con una nuova guida, affidata all’ex premier Giuseppe Conte.
Un’alleanza benedetta dai rispettivi elettorati. Come rivela il sondaggio Winpoll, infatti, alla domanda “Secondo lei, alle prossime elezioni politiche, Partito democratico e Movimento 5 stelle dovrebbero presentarsi in coalizione insieme?”, il 71% degli elettori dem e ben il 76% di chi vota il M5s ha risposto in modo affermativo.
Considerando invece il totale del campione, il 37% degli italiani è favorevole ad un’alleanza tra i due partiti.
Sorprendente è in particolare la volontà degli elettori grillini, visto che per anni hanno fatto dell’autonomia e del no alle alleanze il loro tratto distintivo.
L’accordo Pd-M5S è bocciato soprattutto dai simpatizzanti di Italia Viva, con ben il 92% di contrari.
Sintomo che l’idea di Letta di costruire un’alleanza progressista che tenga dentro anche il partito di Renzi e quello di Calenda non sarà cosa facile da attuare. Ma il neo segretario del Pd è fiducioso, e dopo aver incontrato il leader di Azione, nei prossimi giorni è intenzionato a vedersi anche con l’ex premier.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
IL FONDATORE NON ARRETRA
“Se si deroga al limite dei due mandati il M5S raggranellerà il 5%”, e chi oggi chiede che si bypassi la regola, risalente alle origini del Movimento, “resterà comunque fuori dal Parlamento”.
Questo il ragionamento che Beppe Grillo, a quanto apprende l’Adnkronos, ha condiviso con chi gli è più vicino, non nascondendo le preoccupazioni per il terremoto che la sua posizione -comunicata all’assemblea dei parlamentari 5 Stelle- ha provocato al Movimento, con i ‘big’ che chiedono che ora sia Giuseppe Conte a risolvere la questione.
Bocche cucite negli ambienti vicini all’ex premier su quel che Conte intenda fare. Ma la posizione di Grillo, su questo, appare granitica: non si può derogare, la convinzione del garante del Movimento riportata da chi più gli è vicino.
Nei giorni scorsi, apprende inoltre l’Adnkronos, al fondatore del M5S è stata sottoposta la proposta per una piattaforma alternativa a Rousseau, che diventerebbe ‘patrimonio’ del Movimento. Ma anche su questo fronte ogni decisione appare prematura: prima, viene spiegato, va risolto il rapporto con Rousseau.
Un altro dossier caldo sulla scrivania di Conte.
(da agenzie)
argomento: Grillo | Commenta »
Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
POSITIVO AL COVID, ERA RICOVERATO A LISBONA
Era sparito il 19 luglio 2019 poco prima che la Cassazione respingesse il suo ricorso, condannandolo
definitivamente all’ergastolo come mandante della “strage di Natale”, consumata nel dicembre 2006 quando fu uccisa Maria Strangio, moglie di Giovanni Luca Nirta.
È stato catturato in Portogallo il boss Francesco Pelle, detto Ciccio Pakistan, il latitante di San Luca inserito nell’elenco dei 30 ricercati più pericolosi d’Italia. Coordinati dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Giuseppe Lombardo, i carabinieri lo hanno scovato in una clinica di Lisbona dove era ricoverato perchè positivo al Covid.
Il coronavirus ha gabbato, quindi, uno dei più pericolosi latitanti della Locride, protagonista della sanguinaria faida di San Luca.
Il processo ha stabilito che è stato lui il mandante dell’agguato in cui perse la vita la moglie del boss Nirta, un attentato che, 8 mesi più tardi, sfociò nella famosa strage di Duisburg dove morirono 6 persone ritenute vicine alla cosca Pelle-Vottari.
La strage di Natale, infatti, era stata la risposta al tentato omicidio di Francesco Pelle, consumato il 31 luglio 2006 quando Ciccio Pakistan rimase ferito alla schiena perdendo definitivamente l’uso delle gambe.
La sedia a rotelle sulla quale è costretto a vivere non le ha impedito di diventare un boss, organizzare la rappresaglia contro la cosca Nirta-Strangio e, soprattutto, di darsi alla latitanza per due volte.
La prima fu interrotta nel 2008 da un blitz del Ros di Reggio Calabria all’epoca guidato dal colonnello Valerio Giardina e dal maggiore Gerardo Lardieri.
Mentre tutti gli davano la caccia, “Ciccio Pakistan” era ricoverato sotto falso nome a Pavia, nel reparto di Neuroriabilitazione della Clinica Fondazione Maugeri. Pelle era curato a spese del servizio sanitario nazionale e dalla sua stanza in ospedale comunicava attraverso skype con gli uomini della cosca rimasti liberi dopo l’operazione Fehida, coordinata dal magistrato Nicola Gratteri, allora in servizio a Reggio Calabria.
Nel settembre 2017 Pelle era tornato libero per scadenza dei termini di fase del processo alle cosche di San Luca. La sua condanna era stata annullata con rinvio dalla Cassazione. Per due anni è stato sottoposto all’obbligo di dimora a Milano in attesa della sentenza definitiva. Ma quando la Suprema Corte ha confermato il “fine pena mai”, l’imprendibile Ciccio Pakistan, non c’era più. Di nuovo latitante e sempre sulla sedia a rotelle. Questa volta la fuga è durata meno di due anni e si è conclusa all’estero, in Portogallo, dove probabilmente Pelle ha goduto di una rete di protezione che gli ha consentito non solo di uscire dal Paese indisturbato ma anche di farsi curare in una clinica dopo aver scoperto di essere positivo al Covid. Al momento non si conoscono le sue condizioni di salute, ma è chiaro che la Dda di Reggio Calabria sta già lavorando per la richiesta di estradizione del latitante in Italia.
Le indagini però continuano per il procuratore Bombardieri, l’aggiunto Lombardo e per il sostituto della Dda Alessandro Moffa. I pm, infatti, stanno cercando di ricostruire la sua fuga e capire chi lo ha aiutato a darsi alla macchia e restare latitante per 20 mesi.
Il fatto che i carabinieri lo hanno arrestato in Portogallo conferma lo spessore criminale di Pelle che per due volte, nonostante il suo stato di salute, è riuscito a sparire nel nulla: nel 2007 lo ha fatto nella Locride mentre era ancora in corso la faida di San Luca contro i Nirta-Strangio, mentre nel 2019 si è eclissato a Milano dove aveva l’obbligo di dimora in attesa della sentenza della Corte di Cassazione.
Il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri non nasconde la sua soddisfazione per la cattura di “Ciccio Pakistan”.
“Per noi non è mai cessata la ricerca del latitante — sottolinea — Grazie all’assistenza del progetto ‘I-Can’ e con la collaborazione delle varie autorità giudiziarie e forze di polizia straniere, i carabinieri del Reparto operativo e i carabinieri del gruppo di Locri erano sulle tracce di Francesco Pelle da mesi. In questo periodo i nostri investigatori si sono avvicinati in più occasioni alla sua cattura. Oggi finalmente è stato arrestato nella penisola iberica. Ciccio Pakistan era un latitante di massima pericolosità inserito nello speciale elenco del ministero dell’Interno. Adesso le indagini continuano per capire come abbia fatto a darsi alla fuga e da chi è stato aiutato in questi due anni”.
(da agenzie)
argomento: criminalità | Commenta »