Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
SINDACO E GIUNTA AVEVANO FATTO IL VACCINO SENZA AVERNE DIRITTO: PRIMA ANNUNCIA LE DIMISSIONI, POI LE RITIRA
“Mi alzo in piedi”: così Vauro a Non è l’Arena ha iniziato la sua invettiva contro il sindaco di Corleone
Nicolò Nicolosi che aveva appena annunciato di ritirare le dimissioni dopo le polemiche per la vaccinazione sua e della sua giunta saltando la fila.
“Sono il più bischero, io ho 66 anni, nessuno mi ha vaccinato, nessuno mi chiama, ma com’è che voi invece…non vogliono vaccinarsi e li vaccinano per forza! Questa cosa qui è una meraviglia!” — ironizza — “In questo periodo in cui tutti pensano al COVID io penso a questo Paese prima del COVID…Avete sempre fatto il c…o che vi pare, anche prima del COVID. Lei ha fatto un giro delle sette chiese che è una meraviglia, per fare il sindaco è andato con tutti…”.
Nicolosi spiega che lo hanno cercato mentre Vauro ricorda che il sindaco è nel Movimento delle Autonomie di Lombardo che, commenta “ha una certa storia giudiziaria”.
Poi tornando al vaccino il vignettista rincara la dose: “Vorrei sapere perchè non mi cercano, sono pro vax, vorrei fare anche l’Astrazeneca…
La vicenda è diventata di dominio pubblico dopo le indagini della Procura di Termini Imerese che hanno evidenziato come Nicolò Nicolosi — eletto sindaco di Corleone nel novembre del 2018 dopo la sua esperienza da primo cittadino (sempre nella cittadina siciliana) conclusasi nel 2007 — avesse, di fatto, saltato la fila.
E lui lo sapeva bene, come dimostrano alcune dichiarazioni rilasciate prima dell’annuncio delle sue dimissioni: “Il sindaco è l’autorità sanitaria del territorio: per questo mi sono vaccinato, avvertendo anche il presidente Musumeci”.
Ma il Presidente della Regione Sicilia lo scarica: “Esprimo la mia amarezza per quegli amministratori e titolari di cariche pubbliche che ritengono di dovere anticipare il loro vaccino. Non ci sono scuse: siamo tutti esposti ma dobbiamo essere di esempio alla gente, c’è un protocollo e va rispettato”.
Nonostante i pareri e le versioni siano differenti, Nicolosi, è evidente come il primo cittadino siciliano abbia deciso autonomamente di prendersi la precedenza all’incrocio tra la fase-1 e la fase-2 della campagna vaccinale in Sicilia. E, dopo le polemiche e la riflessione, ecco il passo indietro comunicato con un post pubblicato sulla pagina Facebook del Comune di Corleone.
E al post Facebook, si sommano le dichiarazioni alla stampa rilasciate dal sindaco Corleone: “Ho passato una notte insonne a riflettere su questa decisione e ho concluso che è giusto che io rassegni le dimissioni anche se rivendico di aver fatto la scelta giusta nel decidere di vaccinarmi e di far vaccinare la Giunta”.
Il passo indietro, quindi, arriva non per ammissione di un “errore”, ma perchè troppo forti sono state le critiche nei suoi confronti.
Poi ci ha ripensato e ha ritirato le dimissioni.
Una farsa
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
ALL’80% E’ NELLA GIUSTA DIREZIONE MA L’OPERAZIONE E’ ANCORA DELICATA
L’aiuto della luna piena sblocca l’impasse del Canale di Suez. Alle 5.40 di stamattina — grazie al lavoro di 12 rimorchiatori e all’acqua salita grazie a un picco di marea di 2,1 metri – la Ever Given, la portacontainer arenata tra le due sponde da martedì scorso ha iniziato lentamente a spostarsi ed è stata quasi liberata.
”Eliche e timone sono ora in grado di funzionare”, ha annunciato la società di gestione. La nave si è già mossa di circa 30 gradi e la poppa è nel mezzo del canale. “Siamo all’80% della giusta direzione”, dicono le squadre di soccorso che hanno festeggiato all’alba facendo suonare a lungo le loro sirene anti-nebbia.
Per raddrizzarla del tutto saranno decisive le prossime ore e l’arrivo in loco di due super-rimorchiatori d’altura — l’olandese Alp Guard in azione da ieri sera e l’italiano Carlo Magno arrivato alle sei di stamattina — sarà fondamentale per l’ultima fase.
Queste due imbarcazioni — che insieme hanno una potenza di 400 tonnellate — si sono agganciate alla poppa della nave incagliata. A prua lavora la Ezzat Adel. E con la nuova super-alta marea di 2,08 metri delle 11.42 di oggi (tra una settimana l’altezza sarà di 1,7) si cercherà di raddrizzare completamente la Ever Given, per poi trainarla dopo tutte le verifiche del caso verso il Grande lago Amaro, lo specchio d’acqua a metà canale, consentendo la riapertura del corridoio di 193 km. che collega Mediterraneo a Mar Rosso. Le navi in attesa di passare sono ormai oltre 350.
L’ultima fase dell’operazione è ancora delicatissima.
L’acqua di zavorra e gran parte del carburante all’interno della gigantesca imbarcazione spiaggiata (lunga 400 metri) sono stati infatti levate nei giorni scorsi con pompe idrauliche per alleggerire lo scafo e facilitare il recupero.
La nave quindi, una volta riportata a galla, rischia di essere molto instabile. I nove piani di container impilati sul ponte (sono 20mila in tutto) portano l’altezza dello scafo dall’acqua a 60 metri. E tutte le manovre vanno fatte con molta attenzione per evitare di peggiorare la situazione sbilanciando la Ever Given.
Osama Rabie, numero uno della autorità di controllo del Canale di Suez, canta già vittoria. “Mi complimento con gli eroici soccorritori — ha scritto in una nota — avevamo fiducia al 100% nel loro operato”. Il petrolio ha festeggiato la notizia con un calo del 2,2%.
(da agenzie)
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Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
IL PARROCO DI BONASSOLA CONTRO IL DOCUMENTO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE: “TANTO C’E’ DIO A BENEDIRLE”
Un gesto forte e significativo che arriva al termine di alcune settimane di aperto dibattito all’interno
(ma anche all’esterno) della Chiesa dopo il pronunciamento della Congregazione per la dottrina della fede che impedisce, di fatto, ai sacerdoti di benedire le coppie composte da persone dello stesso sesso.
A compierlo è stato don Giulio Mignani, parroco di Bonassola (in provincia di La Spezia) che non ha voluto benedire i ramoscelli di ulivo nella domenica della Palme in segno di protesta.
La benedizione delle palme è “collegata alla processione in ricordo dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. Non potendo fare tale processione, a motivo delle norme anti-Covid, personalmente ritengo non abbia allora senso benedire le Palme”, ha detto don Giulio Mignani.
Ma le normative vigenti anti-contagio non hanno rappresentato l’unico elemento che ha portato il parroco di Bonassola a prendere questa decisione. Il forte gesto, nella domenica che apre la Settimana Santa per i cristiani, è anche una protesta dopo le ultime “indicazioni” arrivate dalla Congregazione per la dottrina della fede.
“Sono estremamente contento che questa mia decisione di non benedire le palme e gli ulivi avvenga a pochi giorni dalla pubblicazione del documento della Congregazione per la dottrina della fede — ha detto don Giulio Mignani facendo riferimento al documento che impedisce ai sacerdoti di benedire le coppie composte da persone dello stesso sesso -. Nella chiesa si benedice di tutto, non solo le palme ma a volte, purtroppo, sono state benedette anche le armi, però non si può benedire l’amore vero e sincero di due persone perchè omosessuali. Ma, ancora più grave, è il fatto che si continui a chiamare ‘peccato’ questo loro amore”.
“Tanto c’è Dio a benedirle”
La protesta nel giorno della Domenica delle Palme non è solo simbolica e dà un forte segnale alla Chiesa, dal suo interno. E ricalca anche quanto avvenuto solo dieci giorni fa in Austria. Il parroco di Bonassola, infatti, ha concluso il suo discorso facendo riferimento a quel che accade sulla terra che, non per forza, combacia con il vero senso della fede cristiana: “A rimetterci non sono certo le persone omosessuali, le quali possono tranquillamente fare a meno della benedizione della Chiesa, perchè intanto c’è Dio a benedirle. A rimetterci è piuttosto la Chiesa”.
Qualche anno fasi schierò apertamente contro uno spot anti-gender confezionato dalla Regione Liguria guidata — anche allora — da Giovanni Toti.
Attraverso una chat dei parrocchiani di Bonassola, don Giulio Mignani, ha ribadito la sua posizione in favore dei diritti delle coppie omosessuali. Poi ha anche rivelato di aver partecipato a una cerimonia di unione civile tra due uomini. Insomma, il parroco di Bonassola è sempre stato un passo avanti rispetto all’atteggiamento medievale della Chiesa.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
“BISOGNA RIPORTARLO IN UN PERIMETRO ACCETTABILE”
Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia spiega quando dovremo convivere ancora con il Coronavirus. Ma anche perchè abbiamo gli strumenti per farcela
“Parliamoci chiaro: ormai è impossibile eliminare il virus” della Covid-19, che “si è talmente radicato. Siamo riusciti finora a eliminare con il vaccino un solo patogeno, il vaiolo, e siamo quasi al limite per eliminare la polio, ma ci sono voluti decenni e decenni di vaccinazioni. Quindi non è realistico pensare che questo virus lo eliminiamo”, ha spiegato ad ‘Agorà ‘ su Rai3 Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell’ateneo cittadino.
Se non riusciremo a eliminare Sars-CoV-2, però “potremo controllarlo abbattendo la letalità ”, precisa il virologo.
“L’allarme sociale della pandemia — sottolinea infatti Crisanti — è legato al numero dei morti, quindi se si riesce a diminuire la letalità sicuramente riusciamo a riportare questa malattia in un perimetro accettabile da un punto di vista sociale”.
“Allo stesso tempo dobbiamo fare una sorveglianza sulle varianti — esorta l’esperto — Perchè se finora è vero che alcuni vaccini non proteggono contro l’infezione, ma proteggono contro le complicazioni più gravi, è possibile che il virus vari ancora e diventi ancora più aggressivo. Ormai siamo entrati in quella che si chiama giostra evolutiva del virus: dobbiamo purtroppo cercare di inseguirlo, come si fa con il virus dell’influenza”.
Poi Crisanti ha fatto una previsione sull’immunità di gregge, raggiungibile già in estate: ‘ “finalmente una previsione realistica”, ha spiegato.
“Gli esperti hanno detto sempre tra fine agosto e settembre, quindi penso che a quel punto saremo vicini all’immunità di gregge”. Attenzione, però: “L’immunità di gregge non significa che la trasmissione” virale “è bloccata — ha ribadito il virologo — Significa che si possono eliminare determinate restrizioni tenendo basso l’indice di trasmissione” Rt.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
“E’ UNA SOFFERENZA, I NUMERI NON CALANO”
Roberto Fumagalli è direttore del reparto di Anestesia e rianimazione dell’ospedale Niguarda e
professore all’università Bicocca di Milano. Da oltre un anno è in prima linea nei reparti dove ci sono i malati più gravi
Com’è la situazione delle terapie intensive?
“Siamo in decisa sofferenza. Il carico che abbiamo oggi dipende dagli accessi ai pronto soccorso di 7-14 giorni fa. Nella nostra regione ci sono quasi 900 posti letto occupati da pazienti Covid nelle terapie intensive, potremmo arrivare a quota mille nelle prossime settimane”.
E rispetto a marzo dello scorso anno?
“Allora eravamo arrivati a oltre 1.300, ora i numeri sono inferiori. Se si sommano la seconda e la terza ondata i numeri sono comunque alti spalmati però su un periodo di tempo maggiore. E c’è poi un altro problema tecnico da tener presente. I pazienti che finiscono in terapia intensiva ci rimangono per molto tempo e quindi i posti letto non si liberano in fretta. Quando abbiamo affrontato la terza ondata ne avevamo 360 occupati. Per questo non possiamo permetterci una nuova risalita a breve”.
Ma quindi sulle riaperture cosa dobbiamo pensare?
“È necessario resistere ancora per un po’, speriamo non per molto, ma si deve. I comportamenti virtuosi e le chiusure finora hanno pagato, evitando il picco come lo scorso anno. Purtroppo siamo ancora in una fase di crescita dei ricoveri in terapia intensiva, a fronte di un plateau degli accessi nei pronto soccorso o addirittura una modesta diminuzione. E dal nostro osservatorio vediamo che la situazione non è positiva, finchè i numeri non calano non possiamo stare tranquilli. Speriamo che tra una settimana le cose vadano meglio”.
Qual è la mortalità dei pazienti che finiscono in terapia intensiva?
“È purtroppo molto alta. Il 36-38 per cento di chi entra non sopravvive. L’anno scorso moriva il 42 per cento”.
A cosa è dovuto il lieve miglioramento?
“Ancora non c’è una spiegazione per questo”.
(da agenzie)
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