Destra di Popolo.net

ALEX ZANARDI, LA MOGLIE DANIELA: “LOTTA COME UN LEONE, MA ANCORA NON PARLA”

Luglio 1st, 2021 Riccardo Fucile

A UN ANNO DALL’INCIDENTE, LE CONDIZIONI DEL CAMPIONE

Comunica con la famiglia, non parla, ma “lotta come un leone”. Alex Zanardi un anno fa ha rischiato la vita in un incidente sulla handbike. È stato un anno difficile ma – racconta la moglie Daniela sta dimostrando ancora una volta spirito combattivo.
“Si sta impegnando per recuperare”.
Lei è sempre accanto al campione paralimpico: “Le condizioni di Alex sono stabili. Al momento è ricoverato in una clinica specializzata, dove sta seguendo un programma di riabilitazione, sotto il controllo di medici, fisioterapisti, neuropsicologi e logopedisti per cercare di facilitare il suo recupero”.
Dopo un periodo dramamtico, il coma, gli interventi neurochirurgici Zanardi ha iniziato la riabilitazione: “Ora è in grado di affrontare un programma di terapia sia neurologico che fisico. Riesce a comunicare con noi, ma non è ancora in grado di parlare. Dopo molto tempo in coma, le corde vocali hanno bisogno di recuperare la loro elasticità. Questo è possibile solo con esercizio e terapia. Ha ancora molta forza nelle braccia e nelle mani e si allena duramente con le attrezzature”.
“Cosa mi aspetto per il futuro? Certamente – prosegue Daniela Zanardi – si tratta di una nuova grande sfida. È un percorso molto lungo e al momento non facciamo previsioni su quando potrà tornare a casa”.
Daniela Zanardi ha scelto di informare i tantissimi tifosi del marito per rispondere alle domande e agli auguri che le arrivano tutti i giorni: “Ma per il momento ci limiteremo a questo. Ringraziamo per l’affetto e a tutti vogliamo raccontare che sta lottando, ma non diremo altro”.
(da agenzie)

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CRONACHE DALLA PREISTORIA, SCOPERTO IL MOTIVO DELLE RISSE TRA GIOVANI: E’ COLPA DELLE RAGAZZINE IN SHORT CHE LI ISTIGANO

Luglio 1st, 2021 Riccardo Fucile

LA FRASE DEL CONSIGLIERE COMUNALE DI VIAREGGIO DI FRATELLI D’ITALIA… UNA RAGAZZA HA DIRITTO DI VESTIRSI COME LE PARE, IL PROBLEMA SONO GLI UOMINI FRUSTRATI E SENZA CERVELLO

«Le ragazzine di oggi gli shorts non li portano più all’altezza dei fianchi, ma dal fondoschiena in su. Sono tutte belle scoperte, pancia e ombelico in vista e istigano i ragazzini. E questi abbigliamenti provocano gelosie tra ragazzi».
È polemica a Viareggio (Lucca) per un intervento, oggi durante la seduta d’aula in streaming, del consigliere comunale FdI Marco Dondolini, durante una discussione sulla questione della movida giovanile a seguito di alcuni episodi violenti, con giovani coinvolti, registrati nelle ultime settimane in Versilia e non solo.
«C’è proprio un degrado culturale da parte delle famiglie, che non seguono più i loro ragazzi. Sono queste ragazzine che istigano i ragazzi a picchiarsi».
Per il sindaco Giorgio Del Ghingaro, «questo pomeriggio abbiamo dovuto ascoltare in una seduta del Consiglio comunale un consigliere di Fratelli d’Italia che ha indicato nelle donne, anzi nelle ragazzine e nel loro abbigliamento succinto, l’origine di presunte e non meglio precisate baby gang. Secondo questo consigliere sarebbero gli shorts e chi li indossa a provocare i maschi e ad istigarli alla violenza».
«Un intervento, fatto in un luogo istituzionale, che usa un linguaggio così fuori dal tempo e inappropriato – osserva ancora – che identifica ruoli che speravamo superati, e denota un pensiero discriminatorio ancora difficile da sradicare».
«La banalità con cui si sdogana un problema, la faciloneria con cui si fa un’affermazione gravissima», sono «un salto indietro di decenni, un’offesa intollerabile per tutti, sindaco e assessori, maschi e femmine. Donne e uomini del Consiglio».
(da agenzie)

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CASHBACK, VIAGGIO TRA GLI ITALIANI PRESI PER I FONDELLI DA DRAGHI: “A GIOIRE SARANNO GLI EVASORI”

Luglio 1st, 2021 Riccardo Fucile

LA BALLA DEL PREMIER SECONDO CUI IL CASHBACK FAVORIREBBE I RICCHI: I RICCHI NON HANNO BISOGNO DI 150 EURO, TOGLIERLO E’ SOLO L’ENNESIMA MARCHETTA AGLI EVASORI FISCALI

«Sembra l’ultimo dell’anno»: scriveva così, ieri sera, un utente sui tanti gruppi Facebook nati in questi mesi per confrontarsi sul Cashback, incentivo fortemente voluto dal governo Conte II per combattere l’evasione fiscale.
Fino a ieri, 30 giugno, infatti, era possibile pagare con carta di credito o bancomat ottenendo il 10 per cento di rimborso su ogni spesa effettuata (ma fino a un massimo di 150 euro, che verranno accreditati entro luglio).
Da oggi, invece, il Cashback è ufficialmente sospeso. Si ripartirà, forse, da gennaio 2022. Per i prossimi mesi stop ai rimborsi, il governo vuole risparmiare: queste le ragioni del taglio spiegate da Draghi ieri durante il Cdm.
Sono migliaia gli utenti che, nei gruppi Facebook, commentano la decisione dell’esecutivo Draghi. «Anche con la sospensione del Cashback, io continuerò a pagare con la carta. Continuiamo a sostenere quegli esercenti onesti che hanno sempre accettato pagamenti elettronici», scrive uno di loro.
E ancora: «Io e molti che conosco abbiamo dirottato le spese verso quei bar o ristoranti che accettano il bancomat».
Insomma, il Cashback ha rivoluzionato la vita di molti italiani. «Sei mesi fa non avrei mai pagato un caffè con la carta. Ora lo farò sempre, anche senza Cashback. Infatti è più comodo sia per chi paga sia per chi è alla cassa», scrive un altro utente.
«A gioire saranno gli evasori», aggiunge. «Io non prelevo al bancomat da mesi. Anche alle cene con gli amici, dopo le riaperture, ho sempre pagato con carta, prendendo i contanti dagli altri», spiega un’altra persona.
Lo Stato risparmierà 3 miliardi di euro
E allora perché bloccare un’iniziativa che tanto piaceva ai cittadini e che, almeno nelle intenzioni, avrebbe potuto aiutare il nostro Paese a combattere l’evasione fiscale? Per i costi eccessivi.
Per lo Stato, infatti, il Cashback sarebbe costato 1,75 miliardi per rimborsi e copertura delle spese nell’anno corrente. Così facendo, invece, entro il 2022 il risparmio stimato sarà di 3 miliardi. Un costo che il governo Draghi evidentemente non intendeva sobbarcarsi destinando, dunque, le risorse ad altre urgenze.
Il governo che ha buttato miliardi per finanziare presunti imprenditori e “ristoratori alla fame”, che ha condonato milioni di cartelle esattoriali, rinunciando a riscuoterle, ora si prende pure 1,75 miliardi promessi a 9 milioni di italiani per fare un favore a quei commercianti che non vogliono il tracciamento delle loro entrate, in modo da poter ancora dichiarare che non incassano nulla.
Ritardando pure il pagamento del primo semestre da 60 giorni a fine anno.
I numeri del Cashback parlano infatti di 9 milioni di iscritti, 800 milioni di transazioni elaborate.
(da agenzie)

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LA GUIDA DEL MIRROR PER I TIFOSI INGLESI: “ECCO COME RAGGIUNGERE ROMA AGGIRANDO I CONTROLLI ANTI COVID”

Luglio 1st, 2021 Riccardo Fucile

SENTIVAMO LA MANCANZA DI UN BRANCO DI IMBECILLI CHE NON RISPETTA LE REGOLE

Sabato prossimo allo stadio Olimpico di Roma si giocheranno i quarti di finale di Euro 2020 tra Inghilterra e Ucraina. Ma nonostante la raccomandazione del governo britannico di non raggiungere la Capitale, e l’obbligo di quarantena di cinque giorni previsti dalle autorità italiane, sul quotidiano Daily Mirror sbuca una guida per permettere ai tifosi inglesi di aggirare i controlli anti Covid in modo da assistere al match di calcio.
«Un’opzione potrebbe essere quella di prendere un aereo per Nizza e poi guidare per sei ore fino a Roma. Oppure potete partire in auto dal Regno Unito stando attenti ai tempi», suggerisce l’articolo pubblicato dal tabloid inglese, dove indicano le «venti ore di viaggio» da Londra a Roma come una chance per poter raggiungere l’Olimpico.
La guida è di fatto opposta alle indicazioni previste per arginare i contagi, che includono l’obbligo di sottoporsi alla quarantena e ai tamponi per tutte le persone proveniente dal Regno Unito negli ultimi 14 giorni. Nel Paese, infatti, una nuova fase dell’emergenza sanitaria è in corso a causa delle nuove infezioni portate dalla variante Delta.
Il vademecum non è la prima guida “alternativa” a riguardo. Su internet, infatti, è possibile trovare altri suggerimenti: arrivare, per esempio, a Roma facendo scalo in una città europea sulla quale il governo Draghi non ha posto restrizioni, come Budapest. Nell’articolo comunque viene sottolineato come, in caso si venga scoperti, adottare una delle strategie per arginare i controlli porti a multe fino a 2.500 sterline. Anche il primo ministro Boris Johnson ha ribadito nelle ultime ore il messaggio ai tifosi. «Apprezziamo il fatto che i tifosi vogliano fare di tutto per supportare l’Inghilterra, ma dobbiamo fare i conti con la necessità di proteggere la salute pubblica», fa sapere un portavoce di Downing Street. «Chiediamo a tutti di rispettare le linee guida e le regole che abbiamo imposto».
La situazione in Gran Bretagna è tornata a essere molto seria. Nella sola giornata di ieri, infatti, dai test processati sono stati individuati oltre 25mila contagi. Numeri che fanno paura e che sono leggermente addolciti dal fatto che, al momento, non risultano aver provocato una nuova impennata di ricoveri (anche di quelli gravi) e di decessi. Ma l’attenzione, nel secondo anno di pandemia, deve rimanere comunque alta. E per questo sia il governo britannico che il Viminale hanno provato a lanciare degli appelli rivolti ai tifosi inglesi. E il messaggio è sempre lo stesso: “Non partite”. Eppure, per il match in programma sabato sera all’Olimpico di Roma, sarebbero attesi circa 4 mila sostenitori.
(da agenzie)

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NOME IN CODICE BREIVIK, SMANTELLATA ORGANIZZAZIONE NEO-NAZISTA DI VENTENNI DELLA MILANO BENE

Luglio 1st, 2021 Riccardo Fucile

SI ISPIRAVANO AI SUPREMATISTI: “PREPARAVANO IL PESTAGGIO DI UN NERO MUSULMANO”… I NAZICHIC ERANO PRONTI ALL’AZIONE, TANTO CI PENSERA’ PAPARINO A FORNIRLI DI BUONI AVVOCATI

Si erano già armati e stavano per colpire. Manganelli telescopici, una pistola finta che stavano modificando per sparare davvero.
Dalla fase teorica, i quattro ragazzi della ‘Milano bene’ che avevano costituito Avanguardia Rivoluzionaria – primo gruppo eversivo di impronta suprematista in Italia – erano pronti all’azione.
E avevano già individuato il primo obiettivo: musulmano, nero (“uno sporco negro”), militante di sinistra.
La fase preparatoria dell’agguato era terminata e per questo, a metà giugno, gli investigatori dell’antiterrorismo della Digos, guidati da Guido D’Onofrio e Carmine Mele, avevano dato un’accelerazione all’indagine, coordinata dal pm Enrico Pavone e dall’aggiunto Alberto Nobili.
Come nome di battaglia invece utilizzavano quello del terrorista norvegese Breivik. Dalle indagini è emerso che i quattro si ispiravano ai gruppi suprematisti americani perseguitando l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale di matrice nazista e incitando alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali.
E ancora: i componenti dell’organizzazione come nomi di battaglia hanno scelto quelli di terroristi divenuti icone di riferimento della galassia neonazista come, ad esempio, quello di Anders Breivik, responsabile dell’eccidio di Utoya nel luglio 2011 in Norvegia.
In più di un’occasione il gruppo era passato anche all’azione: aveva pianificato azioni violente e programmato azioni intimidatorie per recuperare denaro. Aveva anche tentato di allargare il proprio raggio d’azione attraverso rapporti diretti con altre organizzazioni di estrema destra: stretto era il legame con il sodalizio elvetico “Junge Tat” che un indagato aveva visitato a maggio
Ora per i 4 cittadini italiani finiti tra gli indagati sono scattate le misure restrittive: obbligo di dimora aggiunto a quello di presentazione giornaliera presso un ufficio di polizia.
(da agenzie)

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SCONTRO CONTE-GRILLO, DEPUTATI SPACCATI IN ASSEMBLEA TRA “BEPPE SBAGLIA” E “TROPPO POTERE A CONTE”

Luglio 1st, 2021 Riccardo Fucile

AL SENATO PREVALGONO I CONTIANI

I deputati M5S si sfogano in assemblea dopo aver assistito allo scontro durissimo tra il fondatore del Movimento e l’ex premier. E si dividono. Con Grillo o con Conte?
La spaccatura tra gli eletti emerge nel momento forse più drammatico della storia cinquestelle. Ed è tra i gruppi di Camera e Senato che si gioca la partita, 237 parlamentari in tutto, riuniti oggi in due assemblee distinte a Montecitorio e a Palazzo Madama.
“Ricordiamoci che è stato Beppe a portarci qui dentro”, ricorda Stefano Buffagni ai presenti alla riunione serale convocata nell’Auletta dei gruppi alla Camera. L’ex viceministro dello Sviluppo economico prova a fare da paciere: “Per una volta chiediamo noi a Beppe e Giuseppe responsabilità. Vediamoci e capiamo come difendere un sogno comune”. E avverte: “Qualsiasi cosa si deciderà, dobbiamo garantire che ci sarà agibilità coordinata in vista del Quirinale. La nostra nemesi non può finire con Berlusconi al Quirinale perché divisi”.
“Servono regole condivise, bisogna di rimettere insieme le parti”, il ragionamento espresso dal ministro Federico D’Incà: “Serve uno statuto, dice, “le regole fatte prima non andavano bene”. Il questore della Camera Francesco D’Uva fa appello all’unità: bisogna stare assieme, il Movimento siamo tutti noi, non bisogna ragionare come transfughi.
Alberto Zolezzi, grillino della prima ora, si schiera con il cofondatore del M5S: “Servono pesi e contrappesi, non si può dare tutto il potere in mano a una sola persona”. L’ex sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo chiede di preservare i valori del Movimento: “Resti il vincolo dei due mandati”.
Davide Zanichelli critica la scelta di Conte di collocare il M5S nel campo del centrosinistra: “È un errore, noi siamo post ideologici”. Duro nei confronti di Grillo, invece, il vicecapogruppo Riccardo Ricciardi: “Grillo uguale Casaleggio, Beppe vuole farlo rientrare”, attacca il deputato toscano.
Che poi rincara: non si può andare avanti con un Movimento il cui garante ha dato del ‘cretino’ il suo presidente del Consiglio. Sulla stessa lunghezza d’onda Gilda Sportiello: “Grillo sta sbagliando”, l’ultima assemblea è stata “uno show di Beppe, senza un momento di ascolto”.
“Conte è stato un ottimo premier ma fare il leader politico è un’altra cosa, non vedo attitudine alla leadership”, il parere dell’ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. “Non possiamo votare il progetto politico di Conte a occhi chiusi, non lo conosciamo”, dice il deputato Luigi Gallo, che poi si chiede: “C’era qualcuno che lavorava da tempo per fare una scissione?”.
In assemblea prende la parola anche l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: “Conte lo abbiamo scelto noi, due volte. Lo stimavamo e lo stimiamo. Lui ha portato i 209 miliardi in Italia… Che facciamo? Rottamiamo le persone come fa Renzi? Sappiamo di aver bisogno di una nuova organizzazione per crescere”, rimarca la parlamentare siciliana. Che aggiunge: “Il M5S non può essere più solo quello delle origini. Ci chiedono soluzioni, non solo proteste… Credo sarebbe opportuno vedere lo statuto per avere consapevolezza e poi decidere”.
Al Senato voci pro-Conte più numerose
A Palazzo Madama, dove si è svolta parallelamente un’assemblea dei senatori, va in onda un altro film: com’era prevedibile, al Senato le voci pro-Conte sono più numerose che alla Camera.
Ma anche in questo caso prevale una linea conciliante: “Chiederemo a Conte e Grillo di tornare a dialogare”, spiega un senatore al termine dell’assemblea. Una nota al termine della riunione sottolinea la necessità per il M5S di esaminare il nuovo Statuto, richiesta anticipata anche dalla senatrice Paola Taverna su Facebook.
“In un Movimento che della democrazia diretta e della trasparenza ha fatto i propri principali pilastri – si legge nel documento- è indispensabile che il nuovo Statuto redatto da Conte sia condiviso con l’intera comunità 5 Stelle”. Al tempo stesso viene respinto con fermezza il ricorso a Rousseau: “Si ritiene, infine, che alla luce della recente controversia con l’associazione Rousseau, che così gravemente ha rallentato e danneggiato l’immagine del Movimento, sia quanto meno inopportuno il ricorso alla predetta piattaforma”.
Gli eurodeputati: “No a spaccature”
Sulla stessa linea anche gli eurodeputati 5S, che pure hanno tenuto oggi una riunione. Tutti hanno espresso “forte preoccupazione per le sorti del MoVimento 5 Stelle e auspicano che prevalga l’unità”. “Si deve fare di tutto per evitare drammatiche spaccature”, il messaggio che emerge dalla assemblea degli europarlamentari. La delegazione, dunque, si mette a disposizione per contribuire a uscire da questo stallo nel rinnovamento del Movimento 5 Stelle, “inspiegabile agli occhi dei cittadini. Bisogna fare un ulteriore, doveroso, tentativo per avvicinare le posizioni partendo dal lavoro fin qui svolto. A volte serve fare un passo indietro per farne due in avanti. Insieme.
(da agenzie)

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“IL PRIDE? UN RITROVO DI DISADATTATI SCHIZOIDI”: IL DELIRIO OMOFOBO DELLA CONSIGLIERA DI FORZA ITALIA

Luglio 1st, 2021 Riccardo Fucile

LIBERTA’ DI INSULTARE ALTRO CHE DI PENSIERO

“Il Gay Pride? Un ritrovo di disadattati schizoidi”. Parole e musica di Antonia Parisotto, consigliera comunale di Cesano Boscone in quota Forza Italia, che ha commentato così durante un consiglio comunale in remoto la manifestazione per i diritti civili e pro Ddl Zan che si è tenuta sabato a Milano, e nei confronti dei quali il suo comune aveva dato il patrocinio.
Parole scioccanti, che sarebbero sembrate retrograde un secolo fa e che vengono pronunciate come nulla fosse in una sede istituzionale, per di più da un’avvocata, che dovrebbe conoscere quindi, molto bene, il significato e il peso di ogni parola.
“Il Pride” ha spiegato Parisotto, come si può ascoltare nel video a partire dal minuto 18.00. “è una squallida manifestazione che nulla ha di culturale. Chiunque abbia un po’ di sale in zucca, sa benissimo che questi sono ritrovi di disadattati, soggetti schizoidi, in piena crisi dissociativa. E i ragazzini, invece, confusi e manipolati, lungi dall’aver alcun valore politico, hanno molto di psichiatrico e qualcosa di sulfureo. Questi spettacolini, se non avessero l’aiuto dei forti poteri occidentali, resterebbero dei fenomeni folcloristici, risibili”.
“All’esito di quella che è stata questa manifestazione” aveva detto nelle premesse Parisottto, “ci sarebbero molti argomenti da sviscerare proprio sul punto di odio e discriminazione. Si è trattato di una squallida manifestazione che nulla ha di culturale e per l’ennesima volta si è ritenuto di potere impunemente dileggiare in modo volgare simboli che appartengono a noi, una maggioranza di italiani, e non a una minoranza. Tutto è permesso perché contro l’odio e le discriminazioni è lecito l’odio e la discriminazione di quello che invece si discosta da quella lettura della realtà”.
Insomma, un crescendo di parole d’odio sfociato poi in quella comunicazione finale, nella quale la consigliera si è scagliata in modo vergognoso nei confronti dei partecipanti al Pride e di chiunque si batta per un mondo e una società più aperti e inclusivi. Parole che in breve tempo hanno fatto il giro del web, suscitando l’indignazione di tutta la comunità Lgbtq e di chiunque abbia conservato un senso della realtà. I primi a denunciare il fatto e a chiederne le dimissioni sono stati “I Sentinelli di Milano”:
“Ci aspettiamo che oggi stesso, conscia della gravità di queste affermazioni pronunciate in un consesso istituzionale, Antonia Parisotto dia le dimissioni” hanno scritto sui social. “Se ciò non avvenisse, diamo per scontato che le stesse siano pretese dal suo partito. La politica che si abbassa a un linguaggio del genere non è una cosa tollerabile. La mancanza di rispetto per le migliaia di donne, uomini e persone trans che partecipano ai Pride neanche. E poi ci vengono a dire che il Ddl Zan andrebbe stralciato perché è una «legge bavaglio» sulla libertà di pensiero. Qui il pensiero affonda dentro un delirio omolesbotransfobico”.
(da agenzie)

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NON SIETE STATO VOI: I DELINQUENTI LI PUNISCE LO STATO CON IL CARCERE, NON GLI AGENTI CON LE BOTTE

Luglio 1st, 2021 Riccardo Fucile

NON SIAMO ANCORA NEI REGIMI MILITARI SUDAMERICANI TANTO CARI ALLA FOGNA SOVRANISTA

Non siete Stato voi.
Le guardie penitenziarie se lo dicono da sole. Se lo ripetono come un mantra: non è colpa nostra. Le carceri sono sovraffollate, «i detenuti sono la maggioranza» e nei terribili giorni delle violenze all’Uccella di Santa Maria Capua Vetere c’erano state sommosse e tra le sbarre c’erano uomini che ribollivano d’ira.
Non siete Stato voi.
Se lo ripete la politica: non è colpa nostra, l’edilizia carceraria, il sovraffollamento, la giustizia troppo lenta. La politica domani andrà a manifestare sotto al carcere (per chi? Contro cosa). O s’indignerà e si sdegnerà in un’Aula parlamentare ripetendosi che va fatto di più. Qualcuno più furbo di altri parlerà di indulto e condono e butterà in vacca la discussione.
Non siete Stato voi.
Gom: Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria. «Sganciato da ogni controllo è chiamato a gestire le emergenze, i casi particolari, le situazioni a rischio. E la caserma di Bolzaneto di Genova era una di queste» dice l’associazione Antigone.
A vent’anni dal G8 di Genova e dal Global Forum di Napoli, dalla caserma Raniero alla Bolzaneto, poco o nulla è cambiato. Nessun identificativo sulle divise, nessuna paura di essere scoperti. Erano in cinquantotto, ognuno con un ruolo, ci sono video, foto, ci sono 1000 pagine di atto d’accusa. Cosa faceva di questi agenti dei gradassi violenti e convinti di essere lo Stato (proprio così diceva uno di loro «lo Stato sono io»). Perché si sentivano così sicuri?
Non siete Stato voi.
La distorsione argomentativa secondo la quale «non dimentichiamo chi sono i delinquenti in questa storia» tradisce una pericolosa verità di fondo.
Il carcere come vendetta, i ristretti come candidati alla tortura, il disinteresse su ciò che accade in galera come principio cardine d’un Italia che non ha solo dimenticato la sua Carta Costituzionale (lo dice oggi la Guardasigilli Marta Cartabia e chissà se farà altro oltre che sdegnarsi) ma anche un giurista italiano, Cesare Beccaria, che nel 1764 diede alle stampe un testo che recitava così: «Perché ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev’essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a’ delitti, dettata dalle leggi».
No, non siete Stato ed è giusto che oggi lo Stato Italiano, quello che ancora sostiene di essere ‘di diritto’, rivolti come un calzino il carcere di Santa Maria e riveda a fondo la struttura della Polizia Penitenziaria italiana.
L’orribile è già accaduto: dobbiamo attendere l’irreparabile?
(da Fanpage)

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L’AVVOCATO ANSELMO SULLE VIOLENZE IN CARCERE: “LA SOLIDARIETA’ DI SALVINI? ISTIGAZIONE A DELINQUERE”

Luglio 1st, 2021 Riccardo Fucile

L’AVVOCATO CHE HA OTTENUTO GIUSTIZIA PER CUCCHI: “SALVINI ESPRIMA PIUTTOSTO SOLIDARIETA’ AI CARABINIERI E AI MAGISTRATI CHE HANNO CURATO L’INDAGINE”

“La solidarietà di Salvini verso gli agenti indagati? È istigazione a delinquere”. A dirlo, intervistato da Fanpage.it, è l’avvocato Fabio Anselmo, che tra gli altri casi ha seguito anche la vicenda di Stefano Cucchi, morto nel 2009 dopo un pestaggio avvenuto mentre era sotto custodia cautelare.
La vicenda è quella delle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, che si è tradotta in 52 misure cautelari, eseguite lunedì, per agenti della Polizia Penitenziaria e per funzionari del Dipartimento amministrazione penitenziaria campano.
Oggi il leader della Lega sarà a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per portare la propria solidarietà ai poliziotti.
“A chi la esprime la solidarietà? – si chiede Anselmo – perché se la esprime a coloro che sono protagonisti di quelle criminali vicende e di quei criminali comportamenti, qui abbiamo una istigazione a delinquere. Io mi auguro che Salvini abbia il coraggio di chiedere scusa e di esprimere solidarietà ai carabinieri (che hanno curato l’indagine, ndr) e ai magistrati che hanno fatto il loro dovere. Io penso che Salvini farà così, non mi aspetto una solidarietà con dei criminali”.
“Dire che ci vorrà una sentenza, con tutto il rispetto, lo considero ipocrita – prosegue l’avvocato – perché quelle immagini sono indiscutibili. Ilaria Cucchi quelle violenze le rivede sul corpo di Stefano, nel momento in cui vede quei video terribili rivede quelle violenze sul corpo di suo fratello”.
Oggi sono partiti i primi interrogatori di garanzia, davanti al gip 9 degli agenti destinatari delle misure cautelari; solo uno ha deciso di rispondere alle domande, gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. E uno di questi ultimi ha rilasciato una dichiarazione spontanea: “Io sono l’ultimo anello della catena, le modalità di intervento sono state decise dai miei superiori”. Gli interrogatori andranno avanti domani e proseguiranno fino al prossimo 7 luglio.
(da agenzie)

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