CASHBACK, VIAGGIO TRA GLI ITALIANI PRESI PER I FONDELLI DA DRAGHI: “A GIOIRE SARANNO GLI EVASORI”
LA BALLA DEL PREMIER SECONDO CUI IL CASHBACK FAVORIREBBE I RICCHI: I RICCHI NON HANNO BISOGNO DI 150 EURO, TOGLIERLO E’ SOLO L’ENNESIMA MARCHETTA AGLI EVASORI FISCALI
«Sembra l’ultimo dell’anno»: scriveva così, ieri sera, un utente sui tanti gruppi Facebook nati in questi mesi per confrontarsi sul Cashback, incentivo fortemente voluto dal governo Conte II per combattere l’evasione fiscale.
Fino a ieri, 30 giugno, infatti, era possibile pagare con carta di credito o bancomat ottenendo il 10 per cento di rimborso su ogni spesa effettuata (ma fino a un massimo di 150 euro, che verranno accreditati entro luglio).
Da oggi, invece, il Cashback è ufficialmente sospeso. Si ripartirà, forse, da gennaio 2022. Per i prossimi mesi stop ai rimborsi, il governo vuole risparmiare: queste le ragioni del taglio spiegate da Draghi ieri durante il Cdm.
Sono migliaia gli utenti che, nei gruppi Facebook, commentano la decisione dell’esecutivo Draghi. «Anche con la sospensione del Cashback, io continuerò a pagare con la carta. Continuiamo a sostenere quegli esercenti onesti che hanno sempre accettato pagamenti elettronici», scrive uno di loro.
E ancora: «Io e molti che conosco abbiamo dirottato le spese verso quei bar o ristoranti che accettano il bancomat».
Insomma, il Cashback ha rivoluzionato la vita di molti italiani. «Sei mesi fa non avrei mai pagato un caffè con la carta. Ora lo farò sempre, anche senza Cashback. Infatti è più comodo sia per chi paga sia per chi è alla cassa», scrive un altro utente.
«A gioire saranno gli evasori», aggiunge. «Io non prelevo al bancomat da mesi. Anche alle cene con gli amici, dopo le riaperture, ho sempre pagato con carta, prendendo i contanti dagli altri», spiega un’altra persona.
Lo Stato risparmierà 3 miliardi di euro
E allora perché bloccare un’iniziativa che tanto piaceva ai cittadini e che, almeno nelle intenzioni, avrebbe potuto aiutare il nostro Paese a combattere l’evasione fiscale? Per i costi eccessivi.
Per lo Stato, infatti, il Cashback sarebbe costato 1,75 miliardi per rimborsi e copertura delle spese nell’anno corrente. Così facendo, invece, entro il 2022 il risparmio stimato sarà di 3 miliardi. Un costo che il governo Draghi evidentemente non intendeva sobbarcarsi destinando, dunque, le risorse ad altre urgenze.
Il governo che ha buttato miliardi per finanziare presunti imprenditori e “ristoratori alla fame”, che ha condonato milioni di cartelle esattoriali, rinunciando a riscuoterle, ora si prende pure 1,75 miliardi promessi a 9 milioni di italiani per fare un favore a quei commercianti che non vogliono il tracciamento delle loro entrate, in modo da poter ancora dichiarare che non incassano nulla.
Ritardando pure il pagamento del primo semestre da 60 giorni a fine anno.
I numeri del Cashback parlano infatti di 9 milioni di iscritti, 800 milioni di transazioni elaborate.
(da agenzie)
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