Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile
“HO SEMPRE CREDUTO IN TE, INTERVIENI”: IL MESSAGGIO DELL’ISPETTORE DELLA PENITENZIARIA ACCUSATO DI AVER ORGANIZZATO E PRESO PARTE AL PESTAGGIO
È il 15 aprile 2020, nove giorni prima nel reparto Nilo del carcere di Santa Maria
Capua Vetere c’è stato l’inferno: guardie di Polizia Penitenziaria hanno pestato decine di detenuti: la rappresaglia per aver organizzato, un mese prima, una violenta rivolta tra le sbarre dopo la notizia di un detenuto positivo al Covid-19.
Questa storia, un anno dopo, determinerà una delle più grosse inchieste per violenze in divisa mai avviate in Italia negli ultimi vent’anni.
Inchiesta e successivi processi stabiliranno nei mesi e negli anni la verità giudiziaria, anche se i filmati di videosorveglianza all’interno del carcere, acquisiti agli atti, fanno già emergere chiari profili di responsabilità.
Ma già a metà aprile 2020 qualche agente inizia a capire che la storia di quelle ore di cieca violenza sarebbe uscita dalle mura del carcere e avrebbe fatto rumore. E per questo cerca supporto politico.
Lo raccontano gli atti: c’è un’informativa dell’Arma dei Carabinieri che svela come uno degli agenti di Polizia Penitenziaria, Alessandro Biondi, siciliano di nascita, Coordinatore di Sorveglianza Generale nell’istituto carcerario sammaritano, si fosse rivolto – via Facebook – al leader della Lega Matteo Salvini chiedendogli un intervento (all’epoca dei fatti non c’era una inchiesta giudiziaria) a tutela dei poliziotti penitenziari in forza al carcere “Uccella”.
L’ispettore Biondi, oggi agli arresti domiciliari, secondo la procura di Santa Maria è «co-organizzatore ed esecutore». Di cosa? Dell’inferno del carcere campano: maltrattamenti e pestaggi ai danni di vari detenuti.
Scriveva Biondi, attraverso Messenger ad una pagina Facebook che, dicono gli investigatori, era «collegata, verosimilmente, al leader politico della Lega Nord Matteo Salvini»:
“Ciao Matteo, sono un poliziotto penitenziario al momento in quarantena per Covid-19. Nell’istituto di Santa Maria Capua Vetere dal 9 marzo si sono susseguiti una serie di eventi che hanno portato i detenuti ad avere una sorta di indipendenza gestionale. Per riprendere il controllo dell’istituto vi è stata una operazione di autorità. I detenuti e loro familiari, strumentalizzando la cosa per tramite del garante e difensori, si sono rivolti alla locale Procura della Repubblica e come puoi immaginare noi polizia non abbiamo garanti. Stiamo passando un brutto periodo. Se puoi tramite qualche tuo referente locale cerca di approfondire- intervenire in merito. Preferisco rimanere in anonimato oltre questo messaggio. Grazie, ho sempre creduto in te, Alessandro.
Non è dato sapere se questo messaggio sia mai arrivato sulla scrivania dell’ex vicepremier e ministro dell’Interno.
Il segretario leghista è stato il primo politico che si è precipitato a Santa Maria Capua Vetere poche ore dopo l’inchiesta.
Salvini ritenuto quindi “protettore” degli agenti indagati ha risposto o no alla richiesta?
Se sì, ìn che termini?
(da Fanpage)
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Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile
FAVOREVOLI COSI’ COM’E’ IL 51%, VA MODIFICATO IL 13%, CONTRARIO IN OGNI CASO IL 10%… A DIMOSTRAZIONE CHE UNA PARTE DELL’ELETTORATO DI CENTRODESTRA NON E’ COMPOSTO DA PECORONI BIGOTTI
La maggioranza assoluta degli italiani è a favore del Ddl Zan. Lo rivela oggi un sondaggio di Ipsos illustrato da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera.
Secondo la rilevazione il 51% lo approva ed è prioritario per il 37% del campione.
Il sondaggio di Pagnoncelli certifica che prevalgono nettamente i favorevoli al provvedimento: il 37% si dichiara d’accordo e lo considera prioritario e il 14%, pur considerandolo un tema poco importante, vuole che sia comunque approvato.
Il 13% invece ritiene che il testo attuale debba essere modificato almeno in parte mentre il 10% è nettamente contrario. Il 26% non è in grado di esprimere un giudizio. Gli elettori del MoVimento 5 Stelle e del centrosinistra sono nettamente più favorevoli al provvedimento ma, fa notare il sondaggista, fa riflettere la quota non marginale di elettori del centrodestra favorevoli, in particolare tra Forza Italia e le formazioni centriste: il 27% lo considera prioritario e il 21% è favorevole.
Il consenso è più elevato tra le persone maggiormente informate. A sorpresa, e con buona pace del Vaticano, anche tra i cattolici praticanti prevalgono i favorevoli (47%) rispetto ai contrari (29%).
Per quanto riguarda le modifiche al testo proposte da Italia Viva, il 17% si dichiara favorevole mentre un altro 17% darebbe l’ok solo per ragioni tattiche, ovvero perché così l’approvazione arriverebbe con una maggioranza più ampia. Il 23% ritiene che le proposte vadano respinte perché così la legge verrebbe snaturata mentre la maggioranza degli intervistati non si esprime.
(da agenzie)
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Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile
LA GKN E’ DI PROPRIETA’ DEL FONDO MELROSE CHE LA COMPRO’ NEL 2018 CON UNA SCALATA OSTILE… I SINDACATI: “AFFRONTO AL NOSTRO PAESE, DRAGHI INTERVENGA”
Un fondo straniero avvezzo alle acquisizioni aggressive prima e alle
delocalizzazioni poi, con una strategia di investimento piuttosto eloquente: comprare aziende manifatturiere, valorizzarle, rivenderle. In questo caso, chiuderle.
La vicenda della Gkn di Campi Bisenzio, vicino Firenze, offre uno spaccato impietoso del modo di fare industria ai tempi della globalizzazione.
Mercoledì i 422 dipendenti della fabbrica che produce componentistica per auto hanno ricevuto la comunicazione ufficiale senza alcun preavviso: lo stabilimento chiude, tutti a casa senza più uno stipendio. Nessuno spazio per le trattative, niente ricorso agli ammortizzatori sociali.
Anche le modalità con cui è stato dato l’annuncio non brillano per umanità, attraverso una mail o meglio una Pec. “Ho sentito il sindaco di Campi Bisenzio e i miei uffici hanno contattato i sindacati, il Mise si sta muovendo per verificare le condizioni in cui è avvenuto l’episodio, ma si tratta di modalità che non possono essere accettate e su cui bisogna trovare tutti gli elementi per scongiurarle”, ha commentato il ministro del Lavoro Andrea Orlando.
Lo stabilimento Gkn, che sorge su un’area di 80mila metri quadri nella zona industriale di Capalle, fu inaugurato nel 1996, e occupava allora circa 700 dipendenti: costruito da Fiat Auto per la produzione di componenti automobilistici, in particolare semiassi e giunti omocinetici, con il trasferimento della vecchia fabbrica fiorentina di Novoli fu ceduto nel 1994 a Gkn, che forniva all’epoca la quasi totalità del fabbisogno di giunti e semiassi omocinetici di Fiat in Italia.
La società, che ha stabilimenti in più di 20 Paesi, è stata rilevata nel 2018 con una acquisizione ostile da Melrose Industries, un fondo di investimento britannico solito per entrare in modo aggressivo nel capitale delle sue società target.
Il fondo Uk sborsò 11 miliardi di dollari per prendere il controllo della multinazionale manifatturiera, realizzando la più grande acquisizione ostile del Regno Unito dal 2009. Nel 2020 Melrose Industries ha registrato ricavi per 9,4 miliardi di sterline e utili per 340 milioni, mentre la sua controllata Gkn Automotive ha fatturato 3,8 miliardi e utili per 82 milioni di sterline.
Dopo l’annuncio della chiusura dall’oggi al domani dello stabilimento fiorentino, gli operai hanno iniziato il presidio, anche notturno, della fabbrica. Non sono gli unici ad essere in agitazione: gli operai di Erdington, un sobborgo di Birmingham, sono entrati in questi giorni in protesta contro l’intenzione annunciata a gennaio e recentemente confermata dalla proprietà di chiudere il sito di Chester Road nel 2022 e spostare la produzione in quei Paesi dove i costi sono più bassi. Le ragioni sono le solite: la globalizzazione e l’alto livello di concorrenza, i costi locali sempre più alti, la burocrazia. In altre parole, il sito non è più redditizio.
Proprio come quello di Campi Bisenzio. La società Gkn, nella sua lettera di licenziamento collettivo e dismissione dell’impianto, ha scritto che le previsioni di fatturato per il 2025 si attestano a circa 71 milioni di euro, importo inferiore di circa il 48% rispetto ai livelli di fatturato del 2019, prima della pandemia.
A causa della contrazione dei volumi del comparto automobilistico, spiega l’azienda, “la prospettiva è quella di una non sostenibilità dello stabilimento di Campi Bisenzio” da cui si è giunti alla “indifferibile e irreversibile decisione di chiudere lo stabilimento e cessare ogni attività presso di esso”. La società, continua la lettera, “non è nelle condizioni di ricorrere all’utilizzo di ammortizzatori sociali”.
Nello stabilimento lavorano 422 persone a tempo indeterminato: quattro dirigenti, 16 quadri, 67 impiegati e 335 operai.
Nel 2025, secondo la società di proprietà del fondo britannico, la produzione di veicoli leggeri in Italia non supererà 1 milione, inferiore del 6% al 2016. Il comparto automotive in Italia, secondo l’azienda, “già nel 2020 si caratterizzava per andamento negativo che lasciava trasparire grande sofferenza” ma con la pandemia la sofferenza si è “amplificata” comportando “una pressione al ribasso dei prezzi”.
Il mercato automobilistico ha registrato nel tempo una “costante contrazione dei volumi e della domanda” che gli operatori del settore considerano avviata verso “un trend ribassista generalizzato” amplificato ulteriormente dall’emergenza sanitaria.
“Il trend negativo”, sostiene l’azienda nella lettera di licenziamento, ha manifestato “il proprio carattere strutturale ed irreversibile: ne sono la riprova le proiezioni di Ihs relativi ai volumi produttivi dei veicoli leggeri che ancora nel 2025 saranno al di sotto dei livelli raggiunti nel 2017”. Da qui le criticità del gruppo Gkn Automotive sul fronte del sovradimensionamento, della complessità e della competitività.
“La struttura organizzativa del gruppo industriale Gkn Automotive si rivela non più sostenibile – si legge – da ciò la necessità di immediate azioni di efficientamento, semplificazione nonché abbattimento dei costi”.
Eppure se un operaio di Campi Bisenzio avesse letto il rapporto annuale dell’anno scorso della sua azienda mai avrebbe immaginato di finire per strada senza preavviso: “Il 2021 sarà un anno di ripresa per il settore e di continua trasformazione per GKN Automotive, poiché le iniziative di miglioramento dei margini forniranno vera sostanza alla ripresa osservata nella seconda metà del 2020”.
Miglioramento che non riguarderà l’Italia dal momento che qui, a detta della società, c’è “un totale disequilibrio tra costo di produzione e valore di vendita”, che si palesa in una “continua decrescita dei prezzi di circa il 3% l’anno”.
I sindacati parlano di “inqualificabile affronto non solo a Firenze e alla Toscana ma all’Italia tutta”, e chiedono un intervento del premier Mario Draghi: “Una soluzione va trovata ora, non fra qualche anno. Il problema dovrebbero conoscerlo, ci sono multinazionali che arrivano, prendono, consumano territorio e scappano lasciando macerie sociali. In Italia possono farlo, non è così in altri paesi anche a noi molto vicini, si provveda”, scrive la Fiom-Cgil Toscana. La Fim Cisl ha chiesto un incontro all’azienda per cercare alternative al licenziamento collettivo. Strada, peraltro, che già a Birmingham hanno tentato di percorrere, incassando un secco rifiuto dall’azienda, orientata a spostare la produzione del sito britannico in Polonia e Francia.
(da agenzie)
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Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile
LA VICENDA DEI 450 DIPENDENTI DELLA GKN DI CAMPI BISENZIO, LICENZIATI VIA MAIL… I PROPRIETARI NON SONO INDUSTRIALI MA UN FONDO FINANZIARIO
Una comunicazione di licenziamento immediato e chiusura dello stabilimento, via mail. È la notizia arrivata venerdì 9 luglio, di mattina, ai circa 450 dipendenti della Gkn di Campi Bisenzio. L’impresa, attiva nel settore della componentistica per auto, è da tempo in crisi. E da tempo i sindacati, a partire dalla Fiom Cgil, avevano denunciato la situazione.
Tra i primi a darne notizia è stato uno dei delegati Rsu dell’azienda, Dario Salvetti. «Non sono in condizione di rispondere al telefono perché troppe telefonate e messaggi — spiega in un post Facebook il sindacalista — Siamo in assemblea permanente perché questa mattina ci hanno comunicato la chiusura immediata della Gkn di Firenze. Con effetto immediato. Una mail, più di 450 famiglie a casa. Questo sono loro. Questa è la loro violenza. Avrete notizie e invito all’azione. Avremo bisogno di tutta la forza e la solidarietà. Si astengano i falsi preoccupati che hanno permesso tutto questo».
In assemblea è presente anche il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, insieme a tutta la sua giunta. I lavoratori coinvolti dal licenziamento sarebbero precisamente 422.
I proprietari della Gkn non sono industriali, ma un fondo di investimento estero. L’Unità di crisi della Regione Toscana si è già avviata, ed ha contattato il ministero dello Sviluppo Economico.
Durissimo il commento del segretario Fiom di Firenze, Daniele Calosi: «Sembra la scena di un film già visto con il caso della Bekaert: una scelta criminale di una multinazionale che conferma ancora una volta, se c’è ne fosse bisogno, che i datori di lavoro vogliono che il costo di questa crisi ricada sulle persone che per vivere devono lavorare — scrive Calosi — Un comportamento intollerabile, di una azienda associata a Confindustria, anche alla luce dell’Avviso Comune firmato dalle Parti Sociali e dal Governo lo scorso 29 Giugno e dei meccanismi di gestione delle crisi previsti dalla Legge e dal Contratto Nazionale.
Come Fiom chiariamo subito che non firmeremo alcun licenziamento: non possiamo accettare che si consumi l’ennesimo dramma sociale che, inoltre, avrebbe importanti ripercussioni per tutto il tessuto economico e produttivo fiorentino che non può permettersi di incassare l’ennesimo attacco alle sue professionalità e non può accettarlo tutta la comunità fiorentina, dai cittadini alle istituzioni politiche e sociali. Per questo chiediamo all’azienda il ritiro immediato della procedura di licenziamento e l’attivazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente e alle istituzioni politiche la convocazione del tavolo al Ministero dello Sviluppo, coinvolgendo la Regione Toscana e le Istituzioni Locali».
L’azienda ha motivato la scelta per il calo generale del mercato automobilistico, per la grande competitività sui prezzi nel settore, per «semplificare» e abbattere i costi della produzione tra i vari siti produttivi.
Nella mail inviata, non ci sono spazi: nè ammortizzatori sociali, nè altre soluzioni. Chiudere, scrivono, è l’unica soluzione. Ma c’è chi dà un’altra interpretazione.
«Già un anno fa, nel 2020 e in piena pandemia, a Birmingham (UK), l’azienda licenziava 185 lavoratori su 600, senza accedere agli ammortizzatori sociali di cui pure avrebbe potuto fare uso vista la crisi pandemica. Non lo ha fatto e proverà a non farlo per un semplice motivo: per far salire il rendimento del titolo finanziario occorre licenziare una quota di operai prima di rivendere il titolo», detenuto da un fondo inglese, scrivono Giuliano Granato e Francesca Conti, coordinatrice fiorentina: «Lo sblocco dei licenziamento voluto dal governo Draghi sta facendo danni irreparabili».
(da agenzie)
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Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile
IL SINDACO DOPO L’INCONTRO CON IL LAVORATORE 52ENNE: “UN UOMO DI GRANDE DIGNITA’, L’HO ABBRACCIATO E GLI HO CHIESTO SCUSA A NOME DI TUTTA LA CITTA'”
A tre giorni di distanza dall’aggressione del rider, a Cagliari, durante i
festeggiamenti per la vittoria della Nazionale italiana nella semifinale Euro 2020, il sindaco Paolo Truzzu ha fatto sapere che la questura del capoluogo sardo è riuscita a identificare una parte degli aggressori.
La polizia continua a lavorare sul materiale video – diventato virale sui social – dell’assalto al 51enne Alessandro Ghiani. Esiste solo un filmato dell’accaduto e non tutti i momenti ripresi sono nitidi. Ad ogni modo, per le persone riconosciute responsabili, dovrebbe scattare l’accusa di violenza privata.
Se fosse per Ghiani, invece, «la storia si sarebbe già chiusa – ha fatto sapere -. Non ho niente contro chi mi ha aggredito, nel senso che forse qualcuno aveva bevuto troppo».
Il sindaco Truzzu, postando le foto dell’incontro di ieri con il rider, ha scritto: «Gli ho espresso tutta la mia solidarietà per quanto accaduto e l’ho abbracciato: un abbraccio simbolico e a nome della città, perché un abbraccio, a volte, vale più di mille scuse».
Il primo cittadino di Cagliari, inoltre, ha promesso di inasprire i controlli in vista della finale di Wembley, domenica 11 luglio: «Di Alessandro mi ha colpito la grande dignità: nessun desiderio di vendetta nei confronti di quei pochi teppisti che lo hanno aggredito. Mi ha solo chiesto più controlli per evitare che ciò che è successo a lui possa accadere ad altre persone, e gli ho assicurato che domenica per la finale, e per tutto il weekend, i controlli saranno stringenti perché non vogliamo che questi episodi si ripetano».
(da agenzie)
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Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile
L’EX USCIERE DI PALAZZO VECCHIO NON DIFFAMO’ IL LEADER DI ITALIA VIVA: ASSOLTO
Dall’ex usciere di Palazzo Vecchio, Alessandro Maiorano, non c’è stata alcuna diffamazione dell’ex premier Matteo Renzi.
Si conclude con l’assoluzione, disposta dal tribunale di Firenze, il procedimento intentato contro Maiorano che accusava Renzi di aver sostenuto “spese pazze”, sprecando denaro pubblico, nel periodo in cui aveva rivestito il ruolo di presidente della Provincia di Firenze (2004-2009).
Il giudice Laura Bonelli ha assolto l’imputato, difeso dall’avvocato Carlo Taormina, “perché il fatto non costituisce reato”. Il procedimento fa riferimento alle accuse dell’ex usciere secondo cui il leader di Italia Viva in passato avrebbe dilapidato ingenti somme, fino a un totale di 20 milioni di euro, per varie iniziative intraprese da presidente della Provincia.
Affermazioni diffuse in varie forme, anche sui mezzi online, con insistenza che ha spinto Renzi, nel 2013, a querelarlo dando il via alla battaglia legale che, nonostante la sentenza di primo grado, non sembra affatto conclusa.
“Aspettiamo di vedere le motivazioni per valutare se fare ricorso in appello contro questa assoluzione”
(da agenzie)
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Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile
MONTA LA PROTESTA E I PARLAMENTARI NON VOGLIONO ESSERE SCAVALCATI
Probabilmente si è caduti talmente in basso da aver toccato il fondo del barile. E,
quando questo capita, non si può che risalire la china. Dopo il disastro sulla riforma della Giustizia Giuseppe Conte e Beppe Grillo, insieme ai “sette saggi” che stanno mediando tra le due posizioni nella speranza possa nascere il nuovo M5S, hanno deciso di dare una brusca accelerata: secondo quanto risulta a La Notizia, si sono dati tempo una settimana per sanare gli errori e colmare eventuali distanze. Non un giorno in più.
IL QUADRO
Per capire cos’è accaduto nelle ultime ore, però, bisogna riavvolgere il nastro. Due sere fa, nel pieno delle trattative per riuscire a trovare una soluzione sulla leadership, è esplosa la “bomba” della riforma della giustizia: dopo timidi tentativi di opposizione, i ministri M5S hanno dato il via libera alla riforma che smantella la legge Bonafede sulla prescrizione. Ed è stato solo l’inizio dell’ennesima resa dei conti dentro il Movimento: da una parte infatti l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede e l’ex premier Conte hanno rotto il silenzio per schierarsi contro la riforma Cartabia, dall’altra è comparsa sul nuovo sito Cinque Stelle una nota che rivendica quanto fatto in Cdm con parole che rischiano di avere l’effetto della benzina buttata sul fuoco.
“Abbiamo salvato la nostra riforma”, si legge nel testo (non firmato) uscito nel primo pomeriggio di ieri. Ma tutto questo è stato solo il primo tassello caduto, in un vorticoso effetto domino. Il sentimento di gran parte dei parlamentari pentastellati – molti dei quali interpellati direttamente dal nostro giornale – è unanime: “Ci sentiamo messi da parte, esclusi, così non ha più senso nulla. In questo modo ci sentiamo esautorati non solo da Draghi, ma anche dai nostri ministri e dal vertice del Movimento”.
Una sensazione di “inutilità” talmente diffusa che non solo molti parlamentari l’hanno espressa pubblicamente sui social, ma che si è tradotta inevitabilmente in critiche a una riforma non condivisa da gran parte dei Cinque stelle.
A metterci la faccia, come spesso accade, è l’eurodeputato Dino Giarrusso: “È totalmente inaccettabile quello che è successo – dice a La Notizia – La riforma licenziata dal Consiglio dei ministri è un insuccesso per noi, non capisco come abbiano fatto i ministri M5S. Le legge Bonafede a me sembrava ottima sulla prescrizione. Ma c’è di più: noi abbiamo promesso l’abolizione di questa norma iniqua agli elettori, essendo un tema del nostro programma elettorale. E oggi che facciamo? Torniamo indietro. Se non recuperiamo, è un tradimento”.
LA DECISIONE
Una posizione tranchant, condivisa da molti, come detto. E tutto ciò spiega come mai nelle ultime ore stia montando l’insoddisfazione dei parlamentari nella gestione non solo delle beghe interne al Movimento ma anche delle questioni più prettamente politiche. La sintesi del quadro: “Manca un leader da troppo tempo. Ora basta!”, esclama un senatore.
Il rischio, dunque, è che i gruppi di Camera e Senato, sentendosi esautorati, comincino ad andare a briglie sciolte e a non rispondere più a nessuno, con lo spauracchio fuoriusciti dietro l’angolo. Ed è anche per questo motivo, per evitare il pericolo (concreto) di un’implosione, che il tavolo della trattativa Conte-Grillo ha imposto una deadline ben precisa: bisogna sanare i contrasti e giungere a uno statuto condiviso da presentare entro la prossima settimana. Ne va della salute (e del futuro) del Movimento.
(da La Notizia)
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Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile
FAVOREVOLE IL 39,5%, CONTRARIO IL 29,7%, IL 17,7% ACCOGLIEREBBE QUALCHE MODIFICA
La maggioranza degli italiani promuove il Ddl Zan contro l’omotransfobia.
È quanto emerge dall’ultimo sondaggio settimanale realizzato da Termometro Politico, secondo cui per il 39,5 per cento degli intervistati il testo promosso dal deputato Alessandro Zan del Partito Democratico va “approvato così com’è”.
Il 17,7 per cento degli intervenuti “accoglierebbe” invece le proposte di modifica presentate dal Centrodestra, mentre solo l’8,9 per cento degli interpellati promuove la proposta di mediazione avanzata da Matteo Renzi e Italia Viva.
Quasi un terzo degli intervistati però si dice totalmente contrario al Ddl Zan: secondo il 29,7 per cento degli intervenuti il testo della proposta “andrebbe respinto in toto”.
(da TPI)
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Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile
IL GIORNALE THE NATIONAL NEWPAPER IN PRIMA PAGINA: “SALVACI, SEI LA NOSTRA UNICA SPERANZA”
Per la finale degli Europei di domani sera a Wembley l’Italia può contare sul
sostegno della Scozia, o almeno di quello del giornale indipendentista The National Newspaper che oggi pubblica una prima pagina con Roberto Mancini nelle vesti di Braveheart e la frase: “Salvaci Roberto, sei la nostra ultima speranza!”
“Prima pagina di domani: Salvaci Roberto, sei la nostra ultima speranza!”, scrive la pagina Facebook di The National Newspaper annunciando la foto che vede il nostro CT con il viso dipinto di azzurro come quello di Mel Gibson nei panni dell’eroe nazionale scozzese William Wallace.
Il sottotitolo all’immagine è ancora più esilarante e spiega, semmai qualcuno non lo avesse compreso, quale sia il vero motivo dell’improvvisa passione degli scozzesi indipendentisti per la nostra Nazionale di calcio: “Non potremmo sopportare altri 55 anni di “loro” che si vantano”.
Il riferimento è ovviamente alla vittoria dell’Inghilterra ai Mondiali di calcio del 1966, e alla sofferenza degli scozzesi nel doversi sorbire impotenti la boria inglese per la coppa conquistata.
I commenti al post di The National Newspaper non sono però molto positivi: molte le critiche per una sparata ritenuta eccessiva e indice di basso giornalismo. Chissà se chi non ha apprezzato la prima pagina avrà più soddisfazione da un altro articolo, il classico “spiegone”, del giornale indipendentista che spiega “Is football ‘coming home’? No – because Scotland invented the modern game”.
Insomma il calcio l’ha inventato la Scozia, è inutile che gli inglesi provino a far credere il contrario. A controbilanciare un po’ i commenti negativi comunque ci hanno pensato gli italiani che si sono accorti dell’omaggio della prima pagina con Mancini Braveheart: “mi sa che come al solito ad Edimburgo e a Glasgow stanno prendendo la cosa di domenica sempre sul personale”, scrive qualcuno.
(da NextQuotidiano)
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