Destra di Popolo.net

COVID GRAN BRETAGNA, IL 60% DEI RICOVERATI E’ STATO VACCINATO CON DUE DOSI

Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile

L’ALLARME DEL CONSIGLIERE SCIENTIFICO DEL GOVERNO… E’ EVIDENTE CHE LA PROTEZIONE VACCINALE NON E’ QUELLA CHE VIENE INDICATA SUI MEDIA

E’ il freedom day dal Covid in Gran Bretagna, ovvero la giornata in cui tutte le restrizioni dei mesi scorsi cadono ufficilamente: ma a Londra e dintorni è troppo presto per cantare vittoria.
Il 60% delle persone attualmente ricoverate nel Regno Unito per Covid è “completamente vaccinato”, ha affermato Sir Patrick Vallance, consigliere scientifico del governo britannico in una conferenza stampa alla quale partecipa da remoto il premier Boris Johnson, costretto all’isolamento per essere entrato in contatto con il ministro della Salute Sajid Javid, risultato positivo.
Questo dato, ha aggiunto l’esperto, “non è sorprendente” in quanto ormai la maggior parte delle persone nel Paese è stata vaccinata
La situazione nel Paese è in rapido deterioramento: tanto che oggi gli Stati Uniti hanno messo in guardia i proprio cittadini dal viaggiare nel Regno Unito. Il Cdc, la massima autorità sanitaria federale statunitense, ha alzato al massimo livello di rischio la Gran Bretagna, proprio nel momento in cui il governo è impegnato a revocare le ultime restrizioni.
(da agenzie)

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IL SENSO DELLO STATO IN GERMANIA: NEMMENO I VERDI, DAVANTI AL DISASTRO AMBIENTALE, DICONO “VE L’AVEVAMO DETTO”

Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile

LA LEADER DEI VERDI VISITA I LUOGHI DELLA TRAGEDIA ESCLUDENDO FOTOGRAFI E TELECAMERE… IN ITALIA CI SAREBBE LA RESSA DI POLITICI SCIACALLI: OGNUNO HA QUELLO CHE SI MERITA

Di fronte a quasi duecento vittime, oltre mille dispersi e danni incalcolabili per le inondazioni in Renania-Palatinato e Nordreno-Vestfalia, la Germania si concentra sulla priorità di prestare soccorso alla popolazione colpita da una catastrofe senza precedenti.
Primum vivere, poi ci sarà il tempo per ragionare su cause ed effetti del disastro e sulle misure da adottare per prevenire o contenere nuovi sconvolgimenti della natura.
Non è l’ora di polemiche di parte o rimpalli di responsabilità. Verranno anche quelli, ma al momento opportuno. Tuttavia, tra incredulità e angoscia, molti pensieri corrono ai mutamenti climatici, all’azione dell’uomo sull’ambiente, a correttivi e proposte.
A due mesi dalle elezioni federali sarebbe naturale la tentazione di speculazioni politiche, da un lato o dall’altro, ma oggi prevale un altro copione.
Armin Laschet candidato della Cdu alla Cancelleria, al netto dell’infelice immagine di ilarità (i social non perdonano), chiude la partita in difesa, la politica non si cambia in un giorno.
La leader dei Verdi Annalena Baerbock, bersagliata da settimane per errori e leggerezze nella campagna elettorale, interrompe le vacanze, visita i comuni più colpiti ed esclude fotografi e telecamere.
Potrebbe rivendicare anni di impegno e programmi di tutela dell’ambiente, invece valuta in silenzio la portata dell’enorme valanga di acqua e fango, senza scivolare nel “ve l’avevo detto”. Nessuna reazione a caldo, è l’ora delle analisi e della misura, non della propaganda, in Germania la politica sa di dover fare i conti con un’opinione pubblica esigente.
In ogni caso anche l’inondazione, “la distruzione surreale” dice Angela Merkel, impatterà sulla politica, l’agenda ecologica sarà studiata con più attenzione. Chi se ne avvantaggerà? Si promettono aiuti e interventi di emergenza per miliardi di Euro a livello federale insieme a piani di lungo periodo per tenere in maggiore considerazione la natura e le sue leggi inviolabili.
E’ possibile, non scontato, che siano i Verdi a suscitare più attenzione presso gli elettori che il 26 settembre rinnoveranno il Bundestag, chiamato a esprimere poi il prossimo governo federale, mentre a giudicare dalle intenzioni di voto è più che probabile che gli stessi Verdi, dopo sedici anni di opposizione, entrino comunque al governo, più verosimilmente con la Cdu che con la Spd.
Intanto il partito è alle prese con un dilemma. L’investitura di Baerbock, giovane e determinata, ha inizialmente spinto i Grüne avanti alla Cdu per poi però arretrare sensibilmente, a causa di una certa inesperienza e di qualche errore della candidata. Non è solo l’accusa di plagio per la tesi di laurea ad aver complicato la vita di Annalena Baerbock, bensì un temuto deficit di leadership.
Si è giunti a ipotizzare un cambio per la corsa alla Cancelleria, sostituendola con Robert Habeck, carismatico e strutturato, che ha già co-presieduto il partito con Baerbock.
L’ipotesi, smentita dall’interessato, continua a circolare e ove si avverasse scuoterebbe una campagna elettorale che sinora non promette troppe sorprese.
Habeck, che a differenza della collega ha al suo attivo un incarico di governo nel Land Schleswig-Holstein, cammina su un sentiero molto stretto, attento a non sopravvalutare le mancanze di Baerbock per non danneggiarla sul piano personale, ma anche a non sottovalutarle per non pregiudicare il partito.
Lei ha un forte seguito nel gruppo parlamentare, lui nei Länder.
Ora, più che le vicende personali dei due leader amici e forse avversaria, resta comunque in primo piano il posizionamento dei Verdi, soprattutto sulle mete ambiziose della prossima transizione ecologica tedesca (tempi per l’abbandono totale dei combustibili, fiscalità, nuova mobilità etc.).
Sul versante internazionale è qualificante la difesa dei diritti umani, un atteggiamento critico nei confronti della autocrazie e in particolare della Russia e di progetti, come il Nord Stream 2, che potrebbero indebitamente favorirla.
Tanto che qualcuno è arrivato a sospettare la manina di Mosca dietro la notevole proliferazione di insulti e minacce che la rete ha rovesciato contro Baerbock nelle ultime settimane. Vera o falsa che sia l’intrusione di hacker russi, certo è che più sarà verde il nuovo governo più cauta e circospetta sarà la sua politica verso la Russia, a Berlino e in Europa.
(da Huffingtonpost)

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PAOLO BORSELLINO, ESEMPIO DI SACRIFICIO E CORAGGIO

Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile

MATTARELLA: “PAGO’ CON LA VITA LA PROPRIA RETTITUDINE E LA COERENZA DI UOMO DELLE ISTITUZIONI”

“L’attentato di via D’Amelio, ventinove anni or sono, venne concepito e messo in atto con brutale disumanità. Paolo Borsellino pagò con la vita la propria rettitudine e la coerenza di uomo delle Istituzioni. Con lui morirono gli agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina“. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in un messaggio per la ricorrenza della strage di via D’Amelio.
“La memoria di quella strage – prosegue il presidente Mattarella ricordando Borsellino -, che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tuttora una immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell’impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l’illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale”
“Paolo Borsellino, e come lui Giovanni Falcone, sapevano bene che la lotta alla mafia richiede una forte collaborazione tra Istituzioni e società. Per questo si sono spesi con ogni energia”, aggiunge il capo dello Stato.
“Da magistrati – scrive ancora Mattarella – hanno espresso altissime qualità professionali. Hanno intrapreso strade nuove, più efficaci, nelle indagini e nei processi. Hanno testimoniato, da uomini dello Stato, come le mafie possono essere sconfitte, hanno dimostrato che la loro organizzazione, i loro piani possono essere svelati e che i loro capi e i loro sicari possono essere assicurati alla giustizia”.
“Per questo sono stati uccisi. Non si sono mai rassegnati e si sono battuti per la dignità della nostra vita civile. Sono stati e saranno sempre – sottolinea il presidente della Repubblica – un esempio per i cittadini e per i giovani. Tanti importanti risultati nella lotta alle mafie si sono ottenuti negli anni grazie al lavoro di Borsellino e Falcone. La Repubblica è vicina ai familiari di Borsellino e ai familiari dei servitori dello Stato, la cui vita è stata crudelmente spezzata per colpire le libertà di tutti. Onorare quei sacrifici, promuovendo la legalità e la civiltà, è un dovere morale che avvertiamo nelle nostre coscienze”.
(da agenzie)

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FEDRIGA CONTRO SALVINI DICE SI’ AL GREEN PASS: “BEN VENGA PER FAR RIPARTIRE I GRANDI EVENTI”

Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile

IL GOVERNATORE DEL FRIULI SI SMARCA DAL DELIRIO

Fortunatamente nel partito del Bolsonaro italiano c’è qualcuno che riesce a pensare con la propria testa e non ascoltare i deliri del capo leghista su riaperture e Green Pass.
Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni si dice favorevole all’istituzione del Green pss, a differenza di Salvini che lo ha definito “un casino totale”.
“Se torniamo a chiudere come se il vaccino non esistesse, in tanti si convinceranno che il vaccino è inutile. Ben venga, se permetterà di riaprire gli stadi, le discoteche e i grandi eventi”.
E alla domanda se ci siano novità dalla Commissione Salute delle Regioni, Fedriga fa sapere che “sono in arrivo i parametri definitivi per l’assegnazione dei colori alle Regioni. Il nostro documento è quasi pronto. I vaccini stanno funzionando molto bene contro la malattia grave e la media nazionale dei ricoveri è al 2%. In Friuli-Venezia Giulia abbiamo il dato più basso: nove pazienti nei reparti Covid e zero in terapia intensiva”.
Quanto a un’eventuale strategia per convincere i no vax dice: “Non esiste una formula magica, c’è una campagna del governo e ci sono campagne mirate delle Regioni per raggiungere i soggetti a rischio. Noi stiamo inviando lettere agli over 60 che ancora non hanno aderito alla campagna vaccinale, spiegando perché è necessaria – sottolinea -. Chi è contrario in assoluto difficilmente si lascerà convincere, ma c’è una fascia di indecisi ancora troppo condizionata dalle fake news”.
(da agenzie)

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LA RISPOSTA A SALVINI DELL’EX CAPO EMA: “VACCINI SCONSIGLIATI PER I GIOVANI? MAI STATI COSI SICURI, VANNO FATTI ANCHE A GIOVANI E BAMBINI”

Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile

RASI: “ESTENDERE IL PIU’ POSSIBILE IL GREEN PASS”

Anticipare il virus, estendere il più possibile il Green Pass e vaccinare anche i giovani fino ai 12 anni. Per Guido Rasi, ex direttore dell’Ema, sono questi i passi fondamentali che il governo dovrà mettere in campo nei prossimi mesi per evitare di ritrovarsi ancora una volta a rincorrere la pandemia da Coronavirus e la crescita delle curve. In particolare «serve un piano nazionale per monitorare l’andamento della vaccinazione in previsione del calo dell’immunità e di nuove varianti: chi è coperto, con quante dosi, da quanto tempo e con quali risultati», dichiara Rasi in un’intervista a La Stampa. Mentre la campagna vaccinale prosegue, con quasi metà della popolazione immunizzata, per Rasi è importante cercare quel 6% di persone che non rispondono alla copertura: «Dobbiamo combattere ogni possibile serbatoio di virus».
Per farlo, dice il professore di Microbiologia dell’università Tor Vergata di Roma, vale la pena vaccinare i bambini fino ai 12 anni, «e poi probabilmente si scenderà a sei».
È proprio tra le fasce più giovani – chiarisce Rasi – che la variante Delta sta creando qualche problema: «Non possiamo permetterci che il virus continui a circolare tra i ragazzi».
Una risposta neanche tanto implicita a chi come Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia e il leader della Lega Matteo Salvini insistono sull’inutilità di immunizzare i più giovani: «Qualche leader esita pure a vaccinarsi – dice Rasi – mentre aiuterebbero i buoni esempi. In ogni caso, per la scienza fino a 12 anni i bambini vanno vaccinati». Non reggono neanche le perplessità sulla sostanziale sicurezza dei vaccini, spiega Rasi, che ribadisce quanto sia importante ribadire a genitori e ragazzi: «che i vaccini sono sicuri e frutto di esperimenti approfonditi come mai nella storia». Sul fronte dell’obbligo vaccinale, per Rasi va esteso solo ad alcune categorie a contatto con il pubblico.
L’ex direttore dell’Ema appoggia anche il Green pass, ma ricorda come «ci sono 4 milioni di guariti che fanno fatica a ottenerlo mentre lo meriterebbero anche senza vaccinazione»
(da agenzie)

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IL “VIROLOGO” SALVINI DICE CHE IL GREEN PASS E’ “UNA CAZZATA” E CHE IL FIGLIO NON DEVE ESSERE INSEGUITO CON UNA SIRINGA

Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile

IN EFFETTI IL FIGLIO LO VEDIAMO MEGLIO SU UNA MOTO D’ACQUA DELLA POLIZIA DI STATO

Matteo Salvini, mentre ogni giorno i contagi risalgono, ha di nuovo tolto dall’armadio la divisa da virologo per pontificare su green pass e vaccini: secondo il leader della Lega gli under 40 non devono essere obbligati a vaccinarsi, spiega facendo il solito esempio pittoresco con il figlio. Chissà perché però i contagiati del focolaio di Monteverde a Roma, ma non solo, sono quasi tutti giovani.
Il Green pass è “una cazzata pazzesca” che porta solo un “casino totale”, ha spiegato Salvini parlando in piazza a Rosolina Mare, a Rovigo, sul tema del vaccino, sottolineando che “non si tratta di essere no-vax, il vaccino serve, salva le vite, ma da qui a parlare di vaccino obbligatorio per gli studenti ce ne passa”.
“Non bisogna multare i ragazzi, di 15-20 anni che hanno sofferto per un anno e mezzo, 400 euro per chi va a mangiare la pizza…”, dice ancora. “Il green pass? Sarebbe il casino totale, per avere la seconda dose di vaccino, che serve per avere il via libera, tutti quelli che sono sotto i i 40 anni dovrebbero aspettare ottobre, è una cazzata pazzesca. Si rovina l’estate a chi gestisce spiagge e discoteche”, aggiunge Salvini. “Ieri in Gb 54mila nuovi positivi, ma numero dei morti e ricoverati non aumenta, e Londra da domani riapre tutto”.
Per Salvini i ragazzi non solo non dovrebbero essere costretti a vaccinarsi, ma addirittura discute l’utilizzo del test del tampone come ha detto a Jesolo: “Io non sono no vax, non voglio vedere qualcuno che insegue mio figlio che ha 18 anni con un tampone o con una siringa. Prudenti sì, terrorizzati no”.
Forse vale la pena ricordargli, mentre tutti aspettiamo che si vaccini anche lui, che gli ultimi focolai in Italia non sono derivati da nessuno sbarco ma più semplicemente dall’euforia per gli Europei: nel Lazio ben due cluster sono partiti in locali che trasmettevano le partite degli Azzurri.
(da agenzie)

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MALAN LASCIA FORZA ITALIA E PASSA CON LA MELONI

Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile

UFFICIAMENTE PERCHE’ NON VUOLE APPOGGIARE IL GOVERNO DRAGHI… RIELEZIONE DIFFICILE IN FORZA ITALIA, MEGLIO POSIZIONARSI ALTROVE

Dopo l’infelice intervento in Senato degli scorsi giorni, Lucio Malan lascia gli scranni di Forza Italia.
E’ probabile che l’intervento non c’entri nulla, ma che sia stato solo la punta di un iceberg che si era consolidato negli scorsi mesi. Il partito di Silvio Berlusconi a cui si possono attribuire tante responsabilità non è mai stato sordo in materia di diritti civili, sebbene appartenga all’ala conservatrice della politica italiana già dalla discussione sulle unioni civili non aveva negato il suo sostegno a chi ne richiedeva l’approvazione.
Malan è voluto uscire da un governo in cui non si sentiva a casa. E ha lasciato Forza Italia dopo sei legislature in cui è stato eletto come deputato prima e senatore poi. Una storia che si chiude e una che si apre.
A festeggiare è il gruppo di Giorgia Meloni, sempre più capofila di una opposizione che si rimpolpa di giorno in giorno.
Oggi Malan ha organizzato una conferenza stampa in cui ha spiegato i motivi che lo hanno portato via da quello che è stato il suo simbolo. “Non mi sento più di continuare a sostenere questo governo. Finora ho votato diverse volte contro o non ho votato. Vedo troppo poco cambiamento rispetto al governo precedente – ha detto Malan -. Per me l’adesione a Fdi è un passaggio naturale. Mi sento pienamente rappresentato dalle posizioni di Fdi anche sul piano internazionale, anche perché il Ppe è sempre più difficile da distinguere rispetto alla sinistra europea”.
(da agenzie)

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DUE RAGAZZE AGGREDITE E MINACCIATE IN SPIAGGIA PERCHE’ LESBICHE

Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile

UN UOMO INTIMA A FRANCESCA E MARTINA DI LASCIARE LA SPIAGGIA PERCHE’ SI SONO SCAMBIATE UN SEMPLICE BACIO… COLPITO CON UN OMBRELLONE UN GIOVANE INTERVENUTO A DIFENDERLE

Francesca e Martinna sono una coppia. E come tantissime coppie sono andate al mare per passare la giornata in spiaggia.
Ma le due ragazze sono state aggredite da un uomo perché si sono scambiate un bacio. E’ successo a Capo Miseno, nell’area di Posillipo, in Campania. Nonostante l’opinione pubblica sia in questi giorni impegnata a dibattere sul Ddl Zan, e su tutte le varie osservazioni che a tanti non sono chiare, in giro per l’Italia gli episodi di omofobia continuano a ripetersi.
Sono state proprio le due ragazze a diffondere il video di un signore avanti con l’età che mentre era al mare ha pensato che non ci fosse modo migliore per rilassarsi se non quello di aggredirle. Le immagini ci restituiscono una realtà dei fatti inquietante per cui ancora una legge sembra più necessaria.
Nel video si riconoscono nitidamente le parole dell’uomo che offende le ragazze, assistito come se non bastasse dalla figlia molto più giovane. La cosa che stupisce, e neanche così tanto, è l’intervento della donna. Infatti non soddisfatta della magrissima figura fatta dal padre, la mamma della bambina aggredisce le ragazze chiedendo loro perchè avessero deciso di baciarsi davanti a tutti e proprio nei pressi del loro ombrellone.
Dal canto loro le ragazze, si legge alla conclusione del video, non avevano fatto nulla di diverso da quello che fa chiunque va al mare: si erano fatte il bagno, e mentre si asciugavano hanno commesso il reato di baciarsi. “Non avevamo dato vita certo ad alcun comportamento osceno, al massimo ci siamo date un bacio”, spiegano Francesca e Martina.
“La bambina, per quanto abbiamo notato noi, neanche ci stava guardando, stava giocando per i fatti suoi”. Alcuni ragazzi presenti hanno preso le difese delle due ragazze, ma l’uomo non si è dato per vinto ed ha minacciato anche loro.
“Ha colpito un ragazzo con l’asta di un ombrellone, mentre la donna mi ha preso a schiaffi sul braccio”, ha raccontato una delle due. “Ci siamo sentite umiliate, non avevamo fatto nulla di male: stavamo trascorrendo una giornata al mare come qualunque altra persona”.
Solo l’ultimo evento che fa parte dell’escalation di atti intimidatori nei confronti delle persone omosessuali. Del Ddl Zan c’è una certa urgenza.
(da agenzie)

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DAVANTI A DRAGHI RITORNA IL CONTE SOFT

Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile

IL PREMIER CONCEDE SOLO PICCOLE MODIFICHE, MA LA RIFORMA RESTA INDIGERIBILE PER BUONA PARTE DEL GRUPPO M5S

Quaranta minuti di incontro, convenevoli compresi, non proprio i tempi di una trattativa tanto serrata quanto complicata.
Le intenzioni bellicose di Giuseppe Conte, il cui entourage nei giorni scorsi ha alzato la tensione soprattutto sul fronte giustizia, si sono ammorbidite davanti a Mario Draghi. Il primo incontro tra i due dalla cerimonia della campanella, l’uscita del capo politico M5s da Palazzo Chigi per dichiarare davanti ai giornalisti, come ai bei vecchi tempi, quando dal suo ufficio si segnalava che il presidente sarebbe andato “a prendere un caffè”, segnale che aveva qualcosa da dire. Quello che esce a dichiarare è un leader senza più il volante della macchina in mano, che cerca un posto a bordo rivendicando al massimo che non sia scomodo.
Dice l’avvocato del popolo pentastellato che “sicuramente al Governo stanno a cuore tempi rapidi, ma è giusto che ci sia dibattito in Parlamento, mi rimetto al dibattito parlamentare e a soluzioni che non siano ideologicamente convincenti ma tecnicamente sostenibili”.
Non una dichiarazione di guerra, insomma. E infatti, nello studio del premier, Conte avrebbe spiegato a Draghi che, così com’è, la riforma Cartabia sarebbe indigeribile per buona parte del gruppo, ricevendo una risposta garbata ma secca dal premier: “Qualche modifica si può studiare, ma senza stravolgere l’impianto”.
L’intenzione del governo è chiara: presentare un maxi emendamento tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima per recepire qualche aggiustamento richiesto dai partiti sul quale poi imporre la questione di fiducia.
Piccole modifiche che non pregiudichino da un lato l’efficacia della riforma, dall’altro la stabilità del governo, con Matteo Salvini che ha “accolto” Conte a Chigi con uno stentoreo “sulla giustizia non si cambia”, stessa posizione espressa da Forza Italia e da Italia viva.
È questo il perimetro assai stretto in cui Conte potrà muoversi, dopo aver assicurato a Draghi “un contributo attento e costruttivo del M5s” e dopo aver spiegato che “si continuerà a lavorare e il Movimento sarà molto attento per miglioramenti e interventi che possano scongiurare soglie di impunità”.
Non si è parlato di fiducia, l’ex premier non ha ventilato la possibilità di astensione o addirittura di voto contrario del suo gruppo, l’attenzione si sposta sulla corrida che si aprirà in Parlamento a partire da venerdì prossimo. Perché l’altro punto sul quale il capo del Governo non transige sono i tempi: “Non possiamo procrastinare, dobbiamo approvarla almeno in uno dei due rami Parlamento prima dell’estate, serve dare un segnale a Bruxelles sul rispetto dei tempi del Recovery plan”.
Frustrate le speranze del neo presidente M5s di avere qualche giorno in più per trovare un punto di caduta, forte anche del sostegno di Enrico Letta. Ieri il segretario del Pd ha aperto a modifiche, impattando sull’ira del premier, secondo il quale la linea discussa dai due nell’incontro della settimana scorsa era profondamente diversa.
Che l’intenzione di Conte sia quella di creare le condizioni per uno smarcamento dal governo è opinione diffusa all’interno del Movimento, che strappi a freddo a un passo dall’inizio del semestre bianco è un’opzione che nessuno considera.
È per questo che, come anche durante il weekend, Conte si rimetterà al lavoro con i deputati della commissione Giustizia per mettere a punto modifiche al testo che possano piantare una bandierina per rivendicare un successo ma che non vengano stroncati da Palazzo Chigi. La tensione rimane alta, ma scende sotto il livello di guardia, i prossimi giorni saranno decisivi.
(da agenzie)

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