IL SENSO DELLO STATO IN GERMANIA: NEMMENO I VERDI, DAVANTI AL DISASTRO AMBIENTALE, DICONO “VE L’AVEVAMO DETTO”
LA LEADER DEI VERDI VISITA I LUOGHI DELLA TRAGEDIA ESCLUDENDO FOTOGRAFI E TELECAMERE… IN ITALIA CI SAREBBE LA RESSA DI POLITICI SCIACALLI: OGNUNO HA QUELLO CHE SI MERITA
Di fronte a quasi duecento vittime, oltre mille dispersi e danni incalcolabili per le inondazioni in Renania-Palatinato e Nordreno-Vestfalia, la Germania si concentra sulla priorità di prestare soccorso alla popolazione colpita da una catastrofe senza precedenti.
Primum vivere, poi ci sarà il tempo per ragionare su cause ed effetti del disastro e sulle misure da adottare per prevenire o contenere nuovi sconvolgimenti della natura.
Non è l’ora di polemiche di parte o rimpalli di responsabilità. Verranno anche quelli, ma al momento opportuno. Tuttavia, tra incredulità e angoscia, molti pensieri corrono ai mutamenti climatici, all’azione dell’uomo sull’ambiente, a correttivi e proposte.
A due mesi dalle elezioni federali sarebbe naturale la tentazione di speculazioni politiche, da un lato o dall’altro, ma oggi prevale un altro copione.
Armin Laschet candidato della Cdu alla Cancelleria, al netto dell’infelice immagine di ilarità (i social non perdonano), chiude la partita in difesa, la politica non si cambia in un giorno.
La leader dei Verdi Annalena Baerbock, bersagliata da settimane per errori e leggerezze nella campagna elettorale, interrompe le vacanze, visita i comuni più colpiti ed esclude fotografi e telecamere.
Potrebbe rivendicare anni di impegno e programmi di tutela dell’ambiente, invece valuta in silenzio la portata dell’enorme valanga di acqua e fango, senza scivolare nel “ve l’avevo detto”. Nessuna reazione a caldo, è l’ora delle analisi e della misura, non della propaganda, in Germania la politica sa di dover fare i conti con un’opinione pubblica esigente.
In ogni caso anche l’inondazione, “la distruzione surreale” dice Angela Merkel, impatterà sulla politica, l’agenda ecologica sarà studiata con più attenzione. Chi se ne avvantaggerà? Si promettono aiuti e interventi di emergenza per miliardi di Euro a livello federale insieme a piani di lungo periodo per tenere in maggiore considerazione la natura e le sue leggi inviolabili.
E’ possibile, non scontato, che siano i Verdi a suscitare più attenzione presso gli elettori che il 26 settembre rinnoveranno il Bundestag, chiamato a esprimere poi il prossimo governo federale, mentre a giudicare dalle intenzioni di voto è più che probabile che gli stessi Verdi, dopo sedici anni di opposizione, entrino comunque al governo, più verosimilmente con la Cdu che con la Spd.
Intanto il partito è alle prese con un dilemma. L’investitura di Baerbock, giovane e determinata, ha inizialmente spinto i Grüne avanti alla Cdu per poi però arretrare sensibilmente, a causa di una certa inesperienza e di qualche errore della candidata. Non è solo l’accusa di plagio per la tesi di laurea ad aver complicato la vita di Annalena Baerbock, bensì un temuto deficit di leadership.
Si è giunti a ipotizzare un cambio per la corsa alla Cancelleria, sostituendola con Robert Habeck, carismatico e strutturato, che ha già co-presieduto il partito con Baerbock.
L’ipotesi, smentita dall’interessato, continua a circolare e ove si avverasse scuoterebbe una campagna elettorale che sinora non promette troppe sorprese.
Habeck, che a differenza della collega ha al suo attivo un incarico di governo nel Land Schleswig-Holstein, cammina su un sentiero molto stretto, attento a non sopravvalutare le mancanze di Baerbock per non danneggiarla sul piano personale, ma anche a non sottovalutarle per non pregiudicare il partito.
Lei ha un forte seguito nel gruppo parlamentare, lui nei Länder.
Ora, più che le vicende personali dei due leader amici e forse avversaria, resta comunque in primo piano il posizionamento dei Verdi, soprattutto sulle mete ambiziose della prossima transizione ecologica tedesca (tempi per l’abbandono totale dei combustibili, fiscalità, nuova mobilità etc.).
Sul versante internazionale è qualificante la difesa dei diritti umani, un atteggiamento critico nei confronti della autocrazie e in particolare della Russia e di progetti, come il Nord Stream 2, che potrebbero indebitamente favorirla.
Tanto che qualcuno è arrivato a sospettare la manina di Mosca dietro la notevole proliferazione di insulti e minacce che la rete ha rovesciato contro Baerbock nelle ultime settimane. Vera o falsa che sia l’intrusione di hacker russi, certo è che più sarà verde il nuovo governo più cauta e circospetta sarà la sua politica verso la Russia, a Berlino e in Europa.
(da Huffingtonpost)
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