Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
“TI SEI FATTO DI TUTTO E ADESSO ROMPI LE BALLE”
“Facevi le orge con la cocaina e adesso dici che il vaccino ti fa male“. Durante l’Aria che tira, il programma di La7 diretto da Myrta Merlino, David Parenzo va all’attacco di Paolo Brosio che sollevava dubbi sul vaccino anti-Covid.
“Uso spesso cortisone e antibiotici, so che non fanno male. Ma gli effetti collaterali del vaccino…” aveva detto Brosio, quando il co-conduttore de La Zanzara è scattato: “Stai cercando incongruenze sul vaccino che può far male ma leggo da una tua intervista al Mattino (di cinque anni fa, ndr) in cui dici ‘Tra alcol e cocaina: in un’orgia una voce mi ha salvato’. Ti sei fatto di tutto nella vita e ora rompi le balle sul vaccino”
Parenzo fa riferimento a quello che Brosio ha definito “un momento circoscritto di debolezza”. “Tu sei una persona disdicevole – attacca – e un ignorante, tiri fuori l’unico momento di debolezza che ho avuto nella mia vita”.
A nulla vale la precisazione di Parenzo: “Io ho rispetto per le storie personali, te lo dico con affetto”, perché Brosio chiosa: “Mi fai vomitare”.
Myrta Merlino prova a pacificare gli animi: “Non discutiamo della tua vita privata, ma rischi di mandare messaggi pericolosi sul vaccino”.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
IL BRANO E’ STATO SCRITTO PER LEI DA LIGABUE
Si chiama “Ho smesso di tacere” ed è uno dei brani inseriti nell’ultimo album di
Loredana Bertè.
A comporre il testo è stato Luciano Ligabue che ha deciso di omaggiare la cantante – ricordando un tragico evento di cui è stata vittima quando era molto giovane – e consegnare alla sua voce quelle parole.
§Un omaggio che è stato accolto a braccia aperte e con un velo di commozione, come spiegato da lei stessa in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
“L’ha composta dopo aver sentito una mia intervista. Credo sia la perla del disco: Ligabue ha scritto con una sensibilità particolare pur essendo un uomo. Mentre cantavo piangevo”, ha spiegato Loredana Bertè che poi è tornata a raccontare quello stupro vissuto in tenera età da parte di uno sconosciuto.
“Essendo stata violentata a 15 anni, io stessa ne ho parlato solo tre anni fa. Certe cose ti restano dentro: non ho visto più un uomo per dieci anni, non ne volevo sapere, sono ridiventata vergine a causa di un figlio di puttana che mi ha massacrata di botte e violentata senza nessun riguardo né scrupolo. C’è anche la paura di denunciare perché la violenza si chiude sempre con la vergogna”.
Il tema delle violenze sessuali e delle denunce è raccontato nel brano scritto da Luciano Ligabue, inserito all’interno dell’album della cantante che ha un titolo iconico: “Manifesto”. Perché la cantante si racconta in tutte le sue sfaccettature, anche quelle più tragiche. Perché in quel testo scritto per lei c’è la sintesi di quella violenza subìta e raccontata di recente a Verissimo:
“C’era questo ragazzo che mi portava le rose ogni giorno. E io, come una cretina, ci sono cascata. Una volta mi ha invitato a cena e io ho accettato. Non avrei dovuto farlo. Poi si è fermato in un posto isolato, vicino uno scannatoio e lì mi ha preso a botte. Sono volati calci e pugni e mi ha violentata. Sono riuscita a sopravvivere. Sono corsa via e mi sono trovata davanti un taxi che, per fortuna, mi ha portata in ospedale”.
Nel corso della sua intervista a La Repubblica, la cantante di Bagnara Calabra ha parlato anche di un tema di stretta attualità che si ritrova anche all’interno del testo di “Bolliwood”, uno dei brani presenti nel suo nuovo album. E proprio lì c’è una frase simbolica: “Si scambia il caos per la libertà”.
Ed è la stessa Bertè a connotare il senso di quel verso nella stretta attualità: “Vedi ciò che è successo in Senato sul Ddl Zan: nel 2021 una scena del genere non è accettabile, sembrava la Corrida. Non si può subire una classe politica così, il popolo è molto più avanti. Ragazzi votate!”.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
SENZA VACCINAZIONE NON DEVI ENTRARE PIU’ NEANCHE AL PANIFICIO, A SCUOLA E AL LAVORO… IN CASO DI VIOLAZIONE 10.000 EURO DI MULTA LA PRIMA VOLTA, ARRESTO LA SECONDA: COSI’ SI RADDRIZZANO I CERVELLI DEI MALPENSANTI
Non c’è niente da fare: con lo zoccolo duro di No vax è tempo perso ricordare i quasi 140mila morti in Italia, è inutile avvisare che pure in Germania si va verso forme di obbligo vaccinale o far notare che in terapia intensiva ci finisce molto di più chi non è vaccinato, visto che non credono ad alcun dato ufficiale e se si insiste si viene accusati di complicità con la dittatura sanitaria.
Purtroppo nessuno mai al mondo sarà più sordo di chi non vuol sentire, e dunque bisogna cominciare a domandarsi cosa si può fare oltre ad attendere che i contagi risalgano in modo critico anche da noi, visto che il generale Figliuolo è bloccato con tutta la sua campagna vaccinale in un pantano di nove milioni di irriducibili negazionisti del virus e di quella che al momento è la migliore cura di cui disponiamo.
Con oltre l’85% di vaccinati, nel Paese si sta facendo largo l’idea del vaccino obbligatorio, tesi che sosteniamo da tempo e che è prevista dall’art 32 della Costituzione a tutela della salute dell’intera comunita.
L’obbligo vaccinale applicato seriamente, però.
Ovvero se vuoi entrare in un negozio, in un supermercato, a scuola, al lavoro, devi esibire il certificato di vaccinazione, basta la cazzata dei tamponi.
Non vuoi vaccinarti? Resti chiuso in casa così rompi i coglioni solo a chi ti sopporta e ordini pranzo e cena on line.
Esci senza esserti vaccinato? 10.000 euro di multa e alla seconda volta arresto immediato per attentato alla salute pubblica.
Misure draconiane per coglioni cronici o non se ne esce.
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
INTENZIONI DI VOTO: PD 19,4%, FDI 18,8%, LEGA 18%, M5S 16%, FORZA ITALIA 8%
La diffusione della pandemia a causa del Covid-19 ha avuto risvolti a livello
nazionale non solo sotto l’aspetto sanitario, ma anche da un punto di vista economico e finanziario a causa dei diversi lockdown e chiusure che – a sorpresa – si sono alternati negli ultimi due anni.
Ad oggi, prendendo in considerazione il livello economico delle famiglie, il 51,0% della popolazione dichiara di essere allo stesso livello pre-pandemico, mentre il 40,7% si sente più povero rispetto alla fine del 2019.
A parte un 2,3% che si dichiara «fortunatamente» più ricco, cresce nell’arco di quasi un mese del 4,1% il pessimismo dell’indice di fiducia nel futuro economico, finanziario e lavorativo delle famiglie.
I più preoccupati tra coloro che si ritrovano ad avere un saldo negativo tra entrate e uscite (39,9%) sono stati rilevati nelle aree del centro-sud del nostro Paese e nella fascia tra i 25 e i 64 anni.
In tutto questo il 79,3% degli intervistati segnala di aver verificato in prima persona un aumento del costo della vita.
Un cittadino su quattro (25,5%) lo identifica con il normale andamento dell’inflazione degli ultimi due anni, mentre il 53,8% ritrova l’origine proprio nella pandemia che con l’impatto della crisi sanitaria ha investito l’economia e il mercato del lavoro, causando anche un aumento dei prezzi delle quotazioni delle materie prime e dei trasporti.
Questa percezione è dominante soprattutto tra gli over 45 nelle aree del nord del nostro Paese con una differenza di 6,3% rispetto al sud.
Per un cittadino su due (il 62,3% del 79,3% che ha segnalato un aumento dei prezzi) l’aumento dei prezzi riguarda tutti i prodotti in generale, mentre per un cittadino su quattro (il 31,5% del 79,3% di coloro che hanno indicato un aumento dei prezzi) l’incremento riguarda principalmente carburanti ed energia.
A distanza di 20 mesi dallo scaturire dell’emergenza Covid si rilevano i cambiamenti che il contesto ha prodotto nella quotidianità degli italiani.
Lentamente, confidando nei vaccini, la maggior parte della popolazione cerca di avvicinarsi ad una situazione di «quasi normalità» nonostante per molti le difficoltà si siano spesso sovrapposte ponendo le persone a fronteggiare impegni più gravosi non solo economici.
Un aspetto importante di cui tenere conto è che le emozioni e le percezioni indotte da una condizione complicata e difficile in cui si è immersi, sono capaci di protrarre il loro effetto nel giudizio -anche inconsapevole- di altri contesti differenti.
E così, se apparentemente non sembra facile trovare una correlazione diretta tra le intenzioni di voto e il carovita, la verità che ne emerge è che le continue stimolazioni dell’ambiente in cui viviamo influenzano notevolmente le nostre decisioni più di quanto siamo disposti ad ammettere.
Molti politici, ogni giorno attraverso tv e social, inviano la loro visione sui temi di attualità attraverso messaggi personali in maniera più o meno compulsiva generando, a loro volta, consensi momentanei su più temi di attualità che rendono sempre più fluide e mobili le scelte di voto dell’elettore sottoposto ai diversi annunci.
Tuttavia l’aggregato non fa il totale, ossia non emerge un’unica strategia di insieme che possa produrre una adesione fedele ad un progetto politico a più ampio spettro e le variazioni nelle intenzioni di voto di settimana in settimana producono ben pochi cambiamenti lasciando i primi 4 partiti in un unico intervallo (previsto nell’errore statistico) nello spazio di 3,5 punti percentuali: Pd 19,4%, Fratelli d’Italia (FdI) 18,8%, Lega 18,0% e M5S 16,0%, con il 39,5% di indecisi e astenuti (+3,1% in 10 giorni).
Tutte le altre formazioni, al di fuori di Forza Italia che sfiora l’8,0%, sono in lotta per la sopravvivenza per essere sopra la soglia prevista dall’attuale legge elettorale del 3,0%.
(da La Stampa)
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
IN UNO STATO NORMALE LA POLIZIA AVREBBE GIA’ PRELEVATO QUESTI DELINQUENTI A CASA LORO, IN ITALIA SI PERMETTE CHE SABATO FACCIANO UN ALTRO CORTEO PRESSO LA STAZIONE
“Iniziassero ad avere paura, visto che ci fanno provare la paura di non mettere assieme pranzo e cena”. Sono alcune delle minacce segnalate alle forze dell’ordine dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, contenute in una chat pubblica di manifestanti no vax.
Oltre al politico leghista, che ha dichiarato di “non avere assolutamente paura”, i messaggi sono stati rivolti anche al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza.
“Andiamo direttamente sotto casa di Fedriga o Dipiazza”, riporta uno dei messaggi, scritti in una chat pubblica su Telegram che riunisce i no green pass della regione, trovando il sostegno di alcuni dei partecipanti. “Lo si proponga al coordinamento, parta un bel gruppo e la gente ci seguirà”, ribadisce poi l’autore del primo messaggio, salvato insieme agli altri nel pomeriggio di ieri per essere poi inviati alle autorità.
Dallo scorso 15 ottobre, giorno dell’entrata in vigore del green pass obbligatorio per tutti i lavoratori, Trieste è diventata la capitale delle proteste contro la certificazione rilasciata a chi è guarito da Covid-19, si è vaccinato o si è sottoposto a tampone.
Dopo settimane di manifestazioni e sit-in, seguite allo sgombero del varco 4 del porto giuliano bloccato da portuali e no green pass, la prefettura ieri ha vietato fino al 31 dicembre ogni manifestazione nella centrale piazza Unità. Nonostante il decreto, i manifestanti terranno per sabato prossimo un sit-in in un’altra piazza, nei pressi della stazione ferroviaria.
Intanto quella di Trieste continua a essere la provincia con la più alta incidenza di contagi, con 379 casi per 100.000 abitanti, più del doppio della seconda provincia classificata, quella di Bolzano, con 148. Ieri nella sola città giuliana sono stati registrati 141 casi, a fronte di 160 in tutta la regione, mentre nelle vicine Croazia e Slovenia, dove il tasso di positività è al 47,8%, la diffusione del virus sta portando i sistemi sanitari sull’orlo del collasso.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
UN GENITORE A LETTO CON LA FEBBRE HA MANDATO A SCUOLA E A CALCIO IL FIGLIO CHE HA DIFFUSO IL CONTAGIO… MA QUESTO CRIMINALE PERCHE’ NON VIENE DENUNCIATO PER EPIDEMIA COLPOSA?
-In Veneto salgono i contagi. Sono 34 le classi della provincia di Padova che
attualmente si trovano in quarantena, per contagi da Covid-19.
Lo ha riferito ieri l’azienda sanitaria Ulss 6 Euganea. In totale sono 51 le classi che sono oggetto di sorveglianza, in maggior parte della scuola primaria, con qualche primaria di secondo grado. Non sono interessate, al momento, scuole superiori.
Nell’ambito del progetto ‘scuole sentinella’, con cui si invita ad effettuare tamponi rapidi di controllo, la proposta è stata accolta da 2.661 genitori su 3.278, e ciò ha consentito di individuare otto casi positivi.
Secondo le ricostruzioni dell’Usl e della Regione e secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, il più grande focolaio scolastico sarebbe partito da un papà No Vax:
“A letto con la febbre da cinque giorni prima di accertare, con il tampone, la positività al Covid. Il genitore avrebbe inviato a scuola e agli allenamenti della locale squadra di calcio del figlio, che poi si è scoperto essere positivo. La classe del figlio è una di quelle in quarantena e ci sono state positività accertate anche nella squadra di calcio. ‘Stiamo monitorando la situazione’, ha detto l’assessore regionale alla Salute Manuela Lanzarin”.
Il cluster Covid nella zona termale padovana, invece, ha registrato negli ultimi 15 giorni un aumento dei casi, passando da una media di 80 unità di metà settembre alle 110 attuali, con una tendenza in aumento. Il dato è stato reso noto oggi dall’azienda Ulss 6 Euganea, che copre il comprensorio. Sono in particolare sette gli alberghi interessati dai contagi che, per il 90%, riguardano turisti.
Focolai appaiono anche nelle Rsa: a Conselve (Padova) nella casa di riposo Beggiato vi è un cluster consistente con 60 ospiti positivi, di cui 59 non autosufficienti, e 8 operatori positivi. Solo 17 sono sintomatici, e solo uno è stato ricoverato, mentre altri due, inviati per precauzione in ospedale, sono già rientrati in struttura. I soggetti avevano ricevuto la terza dose di vaccino pochi giorni prima della positività, fattore che potrebbe aver rallentato la risposta immunitaria.
Altro cluster di anziani a Torreglia dove quattro erano finiti in terapia intensiva dopo la festa per le nozze d’oro: tra 11 casi positivi quattro risultano secondari, ovvero contagiati in seguito a un contatto indiretto con chi ha partecipato.
Relativamente ai contagi nelle strutture residenziali, a Conselve (Padova) nella casa di riposo Beggiato vi è un focolaio consistente con 60 ospiti positivi, di cui 59 non autosufficienti, e 8 operatori positivi. Solo 17 sono sintomatici, e solo uno è stato ricoverato, mentre altri due, inviati per precauzione in ospedale, sono già rientrati in struttura. I soggetti avevano ricevuto la terza dose di vaccino pochi giorni prima della positività, fattore che potrebbe aver rallentato la risposta immunitaria.
(da agenzie)
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
“LIEVE MA PROGRESSIVO CALO DELL’EFFICACIA DEI VACCINI NEGLI OVER 60, ACCELERARE CON LA TERZA DOSE”
Finisce l’effetto Green Pass e inizia a sbiadire l’efficacia delle copertura vaccinale, con la conseguente necessità di accelerare sulle terze dosi.
Un segnale di allarme che comincia a riflettersi anche sull’andamento della pandemia: aumentano i contagi (+16,6%), ma pure le terapie intensive (+12,9%).
Questo è il quadro che emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe sulla settimana 27 ottobre-2 novembre.
A livello nazionale il tasso di occupazione ospedaliera rimane ancora molto basso (5% in area medica e 4% in terapia intensiva) e nessuna Regione supera le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica.
Attenzione a Trieste: la provincia supera la soglia dei 150 casi per 100mila abitanti. Tra le Regioni, il Veneto è sotto sorveglianza: qui tutte le Province superano la soglia dei 50 casi.
VACCINI
Dopo aver sfiorato quota 440mila nella settimana 11-17 ottobre, il numero dei nuovi vaccinati nelle ultime due settimane è crollato prima a 239mila (-45,7%) e poi poco sopra 144mila (-39,6%).
Al 3 novembre, si legge nel documento, il 78,7% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+130.795 rispetto alla settimana precedente) e il 75,7% ha completato il ciclo vaccinale (+357.441).
Dei 144.258 nuovi vaccinati nella settimana 25-31 ottobre il 76,2% appartengono a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa.
Rispetto alle persone ancora da vaccinare preoccupano in particolare, rileva la Fondazione, gli oltre 2,7 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione e gli oltre 1,3 milioni nella fascia 12-19 che riducono la sicurezza nelle scuole.
Le coperture vaccinali con almeno una dose di vaccino sono inoltre molto variabili nelle diverse fasce di età: dal 97,1% degli over 80 al 73,5% della fascia 12-19. In generale, rispetto alla settimana precedente, gli incrementi sono sempre più modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dello 0,6% nella fascia anagrafica 12-19, dello 0,4% nelle fasce anagrafiche 20-29 e 30-39, dello 0,3% nella fascia 40-49, dello 0,2% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non supera lo 0,1%.
Quanto, infine, alle forniture di vaccini, al 3 novembre risultano consegnate 99.784.168 dosi: “In assenza di nuove forniture, per la terza settimana consecutiva si riducono le scorte di vaccini a mRNA, che si attestano a quota 9,9 milioni di dosi. La necessità di accelerare la somministrazione delle terze dosi e la progressiva estensione della platea dei candidati alla dose booster – spiega Gimbe – richiedono un numero consistente di dosi: per questo è fondamentale conoscere il piano delle forniture per i prossimi mesi, di cui al momento non esistono dati ufficiali”.
TERZA DOSE
Il lieve ma progressivo calo dell’efficacia vaccinale, dice la Fondazione, impone di accelerare sulla terza dose: 3,7 milioni di persone già nella platea a cui entro fine anno si aggiungeranno 7,4 milioni di over 60 e circa 748mila under 60 vaccinati con Johnson&Johnson.
“Indipendentemente dal livello degli anticorpi circolanti – commenta il presidente Nino Cartabellotta – questi dati confermano le indicazioni alla dose booster alle categorie a rischio identificate dal Ministero della Salute e la necessità di accelerarne la somministrazione“.
In particolare, la platea vaccinabile con la terza dose a oggi è costituita da 883.460 persone per la dose aggiuntiva e da 5.131.130 persone per la dose booster, escluse quelle under 60 anni che hanno ricevuto il vaccino monodose, non ancora incluse negli Open Data sui vaccini anti-Covid.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
BASTA VIETARLO UNA VOLTA PER TUTTE E CARICARE CHI SI PRESENTA, COSI’ VANNO TUTTI A CASA O A PSICHIATRIA, PASSANDO PER TRAUMATOLOGIA
Il livello della tensione in vista dell’ennesimo corteo di sabato dei No Green pass
a Milano rischia di tornare sopra i livelli di guardia.
Con la diciassettesima settimana di proteste, all’esasperazione dei commercianti milanesi che lamentano danni agli incassi per decine di milioni di euro si aggiunge il nervosismo della Questura dopo l’ultima mossa degli organizzatori del corteo.
In un’email, due esponenti del Comitato No Green pass di Milano hanno annunciato che pretendono di far sfilare il corteo davanti ad alcuni tra i punti più sensibili della città.
Solita partenza da piazza Duomo, per poi via via passare davanti alla sede di Confindustria lombarda, poi all’Università Statale. Il percorso porterebbe gli irriducibili contro il certificato verde in corso di Porta Vittoria, dove c’è la Camera del lavoro della Cgil, in viale Majno, davanti alla sede di Libero.
E quindi passando per l’arteria commerciale di corso Buenos Aires, i manifestanti vorrebbero arrivare in Stazione Centrale, per poi chiudere davanti alla vicina Regione Lombardia.
Un percorso che sembra fatto apposta per farsi dire di No, dopo che nelle chat Telegram dei No Green pass è scoppiata la polemica con chi dalla scorsa settimana ha accettato un compromesso con la polizia per concordare il percorso del corteo.
Una mossa che da un lato punterebbe a ricompattare la variegata umanità che compone il Comitato, ma dall’altro che evidentemente spera di scaricare sui responsabili della sicurezza ogni responsabilità del possibile caos che si scatenerebbe sabato.
Non ne fanno neanche tanto segreto gli organizzatori del corteo, che all’AdnKronos hanno chiaramente detto che senza un accordo sul percorso: «la colpa ricadrà interamente sugli specialisti della forza ondulatoria, che dimostreranno ancora una volta che quelle sul mancato preavviso erano solo scuse e che, chiusa la parentesi dello scorso sabato, l’intento è sempre stato quello di negarci il diritto a manifestare». Alle provocazioni, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza per ora risponde con il dialogo ancor aperto, alla ricerca di un altro compromesso che però sul percorso non potrà ammettere particolari eccezioni.
(da Open)
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Novembre 4th, 2021 Riccardo Fucile
BOCCIATO L’EMENDAMENTO CHE AVREBBE CANCELLATO LA PROROGA… CAPPATO: “E’ STATA UNA PORCATA, MA HANNO FALLITO”
Il primo passo è fallito, ma ora Lega e Fratelli d’Italia hanno intenzione di riprovarci in Parlamento. Dopo una lunghissima seduta in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, il blitz per “sopprimere” il Referendum Cannabis legale è risultato un flop.
Il testo presentato dai partiti di Salvini e Meloni non ha ottenuto il via libera, grazie all’opposizione di Pd, M5S, Leu, Italia viva, Azione-Più Europa e all’astensione di Forza Italia. I numeri, come prevedibile, non hanno dato ragione alla coalizione dimezzata di centrodestra che, anche oggi, risulta essere sempre più spaccata.
Tutto è nato con la presentazione di un emendamento da parte del Carroccio con cui si chiedeva di cancellare la proroga concessa dal Consiglio dei Ministri (con i rappresentanti della Lega che, all’epoca, si erano astenuti) alla raccolta firme sul Referendum Cannabis legale.
Una decisione presa a maggioranza a causa dei ritardi burocratici provocati da molti Comuni che non avevano inviato i certificati elettorali. Il partito di Matteo Salvini, spalleggiato da quello di Giorgia Meloni, hanno – di fatto – provato a smentire il governo. Alla fine, però, Forza Italia ha desistito dal seguire le sirene degli alleati e hanno preferito non decidere, astenendosi in Commissione Affari Costituzionali alla Camera.
Non potendo fare opposizione sui temi, Lega e Fratelli d’Italia sfruttano i regolamenti parlamentari e i cavilli per sabotare i progetti di legge progressisti.
Lo hanno fatto con il Ddl Zan, per il quale si è votato a scrutinio segreto se procedere o meno alla discussione in aula (e ricordiamo tutti come è andata a finire). Adesso i sovranisti ci riprovano con il referendum sulla cannabis, per il quale oltre 600mila cittadini hanno firmato e al quale era stata concessa una proroga fino al 30 ottobre dal governo per depositare le sottoscrizioni in Cassazione.
L’esecutivo intervenne con un decreto per evitare disparità di trattamento con altri tentativi di referendum fatti partire prima, tra i quali quello della Lega sulla giustizia o quello sulla caccia, che però avevano ottenuto uno slittamento della scadenza.
Ma oggi FdI insieme al Carroccio ha presentato alla Camera un emendamento alla legge di conversione per smentire quella decisione del Consiglio dei Ministri. Il tutto accompagnato da una narrazione che ha più volte travalicato i confini delle bufale.
Per Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe e membro del Comitato Promotore, “è l’evidenza che ancor prima dell’esame da parte della Corte Costituzionale, il dibattito pubblico e trasparente sulla fine del proibizionismo sulla cannabis fa talmente paura a Lega e Fratelli d’Italia da far loro tentare un blitz antidemocratico”.
“Una porcata”, secondo Marco Cappato, che con l’Associazione Luca Coscioni è sempre stato in prima linea durante la raccolta firme. I numeri in commissione Affari costituzionali a Montecitorio sono sul filo, dando per scontato che “la Lega voterà contro il governo” ancora una volta, come fatto notare dal presidente di +Europa Riccardo Magi, che ha aggiunto: “Prima hanno richiesto la proroga per il Referendum sulla Giustizia e poi si sono opposti al fatto che ne beneficiassero anche altri”.
Marco Perduca e Antonella Soldo, rispettivamente presidente e componente del Comitato Promotore del referendum, hanno parlato di una decisione che andrebbe “contro il principio di non discriminazione e contro quanto denunciato dalle Nazioni unite relativamente agli ostacoli esistenti in Italia riguardo alla partecipazione democratica popolare”.
(da agenzie)
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