Ottobre 4th, 2025 Riccardo Fucile
“UMILIATO E PICCHIATO DAI MILITARI, MI HANNO STRAPPATO LE FEDI, RUBARE L’ORO LO FACEVANO I NAZISTI”
Saverio Tommasi racconta le violazioni subite durante la permanenza presso le autorità
israeliane dopo che la nave Karma della Global Sumud Flotilla è stata abbordata. Il giornalista di Fanpage.it è stato trattenuto in un centro detentivo a sud di Israele ed è tra i 26 italiani che oggi sono arrivati a Istanbul. Nelle prossime ore farà ritorno in Italia e domani sarà presente al Rumore Festival, a Roma.
Saverio ricostruisce le fasi immediatamente successive all’abbordaggio: “Nelle ultime immagini che sono riuscito a mandarvi si vedevano i militari che ci stavano obbligando a seguire la direzione del porto di Ashdod. Subito dopo quei due gommoni con 15-20 persone a bordo di ogni gommone, ci hanno abbordato”
Poi le comunicazioni sono saltate: “Io ho provato immediatamente dopo a mandarvi un messaggio “ci stanno abbordando, ci stanno abbordando”. Però loro hanno jammato le comunicazioni . Erano almeno 15-20 persone armatissime, col volto coperto, reparti speciali della Marina Militare israeliana. Sono saliti sopra, sono stati abbastanza gentili con quasi tutti, fuorché con ******* a cui hanno dato un calcio con il dietro del fucile. Quando sono saliti siamo rimasti sempre braccia aperte, senza guardare negli occhi e con il passaporto davanti”.
“Siamo stati sotto e loro hanno preso il comando della nave. Il cellulare come purtroppo tutta l’attrezzatura l’hanno presa loro. Hanno guidato la nave fino al porto di Ashdod e a noi ci hanno lasciati rinchiusi sotto coperta. Arrivati al porto di Ashdod, lì è iniziata la parte assolutamente più brutta. L’accoglienza è stata una roba terrificante, una violazione completa dei diritti umani. Ci hanno fatto uscire dalla barca, ci hanno obbligato a stare piegati mentre ci portavano in due in un piazzale fatto da dei container tutto intorno, perciò coperti alla vista, con tutte le persone sedute in fila costrette a guardare in basso. Chi non guardava in basso veniva punito con delle botte sulla testa. Ho chiesto di andare in bagno più volte, non hanno mai fatto andare nessuno in bagno e ogni tanto ci spostavano. Ci spostavano di cinquanta m e ci facevano stare in un’altra parte del piazzale di nuovo fermi lì seduti”, racconta.
Il giornalista ci rivela di aver visto “una persona a cui è stato slogato il polso” e che “c’era un altro italiano di 72 anni che ha una gamba finta di ferro ed è stato obbligato a stare con le gambe piegate”. “Non facevano neanche distendere le gambe, per circa 3 ore e urlavano. Se qualcuno toccava un solo dei suoi oggetti lo prendevano e lo lanciavano dall’altra parte. Poi ancora peggio quando siamo entrati dentro, al porto di Ashdod, ove ci hanno identificato e fatto tutte le varie procedure”.
Al porto “ci hanno tolto tutta la roba. Mi hanno strappato con violenza le fedi dal dito. Se non avessi fatto ieri una scenata con la console in Israele, probabilmente io oggi le fedi non le avrei. Rubare l’oro alle persone lo facevano i nazisti. Non è possibile che esista questa cosa. Oggi ho ritrovato lo zaino e le hanno buttate lì. Non erano invece negli effetti personali perché non volevano che le mettessi, perché volevano appunto strappare l’oro quando abbiamo percorso una specie di cunicolo in cui, a me e ad altre persone, hanno praticato una violenza maggiori. Ci strizzavano i pettorali per perquisirci, per farci tenere le braccia alzate. Non è all’interno di una democrazia questo grado di violenza esercitata”, prosegue.
“Ho preso botte dall’inizio dell’entrata in porto fino alla fine. Botte sulla schiena, botte sulla testa e poi ridevano, ridevano di
tutto questo. Mi avevano affiliato un altro nome – bitinni o vitinni ma potrei sbagliarmi – probabilmente assimilabile a qualcosa tipo “imbecille”. C’era questo ragazzino accanto a me, che era la guardia della polizia eavrà avuto 16-18 anni, che mi portava in giro dalle altre guardie. Non potevo mai alzare la testa, perciò non le vedevo bene. A volte provavo con la coda dell’occhio, ma prendevo altre botte nella schiena. Chiedeva agli altri di chiedermi come mi chiamavo. E allora io dovevo rispondere, come una scimmietta con quel nomignolo, e tutti ridevano e poi lì due al nuovo botte. In particolare a me e a ******* che avevo accanto, ci dicevano “down down, up up” varie volte. Tutte le volte che dicevano down, uno si doveva abbassare sempre di più, fino ad arrivare con la testa fino alle ginocchia. E poi up. Se lo gridavano più forte rimetterti con la schiena dritta, ma sempre a testa abbassata. Altrimenti se lo dicevano più piano, ti dovevi alzare piano piano”, continua.
Saverio spiega che non gli è stato permesso di “parlare con l’avvocato che avevamo noi. Non l’hanno fatto entrare dentro. C’era un’altra avvocata, ottima, ma era della Flottilla. L’abbiamo scoperto dopo. Con il nostro non ci hanno fatto parlare”. Poi la detenzione. “Nella parte detentiva noi non abbiamo subito violenze dirette, però c’era una modalità che ricorda un regime non democratico. C’erano dei cani lupo all’ingresso del porto,
mentre noi eravamo seduti in terra guardando in basso, che ovviamente abbaiavano e li portavano vicino. Durante il regime detentivo urlavano. Non esisteva riferirsi ad un’altra persona con una tonalità di voce normale, c’era soltanto la possibilità di urlare per impaurirci. Poi ci spostavano di cella in cella. Noi eravamo da 15, perciò abbiamo dormito in terra, alcuni di noi oppure nei letti due per letto. Il cibo era molto poco. Non davano bottiglie da bere, potevamo soltanto bere l’acqua del bagno di un sapore rancido”, conclude.
(da Fanpage)
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Ottobre 4th, 2025 Riccardo Fucile
“IN ITALIA SERVE UN MINISTERO DEL FUTURO, CHE SI OCCUPI IN MODO TRASVERSALE DI TUTTO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO NEL PAESE”… “DOBBIAMO PARLARE DI PIÙ AI GIOVANI” …“L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE È LA SFIDA PIÙ POTENTE CHE ABBIAMO DI FRONTE”
“L’unione è la forza. È stata la forza del nostro progetto a Genova e l’unione è la forza della classe dirigente del campo progressista che la destra non ha. Io voglio dire grazie a chi resta unito, grazie a chi lavora tutti i giorni per l’unione e non per differenziarsi”
“Nel passato il male del campo progressista è stata la corsa alla differenziazione che non produce nessun risultato, bisogna concentrarsi su quello che ci unisce. Devo dire che a Genova ha funzionato molto bene, per cui lo consiglio”. Lo ha detto la sindaca di Genova Silvia Salis, intervenendo all’edizione 13 della Leopolda, in corso a Firenze.
“Io voglio dare una suggestione: credo che in Italia serva un Ministero del futuro, che si occupi in modo trasversale di tutto quello che sta succedendo nel paese. E capire se questo è utile e in che modo impatterà sul futuro”. “Noi siamo costretti come politica a occuparci del quotidiano e purtroppo un grande difetto della politica è inseguire il consenso – ha aggiunto -. Per inseguire il consenso fai fatica ad occuparti del futuro.
Per immaginare il futuro servono scelte coraggiose, servono scelte che riguardano energia, transizione ecologica, tutela dell’industria, sono scelte che tutti noi facciamo nella nostra vita, ogni giorno. E che fa poi la politica nazionale. Questo non deve essere un ministero astratto. Ma un ministero che collabora con il lavoro degli altri ministeri. Quando pensiamo a una grande opera servirebbe una certificazione del ministero del futuro. Credo che la politica debba impegnarsi un po’ di più in questo, non cercare l’applauso di oggi ma nel cercare di capire se poi nella storia quel gesto sarà applaudito”.
Secondo Salis “la politica ha la malattia del taglio del nastro”,
“governare non significa gratificare gli elettori di oggi ma gratificare quelli di domani”.
“Le sfide sono molte, vanno affrontate con coraggio, la sfida più grande è quella dell’Ia. È la sfida più potente che abbiamo di fronte, è qualcosa della quale noi non riusciamo a capire le potenzialità e cerchiamo di normarla e in questo devo dire che il nostro Paese sta facendo anche una normativa nazionale.
Ma l’Ia cambia mentre sto parlando. Dobbiamo chiederci: vogliamo fare parte di questo progresso? La storia ci insegna che chiunque abbia resistito al progresso sia stato spazzato via”.
“Noi come sindaci abbiamo la responsabilità di usare la digitalizzazione per avvicinare le persone agli strumenti di democrazia”, ha aggiunto.
“Genova è una città con l’età media più alta d’Europa e questo chiaramente negli anni ha portato il programma elettorale a parlare sempre di più ai grandi e meno ai giovani, perché c’è la schiavitù del consenso e ti distrai dai tuoi programmi che possono funzionare”.
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2025 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DEI GIORNALISTI TESTIMONI A BORDO DELLA FLOTILLA: E’ ANCORA IN UNA CELLA CON LE CIMICI E SENZA ACQUA… LE PROTESTE DEL GOVERNO SVEDESE
La denuncia è arrivata dal giornalista Ersin Celik, anche lui uno dei 37 attivisti che
insieme alla giovane svedese hanno preso parte alla missione della Global Sumud Flotilla. “Greta Thunberg è stata bendata e costretta a baciare la bandiera israeliana” ha detto ai microfoni della Cnn turca Celik, che è stato rimpatriato oggi insieme ad altri 136 volontari di diverse nazionalità, compresi 26 italiani, ma non Greta.
“Nonostante sia poco più di una bambina, Greta è stata presa di mira dagli israeliani. È stata bendata, ammanettata, trascinata e costretta a baciare la bandiera israeliana”, ha riferito Celik, “ce la avevano con lei perché è un personaggio pubblico che si è esposto negli ultimi mesi contro Israele”.
L’attivista ambientalista ha poi dichiarato ai funzionari svedesi di essere sottoposta a duri trattamenti in custodia israeliana nella sua detenzione successiva al blocco della flottiglia che trasportava aiuti a Gaza. Lo riporta il Guardian che ha visionato un’e-mail inviata dal ministero degli Esteri svedese a persone vicine a Thunberg. Nella corrispondenza un funzionario che ha visitato l’attivista in prigione ha affermato che la ragazza ha raccontato di essere stata detenuta in una cella infestata da cimici, con troppo poco cibo e poca acqua. “L’ambasciata ha potuto incontrare Greta”, si legge nell’e-mail, racconta il
Guardian. La giovane “ha riferito di disidratazione. Ha anche affermato di aver sviluppato delle eruzioni cutanee che sospetta siano state causate dalle cimici”. Thunberg ha poi parlato di “duri trattamenti e ha detto di essere rimasta seduta per lunghi periodi su superfici dure”.
“Un’altra detenuta avrebbe riferito a un’altra ambasciata di averla vista costretta a tenere bandiere mentre venivano scattate foto. Si chiedeva se fossero state distribuite sue immagini”, ha aggiunto il funzionario del ministero svedese.
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2025 Riccardo Fucile
LORENZO D’AGOSTINO: “SI SONO COMPORTATI COME TERRORISTI, CI HANNO PRESI A CALCI, SENZA ACQUA PER DUE GIORNI”… “GRETA THUMBER AVVOLTA DA UNA BANDIERA ISRAELIANA ED ESIBITA COME UN TROFEO”
Il giornalista italiano Lorenzo D’Agostino ha dichiarato di essersi sentito “in un luogo davvero barbaro” mentre era detenuto da Israele in acque internazionali dopo il fermo delal Global Sumud Flotilla. Lo ha detto all’agenzia turca Anadolu al suo arrivo a Istanbul con un volo speciale, e ha raccontato che lui e gli altri passeggeri sono stati sottoposti a condizioni “umilianti” in Israele.
“Poi ci hanno portato a terra e, una volta lì, si sono comportati come un gruppo terroristico. Siamo stati presi a calci. Siamo rimasti senza acqua potabile per oltre due giorni. In generale, hanno colto ogni occasione per umiliare chiunque di noi”, ha detto.
D’Agostino, riporta Anadolu, ha citato specificamente il trattamento riservato all’attivista svedese Greta Thunberg, a bordo della stessa flottiglia. “Greta Thunberg, una donna coraggiosa, ha solo 22 anni. È stata umiliata, avvolta in una bandiera israeliana ed esibita come un trofeo”, ha detto. “Avevo la sensazione di trovarmi in un luogo davvero barbaro e speravo
davvero che questa barbarie finisse presto”, ha aggiunto.
D’Agostino ha descritto l’arrivo al porto di Ashdod come ostile, sottolineando la presenza del ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir. “Ben Gvir era fuori dal punto di arrivo al porto di Ashdod quando siamo arrivati. E si è assicurato che fossimo trattati come terroristi “, ha detto.
“Quindi sono stato abbastanza fortunato da riuscire a uscire proprio mentre Ben Gvir stava arrivando”, ha aggiunto Agostino. Il giornalista ha raccontato ad Anadolu che i militanti sono stati sottoposti a bendaggi, manette strette, abiti inadeguati e temperature gelide in un furgone con aria condizionata per ore
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2025 Riccardo Fucile
QUELLA FOGNA SIONISTA IN AEREO AL RITORNO: “CI URLAVANO ‘FRIENDS OF GRETA OF MY ASS”
«In aeroporto a Tel Aviv, al gate, da lontano alcuni passeggeri ci mostravano il dito
medio. In aereo ci hanno urlato anche in inglese e in italiano. Frasi come ‘friends of Greta of my ass‘. In aeroporto ci hanno detto ‘spero che vi prendano in ostaggio‘ e ‘dovevate tornare a nuoto‘».
Questo il racconto, a margine della conferenza stampa a Roma, all’agenzia La Presse, delle europarlamentari Benedetta Scuderi (Avs) e Annalisa Corrado (Pd) del volo di rimpatrio da Tel Aviv dopo il fermo della Flotilla. «Però un paio di membri dell’equipaggio, avendo capito che non avevamo mangiato da un po’ e che ci avevano sequestrato carte di credito e cellulari, ci hanno portato dei tarallini. E un signore israeliano è venuto a stringerci le mani e a dirci ‘noi siamo con voi‘».
«Era prevalente la gente che ci insultava – spiegano – ma qualcuno dalla nostra parte c’era. Qualcuno veniva a farci delle foto, parlando in ebraico, con aria di disprezzo. E qualcuno è intervenuto in ebraico per farli smettere».
«Mi hanno strattonata»
Un racconto, quello di Scuderi, che è in parte riportato anche stamane dal Corriere della Sera e Repubblica. «Mi aspettavo, ho sperato, che ci mettessero tutti insieme sugli aerei. Almeno le persone che avevano detto di non volere rimanere in Israele», ha detto Scuderi al Corriere al suo rientro in Italia. «I soldati israeliani hanno cominciato a darci fogli da firmare. Tanti fogli. Uno di questi chiedeva se volessimo fermarci in Israele per il
processo. Qualcuno ha detto sì». Sull’aereo, racconta inoltre Scuderi al quotidiano La Repubblica, «tutti conoscevano le nostre facce. E non è stato piacevole: alcuni ci insultavano, altri ti guardavano male. Lo stesso è successo ad Ashdod: hai la sensazione netta di parlare con gente che ti odia». Per raggiungere il centro di smistamento, i militari israeliani «mi hanno presa per le braccia e strattonata. Una volta dentro ci hanno perquisiti ancora una volta, hanno rovistato nelle nostre borse e buttato via medicine ed effetti personali. Oltre al cellulare, in cui avevo anche le carte, e che non ci hanno mai più restituito, a me hanno tolto le medicine, l’igienizzante e la protezione solare. L’hanno trattata come se fosse la conferma che la nostra era una gita di piacere. Kefyie, sciarpe, simboli della Palestina, sono stati tutti buttati a terra e sequestrati».
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2025 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA DEI PRODUTTORI ITALIANI E IL SILENZIO DEI SOVRANISTI SERVI DEGLI USA
In arrivo dazi record per la pasta italiana. Alla tariffa Usa del 15%, infatti, da gennaio potrebbe aggiungersi un altro dazio del 91,74%, che porterebbe a un dazio complessivo quasi del 107%. La stangata è l’esito di una indagine del Dipartimento del Commercio Usa, il cui metodo suscita grandi perplessità tra i produttori italiani e gli addetti ai lavori.
Le accuse di dumping
Ogni anno il Dipartimento del Commercio americano effettua una revisione sulle importazioni di pasta dall’Italia su richiesta dei cosiddetti petitioners. In questo caso il tutto parte da segnalazioni di aziende americane concorrenti in larga parte controllate da gruppi italiani. Per fare le verifica il dipartimento sceglie soltanto due aziende (mandatory respondents) da sottoporre a revisione completa dei dati di vendita e di costo. In questo caso sono state prese in esame La Molisana e Garofalo. Nel documento pubblicato dal Dipartimento del Commercio si
legge: «Abbiamo determinato in via preliminare che per il periodo compreso tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024 sussistono i seguenti margini di dumping medi ponderati stimati: La Molisana Spa 91,74%, Pastificio Lucio Garofalo Spa 91,74%, società non esaminate individualmente 91,74%». In sostanza l’amministrazione Usa accusa le due società in questione di dumping, senza aver fatto un’indagine accurata, ed estende l’accusa anche gli altri esportatori menzionati su cui non ha effettuato alcuna verifica
Le aziende colpite dalla maxi-tariffa
A conclusione dell’indagine, l’amministrazione americana ha deciso di applicare un dazio del 91,74%, che si sommerebbe al 15% già in vigore, a tutti gli esportatori menzionati nell’indagine. Oltre a La Molisana e Garofalo, tra le aziende citate ci sono: Agritalia, Aldino, Antiche Tradizioni Di Gragnano, Barilla, Gruppo Milo, Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco, Pastificio Chiavenna, Pastificio Liguori, Pastificio Della Forma, Pastificio Sgambaro, Pastificio Tamma e Rummo. L’impatto del dazio sarà minore per chi produce già negli Usa la pasta destinata al mercato americano, come Barilla. Mentre per chi esporta dall’Italia tutto ciò che vende negli Usa le conseguenze rischiano di essere pesantissime.
«Questo approccio, pur formalmente consentito solo come
eccezione, si traduce in una distorsione evidente, perché trasforma un dazio punitivo (e sproporzionato), originariamente destinato a due sole aziende, in una sanzione collettiva sulla scorta di una presunzione assurda», evidenzia Luigi Scordamaglia, ad di Filiera Italia. «Di fatto con questo strumento Trump interviene mettendo un dazio di oltre il 90% sulle nostre esportazioni di pasta negli Usa che verrebbero di fatto bloccate dal 1 gennaio 2026 perché rese non competitive – aggiunge – ad unico vantaggio delle imprese anche italiane, oltre che di altri paesi. che hanno iniziato a delocalizzare la produzione negli Stati Uniti e che non sempre indicato con sufficiente chiarezza in etichetta la loro produzione non italiana»
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2025 Riccardo Fucile
LA CONTROFFENSIVA DI KIEV: I DRONI HANNO COLPITO UNA RAFFINERIA DI PETROLIO
“Crudele attacco russo con un drone alla stazione ferroviaria di Shostka, nella regione di
Sumy. Tutti i servizi necessari sono già sul posto e hanno iniziato a prestare assistenza alle persone. Al momento si segnalano decine di feriti. I russi non potevano non sapere che stavano colpendo civili.
E questo è terrorismo, che il mondo non ha il diritto di ignorare. Ogni giorno la Russia toglie vite umane. E solo la forza può costringerli a fermarsi. Ora non bastano le parole. Sono necessarie azioni forti”. Lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram postando il video di un treno passeggeri in fiamme.
Nella notte appena trascorsa dei droni d’attacco ucraini hanno attaccato la città di Kirishi, nella regione di Leningrado, in Russia, colpendo una delle più grandi raffinerie di petrolio del Paese: Kirishinefteorgsintez (Kinef). Lo riferisce la Ukrainska Pravda, citando canali Telegram russi e il governatore della regione di Leningrado Alexander Drozdenko.
Secondo il governatore regionale nella notte c’è stato “un incendio nella zona industriale. I vigili del fuoco hanno iniziato a
spegnerlo”, aveva scritto sul suo canale Telegram. Drozdenko ha dichiarato che la difesa aerea russa avrebbe abbattuto sette droni sopra la città.
I residenti locali hanno riferito sui social media che l’obiettivo dell’attacco era la raffineria di petrolio di Kirishinefteorgsintez. Kirishinefteorgsintez (Kinef), scrive ancora la testata ucraina, si trova a oltre 800 chilometri dal confine con l’Ucraina ed è una delle più grandi raffinerie di petrolio in Russia. Si trova nella città di Kirishi, nella regione di Leningrado, ed è una filiale di Surgutnaftogaz.
L’impianto ha una capacità di raffinazione di oltre 10 milioni di tonnellate di petrolio all’anno e produce un’ampia gamma di prodotti petroliferi, tra cui benzina, gasolio, carburante per aviazione e altri. Kinef soddisfa una parte significativa del fabbisogno russo di prodotti petroliferi ed è un elemento importante dell’infrastruttura energetica del Paese. La Ukrainska Pravda ricorda infine che questo non è il primo attacco riuscito a questa azienda. L’8 marzo, il Kinef era già stato colpito da droni. All’epoca le autorità russe avevano ammesso che uno dei droni aveva colpito il carro armato. Un altro attacco ha avuto luogo la notte del 14 settembre, quando sono state registrate esplosioni e incendi sul territorio dell’impresa.
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2025 Riccardo Fucile
IL POTERE D’ACQUISTO DEGLI ITALIANI È IN CONTINUO CALO E I REDDITI DIMINUISCONO
La pressione fiscale in Italia sale ancora. Nel secondo trimestre 2025 ha raggiunto il 42,3% del prodotto interno lordo, in aumento di 1,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È il dato che domina la nuova rilevazione diffusa dall’Istat sui conti trimestrali delle amministrazioni pubbliche, delle famiglie e delle società.
L’innalzamento del fardello tributario arriva mentre i saldi di bilancio migliorano e la spesa dello Stato cresce a un ritmo più lento delle entrate. «La pressione fiscale è salita per l’aumento dell’occupazione, non perché sono state messe più tasse», il commento del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche si è attestato al 2% del Pil, in miglioramento rispetto al 3,8% del secondo trimestre 2024. Anche il saldo primario, cioè l’avanzo al netto della spesa per interessi, è tornato positivo, pari al 2,4% del Pil contro lo 0,6% di un anno prima.
Il saldo corrente ha segnato un surplus del 3,1%, più del doppio rispetto al 2024. I numeri fotografano una finanza pubblica in rafforzamento, seppure accompagnata da un livello di tassazione che continua a crescere.
Le entrate totali sono salite del 6,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. La loro incidenza sul Pil ha raggiunto il 47,6%, in aumento di 1,9 punti percentuali. Le entrate correnti sono cresciute del 6,1%, mentre quelle in conto capitale hanno segnato un balzo superiore al 110%.
Nello stesso periodo le uscite complessive sono aumentate del 2,4%, con un’incidenza sul Pil stabile al 49,5%. La spesa corrente è cresciuta del 2,3%, quella in conto capitale del 3,2%. Nel complesso dei primi due trimestri del 2025, l’indebitamento netto è stato pari al 5% del Pil, in miglioramento rispetto al 5,9% del primo semestre 2024.
Il quadro delle famiglie, ricorda Istat, resta segnato da una dinamica prudente. Il reddito disponibile lordo è cresciuto dello 0,8% rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento dei prezzi dello 0,5%, il potere d’acquisto è migliorato solo dello 0,3%. La spesa per consumi finali è avanzata dello 0,5%, un ritmo più lento rispetto al reddito.
Di conseguenza la propensione al risparmio è salita al 9,5%, con un incremento di 0,3 punti percentuali. Si tratta di un ritorno a livelli più vicini alla media storica, dopo anni di riduzione. Il tasso di investimento delle famiglie è stimato all’8,8%, in lieve aumento rispetto al trimestre precedente, grazie a una crescita degli investimenti fissi lordi del 2%.
Il miglioramento dei saldi pubblici nel secondo trimestre non cancella però la fragilità del quadro complessivo. Nei primi sei mesi dell’anno il saldo primario resta negativo, pari allo 0,9% del Pil, seppure in recupero rispetto al 2% di disavanzo del 2024. Il saldo corrente si attesta su un valore nullo, in rialzo rispetto al meno 0,9% dello scorso anno.
Allo stesso tempo, la pressione fiscale semestrale si colloca al 39,9%, in crescita di un punto percentuale.
Il peso crescente del prelievo, sia sul lavoro sia sulle imprese,
resta l’elemento centrale del quadro macroeconomico. L’aumento delle entrate ha sostenuto il miglioramento dei conti pubblici, ma ha frenato il potere d’acquisto delle famiglie e limitato lo slancio dei consumi. I dati confermano che il risparmio tende a risalire, segnale di prudenza di fronte a un contesto congiunturale ancora incerto.
La fotografia restituita dall’Istat mostra così un Paese in cui il consolidamento dei conti pubblici procede, grazie soprattutto all’incremento delle entrate fiscali, ma in cui i margini di crescita del reddito reale restano ridotti.
La spesa delle famiglie continua a salire, ma a un ritmo inferiore al reddito, mentre il risparmio recupera terreno. Le imprese consolidano la redditività, ma non spingono ulteriormente sugli investimenti. Un quadro che nel lungo termine può diventare pericoloso.
(da agenzie)
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Ottobre 4th, 2025 Riccardo Fucile
E’ IL SOVRANISMO CHE SEMINA ODIO E VIVE SU DI ESSO, E’ IL SOVRANISMO CHE ACCOMPAGNA IN LIBIA UN CRIMINALE INTERNAZIONALE E CHE SI VENDE A UN ALTRO CRIMINALE CON MANDATO DI CATTURA, E’ LA DESTRA DELL’ILLEGALITA’
La spregiudicatezza con cui esponenti della maggioranza soffiano sul fuoco è
impressionante. Il cinismo con cui si augurano che la Flotilla venga affondata, la disonestà
intellettuale con cui additano nei tanti giovani in pena per il massacro dei palestinesi altrettanti complici di Hamas sono un memento del carattere profondamente reazionario della destra italiana.
Altro che centristi e democristiani. E se fanno così con Merz a Berlino, Macron a Parigi, Starmer a Londra, Sánchez a Madrid, Tusk a Varsavia, immaginate cosa farebbero se al potere ci fossero Marine Le Pen, Farage, Abascal, i nazionalisti polacchi del Pis e gli anti-antinazisti tedeschi dell’AfD (a quest’ultima ipotesi non voglio credere neppure per un secondo).
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