NAPOLI, UN POPOLO IN CAMMINO: IN DUEMILA AL CORTEO ANTICAMORRA
LA MANIFESTAZIONE PROMOSSA DAI PARROCI CON L’ADESIONE DI ASSOCIAZIONI, AUTORITA’ E ARTISTI
Partito poco dopo le 10.30 da piazza Dante il corteo dei parroci e delle associazioni contro violenza e degrado. Duemila i manifestanti.
Il corteo è aperto dallo striscione “Un popolo in cammino per la giustizia sociale comntro la camorra”.
Su un altro striscione si legge: “Verità e giustizia per Genny e per tutte le vittime innocenti”. Tantissimi anche gli studenti. In prima fila, dietro lo striscione che apre il corteo, i parroci dei così detti quartieri difficile di Napoli.
C’è anche, Giovanni Catenna il 29enne ferirto per errore in piazza Sanità durante un agguato di camorra il 14 novembre.
Sarà lui a consegnare al prefetto Gerarda Pantalone il documento con le richieste che i sacerdoti hanno preparato in questi giorni.
Tre i punti: scuola, sicurezza e giustizia sociale. C’è anche Antonio Cesarano, il padre di Genny, il minore ucciso errore da un proierttile vagante in piazza Sanità all’alba del 6 settembe scorso.
Aderiscono anche molti rappresentanti politici e delle istituzoni: il sindaco Luigi de Magistris, il vicesindaco Raffaele Del Giudice e altri componenti della giunta comunale. Tra gli artisti presenti il fotografo Mimmo Jodice, che fin dall’inizio ha dato il suo appoggio ll’iniziativa.
“Il fatto nuovo di questa manifestazione è l’amicizia sociale che si è creata tra realtà diverse”. Così il parroco del Rione Sanità , don Antonio Loffredo, valuta l’iniziativa contro la camorra ‘Un popolo in cammino’ a Napoli.
“Il corteo non riguarda specificamente la vicenda di Genny Cesarano, il ragazzo ucciso nel Rione il 5 settembre scorso – aggiunge il sacerdote – anche se, naturalmente, si attende che i responsabili siano assicurati alla giustizia ma è sintetizzata dalle richieste che rivolgiamo al governo sul lavoro e sulla sicurezza”
Alla domanda di un giornalista che gli ha chiesto come mai la Regione Campania ed il Comune di Napoli non siano tra gli interlocutori dei manifestanti, don Loffredo ha risposto: “Sulle nostre proposte in tema di lavoro serviranno tavoli di approfondimento ma per intervenire su questi problemi occorre l’impegno del governo”.
Antonio Di Costanzo
(da La Repubblica”)
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