LA LETTERA A BABBO NATALE RITROVATA DOPO QUASI 80 ANNI
“CI ACCONTENTAVAMO DI COSE SEMPLICI, IL MATERIALISMO CI STA DISTRUGGENDO”
Curiosando tra le letterine inviate a Babbo Natale dai bambini di oggi probabilmente sarà facile imbattersi in richieste di smartphone, Xbox e giocattoli ultramoderni.
Che il mondo sia cambiato da 80 anni a questa parte non è una notizia nuova, ma come l’agiatezza si sia trasformata in materialismo risulta più chiaro leggendo la missiva diretta al Polo Nord inviata nel 1938da una bambina di 5 anni.
Christine oggi di anni ne ha 82 e tra le sue mani, tremanti più per l’emozione che per la vecchiaia, ha potuto stringere la sua lista di richieste natalizie spediti su per il camino molti anni fa.
La lettera era rimasta incastrata nella canna fumaria ed è stata ritrovata dai nuovi proprietari della casa dove lei abitava, che hanno rintracciato la donna per farla rientrare in possesso di quel prezioso ricordo.
Tra le richieste oggetti semplici, dei pastelli, una bambolina e un libro di spartiti di inni religiosi, forse il regalo più ambito per una bimba che non passava il tempo con radio e televisione, ma a cinque anni imparava a suonare il pianoforte per trascorrere le sue giornate.
“Volevamo cose molto semplici. La vita era semplice. Mio fratello ottenne delle costruzioni in legno e un puzzle e io i miei pastelli. I calzini di mio padre erano stati messi a nuovo e decorati da mia madre e sono stati utilizzati per nasconderci i doni. Ogni anno dentro trovavamo anche un mandarino e due scellini”.
La donna nel rileggere quella lettere non può fare a meno di stupirsi di come le cose siano cambiate da allora, di come ora che si ha di più paradossalmente sia meno semplice accontentarsi: “Sono assolutamente stupefatta di quanto siamo diventati materialisti, soprattutto a Natale. Vogliamo di più, sempre di più, fino a distruggere noi stessi e il mondo. I bambini non apprezzano le cose, perchè hanno più di quello che riescono a utilizzare”.
Ora che di natali Christine ne ha tanti sulle spalle, la sua mente viaggia tra i ricordi, chiari e vividi anche a distanza di anni: “Erano giorni speciali. Non c’era mai permesso di andare in salotto fino al giorno di Natale, dove l’albero veniva decorato il giorno della vigilia. Se ci comportavamo bene potevamo contribuire, utilizzando decorazioni che avevamo realizzato noi stessi”.
Nel ritrovare la lettera l’attuale proprietaria della casa si è commossa.
E ascoltando le parole di Christine non si potrebbe fare altrimenti.
(da “Huffingtonpost”)
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