LIGURIA, SPESE PAZZE REGIONE, ARRIVA LA PRIMA STANGATA
LA CORTE DEI CONTI CONDANNA ALLA RESTITUZIONE DI OLTRE 320.000 EURO UN PRIMO BLOCCO DI CONSIGLIERI
Il concerto di Baglioni a Roma, i taxi fantasma, i giornali mai acquistati, i biglietti dei parcheggi, i manifesti (per un’associazione culturale) mai stampati, le notti in alberghi a cinque stelle e i viaggi per andare a trovare i parenti.
E chi più ne ha più ne metta, l’importante è non pagare e farsi rimborsare le spese.
Non è il manuale del perfetto scroccone, ma la lista parziale delle “spese pazze” dei consiglieri regionali che, dopo speso senza risparmiare e aver ottenuto rimborsi farlocchi, ora sono finiti nelle grinfie della corte dei Conti che ha iniziato a tirare le somme (finora 320 mila euro più gli interessi e le spese) e a chiedere i soldi indietro a quattro ex consiglieri di due gruppi (Udeur-Sinistra indipendente, Unione a sinistra e Sinistra europea), e novità nazionale, anche agli otto consiglieri che, come rappresentanti della commissione, avrebbero dovuto controllare, ma non lo hanno fatto, oppure hanno chiuso gli occhi.
Il bello, anzi il brutto della vicenda è che siamo soltanto all’inizio; il pubblico ministero Claudio Mori (sempre sostenuto in ogni sua iniziativa dal procuratore regionale Ermete Bogetti) ha presentato il conto a due gruppi consiliari della Regione su diciassette finiti sotto inchiesta per il 2008 (il terzo anno del primo mandato della giunta Burlando).
È ancora aperta l’indagine sugli altri anni in cui spiccano, per completare un quadro desolante, i rimborsi per l’abbigliamento intimo, i profumi e la parrucchiera per arrivare alle bottiglie di champagne e ai “gratta e vinci”.
Nella prima puntata della prima tranche il conto è stato presentato a Roberta Gasco, nuora di Clemente Mastella (eletta con l’Udeur e poi passata nella legislatura successiva a Forza Italia), a Lorenzo Castè (entrato con Rifondazione e poi passato a Sinistra Indipendente), a Franco Bonello (Unione a Sinistra) e all’ex presidente del consiglio regionale Giacomo Mino Ronzitti: ai primi due è stato chiesto di risarcire (in proporzioni diverse) oltre 136 mila euro, e oltre 69 mila euro al duo Bonello-Ronzitti.
Ma la stangata è arrivata anche agli otto rappresentanti delle due commissioni per più di 110 mila euro (più gli interessi) a Rosario Monteleone – già figura centrale dell’inchiesta penale coordinata dal pm Massimo Terrile – Francesco Bruzzone, Giacomo Conti, Franco Rocca, Giancarlo Manti, Ezio Chiesa, Matteo Marcenaro e Alessio Saso.
Guido Filippi
(da “il Secolo XIX”)
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