“ANCHE QUANDO IL PAPA VENNE A TORINO CI FU CENSURA”
“NESSUNO SI SCANDALIZZO’ QUANDO NELLA LAICA TORINO VENNERO COPERTI I MANIFESTI DELLA MOSTRA SU TAMARA DE LEMPICKA”… E BERLUSCONI FECE COPRIRE UN CAPEZZOLO DEL TIEPOLO CON DUE PENNELLATE
Mentre è grande polemica sulla scelta di coprire le statue di nudo dei Musei Capitolini in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rouhani, l’associazione radicale Adelaide Aglietta attacca: “Nel giugno dello scorso anno (non del secolo scorso), solo sette mesi fa, “per rispetto” vennero coperti i manifesti della mostra di Tamara de Lempicka per la visita del Papa nella laica (si fa per dire) Torino. Allora nessuno si scandalizzò. Solo noi manifestammo il nostro dissenso. Si tratta evidentemente di una laicità a corrente alternata, ma la laicità è … o non è”
Una mostra, quella della pittrice polacca, che fu ospitata a Palazzo Chiablese a fianco del Duomo.
E sotto la Mole ci fu imbarazzo per la troppa vicinanza con il luogo dell’Ostensione della Sindone.
Qualcuno aveva ipotizzato anche di spostarla in un’altra sede. Alla fine il compromesso: sì a quella mostra ma con locandine e manifesti un po’ mascherati. Una scelta , si disse, per non turbare i pellegrini della Sindone e soprattutto per la visita di papa Francesco che lo scorso giugno nella piazzetta Reale (che è alle spalle di Palazzo Chiablese) fece il suo discorso al mondo dell’industria e del lavoro. Manifesti e locandine coperti da telei neri, come dimsotra la foto scattata da Daniele De Giorgis dell’Uaar che con l’associazione Aglietta all’epoca denunciò il caso.
Ora i Radicali ricordano quell’episodio e invitano ad evitare doppi moralismi per le statue censurate a Roma per la visita del presidente iraniano.
Qualcosa di simile peraltro era accaduto già nel 2008 quando a Palazzo Chigi c’era Silvio Berlusconi. In quel caso il governo decise di coprire il seno alla Verità svelata di Giambattista Tiepolo. Il dipinto era stato scelto proprio dall’ex Cavaliere come nuovo sfondo per la sala delle conferenze stampa e venne ritoccato, facendo sparire il capezzolo, con due pennellate.
(da “La Repubblica“)
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