MACRON DIETRO LE QUINTE: IL FILM-DOCUMENTARIO SUI 200 GIORNI DI CAMPAGNA ELETTORALE DEL NEOELETTO PRESIDENTE
NE EMERGE IL RITRATTO DI UN POLITICO AUDACE, DURO CON GLI AVVERSARI E TENERO CON LA MOGLIE… “MASSIMA LIBERTA’, NON HA NEANCHE VOLUTO VEDERLO IN ANTICIPO”
Il nuovo presidente francese è una figura politica su cui ci sono ancora molte cose da scoprire ma il documentario “Emmanuel Macron, dietro le quinte di una vittoria” conferma la sua abilità nella comunicazione.
Oltre ad avere portato con se una fotografa personale, Soazig de la Moissonnière, Macron ha autorizzato il regista Yann L’Hènoret a seguirlo con una troupe per la campagna elettorale. “Ero quasi sorpreso quando ha accettato”, spiega L’Hènoret, “embedded” con il candidato centrista e il suo staff per quasi duecento giorni.
Macron è stato ripreso nei momenti più intimi, in una sorta di commedia epica sul potere, a metà tra ‘West Wing’ e ‘House of Cards’.
“Les coulisses d’une victoire”, in onda sabato sera su Sky Tg24 e Sky Atlantic, e poi disponibile su Sky On Demand, è stato molto commentato in Francia perchè svela alcuni retroscena politici come le accuse di Macron a Manuel Valls, considerato come “il vero traditore di Hollande”, frase più che mai attuale.
Oppure la sua complicità , quasi dipendenza dalla moglie Brigitte. “Dimmi come sono andato, chèrie?” le chiede dopo un comizio. “Ne parliamo dopo in privato”, risponde lei.
E ancora lui che la bacia lungamente sul collo quando viene annunciata la vittoria.
Ci sono momenti di tensione con i giovani dello staff che lui chiama “enfants”, bambini, o di normalità : Macron che mangia in un autogrill.
E scene più dure: il duello in televisione con Marine Le Pen (“Lei è davvero insopportabile”), il confronto con gli operai della fabbrica Whirpool in cui il candidato non ascolta i suoi bodyguard. “Se ci preoccupiamo della security – avverte – siamo morti, diventiamo come Hollande”.
Dopo aver raccolto oltre 150 ore di girato, L’Hènoret ha preparato un’ora e mezza di montaggio serrato senza commento.
“Non sono un giornalista, ma un regista. Ognuno può farsi la sua opinione” spiega L’Hènoret che prima di Macron aveva fatto un documentario in immersione sul campione di judo Teddy Riner.
Il film è un esercizio riuscito di trasparenza, una sorta di Grande Fratello sulla politica.
“Macron non ha voluto vedere il documentario prima”, assicura il regista che ha ricevuto un sms l’indomani della messa in onda in Francia. “Non mi ha fatto nessun complimento – precisa L’Hènoret – ma ha riconosciuto che ho dato un’immagine giusta della sua campagna elettorale”.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply