A 15 ANNI DIVENTA VOLONTARIO DELLA CROCE AZZURRA: “DOPO LA MORTE DI MIO FRATELLO SUL MORANDI VOGLIO AIUTARE GLI ALTRI”
L’INCONTRO CON I SOCCORRITORI: “MI HA INCANTATO IL LORO CALORE, LA VICINANZA, LA DELICATEZZA, CI HANNO AIUTATO DAVVERO”
Una passione nata da una tragedia. Quel 14 agosto, quando il ponte Morandi è crollato su se stesso, la vita di Michele è cambiata. Suo fratello, Luigi Matti Altadonna, è morto. E lui ha deciso di voler aiutare i soccorritori che avevano recuperato il suo corpo. A soli 15 anni si è iscritto alla Croce Azzurra.
Come riporta il Corriere, ora Michele si destreggia tra scuola e volontariato per riuscire a incastrare tutti i suoi impegni. La scintilla è scoccata quando ha conosciuto i ragazzi che hanno tentato di salvare suo fratello.
“Il 14 agosto avevamo preso il primo treno per Genova e mentre eravamo in viaggio ci hanno dato la brutta notizia della morte di Luigi. Siamo così andati direttamente all’obitorio del San Martino e l’abbiamo atteso. Luigi è arrivato con loro, con i ragazzi della Croce Azzurra di Fegino”, spiega al Corriere.
Dopo la tragedia si è trasferito da Lamezia a Genova. Sono stati mesi difficili. La pizzeria del padre, che si trovava vicino al ponte, è andata distrutta. Poi però tutto è cambiato: Michele ha rincontrato i ragazzi della Croce Azzurra e ha capito che un modo per affrontare il dolore era impegnarsi a favore del prossimo.
Racconta al Corriere:
“Avevano organizzato un evento al quale partecipavano i soccorritori e i familiari delle vittime del ponte Morandi. È stato lì che ho ritrovato quei ragazzi e li ho conosciuti meglio. Mi ha incantato il loro calore, la vicinanza, la delicatezza. Ci hanno aiutato davvero e ho sentito di voler aiutare anch’io qualcuno. Così sono diventato un volontario”.
Prima di quel 14 agosto, Michele voleva fare il ristoratore. Ma con la distruzione della pizzeria di famiglia, ha deciso di cambiare sogno.
“Mi prenderò il diploma dell’alberghiero e poi vediamo. Visto che l’attività non c’è più sto cambiando progetto. Forse mi iscriverò all’Accademia militare di Modena, sto pensando agli alpini…”, spiega.
A Genova ha incontrato il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Per lui è stata un’emozione. Michele cerca di andare avanti. Ma quella tragedia l’ha segnato.
“Luigi era per me un secondo padre, un amico confidente, che mi dava consigli un po’ su tutto, sui primi rapporti, sulle droghe. Aveva quattro figli e se n’era andato da Lamezia perchè con lo stipendio da pizzaiolo non ce la faceva. Aveva trovato questo lavoro a Mondo Convenienza a Genova. Era lì da otto giorni”.
(da “Huffingtonpost”)
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