ADDIO AD ANTONIO PENNACCHI, LO SCRITTORE “FASCIOCOMUNISTA”
FINALISTA AL CAMPIELLO, VINCITORE DEL PREMIO STREGA, UOMO LIBERO… QUANDO IN TV DISSE A SALVINI: “LA SUA MAMMA AVREBBE DOVUTO RIEMPIRLA DI BOTTE QUAND’ERA PICCOLINO”
Addio allo scrittore Antonio Pennacchi.
Nella sua carriera lo scrittore, che secondo le prime informazioni sarebbe stato stroncato da un infarto, è stato finalista del premio Campiello e ha vinto lo Strega. Nato a Latina nel 1950 Pennacchi era stato operaio all’Alcatel Cavi. Prima di dedicarsi alla scrittura c’era stata la politica nella sua vita.
Prima nelle file del Msi e successivamente in quelle del Partito marxista-leninista Italiano. Un legame mai reciso.
Una passione che tra gli anni Settanta e Ottanta lo aveva portato ad aderire al Psi e ai sindacati: Cgil e poi Uil. Nel 1983 la decisione di mettere un punto alla sua azione di attivista e di utilizzare il tempo sospeso della cassa integrazione per conseguire la laure in Lettere e filosofia all’Università La Sapienza di Roma.
Ed è così con l’alloro conquistato che ha è iniziata la stagione parole e della scrittura. La sua prima opera Mammut viene pubblicata nel 1995, poco dopo sugli scaffali delle librerie arriva anche Palude. Il suo romanzo di esordio dopo numerosi rifiuti viene pubblicato da Donzelli nel 1994, vincendo il Premio del Giovedì. Dopo Palude e Una nuvola rossa (1998), nel 2001 passa alla Mondadori.
Solo 2003 arriva Il fasciocomunista: vita scriteriata di Accio Benassi, romanzo autobiografico da cui nel 2007 è stato tratto il film Mio fratello è figlio unico, diretto da Daniele Luchetti con Elio Germano e Riccardo Scamarcio protagonisti.
Nel 2010 arriva la fama con Canale Mussolini, finalista al Premio Campiello e vincitore tra gli altri del Premio Strega. Dopo sono arrivati Storia di Karel (2013), Camerata Neandertal. Libri, fantasmi e funerali vari (2014), Canale Mussolini. Parte seconda (2015), Il delitto di Agora (2018), rivisitazione del thriller Una nuvola rossa pubblicato nel 1998, e La strada del mare (2020).
Nel 2011, in occasione delle elezioni comunali di Latina era tornato alla politica attiva sostenendo Futuro e Libertà e ottenendo l’1,05% delle preferenze. Nel 2012 si cimenta nel progetto Pianura Blu per il recupero dei canali di bonifica dell’Agro pontino e per creare una rete ciclonavigabile. Nel 2015 esce Canale Mussolini, parte seconda, pubblicato sempre da Mondadori.
“Apprendo con grande tristezza dell’improvvisa scomparsa dello scrittore Antonio Pennacchi che ci lascia all’età di 71 anni. Una enorme perdita non solo per la città di Latina ma per tutto il Paese. I suoi racconti hanno reso il nostro territorio un luogo letterario, dalla Fondazione ai giorni nostri. È una vera e propria icona di Latina. Pennacchi – commenta Damiano Coletta, sindaco di Latina – appartiene al patrimonio della città e tutti i latinensi oggi gliene rendono giustamente merito. Porgo le più sentite condoglianze alla sua famiglia a nome dell’Amministrazione comunale e di tutta la città di Latina”
“Quello che è stato è stato, e non c’è niente da fare. L’unica – per un uomo – è andare avanti. Tenersi il dolore nelle viscere e continuare a fare quel che s’ha da fare: fino all’ultimo istante di nostra vita”. Ciao Antonio scrive l’account Twitter della casaeditrice Mondadori.
A gennaio lo scrittore scrisse una lunga lettera aperta alla leader di Fratelli d’Italia per aiutare il paese fuori dalla pandemia: “Cara Giorgia ti prego: dite di sì all’unità nazionale. Dopo la seconda guerra mondiale e quella di liberazione, le forze socialcomuniste e cattoliche – da sempre acremente divise – seppero trovare quel minimo di concordia necessario a costruire assieme l’unità del popolo, una costituzione democratica repubblicana e il conseguente miracolo economico degli anni cinquanta e sessanta che portò l’Italia ad essere, dal Paese povero e sottosviluppato che era prima, la quinta o sesta potenza economica mondiale”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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