ADDIO LISTE PULITE IN CAMPANIA: ENTRANO I CONDANNATI
SCONFITTA LA LINEA DEL “CODICE ETICO” PROMOSSA DA BOCCHINO E DALLA CARFAGNA: ENTRA QUALCHE AMICO DI COSENTINO… DENTRO GAMBINO, CONDANNATO PER PECULATO E ZARA, PER CORRUZIONE… NELLE LISTE DI SOSTEGNO A CALDORO SPICCA CONTE, ACCUSATO DI CAMORRA
Addio codice etico e candidati con la fedina penale immacolata, tra le file del centrodestra: nell’ultima notte in cui si decidevano le liste, Nicola Cosentino, coordinatore regionale campano del Pdl, è riuscito a imporre le sue scelte, vincendo il braccio di ferro con Italo Bocchino e Mara Carfagna.
Il ministro e il capogruppo alla Camera da tempo si erano battuti per la limpidezza dei candidati, ma non sono riusciti a evitare qualche sconfitta.
E’ in lista Alberico Gambino, sindaco più votato d’Italia (a Pagani, in provincia di Salerno), sospeso dal prefetto lo scorso anno per una condanna a un anno e mezzo per peculato, fortemente appoggiato anche dal presidente della Commissione Difesa di Montecitorio, nonchè presidente della provincia di Salerno, Edmondo Cirielli.
Proprio venerdi era atteso il verdetto dei giudici d’Appello: se fosse stato assolto non ci sarebbero stati problemi, così erano gli accordi.
Il verdetto dei giudici ha però confermato la condanna di primo grado e dunque sarebbe stato fuorigioco.
A questo punto qualcuno ha sbarrato la strada al consigliere regionale uscente Pietro Diodato, voluto dalla Carfagna, nonostante la sede regionale del partito fosse stata occupata dai suoi sostenitori per tutto il giorno.
A quel punto Cosentino è stato chiaro: “Se volete Diodato in lista, dovete cedere su Gambino” e il vertice del Pdl ha ceduto, trovandosi così in lista un soggetto condannato anche in appello.
Per fare buon peso è entrato anche Fernando Zara, consigliere provinciale del Pdl, arrestato due volte, condannato in primo grado per corruzione e in attesa dell’appello.
Non finisce qua: a Napoli, nelle tante liste che sostengono Stefano Caldoro, vi sono altri personaggi con inchieste giudiziari sulla schiena: come Roberto Conte, arrestato lo scorso anno per vicende legate a presunte infiltrazioni camorristiche nella sua attività politica, e ancora Luciano Passariello e altri notabili sparsi nelle province minori della Campania.
Sorge spontanea una domanda: ma al vertice del Pdl comanda qualcuno o tutto viene gestito dai ras locali?
E’ normale farsi dettare le liste da un Cosentino?
Che si parla a fare di lotta alla corruzione se poi (e non solo il Pdl) ospitano nelle proprie liste dei condannati?
E’ così difficile fare pulizia anche a costo di perdere qualche voto, ma almeno recuperando in immagine e dignità ?
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