DELUSIONE EMMA BONINO: SIGNORA SI NASCE, NON SI DIVENTA
LE PARTITE MEGLIO VINCERLE SUL CAMPO, NON A TAVOLINO…VEDERE EMMA CON LA BAVA ALLA BOCCA PER LA SQUALIFICA DELLA RENATA E’ STATA UNA BRUTTA PAGINA DELLA POLITICA ITALIANA… SAREBBE BASTATA UN PO’ DI CLASSE E UN PO’ DI CORAGGIO
Inutile dire che del pasticcio fatto dal centrodestra a Roma, con relativa esclusione del Pdl dalla competizione regionale in Lazio, pensiamo tutto il male possibile e lo abbiamo scritto nell’articolo precedente.
Inutile aggiungere che a nulla servono le manifestazioni di protesta quando si ha palesemente torto e quando si dovrebbero semmai appurare le reali ragioni che hanno portato a questa apparente “figuraccia”, non ultime analizzarne da subito le conseguenze interne e i riflessi nazionali che porterà .
Se la lista, come è quasi certo, non verrà riammessa, i casi sono due: o si verificherà , per reazione, il miracolo di elettori di centrodestra che trascineranno ugualmente la Renata sul podio, nonostante i vertici del Pdl, votando la sua lista personale, o si arriverà , più probabilmente, alla vittoria della Emma a mani basse per “squalifica” dell’avversario.
“Sopportata” più che “supportata” dal Pd, autocandidatasi alla presidenza della Regione e divenuta quindi soluzione di ripiego del centrosinistra in perenne lite interna, la Bonino ha risvegliato le coscienze di una sinistra data per “persa per strada”, annoverando firme progressiste della cultura e dello spettacolo tra i suoi sostenitori.
Quella che si prospettava una bella partita tra due candidate donne, ora rischia di non giocarsi per impraticabilità del campo, con vittoria a tavolino di colei che da una vita fa “battaglie per le libertà civili e la libera espressione del popolo”. Avevamo un rispetto e una stima notevole per Emma, anche se non abbiamo apprezzato i suoi cambi di fronte in passato, alleata ora della sinistra ora del centrodestra, a seconda troppo spesso della convenienza.
Di fronte alla debacle del Pdl e alla sua insulsaggine, ci saremmo aspettati un atteggiamento di “distacco aristocratico”: una dichiarazione soft, di fronte all’esclusione delle liste del Pdl, rinviando semplicemente alle decisioni dei giudici di dirimere il merito della questione.
“Starne fuori” sarebbe stata una soluzione.
Un’altra ancora più di classe sarebbe stata quella di proporre un ritiro dalla competizione anche del centrosinistra e la richiesta di un rinvio della votazione con un semplice motivazione: “Per rispetto di tutti i romani e della mia avversaria, voglio governare questa regione per merito mio, non demerito altrui. Voglio battere Renata sul campo, non godendo del vantaggio della sua squalifica”.
Una posizione del genere l’avrebbe fatta balzare in testa alle preferenze e in ogni caso ne sarebbe uscita da gran signora, dando un segnale alla politica italiana e a come le donne potrebbero governare il nostro Paese.
In ogni caso è quello che avremmo fatto noi se ci fossimo trovati in quella situazione.
Bisogna saper vincere, come bisogna saper perdere nella vita, guardando le vittorie e le sconfitte con lo stesso distacco.
Abbiamo invece visto una Emma con il sangue agli occhi, incapace di dimostrare quello spirito di giustizia che tanto avevamo ammirato in passato quando combatteva battaglie perse in partenza.
Quella Emma non c’è più, resta una donna che cerca il potere senza anima, il successo senza competizione, la giustizia basata sui codici.
Certo ha ragione, lo ripetiamo, ma ci saremmo aspettato un atteggiamento del genere da Gasparri, da Di Pietro, non da lei.
Una che combatteva le battaglie perchè meritevoli di essere combattute, anche se la sconfitta era dietro l’angolo, ora si piega alla logica dei codicilli e delle camarille, dei sotterfugi e delle beghe., dei mezzucci e delle caste?
Ci ha fatto tristezza vederla come neanche Bersani si è mostrato: affamata di potere, in preda allo show business dei soliti piagnistei da finta emarginata, con pentole e coperchi, casseruole e mestoli rumorosi di chi si sente vittima del sistema, ma poi a un bel posto remunerato del sistema ambisce.
Troppo uguale agli altri, troppo legata al potere, troppo poco radicale.
Aveva insegnato agli italiani che si lotta a viso aperto per le proprie idee, giuste o sbagliate che siano, ed è finita nel vortice delle lusinghe e dei reazionari di sinistra.
Vincere con qualsiasi mezzo, da una parte come dall’altra.
Si esclude solo l’uso della lealtà , della correttezza e del confronto di idee.
No, Emma, questa volta hai sbagliato, un vero radicale non avrebbe vinto cosi: e se avessi fatto quello che ti abbiamo suggerito magari avresti vinto due volte, sia alle urne che nella stima degli italiani.
Quella che ieri hai perso.
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