CASO POLVERINI: “DILETTANTI ALLO SBARAGLIO” O SI VOLEVA FARLA FUORI PER COLPIRE FINI?
NON C’E STATO NESSUN “PANINO”, IL DELEGATO E’ USCITO PER MODIFICARE LA LISTA SU INDICAZIONI DALL’ALTO…NON SI CONSEGNANO LE LISTE 20 MINUTI PRIMA DELLA SCADENZA E NON SI ASSEGNA IL COMPITO A UN PERSONAGGIO FORZISTA CHE ERA GIA’ SPARITO CON LE LISTE NEL 2006… NEL LAZIO QUALCUNO NON VOLEVA UNA DESTRA DIVERSA E HA OTTENUTO IL SUO SCOPO
Se si dovesse seguire o commentare l’aneddottica relativa alla mancata consegna delle liste elettorali del Pdl per la provincia di Roma, sarebbero sufficienti le dichiarazioni del ministro Rotondi sulla “banda di incapaci” che ha in mano la struttura organizzativa del partito.
O gli urlacci della Polverini quando, venuta a conoscenza del fatto, ha sbottato: “Che manica di imbecilli”.
Un’analisi di questo tipo porterebbe ad evidenziare solo il caos organizzativo in cui versa il Pdl, ma rischierebbe di avvalorare la tesi patetica del “panino” che avrebbe indotto ad assentarsi, dalle 11.45 alle 12.45, chi aveva la delega di presentare una lista che raccoglie il 40% dei consensi in provincia di Roma. Per esperienza, possiamo dire che non si presenta una lista negli ultimi 20 minuti utili se non ci sono problemi e pressioni, cambiamenti di nomi e documenti sbagliati.
Per consegnare gli atti relativi a soli 40 candidati, i relativi documenti saranno stati pronti da tempo.
Soprattutto non si lascia un compito così delicato in esclusiva a una persona come Milioni.
Scendiamo nel dettaglio: la storia del panino è una balla: Milioni, quando stava per consegnare la lista, ha ricevuto una telefonata dai vertici del Pdl per cambiare almeno un nome: a quel punto, non potendolo fare davanti a tutti è uscito.
Tutto trae origine da pressioni e faide interne che nelle ultime 48 ore hanno segnato il destino della lista.
E’ risaputo che Berlusconi in persona non fosse soddisfatto dei 40 nomi, avesse ventilato addirittura di porsi lui come capolista, e ieri abbia confidato non a caso, a fatto avvenuto: “Avevo chiesto di migliorare la lista, non di boicottarla, sono dei dilettanti”, dando la colpa alla componente di An.
In realtà vediamo chi è Milioni: ex autista dell’Atac, presidente di un municipio, ex socialista, “pronto a vendersi l’anima al diavolo”, poi in Forza Italia come responsabile elettorale.
Non solo: già nel 2006, in occasione delle elezioni comunali, alla vigilia del deposito delle forme, sparì per l’intera nottata con tutta la documentazione.
Si rischiò di non presentare la lista anche allora, perchè gli avevano preferito un altro candidato al municipio.
Non a caso questa volta i bene informati sostengono che non voleva uno dei candidati, Samuele Piccolo, in lista.
Tipo descritto come arrogante e sgarbato, messo sotto pressione dai vertici per qualche cambiamento all’ultimo minuto, o ha perso la testa o ha portato a termine il compito affidatogli, non si scappa.
La sua derivazione è comunque forzaitaliota, non aennina, e se si considera che da mesi nel Pdl sono in molti a fare la guerra alla Polverini, in quanto indicata da Fini, con questa vicenda, per dirla come Rotondi, “l’hanno fatta perdere a tavolino”.
Aggiungiamo che la componente di Forza Italia non ama la derivazione sindacale di Renata e ancor meno la prospettiva che nel Lazio possa prevalere una candidata di ispirazione “sociale” che aprirebbe un fronte interno verso quella che è stata finora l’egemonia dei ultraliberisti.
Un panino avvelenato per Fini, ma che rischierà di render ancora più vicina la resa dei conti interni .
Salvo che qualcuno non voglia credere che per addentare un panino occorra un’ora e il momento indicato per farlo sia a 15 minuti dalla scadenza della presentazione delle liste.
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