ALFANO A UN PASSO DALLA ROTTURA CON IL CAVALIERE
L’EX PUPILLO VUOLE L’ACCORDO DEL PDL CON IL CENTRO… E LA RUSSA PENSA A “CENTRODESTRA NAZIONALE”
Il Pdl sta vivendo ore febbrili.
È in gioco la sopravvivenza del partito e di un’intera classe politica. Berlusconi ha terremotato la sua creatura, ha paralizzato le primarie, mettendo Alfano con le spalle al muro: «O vieni con me nella nuova Forza Italia o rimarrai prigioniero dei vari La Russa e di chi vuole portare il tuo scalpo a Casini e Montezemolo».
Che poi sarebbero, secondo il Cavaliere, Cicchitto, Quagliariello, Fitto, Frattini e tutta la filiera di Comunione e Liberazione, da Maurizio Lupi a Mario Mauro e Roberto Formigoni.
«Hai ancora pochi giorni per decidere. Io tra mercoledì e giovedì farò l’annuncio», era stato l’ultimatum dell’ex premier al suo ex delfino, che non ci sta ad andare, con il cappello in mano, nella nuova Forza Italia dove «urlano le Santanchè e Biancofiore». Ma soprattutto non vuole seguire una linea politica, già annunciata a chiare lettere da Berlusconi, tutta all’attacco dell’Europa a trazione tedesca, in contrasto con l’azione portata avanti da Monti.
Insomma, come ha spiegato l’influente eurocapogruppo Mauro in un’intervista all’Huffington Post, «non si può archiviare Monti. Nè si può dire che l’operazione che lo ha portato a Palazzo Chigi è un’operazione anti-democratica o un colpo di Stato. La verità è che si è fallito perchè non sono state fatte delle riforme che erano necessarie, soprattutto per colpa della Lega, i cui veti hanno pesato in una situazione parlamentare difficile».
Alfano non ci sta a chiudersi in una ridotta berlusconiana radicale, di farsi umiliare ancora una volta, di farsi bombardare e uccidere senza sparare un colpo.
E il colpo lo ha sparato forte: «Se Berlusconi rifà Forza Italia e si candida premier non solo non potrò seguirlo su una strada suicida, ma non lo sosterrò».
Un messaggio, raccontano alcuni, che è arrivato a Villa San Martino attraverso i mediatori Gianni Letta e l’avvocato Nicolò Ghedini.
Altri assicurano che l’ex ministro della Giustizia lo abbia detto direttamente al Cavaliere al telefono in questi ultimi giorni o addirittura la scorsa settimana a Roma, nei loro incontri quattr’occhi a Palazzo Grazioli.
Ora, al di là della circostanza in cui Alfano ha mostrato il suo quid, sembra che l’ex premier sia rimasto colpito dalla reazione del suo ex pupillo.
Che gli ha riservato altre sorprese. Non solo non lo seguirà e non sosterrà una sua candidatura sulle ceneri del Pdl. Alfano porterebbe il Pdl su una posizione coincidente con quella di Casini e Montezemolo per costruire un nuovo centrodestra: l’unico argine per fermare la scalata al potere della sinistra di Bersani-Vendola.
Non è un caso che ieri abbia detto che «senza il Pdl nessuna alleanza può battere la sinistra».
È certamente rivolto a Casini e Montezemolo, ma anche a Berlusconi. «Provate a vedere tutti i sondaggi che ci sono in giro – ha aggiunto – senza il Pdl nessuno avrà la maggioranza. Se il protagonista di un’alleanza, se il protagonista della competizione non sarà il Pdl non c’è modo di battere Bersani e Vendola».
Ha poi fatto riferimento all’area dei popolari, al Ppe, esattamente quello che sostengono gli esponenti di Comunione e Liberazione che di Berlusconi non ne vogliono più sapere.
L’ex ministro della Giustizia però non vuole andare a uno scontro all’arma bianca con Berlusconi.
Vuole convincerlo a fermare la macchina che tanto piace ai falchi. Spera che i suoi messaggi facciano breccia nel Cavaliere.
Non vuole essere costretto a rompere in maniera plateale. fa affidamento sulla famiglia di Berlusconi, su Marina, su Confalonieri che hanno consigliato l’ex premier a non imbarcarsi nella nuova avventura politica ad altissimo rischio.
Sono tanti i problemi dell’azienda, di Mediaset dopo il calo delle entrate pubblicitarie. Spendersi in prima persona, fare una campagna elettorale per demolire quello che ha fatto Monti sarebbe un triplo salto mortale.
Anche i sondaggi non danno grandi prospettive di consenso.
È vero che c’è un bacino elettorale del 30% inviperito con Monti, le sue tasse ed Equitalia, ma tradurlo solo in parte in voti è un’altra cosa.
Alla fine la nuova Fi potrebbe rimanere inchiodata al 7-8%.
I falchi tremano all’idea che Berlusconi cambi idea visto che il capo ha rinviato, forse annullato, il grande annuncio.
E si potrebbe andare avanti con il Pdl ma senza primarie e gli ex An.
La Russa è già pronto a farsi il suo partito. Ha pure il nome: «Centrodestra Nazionale».
Anche gli uomini più vicini ad Alfano temono che il segretario, dopo avere alzato la voce possa innestare la marcia indietro.
Il giallo e le convulsioni del Pdl non hanno fine.
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa“)
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