ALLORA GIORGIA MELONI NON HA CAPITO UNA MAZZA SU QUANTO SONO INCAZZATI GLI ITALIANI, COSTRETTI A PASSARE LE VACANZE A CASA PERCHÉ NON HANNO UN EURO
LA PREMIER ESULTA DICENDO CHE “NELLE STRUTTURE RICETTIVE CI SONO MILIONI DI VISITATORI”: PECCATO CHE SIANO QUASI TUTTI STRANIERI, LA PERCENTUALE DI ITALIANI CHE RIESCE AD ANDARE IN VACANZA E’ CALATA DEL 15% … GLI AUMENTI INDISCRIMINATI DEI PREZZI PER OMBRELLONI (+20%), HOTEL (+42,6%) E VOLI (+67,8%)
C’è il caro prezzi che non riguarda solo lettini e ombrelloni ma anche trasporti (in primis i voli aerei), ristoranti, hotel, divertimenti vari e musei. Ma forse in atto c’è anche un cambio del modello di vacanza a cui siamo abituati che vedeva agosto e il mare a fare la parte del leone per l’estate. Per sapere se questo sia vero e se sia un fatto positivo oppure negativo, bisognerà attendere il consuntivo di questa estate 2025 rovente non solo per colpa del solleone ma anche per le numerose polemiche.
Polemiche che coinvolgono sempre di più anche la politica tanto da far scendere in campo oggi la premier Giorgia Meloni: “Negli ultimi giorni, tra le diverse uscite, anche la segretaria del Pd Elly Schlein ha lasciato intendere che il turismo italiano fosse in crisi. Peccato che, poche ore dopo la sua uscita, i dati ufficiali del Viminale – tratti dalla banca dati ‘Alloggiati web’ della Polizia di
Stato – abbiano certificato l’esatto contrario, con arrivi in crescita e milioni di visitatori nelle nostre strutture ricettive”.
Dal canto loro la ministra Daniela Santanchè e il ministero del Turismo, nei giorni scorsi, avevano dimostrato ottimismo: “Sempre più turisti scelgono i ‘mesi di spalla’ invece che soltanto agosto” e “sempre più le mete si allargano e la meta prescelta non è più solo mare, ma anche montagna, città d’arte e aree interne e mete non esattamente canoniche”.
“Molte persone – fa notare Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia – scelgono la montagna, i laghi, le città d’arte o l’estero: nel 2024, ad esempio, il 10,8% degli italiani ha optato per la montagna e quasi il 3% per i laghi. Il mare resta la meta preferita, ma oggi viene vissuto in modo più flessibile e frammentato.
Allo stesso tempo, le vacanze lunghe di un mese o più non sono più la norma: ci si muove per periodi brevi o molto brevi, concentrandosi su uno o due weekend al massimo o scegliendo una settimana mordi e fuggi. Non è un caso se gli stabilimenti tornano pieni nei fine settimana, da maggio a settembre inoltrato”.
Anche sul fronte economico il quadro è complesso. “Dal 2012 al 2025 le tariffe di noleggio balneare – ragiona – sono cresciute mediamente del 20%, pari a circa meno del 2% medio annuo: un incremento contenuto se rapportato all’inflazione post-Covid, che tra il 2021 e il 2023 ha oscillato tra l’1,9% e l’8,1%, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie con le retribuzioni in media inferiori di oltre il 12%. Nello stesso periodo, il costo del lavoro dipendente stagionale è quasi triplicato, arrivando a
110 euro giornalieri per lavoratore”.
Alla sfida interna si somma quella internazionale: in destinazioni come il Montenegro o Corfù l’Iva sul turismo è al 5%, condizione che in teoria permetterebbe di mantenere prezzi più bassi. “Tuttavia, il confronto reale dimostra che l’Italia resta competitiva: una settimana di ospitalità in Grecia o Croazia costa in media 600 euro a persona, mentre per le stesse condizioni in Italia (che può offrire sia città d’arte che località balneari) la spesa media è di circa 500 euro a persona” continua.
La nota dolente dei prezzi rimane, tanto che in moltissimi dicono addio alla villeggiatura lunga concentrata ad agosto, in favore di viaggi più frequenti e più brevi spalmati tra giugno, luglio e settembre: le vacanze estive, tra trasporti, alloggi e servizi connessi, – calcola il Codacons – costano in media il 30% in più rispetto all’era pre-Covid, un aumento della spesa che ha profondamente modificato le abitudini degli italiani.
A subire i rincari più pesanti è stato il comparto del trasporto aereo – analizza l’associazione – e oggi i voli nazionali costano in media l’81,5% in più rispetto allo stesso periodo di sei anni fa, +67,8% i voli europei. I prezzi dei traghetti sono saliti nello stesso periodo del 13,9%, quelli dei treni del +10,7%, autobus e pullman +10,1%. Spostarsi con un’auto a noleggio è più caro del 21,6%.
Chi invece preferisce optare per un pacchetto vacanza si ritrova a spendere il 56,6% in più rispetto al 2019, e per dormire fuori occorre fare i conti con i rincari delle strutture ricettive: nello stesso periodo i listini di alberghi e motel sono saliti del 42,6%, villaggi vacanza e campeggi segnano un +12,7%, b&b, case
vacanza e alloggi in altre strutture +22,7%.
Rincarati anche parchi divertimento (+21,4%), musei e monumenti (+20,5%), parchi nazionali, zoo e giardini (+13%). Per una cena al ristorante o in pizzeria si spende questa estate il 22,5% in più, ma anche consumare uno spritz al tramonto sarà più salato rispetto all’era pre-Covid, con gli aperitivi alcolici rincarati del +18,2%, mentre la birra sale del +17,2%: va peggio agli astemi, dal momento che i prezzi delle bibite analcoliche aumentano del +28,8%.
(da agenzie)
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